Ermione (Rossini)

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Ermione (Rossini)

Messaggioda Tucidide » gio 14 ago 2008, 8:46

Ermione diversissima dallo storico spettacolo di Pizzi del 1987, quella andata in scena a Pesaro in questi giorni, per questioni vocali, interpretative e registiche.
Pirro diventa un tiranno sanguinario, dittatore di uno stato schiavista e violento, in un mondo manicheamente diviso fra bianchi (Oreste, Pilade e Andromaca) e neri (Pirro, Ermione, Fenicio), in preda a tensioni politiche e civili.
È proprio il personaggio del figlio di Achille che cambia di parecchio fra i due spettacoli pesaresi: Chris Merritt, 21 anni fa, faceva di Pirro uno squillante e un po’ pacioso monarca, sicuro della sua potenza e del suo trono, laddove Gregory Kunde punta sull’emissione catarrosa, aspra e stridente, fornendo un dittatore militare instabile sanguinario, che tiene schiavo un popolo ma si sente in fondo insicuro della sua potenza, quasi si aspettasse di finire come poi finisce: il classico dittatore che aspetta di vedere sbucare un coltello da un momento all'altro. Purtroppo, per mere mende tecniche e vocali, la coloratura, che dovrebbe in tale interpretazione sprizzare un briciolo di follia, di lucida iperbole dei sentimenti, è problematica e spesso non risolta di forza. Inoltre, Kunde non possiede le note della parte. In alto i suoni sono aspri e forzati, in basso quasi non c’è suono.
Diversissimo l’altro tenore, Antonino Siragusa, che molto semplicisticamente fa di Oreste un personaggio sentimentale da commedia napoletana. Il suo fraseggio ha poco o nulla del tenore serio rossiniano, e quando si rivolge in duetto ad Ermione chiedendole di amarlo, sembra Gigi D’Alessio. Un taglio interpretativo semplicistico, che certo asseconda l’idea che Oreste sia “buono”, animato da sentimenti positivi, privo della sinistra ambiguità che Rocky Blake sapeva far emergere dai ruoli David, forse suggerita anche dal timbro chiarissimo e leggero (seppure molto sonoro), tenore da opera buffa. La sua sortita comunque è stata molto applaudita anche da me, se non altro per la discreta padronanza nelle stratosfere della tessitura.
Sonia Ganassi e Marianna Pizzolato sono Ermione ed Andromaca non sufficientemente differenziate timbricamente, la prima troppo mediosopranile (seppure scurita) per un ruolo Colbran, la seconda troppo mediosopranile per un ruolo contraltile. La Ganassi ha riportato un successo personale notevole dopo la gigantesca scena solistica del secondo atto, interpretata con buoni accenti, ma ha reso per me molto di più nella scena finale, in cui ha accentato con grande proprietà la frase “Fermati Oreste. Per il resto, ha avuto occasionali durezze nell'emissione e non sempre ha risolto la coloratura di forza. La Pizzolato ha cantato discretamente la sortita di Andromaca, facendo valere le qualità espressive di un bel timbro morbido. Forse, la qualità timbrica simile fra le due donne dimostrava ancora di più che il desiderio di cambiare sposa, in Pirro, è dettato da un capriccio, politico e lussurioso insieme.
La direzione di Abbado non è stata granchè, pestando parecchio nei finali, correndo talvolta senza senso e risolvendo i colori orchestrali con impasti talvolta da farsa, più che da opera seria.
Lo spettacolo era molto cruento e violento, con il piccolo Astianatte preso di peso dagli sgherri di Pirro e poi ricascciato nelle segrete in malo modo, e il cadavere di Pirro che appare sanguinante appeso alla parete.
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Re: Ermione (Rossini)

Messaggioda pbagnoli » gio 14 ago 2008, 14:06

Rimango un po' stupito dalle strade percorse per tentare di risolvere il problema dei tenori rossiniani.
Una volta c'era Merritt: oggi tutti guardiamo a lui come ad una specie di mostro (all'epoca i cellettiani - che adesso lo venerano come una reliquia - gli sputavano addosso), ma Kunde non può essere un'alternativa, e per vari motivi, riconducibili comunque all'idea che tutt'al più può essere un più che discreto interprete dei ruoli David, non di quelli Nozzari.
L'unico oggi che mi sembra che potrebbe avvicinarsi discretamente a quella prospettiva è von Bothmer, come ha dimostrato l'Otello dell'anno scorso (Matteo l'aveva visto) e la registrazione della Donna del Lago Naxos diretta da Zedda.
Siragusa non è (ancora?...) un interprete affidabile dei ruoli David, per i quali abbiamo oggi due possibilità, entrambe fuoriclasse: Flòrez, che però sta cambiando repertorio non senza difficoltà, e Mironov, che personalmente mi entusiasma
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Re: Ermione (Rossini)

Messaggioda Tucidide » gio 14 ago 2008, 14:10

pbagnoli ha scritto:L'unico oggi che mi sembra che potrebbe avvicinarsi discretamente a quella prospettiva è von Bothmer, come ha dimostrato l'Otello dell'anno scorso (Matteo l'aveva visto) e la registrazione della Donna del Lago Naxos diretta da Zedda.

Proprio von Bothmer cantava ieri Pilade, e mi sono chiesto come possa aver cantato Otello lo scorso anno. La voce non mi sembra da baritenore, e se c'è una zona della voce dove mostra di essere a suo agio è la zona centro-acuta...
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Re: Ermione (Rossini)

Messaggioda pbagnoli » gio 14 ago 2008, 14:15

Tucidide ha scritto:Proprio von Bothmer cantava ieri Pilade, e mi sono chiesto come possa aver cantato Otello lo scorso anno. La voce non mi sembra da baritenore, e se c'è una zona della voce dove mostra di essere a suo agio è la zona centro-acuta...

La voce non è da baritenore, anche perché di Merritt ne nascono uno ogni secolo; ma le discese di due ottave (o giù di lì) della Donna del lago le fa molto meglio di come le facessero Raffanti o lo stesso Merritt
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Re: Ermione (Rossini)

Messaggioda Maugham » gio 14 ago 2008, 14:19

pbagnoli ha scritto:Una volta c'era Merritt: oggi tutti guardiamo a lui come ad una specie di mostro (all'epoca i cellettiani - che adesso lo venerano come una reliquia - gli sputavano addosso),

Non è del tutto vero.
Celletti ipotizzò, all'epoca del suo regno a Martina Franca, un concerto dei tre tenori in risposta a quello di Caracalla con Morino, Blake e Merritt. :shock:
Ciao
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Re: Ermione (Rossini)

Messaggioda pbagnoli » ven 15 ago 2008, 16:04

Maugham ha scritto:
Celletti ipotizzò, all'epoca del suo regno a Martina Franca, un concerto dei tre tenori in risposta a quello di Caracalla con Morino, Blake e Merritt. :shock:
Ciao
WSM

Willy, infatti non parlavo del Divino Rudy, personaggio di ben altro spessore che non i suoi pietosi epigoni (alcuni, eh? Non tutti: nessuno si senta offeso). Sappiamo bene che, sino ad un po' di anni fa, si ironizzava abbondantemente sul Rossini dei due yankee che osavano proporre espressioni e colori che non s'attagliavano, secondo la loro personalissima "bibbia", allo stile del pesarese.
Adesso adorano Merritt, ma solo perché è loro abitudine - per meglio sputare sul presente - lodare spregiudicatamente tutto il passato, compreso ciò che dileggiavano.
Non ci credi?
Vuoi qualche indirizzo per lustrarti gli occhi?
:twisted:
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Re: Ermione (Rossini)

Messaggioda Maugham » ven 22 ago 2008, 12:11

Tucidide ha scritto:Ermione diversissima dallo storico spettacolo di Pizzi del 1987, quella andata in scena a Pesaro in questi giorni, per questioni vocali, interpretative e registiche.


Forse adesso lo si definisce storico, ma all'epoca le perplessità furono molte. Vidi due repliche di quell'Ermione e mi divertì parecchio ma, ad essere sincero, più per la cornice che per il quadro.
Mi sembrava un carnevale. :D
Faceva un caldo d'inferno (non si era ancora nell'epoca dell'aria condizionata nè in treno nè a teatro) e le quartine, sestine, roulades, i salti di ottava, gli attacchi scoperti, ti sgocciolavano addosso assieme al sudore. Senza dubbio furono serate elettriche. L'altisonanza anche discografica del cast, il tam-tam delle balcony girls (come le chiamava Legge) da grandi occasioni (e' la cosa più difficile del mondo!, Mamma mia, nessuno è mai riuscito più a cantarla! Gesù, sentirai che roba! C'è sempre un medico in camerino! Merritt va' avanti di cortisone!), la spavalda arroganza con cui Merritt e Blake facevano free-climbing su quelle dolomiti.... :shock: insomma l'atmosfera gladiatoria c'era tutta e, col fiato sospeso, aspettavamo i quadrupli salti mortali con avvitamento. Che, almeno dal fronte maschile, arrivavano tutti.
Di teatro, neanche l'ombra. Non erano tempi al ROF. Lo spartito sembrava solo un pretesto per tirare fuori l'artiglieria.
La Caballè era, oltre che a fine corsa, completamente fuori parte.
La Horne sembrava un pitbull trattenuto al guinzaglio. Ti accorgevi che Andromaca le stava stretta, per la sua forma mentis. In quel ruolo non c'era modo di tirare fuori la coloratura martellante e i gravi cavernosi che costituivano il suo biglietto da visita di fine carriera. C'era invece da legare, sfumare e rifinire. C'era da accentare con pathos, c'era da trasmettere con il canto il lacerante contrato tra un passato luminoso e un presente di sopravvivenza. Doveva arrivare l'angoscia di una madre che vede, ogni momento, il figlio a rischio. Chi, la Horne? :)
Rimaneva il fronte maschile.
Quello che più mi emozionò fu Blake (the fastest tenor in the West!), anche se, con il senno del poi, trovo più straordinaria (e forse questa sì, irripetibile) la prova di Merritt. Le gallery girls fecero comunque buuu a tutti e due (i blakiani a Merritt e i merrittiani a Blake), ci fu qualche fischietto per la Caballè, la Horne fu graziata e noi andammo finalmente a bere una coca-cola. Non arrivo a dire come Giudici che quell'Ermione "fu l'insuccesso più clamoroso nella storia del Rossini Opera Festival" (pag.1214 del librone), ma di bocche storte ne vidi parecchie. Non la mia. Quello mi aspettavo e quello vidi.

Pirro diventa un tiranno sanguinario, dittatore di uno stato schiavista e violento, in un mondo manicheamente diviso fra bianchi (Oreste, Pilade e Andromaca) e neri (Pirro, Ermione, Fenicio), in preda a tensioni politiche e civili.


Ho visto Ermione ieri sera. Ero partito piuttosto prevenuto sia dopo il noioso Maometto II sia dopo l'ascolto della registrazione audio della prima.
E bellissimo essere sorpresi e sbugiardati! :)
E' stato un bello spettacolo e una notevole serata.
A cominciare dalla regia di Daniele Abbado.
Che non solo, come giustamente dici, pervade l'opera di un atmosfera cupa, sanguinaria e opprimente, ma dimostra di aver lavorato, e bene, nel disegnare i rapporti tra i personaggi, nello sviluppare le loro psicologie, nel definirne i contorni. Certo, c'è molta strada da percorrere nel risolvere le difficoltà di gestione della forma chiusa e il giochino bianchi-e-neri mi è parso un po' troppo didattico ma siamo lontani anni luce dalla statica, cartolinesca olegrafia messa su da Hampe per il Maometto II. Almeno, per dirla con Matteo, in questa Ermione non c'è stata quella recitazione "finto-aulica" che, se funzionava nel Rossini serio anni Ottanta tutto letto in chiave acrobatico-vocale, ora non ha più senso visto che di acrobati... non ne abbiamo più.

Purtroppo, per mere mende tecniche e vocali, la coloratura, che dovrebbe in tale interpretazione sprizzare un briciolo di follia, di lucida iperbole dei sentimenti, è problematica e spesso non risolta di forza. Inoltre, Kunde non possiede le note della parte. In alto i suoni sono aspri e forzati, in basso quasi non c’è suono.


Hai ragione. Dall'audio della prima anch'io ho avuto questa impressione. Non so che recita tu abbia visto, ma ti assicuro che ieri sera era irriconoscibile. E aggiungo che Kunde non è di certo il mio tenore rossiniano da comodino. :D E' stata invece una sorpresa! L'antipatia del personaggio, la sua superficialità unita a una vena di dolorosa follia nei momenti (rari) di lucidità, venivano rese perfettamente. Certo, i vuoti vocali c'erano, ma sai che di fronte al vero teatro io il bilancino lo metto da parte. :D

Diversissimo l’altro tenore, Antonino Siragusa, che molto semplicisticamente fa di Oreste un personaggio sentimentale da commedia napoletana. Il suo fraseggio ha poco o nulla del tenore serio rossiniano, e quando si rivolge in duetto ad Ermione chiedendole di amarlo, sembra Gigi D’Alessio. Un taglio interpretativo semplicistico, che certo asseconda l’idea che Oreste sia “buono”, animato da sentimenti positivi, privo della sinistra ambiguità che Rocky Blake sapeva far emergere dai ruoli David, forse suggerita anche dal timbro chiarissimo e leggero (seppure molto sonoro), tenore da opera buffa.


Non sono d'accordo. Certo, il volume, l'impostazione, il modo di fraseggiare ti fanno pensare che Siragusa smolli tutto e parta con "Languir per una bella" :) , però ci andrei piano a stigmatizzare questo Oreste.
Nevrotico, insicuro, femmineo, perfettamente contrastato con la virile arroganza di Pirro.
Capisci benissimo che tipo d'uomo solletichi gli appetiti di Ermione e ti spieghi perchè Oreste non le serva a nulla se non a impugnare un pugnale che lei non può usare.
A differenza tua non ho visto niente di "buono" nell'Oreste di Siragusa, ma solo l'egoismo, la nevrosi, la meschinità dell'innamorato non corrisposto, a cui della Grecia non interessa niente, al punto di essere disposto a scatenare una guerra e a uccidere un infante per conquistare la donna che ama.
E poi, faccio il loggionista :shock: , i suoi sovracuti spettinavano... :D

Sonia Ganassi e Marianna Pizzolato sono Ermione ed Andromaca non sufficientemente differenziate timbricamente.


E vero.

La Ganassi ha riportato un successo personale notevole dopo la gigantesca scena solistica del secondo atto, interpretata con buoni accenti, ma ha reso per me molto di più nella scena finale, in cui ha accentato con grande proprietà la frase “Fermati Oreste. Per il resto, ha avuto occasionali durezze nell'emissione e non sempre ha risolto la coloratura di forza.


La Ganassi per me è stata invece la grande rivelazione della serata. Scatenata, a volte eccessive, a volte a un pelo dal cattivo gusto. Però che idea quella di Abbado di vestirla e conciarla come Bette Davis (quella dei film "cattivi") mettendone in risalto il fisico tracagnotto e il taglio da "piccola boccetta di veleno". E il contrasto con la Pizzolato, senza trucco, vestita come la Thompson di "Much ado about nothing" era stridente. Nel primo atto, qualche perplessità. Ma nel secondo (quando l'opera diventa tutta sua) è decollata verso i lidi raciniani della fonte e mi sembrava di vedere una Huppert più in carne che scagliava saette di perfidia alternate a dolorosi sussulti di chi si è spinto, inevitabilmente, troppo oltre. Tra l'altro mi ha stupito per la notevole capacità coloristica che ha raggiunto e che non le avevo mai sentito. :shock: Finalmente una che canta fregandosene del bel suono, aggredendo la parte con lo spirito di chi vuole vendere cara la pelle. Dalla Ganassi, sono sincero, una sorpresa.

La Pizzolato ha cantato discretamente la sortita di Andromaca, facendo valere le qualità espressive di un bel timbro morbido.


Forse sarò di bocca buona, ma secondo me la Pizzolato è stata molto brava. Dizione tra l'altro perfetta, cosa che non si può dire della Ganassi.

...e il cadavere di Pirro che appare sanguinante appeso alla parete.


Sai, la parte è così ostica che nove tenori su dieci finiscono così. :D

Saluti
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Re: Ermione (Rossini)

Messaggioda Tucidide » ven 22 ago 2008, 13:58

Maugham ha scritto:Non so che recita tu abbia visto, ma ti assicuro che ieri sera era irriconoscibile. E aggiungo che Kunde non è di certo il mio tenore rossiniano da comodino. :D E' stata invece una sorpresa! L'antipatia del personaggio, la sua superficialità unita a una vena di dolorosa follia nei momenti (rari) di lucidità, venivano rese perfettamente. Certo, i vuoti vocali c'erano, ma sai che di fronte al vero teatro io il bilancino lo metto da parte. :D

Io sono stato alla prima replica, quella del 13 agosto. Anch'io comunque ho nel complesso apprezzato l'aderenza al personaggio da parte di Kunde. Mi han poi detto che in una replica successiva il tenore americano è stato molto bravo, azzeccando diversi passaggi ostici.

Non sono d'accordo. Certo, il volume, l'impostazione, il modo di fraseggiare ti fanno pensare che Siragusa smolli tutto e parta con "Languir per una bella" :) , però ci andrei piano a stigmatizzare questo Oreste.
Nevrotico, insicuro, femmineo, perfettamente contrastato con la virile arroganza di Pirro.
Capisci benissimo che tipo d'uomo solletichi gli appetiti di Ermione e ti spieghi perchè Oreste non le serva a nulla se non a impugnare un pugnale che lei non può usare.
A differenza tua non ho visto niente di "buono" nell'Oreste di Siragusa, ma solo l'egoismo, la nevrosi, la meschinità dell'innamorato non corrisposto, a cui della Grecia non interessa niente, al punto di essere disposto a scatenare una guerra e a uccidere un infante per conquistare la donna che ama.
E poi, faccio il loggionista :shock: , i suoi sovracuti spettinavano... :D

Beh, ma io non l'ho stigmatizzato, ma solo ho notato come, in ossequio all'impostazione registica manichea di Abbado, Siragusa abbia, anche sfruttando la sua voce chiara e limpida, puntato a dipingere un personaggio opposto all'antipatico, sanguinbario e paranoico Pirro. Non ho sentito, ti dirò, nevrosi o egoismo o meschinità in Siragusa, ma giusto l'opposto: ingenuità ed idealismo, il tutto condito da un pizzico di buoni sentimenti da bravo guaglione. Forse anche per questo era ancora più chiaro il suo essere alla mercè delle volontà assassine di Ermione. Nel duetto fra i due ho proprio notato un fortissimo iato fra il fraseggio tormentato di lei e la solarità delle profferte di lui: giuro che a momenti pensavo che attaccasse non già "Languir per una bella", ma addirittura "Tu, ca nun chiagne".
Chi mi conosce sa quanto io ami, da melomane perverso, lo stridore stilistico. E quindi ho molto apprezzato quel momento.
Vocalmente, hai ragione, è stato davvero bravo, e non solo per i sovracuti, ma anche per i passaggi di coloratura e l'assenza di sforzo con cui passeggiava per le zone impervie del pentagramma.
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Re: Ermione (Rossini)

Messaggioda Pruun » lun 25 ago 2008, 1:22

Vista la recita del 21 (ma era la stessa cui eritu Maugham? Mi avrebbe fatto piacere conoscerti!!)

Devo dire che ho trovato gradevole, ma nulla più, lo spettacolo di Abbado, con alcune cadute terribili (il costume di Pirro durante l'aria, la foto di gruppo del matrimonio e il cadavere finale appeso a penzoloni) e altre invece molto belle (tutta la prima scena e anche il finale, cadavere escluso).
Bella la direzione di Abbado ma, e per me è colpa grave, terribilmente scollata con il palcoscenico... che avrebbe potuto render di più
Concordo sull'efficacia del personaggio creato da Kunde, davvero notevole: purtroppo le note non ci sono tutte e certi momenti erano davvero difficili (ma Abbado a metà dell'aria avrebbe potuto anche aiutarlo, rallentare, anziché beatamente andare per i fatti suoi): la coda finale di 'Balena in man'.... :? 'nzomm
Mi è piaciuto moltissimo Siragusa, nonostante mi paia una voce più da farsa e opera buffa che da Ermione, un limite che, personalmente, ho avvertito solo nel bellissimo 'Già d'Andromaca sul crine'... mentre il resto è stato davvero notevole, con una splendida 'Reggia aborrita'.
Della Pizzolato mi piace la cura nell'emissione e nella volontà di emettere suoni che siano morbidi, puliti con una dizione spettacolare (hai proprio ragione Maugham, si capiva ogni parola!)... ma non è un contralto! Mi pare un mezzosoprano chiaro, con i limiti che, nella parte di Andromaca, ben si possono immaginare (e che tempo ha tenuto Abbado nell'Introduzione... manco Ermione durasse come il Tell!!)

Sulla Ganassi non sono d'accordo: io l'ho trovata a disagio, a tratti imbarazzante (terribile il recitativo d'ingresso), incerta nella coloratura e stridula negli acuti... l'impegno profuso nell'interpretazione si è notato ed è ammirevole ma, per mio conto, non è bastato...
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Re: Ermione (Rossini)

Messaggioda Maugham » lun 25 ago 2008, 8:58

Pruun ha scritto:Devo dire che ho trovato gradevole, ma nulla più, lo spettacolo di Abbado, con alcune cadute terribili (il costume di Pirro durante l'aria, la foto di gruppo del matrimonio e il cadavere finale appeso a penzoloni) e altre invece molto belle (tutta la prima scena e anche il finale, cadavere escluso).


Infatti, come ho scritto, i limiti c'erano, c'erano le semplificazioni assieme a certe ingenuità narrative da letteratura tascabile, ma almeno Daniele Abbado mostrava di voler andare al di là delle note. Ho percepito un abisso tra lo spettacolo vetero-testamentario di Hampe e questo. Hai ragione, forse Abbado è stato a volte un po' rozzo, ma almeno ha mostrato di aver capito e ha cercato di far capire i motivi per cui questi personaggi si buttano addosso valanghe di note per due ore e mezza.
Nonchè ha mostrato di voler trovare il fulcro di una drammaturgia per sua natura dispersiva e squilibrata come quella di gran parte delle opere napoletane di Rossini.
La foto di gruppo invece io l'ho trovata splendida nel suo agghicciante e tetro realismo. Hai presente certi ritratti di famiglia di Saddam Hussein? :D


Della Pizzolato mi piace la cura nell'emissione e nella volontà di emettere suoni che siano morbidi, puliti con una dizione spettacolare (hai proprio ragione Maugham, si capiva ogni parola!)... ma non è un contralto! Mi pare un mezzosoprano chiaro, con i limiti che, nella parte di Andromaca, ben si possono immaginare


Io non faccio questione di timbro nè di colore se ho di fronte un'artista che sa rendermi vivo il personaggio. Dalla Pizzolato non ho recepito particolari forzature nè l'ho sentita particolarmente a disagio per la tessitura troppo grave.

Salutoni

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Re: Ermione (Rossini)

Messaggioda Pruun » lun 25 ago 2008, 11:07

Io si, però, sennò non avrei fatto l'appunto: anche se, secondo me, con dei tempi più comodi e meno martellanti, tutto sommato, le poteva evitare. :wink:
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Re: Ermione (Rossini)

Messaggioda Ilaria » mar 26 ago 2008, 0:42

Non ci posso credere, avevo scritto un post chilometrico che è andato completamente perso non so per quale motivo!!! Ed era pure il mio post di presentazione... Com'è possibile? :(
Getto avvilita la spugna, riproverò domani.

Saluti a tutti,

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Re: Ermione (Rossini)

Messaggioda Pruun » mar 26 ago 2008, 0:57

Però intanto benvenuta! :D
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Re: Ermione (Rossini)

Messaggioda Tucidide » mar 26 ago 2008, 11:48

Ilaria ha scritto:Non ci posso credere, avevo scritto un post chilometrico che è andato completamente perso non so per quale motivo!!! Ed era pure il mio post di presentazione... Com'è possibile? :(
Getto avvilita la spugna, riproverò domani.

Saluti a tutti,

Ilaria

Benvenuta, Ilaria!
Consiglio: quando scrivi post lunghi e impegnativi, salvali prima di inviarli, perchè a volte il server fa brutti scherzetti. Te lo dice uno che in più di un'occasione si è trovato nella tua situazione. :D
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Re: Ermione (Rossini)

Messaggioda Ilaria » mar 26 ago 2008, 14:24

Grazie per l'accoglienza!

Essendo stata presente a tutte le recite dell'Ermione in questione, mi piacerebbe dire la mia a proposito. Innanzi tutto vorrei premettere che s'è trattato di una produzione in crescendo (considerato anche il fatto che la generale è stata la prima prova filage a disposizione del cast), la quale dalle ruggini della prima ha raggiunto l'apice delle sue potenzialità verso la terza-quarta rappresentazione. M'è parso che il tandem Abbado-Abbado abbia funzionato bene, nonostante le cadute di gusto registiche fatte notare in precedenza da Pruun (possibile che il buon Daniele debba ficcare qualcosa di zoomorfo in qualsiasi spettacolo gli sia dato di allestire? E poi il costume di Pirro nella scena della resis rassomigliava più a quello di una meretrice bizantina che non a quello di un sovrano greco... a meno che il riferimento non fosse proprio questo: una certa coerenza la si potrebbe pure riscontrare). La direzione è stata pregnante ed incisiva, anche se in più di un'occasione ha offuscato i cantanti e per volume e per agogiche sì trascinanti ma forse vocalmente poco sostenibili.
Memore della Pizzolato quale Isabella, la sua Andromaca m'è parsa un sollucchero: evidentemente il repertorio serio meglio s'addice di quello buffo al mezzosoprano siciliano, che comunque non brilla né per spessore vocale né per fantasia interpretativa in una parte che, francamente, non è tra le più indimenticabili che Rossini abbia scritto per contralto.
M'è piaciuto molto Antonino Siragusa, un torrente di voce - sì dal timbro un po' puerile e con acuti costantemente schiacciati - ma dalla dizione cristallina, dall'ineccepibile musicalità e dalla spiccata propensione nei confronti del canto di coloratura. Il tenore manca di naturalezza d'approccio drammatico ad uno dei personaggi maschili più spiccatamente tragici che la letteretura greca ci abbia tramandato, ma fornisce una sua interpretazione "italianeggiante" al ruolo che, se non esalta, perlomeno non guasta.
La Ganassi non possiede né gli abissi né le vette della Colbran, ma è ferina, furiosa, disperata; passa in rassegna le molteplici e contrastanti emozioni che baluginano nell'animo della principessa greca scandagliandole con perizia, divora le note (e con esse, è vero, si mangia pure qualche agilità): per me è Ermione.
Lascio per ultimo il Pirro di Gregory Kunde (chi ha già avuto modo di scambiare due parole con me de visu forse ne intuisce il motivo...). Dall'affanno della prima è migliorato di recita in recita fino a giungere ad una quarta rappresentazione in cui ogni acuto era una lama ed ogni accento un piccolo capolavoro di intensità semantica. Tutto questo accompagnato da ciò che contraddistingue ogni caratterizzazione del tenore statunitense, ossia una naturale, spontanea pertinenza drammatica ed una consapevolezza musicale che si concretizza in variazioni raffinate ed ardimentose al contempo, in cui sono sperimentate soluzioni particolari dal sapore... esotico (che Riccardo mi perdoni, il copyright del termine è suo!): si veda quella acuta, bellissima, su "di lauri ornai sue chiome". Io non riesco a rimanere indifferente ad un artista che, vuoi per predisposizione, vuoi per lavoro di cesello, vuoi per entrambi i fattori insieme, riesce sempre ad immedesimarsi profondamente e a più livelli nel personaggio rappresentato senza il bisogno di abbandonarsi a becere esasperazioni.

Pietro, involontariamente mi hai proposto una bella sfida: contraltino discreto?!??!! Uno che negli anni '90 ha emesso alcuni dei più bei Fa sovracuti documentati da disco, uno che non ha mai lesinato sulle puntature al Re in tutto il repertorio belcantistico (che meraviglia quella in "Che son Rinaldo ancor" nell'Armida pesarese del '93), uno che ha cantato La straniera nella versione rubiniana? Mi sembra un giudizio un po' tanto restrittivo.
Per quanto riguarda il vagheggiamento del Nozzari redivivo credo che potremmo riempire pagine d'interessanti ipotesi senza mai arrivare ad una conclusione univoca. Dalle parti per lui approntate e dagli scritti d'epoca (recensioni, lettere, diari...) s'evince che, dal punto di vista meramente vocale, si trattava di un tenore particolarmente votato alla coloratura dall'estensione incredibile: e qui un Merritt dei dieci anni buoni, precarietà d'intonazione a parte, potrebbe forse bastare. Ma le cronache dei tempi ce lo descrivono anche come fine fraseggiatore (tanto che era soprannominato "Orfeo redivivo"), presenza elegante e carismatica (sic Stendhal e altri), fuoriclasse nel gusto nonché ottimo attore particolarmente votato alla scultoreità del repertorio serio. Inoltre Nozzari, nella prima parte della carriera, fu indubbiamente un contraltino, tanto che il suo cavallo di battaglia era Paolino del Matrimonio segreto; solo in seguito ad un ispessimento della voce avvenuto prima del periodo partenopeo di Rossini divenne il baritenore per antonomasia. Trovo perlomeno curioso che questo cambiamento di repertorio conseguente alla perdita dei sovracuti e ad un irrobustimento del registro centrale sia lo stesso che sta contraddistinguendo gli ultimi quattro anni della carriera di Kunde. E se il Nozzari odierno fosse una fusione delle peculiarità dei due tenori statunitensi?

Io ho lanciato il sassolino, voi non lapidatemi.

Cari saluti,


Ilaria
Per lei sfidai le stelle,
Di lauri ornai sue chiome,
Deve di Grande il nome,
Le sue vittorie a me.
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