MatMarazzi ha scritto:Speravo fosse finita l'epoca in cui i direttori si ritenevano autorizzati a "correggere" il lavoro di Verdi, invece che servirlo...
Ovviamente quell'epoca non è finita e temo non finirà mai (e non solo in Italia, visti gli scempi che combinano anche nel resto dell'Europa). A me personalmente i ballabili di Verdi (
Macbeth, Trouvère, Vepres, Don Carlos, Otello) non piacciono per nulla. Un mio gusto personale e basta. Certo è che il taglio delle danze significa ANCORA non capir nulla dei diversi generi musicali (come se fossimo ancora ai tempi sciagurati in cui Serafin e Toni mettevano per iscritto l'ideologia del taglio, con la finalità di trasformare tutto in dramma tardo verdiano o, peggio, verista). Ad essere onesti, comunque, anche Verdi autorizzò esplicitamente - per le rappresentazioni italiane - l'omissione dei ballabili (che non erano parte dell'estetica musicale del tempo, in Italia): ovviamente ci si riferisce ai
Vespri e non ai
Vepres, in questo senso l'operazione torinese potrebbe avere senso (ma dubito fortemente che il taglio sia dovuto a tali "raffinati" ragionamenti, credo sia dovuto a motivi più spicci)
MatMarazzi ha scritto:E poi chi sarebbe codesto Noseda?
A parte Torino (sai la gloria) da quali vette discende costui? di quale prestigio internazionale gode?
Io l'unica cosa che so è che le rare volte che l'ho sentito dirigere l'ho trovato bolso e caotico.
Capisco benissimo che non si senta all'altezza di eseguire i ballabili dei Vespri...
Beh Noseda non è un Signor Nessuno (soprattutto rispetto ad altri soggetti spacciati oggi per supremi interpreti)...andiamo: fu assistente di Gergiev a San Pietroburgo e direttore principale della BBC Philarmonic (con cui ha inciso diversi pregevoli dischi: da Liszt a Rachmaninov, da Mahler a Dvoràk, da Smetana a Bartok, a Respighi, Dallapiccola e Casella...e nell'italia dei Bartoletti, Mariotti, Renzetti etc...è piuttosto inusuale). Devo dire che insieme a Luisi è il direttore italiano più apprezzato all'estero (fatti salvi Abbado e Muti, ovvio). L'ho sentito dirigere
Thais e mi è piaciuto molto. Certo non è nuovo ad operazioni filologicamente discutibili: penso allo "strano"
Boris inaugurale del Regio (dove ha predisposto un'edizione inedita dell'opera, assemblando abbastanza arbitrariamente le due versioni: pare però che ci sia lo "zampino" del solito regista geniale). Ma anche il mitico Abbado, non si è sottratto alla personalizzazione dei lavori affrontati. Pure Gardiner ha il medesimo "vizio" e lo pratica con molta più disinvoltura e molte meno ragioni (la sua inestricabile
Leonore, il suo Gluck mezzo originale e mezzo berlioziano, gli strani spostamenti interni nelle
Nozze di Figaro...).
MatMarazzi ha scritto:Non parliamo poi di Livermoore, regista di serie C, completamente ignorato nei teatri che contano, che trova spazi in Italia perché da noi basta che un regista abbia un nome straniero e viene considerato avanguardia.
Premesso che "Livermoore" è in realtà Livermore, ed è italianissimo, ho visto
La Dafne (di Marco da Gagliano) con la sua regia e l'ho trovato uno spettacolo splendido. Mi sembra, il tuo, un giudizio sbrigativo e preconcetto. Se poi il problema sono i tagli, ti vorrei rammentare che tanti altri registi - anche tra i tuoi favoriti - non si sono risparmiati in tale pratica: penso al
Don Giovanni di Guth (splendido senza dubbio) che omette il vero finale dell'opera (ed è ormai assodato che esso fosse presente sia nella versione di Praga sia in quella di Vienna)...non credo che giudicherai Guth un "figuro" che si permette di correggere Mozart.
MatMarazzi ha scritto:Siamo talmente avviliti dalla prostrazione della scala che ci dimentichiamo che essa è comunque sull'empireo rispetto agli altri teatro italiani....
Affermazione un po' azzardata e ingiusta: credo sia evidente come la stagione del Regio sia decisamente superiore a quella milanese (allestire spettacoli come
Parsifal, Boris, Vespri, nella stessa stagione mi sembra assai più interessante del trovarobato scaligero che affoga tra
Tosche e
Pagliacci, e neppure riesce a fare un
Attila con un cast certo), senza contare che l'orchestra torinese è di gran lunga superiore a quella della Scala. Quanto a tagli e affini, ti ricordo quel che si è sentito recentemente in Scala con
Lohengrin, Don Carlo, Carmen, Faust, Traviata...tutti orridamente tagliuzzati.