teo.emme ha scritto:Peraltro lo stesso autore riconosce l'errore e ne fa ammenda pubblicamente (ma ovviamente, ed in aperta mala fede, tale circostanza non viene minimamente riportata)
Sinceramente, non vedo dove stia “l'aperta malafede”; che ci fosse stata una replica l'avevo scritto:
beckmesser ha scritto:Avevo provato a far rilevare l'errore, sperando in una correzione, ma mi fu risposto che tanto il qui pro quo non cambiava il succo del discorso.
Ok, non ho specificato "mi fu pubblicamente risposto", ma non lo avevo specificato nemmeno con riferimento al mio intervento, anche perché mi sembra ovvio: in un blog (pubblico), si interviene con commenti (pubblici) cui si risponde con altri commenti (pubblici), altrimenti ci si scambia raccomandate . Anche perché, e lo dico sinceramente, la mia intenzione non era stata quella di sbeffeggiare né mettere in mora nessuno: avevo semplicemente fatto rilevare un errore. Dato che fu risposto che era un refuso irrilevante, ho lasciato perdere. Con la bizzarra conseguenza che ancora oggi, un lettore che si imbattesse in quell'articolo (senza magari aver voglia di andare a leggere tutti i commenti scaturitine), leggerebbe che la Regina della Notte fu scritta per Aloysia Weber e, se sa qualcosa dell'argomento, si stropiccerà gli occhi per lo stupore, mentre se non ne sa nulla se ne andrà contento di aver appreso una notizia sbagliata. Non mi sembra un gran risultato, ma contento l'autore contenti tutti, e infatti mi son ben guardato dal replicare...
teo.emme ha scritto:Josepha o Aloysia Weber, dalla vocalità non così distante a sentire le testimonianze
Su questo aspetto mi interesserebbe approfondire, anche perché ho cercato spesso informazioni sulla Weber (Josepha), ma non ho mai trovato nulla che possa confermare un'asserzione del genere (ma ovviamente posso aver cercato male). MI puoi dire (e davvero, non è una provocazione: mi interessa davvero saperlo) quali sono queste testimonianze e da che fonti risultano? Da quel che risulta a me, non cantò mai un repertorio legato all'opera seria, né in teatri di primo livello in cui si esiguiva quel repertorio. In pratica la sua carriera si limitò alla compagnia di Schikaneder, dove certo il repertorio era tutt'altro. A parte la Konigin, per lei Mozart scrisse un solo altro brano (almeno così mi risulta, ma se mi sbaglio sarò ben lieto di correggermi): un'aria (la K580) incompiuta nell'orchestrazione ma compiuta nella parte vocale (addirittura, essendo tripartita, con variazioni originali nella ripresa). E' un'aria che doveva essere inserita in una rappresentazione in tedesco del Barbiere di Paisiello che Schikaneder (sempre lui...) doveva rappresentare a Vienna nel 1790, ma che saltò. Si tratta in pratica dell'aria della lezione, un brano quindi che anche teatralmente doveva servire a mettere in luce tutte le capacità dell'interprete: niente di che... poco più rispetto ai soli della messa in do minore pensati per Constanze, ma nulla in confronto a quanto immaginato per Aloysia. Ciò che se ne deduce non fa che confermare ciò che dall'unica testimonianza diretta (a me nota) su Josepha risultava essere la sua caratteristica: una notevole facilità di sovracuti, unita ad un notevole impaccio nel gestire frasi ampie e cantabili. A me sembrano veramente due mondi completamente diversi: esteticamente e vocalmente...
Saluti,
Beck