Carmen (Bizet)

recensioni e commenti di spettacoli visti dal vivo

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Re: Carmen alla Scala

Messaggioda Pruun » mar 08 dic 2009, 16:43

Musicalmente l'ho trovata di discreto livello ma assai noiosa, tanto da spegnere la radio dopo "La fleur" e dedicarmi ad altro... (nemmeno Kaufmann mi è piaciuto granché...)
Aspetto che l'ineffabile OS mi permetta di visionare questo spettacolo e farmi un'idea più precisa... per quanto consentito dalle riprese televisive, ma davvero al solo audio non ho retto.

Zeffirelli è da ricovero: è stato un grande, è stato, per certi versi, persino un innovatore ai suoi tempi, molti suoi spettacoli hanno fatto innegabilmente la storia... ma la pensione dovrebbe arrivare per tutti...
Orrenda orrenda pace
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Re: Carmen alla Scala

Messaggioda Alberich » mar 08 dic 2009, 16:44

MatMarazzi ha scritto:
Alberich ha scritto:


:evil: :evil: :evil:
Alberich, tu quoque?
Ragazzi, vi prego...

Mat

Pardon, scancello.
(Però si fa fatica a rispondere educatamente a certe affermazioni...)
Ciao
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Re: Carmen alla Scala

Messaggioda Tucidide » mar 08 dic 2009, 16:52

Maugham ha scritto:Però scrive meravigliosamente bene. Fluido, preciso e tagliente.

Fluido: OK.
Preciso: io direi vago: dice tutto e non dice nulla.
Tagliente: ecco, qui non ti seguo. Non esce da luoghi comuni fritti e rifritti, e prende di mira categorie che sono già ampiamente oggetto di ironia da parte di tutto il mondo lirico.
Comunque, mi fido. Si vede che di stile e scrittura non capisco un'acca. :cry:
Ma suvvia, non diamo troppo spazio a questo giornalista, che definirei con un'espressione desunta da Demostene, che però ometto per non incorrere nel cartellino rosso. : Chessygrin :
Su Mattioli, io mi fermo qui. : Cowboy :
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Re: Carmen alla Scala

Messaggioda Enrico » mar 08 dic 2009, 17:04

Una "Carmen" con suore e preti, chierichetti e bambine, vestiti rossi e abiti da sposa, candele e candelabri e coltellacci, toreri sul tavolo e brocche e tappeti e fiori e frutta e crocifissi... e Zeffirelli protesta? : Chessygrin :
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Re: Carmen alla Scala

Messaggioda MatMarazzi » mar 08 dic 2009, 17:11

Enrico ha scritto:e Zeffirelli protesta? : Chessygrin :


:D :D :D :D :D :D :D :D
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Re: Carmen alla Scala

Messaggioda Enrico » mar 08 dic 2009, 18:35

MatMarazzi ha scritto:
l'ennesima inaugurazioncina-bluff della gestione Lissner.


Lo spettacolo «sarà capito tra due anni, ci vorranno due o tre riprese» (Lissner al Corriere della Sera). :shock:
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Re: Carmen alla Scala

Messaggioda Tucidide » mar 08 dic 2009, 20:00

Pruun ha scritto:Zeffirelli è da ricovero: è stato un grande, è stato, per certi versi, persino un innovatore ai suoi tempi, molti suoi spettacoli hanno fatto innegabilmente la storia... ma la pensione dovrebbe arrivare per tutti...

Più che ricovero o pensione, è da esorcismo. All'agenzia Adnkronos ha dichiarato che nella Carmen di ieri ha visto il Diavolo! :shock:
Qualcuno avverta padre Amorth! : Chessygrin :
E così, dopo Mattioli, mi fermo anche su Zeffirelli. : Cowboy :
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Re: Carmen alla Scala

Messaggioda Maugham » mar 08 dic 2009, 20:04

Enrico ha scritto:
MatMarazzi ha scritto:
l'ennesima inaugurazioncina-bluff della gestione Lissner.


Lo spettacolo «sarà capito tra due anni, ci vorranno due o tre riprese» (Lissner al Corriere della Sera). :shock:


per rimanere nell'ambito delle parole in libertà.
Riguardo a Anita Rachvelishvili (urge un nick, cosa ne dite di Anita Romanov?)
"Ha una bellissima voce, peccato sia andata in mano a una regista così. La vedo bene per la Turandot :shock: : WohoW : :shock: che farò in Arena quest’estate. Ci sto pensando. Kaufmann poi è straordinario, manca il profumo spagnolo :shock: : WohoW : :shock: nella sua voce, del resto è di scuola tedesca. Ma è un ottimo cantante, pure fotogenico, stupendo. È il più bel tenore in palcoscenico di questi tempi"
Frano Zeffirelli dall'intervista sul Giornale
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Re: Carmen alla Scala

Messaggioda Luca » mar 08 dic 2009, 22:31

Dico la mia, da quello che ho sentito e visto tra radio e Youtube: una PRIMUCCIA. Barenboim accurato, ma lento e soprattutto funebre (nemmeno nella scena della seduzione prima della romanza del fiore è brillante, non parliamo dell'Introduzione al III - che ho trovato marmorea - e fiacco nel finale) scene peciose quanto a colori e poi trovate registiche vecchie (il tentativo di stupro risale alla regia della Wertmuller a Napoli alla metà degli anni '80 quando c'erano M. Senn, L. Lima e A. Ferrarini, poi l'ho rivisto all'Arena di Verona dal vivo e nell'edizione londinese con la Antonacci e Kaufmann). Inoltre l'opera trasuda inutile anticlericalismo (e forse è una delle ragioni che mi fanno pensare alla stroncatura di Zeffirelli) per voler esaltare la libertà (è solo questa la strada: non si poteva ricorrere ad una contrapposizione di tipo sessuale?), ma considerando la regista e l'insieme sessantottino che si respira non c'è da meravigliarsi più di tanto. La protagonista è vocalmente corta in alto e nemmeno un granché di seducente nel timbro e fisicamente nella persona. Kaufmann - ottimo per la voce e per l'espressività alla Vickers - è sprecato per una produzione del genere, la Damato mamma li turchi e Schrott voce voluminosa ma non si fa ricordare. A Londra, Kaufmann, D'Arcangelo e la Antonacci diretti da Pappano volavano molto più in alto.
Se ci sono state disapprovazioni: ben gli stanno!

Da ultimo: Zeffirelli criticabilissimo quanto si vuole, però un'idea dell'opera te la facevi, pur comn mille orpelli, mentre qui si ritiene che il compositore sia stato avaro di dettagli personali (anche scenici) e ci si sente autorizzati a cospargere la pietanza di condimenti in parte rancidi.

Saluti, Luca.
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Re: Carmen alla Scala

Messaggioda Enrico » mar 08 dic 2009, 22:43

Luca ha scritto: non parliamo dell'Introduzione al III - che ho trovato marmorea ...


Se non ho capito male ascoltando distrattamente le interviste durante la diretta radiofonica, uno degli strumentisti, (Fabrizio Meloni, primo clarinetto, a meno che non attribuisca a lui parole dette da qulcun altro, ma mi pare che fosse proprio lui) ha detto che in molti passi - e in particolare, sempre se ho sentito bene, proprio nell'introduzione al terzo atto - Barenboim ha chiesto all'orchestra di suonare "senza espressione" perché la musica di Bizet dice già tutto da sola.

Nella Carmen della Wertmuller (ero bimbo ma mi ricordo la diretta televisiva) c'erano le automobili in scena, e Don Josè che cantava l'aria sdraiato su un tavolo di legno: ricordo solo i primi due atti perché a quei tempi si andava a letto presto :wink:

Nella prima versione della Carmen da me conosciuta, "Paperin Carramba e la bella Carmencita", i contrabbandieri (forse i Bassotti? non ho a portata di mano il vecchio fumetto) viaggiavano in motoscafo : Chessygrin :
Ultima modifica di Enrico il mar 08 dic 2009, 23:33, modificato 1 volta in totale.
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Re: Carmen alla Scala

Messaggioda Luca » mar 08 dic 2009, 22:59

Barenboim ha chiesto all'orchestra di suonare "senza espressione" perché la musica di Bizet dice già tutto da sola.
=====================================================
Spartito parlante ? Figuriamoci allora come potrebbe eseguire il Preludio III di Tosca o il III di Madama Butterfly :D Sono quadri naturalistici avvolti però in un contesto e in una situazione di drammaticità.
Il discorso di Barenboim mi persuade poco. Comunque..... grigio è e grigio mi è sempre parso.

Circa poi la Carmen della Wertmuller ero abbastanza grande per vederla dall'inizio alla fine e le trovate, pur discusse e al tempo 'osé', erano di gran lunga assai più divertenti e soprattutto colorate. Inoltre la Carmen della Senn era anche da vedere.....

Saluti, Luca.
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Re: Carmen alla Scala

Messaggioda Rodrigo » mar 08 dic 2009, 23:10

Le mie (parzialissime) impressioni si possono così riassumere.
Baremboin ha scelto tempi dilatati: poteva essere un'idea per dribblare eccessi pompier e proporre una Carmen meno sfavillante e sensuale dell'usato. A priori non sarei contrario, nei fatti però la dilatazione ha comportato una certa pesantezza (e le due cose non sono per necessità unite, si vedano certe direzioni di Furtwaengler o di Beecham) e comunque la regia si faceva un punto d'onore nell'esaltare la sensualità del dramma. Logica avrebbe voluto una concertazione coerente , vai a capirci...
La protagonista mi è parsa dotata di uno strumento come minimo timbricamente bello nel medium e (chi lo nega, ci mancherebbe) la parte l'aveva studiata. Però dall'ascolto radiofonico non ho colto un fraseggio ben orientato e, inoltre, il gioco dinamico era piuttosto povero.
Kauffman è stato secondo me il migliore, qualche dubbio solo su questo colore molto scuro nei centri. Non me ne intendo di vociologia, ma ho avuto il sospetto che li oscuri artificosamente.
Schrott è stata la delusione più grossa. L'ho trovato molto al disotto della sua fama: incapace di uscire da una concezione convenzionale di Escamillo e neppure troppo sicuro della sua parte. Ho il dubbio che il ruolo non faccia per lui.

PS: La cosa che mi è andata più di traverso è stata la presentazione in anteprima "in ginocchio" officiata da Fabio Fazio. Ovviamente neppure un musicologo, un critico nello studio ma solo un clima da rimpatriata di lusso sussiegosa e ruffiana anzichenò.
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Re: Carmen alla Scala

Messaggioda Triboulet » mer 09 dic 2009, 0:57

Eccomi da poco nel forum e già a commentare una prima scaligera...
Premessa, in queste giornate per me un po' frenetiche ho avuto il tempo di leggere qualcosa qua e là e di ascoltare qualche brano su youtube. Mi è mancato il tempo, ma forse anche la curiosità, date le premesse che lasciavano chiaramente presagire gli esiti. E così è stato. Inutile che ripeta le impressioni sui cantanti, le mie valutazioni sono un po' quelle di tutti, anche se mi riprometto di approfondire in seguito dopo un ascolto integrale.
Ho l'impressione che il pubblico scaligero si sia sentito letteralmente preso in giro. Come è già stato osservato il risultato di quest'allestimento è stato abbastanza sottotono ma non così deprecabile da giustificare una netta stroncatura. E allora? Il problema è stata la mistificazione di questo spettacolo, il volerlo far apparire per quello che non era. E forse Lissner pensava che mettere assieme un titolo accattivante e nazionalpopolare (ma anche estremamente complesso nella sua realizzazione musicale e scenica), un grande direttore (per lo più wagneriano, estraneo allo stile e all'estetica del titolo in questione), una acclamata regista d'avanguardia (totalmente digiuna di teatro lirico) e un battage pubblicitario da grande evento (con interpreti, tolto Kauffman, assai modesti) sarebbe stato sufficiente ad infinocchiare il pubblico? Anche la reazione, come la resa, è stata prevedibile.

Non penso che qualcuno si aspettasse una Carmen stile Ewing o von Otter (anche se la Scala si meriterebbe questo e altro in teoria) ma francamente una Carmen onesta e tradizionale, ma ben interpretata, come quella dell'Antonacci sarebbe risultata assai più gradevole e gradita. Come nessuno penso si aspettasse una direzione analitica e innovativa, ma anche quì ci saremmo accontentati di una semplice lettura coloristica da cartolina alla quale molti direttori ci hanno abituato. A giudicare dalle dichiarazioni della regista pure dalla messa in scena non ci si poteva attendere la trovata geniale da consumato registra contemporaneo di teatro d'opera, ma quantomeno qualche intuizione ben realizzata e un po' più di sobrietà/modernità (e di umiltà) forse avrebbe premiato maggiormente. Il problema quindi è che il pubblico non solo non ha assistito allo spettacolo da "10 e lode" che si era annunciato, ma si è dovuto accontentare di una serata da 5 e mezzo con l'aggravante che tale serata è caduta nel giorno di S. Ambrogio, aggravante non da poco visto che parliamo della Scala. L'affare poi si è fatto ancora più sporco con il carosello di dichiarazioni a posteriori che non hanno fatto altro che confermare l'ipotesi del "pacco". Insomma, cosa dire di più?
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Re: Carmen alla Scala

Messaggioda Triboulet » mer 09 dic 2009, 16:58

Ho finalmente ascoltato qualche brano con la dovuta attenzione.
Tanto per cominciare mi è parso (e, mea culpa, io questo nella fretta non l'avevo capito :oops: ) che il pubblico abbia invece apprezzato la parte musicale, contrariamente a quel che avevo ingenuamente dedotto da ascolti distratti e letture altrettanto fugaci.
E già questo mi lasciato perplesso dato che non solo la direzione di Barenboim era pesante e noiosa (oltre che scollata in più punti dal palcoscenico) ma la stessa interprete di Carmen offriva una performance davvero misera non solo sul piano interpretativo (niente sensualità, niente accento ferino, insomma meno di una carnale e ammiccante Carmen ordinaria) ma anche sul piano strettamente vocale. Come si fa ad essere calanti già dal la bemolle? ma a parte questo, il canto mi è parso in più passaggi buttato là, assai impreciso e a tratti sciatto (respiri presi a casaccio, enfasi su note a caso, aperture e cambiamenti di registro altrettanto casuali), a questo aggiungiamoci un timbro non eletto... non voglio fare il tecnicista anche perchè non sono in grado, ma spesso leggo (anche quì invero) che ci si accanisce sui limiti vocali di cantanti come Gobbi, Di Stefano, la Stratas, ma lì c'era ben altro, non certo l'eloquenza di una che pare stia cantando la lista della spesa...ma oggi si perdona e si applaude anche questo.

Kaufmann in alcuni punti sembra lasciarsi andare a questo pressapochismo, considerando che Josè vive e reagisce in funzione di Carmen, e la sensazione è stata anche di una scarsa intesa con la direzione d'orchestra che in qualche modo gli ha fatto da palla al piede; vero è che l'aria del fiore è cantata magnificamente a dimostrazione che il tenore, in un contesto intimo dove l'orchestra lo sostiene e la regia (o i partner) non lo ostacolano, è capace di rendere al meglio delle sue possibilità. Ma mi pare davvero poco laddove il ruolo centrale ovvero interessante di quest'opera è quello della protagonista femminile.

Mi sono sadicamente gustato anche il video del dissenso alla Dante. Niente di personale contro la regista, solo che Barenboim che se la prende per il braccio e la porta avanti con fierezza a ricevere quell'orda di fischi mi è parsa una scena ridicola ed evitabilissima. Dovrei guardare lo spettacolo nella sua intierezza per capire qualcosa dell'impostazione registica, quei pochi dettagli che ho scorto mi danno una sgradevole sensazione di farraginoso e pretenzioso, aldilà della dietrologia di eventuali significati che quindi si rende di per sè inutile.
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Re: Carmen alla Scala

Messaggioda mattioli » mer 09 dic 2009, 19:29

Gentili utenti,

scusate se intervengo ma leggo talvolta con interesse Operadisc e ultimamente sono stato citatissimo.
Ringrazio Marazzi (ciao Matteo, come va? Salutoni), Maugham e VGobbi (credo che sia l'unico abbonato alla Stampa di Verano Brianza, grazie di esistere) per le cortesi espressioni. Ringrazio anche Tucidide che mi massacra ma che mi legge con estrema attenzione, forse troppa. Gli farei solo presente che attaccare qualcuno perché usa espressioni "da bar" e poi accusarlo di "fissa psicotica" è quantomeno curioso. Benissimo le critiche, un po' meno le offese personali (e anonime). Maugham, del resto, conosce la differenza fra un pezzo di colore e una recensione.
Ma davvero non vorrei polemizzare. Desideravo solo ringraziare di un'attenzione che fa piacere in un momento in cui questi argomenti - e chi li propone - sono percepiti dentro i giornali nella migliore delle ipotesi come un obbligo fastidioso e nella peggiore come un'eccentricità.
Saluti
Alberto Mattioli

PS per Matteo: il pezzo sul Makropoulos è eccezionale.
Twitter: @MattioliAlberto
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