Triboulet ha scritto:Perchè l'opera era (e forse è, a parte etichette di nicchia) un fenomeno pop! anzi direi COMMERCIALE! Perchè non hanno fatto incidere alla Tebaldi il Cortez o la Giovanna d'Arco, alla Callas Armida o Medea (che registrerà fuori contratto EMI, altrimenti campa cavallo), alla Gencer il Devereux o la Stuarda (per non parlare di tutti i ruoli verdiani minori che ha nobilitato), alla Olivero le decine di opere sconosciute che proponeva ovunque con successo? perchè avevano timore di vendite basse! timori fondati? non saprei...
Non sono esperto di registrazioni pre II guerra, ma qualcosa mi dice che la situazione era (per motivi storici) ancora peggiore..
Esatto... le cose stanno proprio così.
Direi che "peggiore" in questo senso è un termine che rende l'idea, fermo restando che il fenomeno fu "peggiore" solo dal nostro punto di vista, non dal loro.
Cerchiamo di capire cosa fosse (materialmente) un 78 giri.
Era un oggetto pesantissimo, impegnativo, poco maneggevole e, per giunta, caro arrabbiato.
Un appassionato dell'epoca (come siamo noi oggi) aveva gli stessi problemi di spazio... anche noi non sappiamo dove mettere i cd, che si accumulano tanto da invaderci la casa.
Bene... la differenza era che un 78 giri era quattro volte più grande di un CD, venti volte più pesante, cinquanta volte più delicato.... e però conteneva appena 5 minuti di musica contro i 70 di un CD... pur costando(fatti i dovuti confronti) trenta volte di più.
E' evidente che il mercato discografico allora dovesse rispondere a esigenze completamente diverse rispetto a oggi.
Ad esempio l'opera intera era quasi un'assurdità.
Facciamo presto, oggi, a chiederci come mai non facessero più edizioni integrali: una Norma con la Cigna per noi equivale a due piccoli CD che quasi non si vedono nella nostra discoteca.
All'epoca invece equivaleva a una dozzina di disconi pesantissimi e fragilissimi, che ti occupavano mezzo scaffale da soli e per i quali avevi dovuto pagare l'equivalente di un mezzo stipendio.
Assurdo!
Nemmeno io avrei mai comprato quella Norma.
C'era poi un problema materiale con le opere intere: la durata delle facciate.
Dopo 3 minuti, massimo 3 minuti e mezzo, bisognava interrompere l'esecuzione perché finiva il disco, almeno finché non inventarono (i tedeschi, in piena età nazista) il nastro magnetico.
Questo significa che certe opere a "flusso continuo" come quelle wagneriane si sarebbero dovute deturpare completamente (come avvenne a Bayreuth quando incisero il Tristano con la Larsen Toedsen).
Insomma incidere opere intere era già una curiosità riservata a pochissimi; registrare titoli poco noti sarebbe poi stato un suicidio.
Al contrario, ciò che funzionava benissimo - a livello artistico ed economico - era il "singolo" monografico ritagliato sull'interprete: un bel disco in due facciate, dove potevi avere ben sei/sette minuti di canto di Escalais o della Bellincioni.
E per l'epoca... avere sei minuti di un divo planetario in casa tua, da far sentire - in religioso silenzio - agli amici era già il più grande dei miracoli.
Gli editori coraggiosi erano quelli che, nelle arie separate, accettavano di far incidere ai cantanti (specie ai miti delle serie "Celebrità") brani poco conosciuti.
In questo senso la nostrana Fonotipia ha lasciato veri e propri miracoli... Non nel proporre inutili opere intere, ma - ad esempio - nel fare incidere alla Russ tutto il duetto del Nabucco.
Per questo dico che se vogliamo capire tutto quello che i 78 giri ci hanno tramandato, dobbiamo puntare ai singoli, non alle opere intere..
Almeno finché gli Americani non hanno cominciato a tentare i Live (con gli acetati) e i tedeschi a registrare su nastro magnetico.
Ma allora bisogna andare alla seconda metà degli anni '30.
Salutoni,
Mat