Mat io rimango sempre incatato dai tuoi interventi, che alle volte sono così poetici da essere estremamente persuasivi (è un complimento eh!
)...
Dunque, cosa ne penso... andiamo con ordine:
MatMarazzi ha scritto:In quanto personaggio pensato per la Grisi (e contemporaneamente per la Malibran, aggiungerebbe Riccardo) si distacca fortemente da tutte le altre eroine che la Callas ha affrontato.
Non è strano che (esclusa Chicago) non abbia più ripreso il personaggio.
Io tanto per cominciare non sento un abisso stilistico tra i suoi Puritani del '53 e la sua Lucia del '53, o se vuoi dalle recite messicane di Puritani e Lucia dell'anno prima. Penso che tendesse ad assimilare questi personaggi ad una poetica e ad uno stile comune. Quanto al fatto che non li abbia più cantati dopo il 53... beh, semplicemente non la scritturavano per quel ruolo! Ricordiamoci che la Callas post-dimagrimento cantava quasi esclusivamente alla Scala (in nuovi allestimenti, e in qualche titolo tappabuchi) e al Met (nei soliti 4 ruoli) e in pochissimi altri posti. A Chicago e a Dallas, con Rescigno, aveva carta bianca, tant'è che proprio lì farà cose che viceversa non le davano la possibilità di fare (Butterfly, Trovatore, Puritani... senza dimenticare i pianificati Macbeth e Barbiere saltati dopo la separazione da Meneghini). In realtà lei fremeva per cantare quel ruolo "se volete sentire il mio mi bemolle allora fatemi fare i Puritani". Selezioni vennero inserite in concerti nel 56, nel 57 e nel 58 (l'intera scena della pazzia con tanto di comprimari). Io penso che non abbia più ripreso il personaggio per un caso (più spettacolare allestire con Maria una Lucia o una Traviata, titoli comunque più popolari e più istrionici).
MatMarazzi ha scritto:Ci credete voi che la Callas non avesse già pronta la parte?
E che non l'avesse studiata proprio con Serafin, come già Norma?
Secondo me non era un caso: era il disegno che Serafin pensava di realizzare, il suo antico sogno, reso possibile da questa giovane, strana cantante: rileggere Bellini alla luce di Wagner.
No non ci ho mai creduto infatti! Sono daccordo con te! quei Puritani erano pronti, come chissà quali altri ruoli. La Callas si scoprì belcantista già in Grecia, intorno al 42. All'epoca aveva, ad esempio, in repertorio un po' di arie di Rossini (Semiramide, Cenerentola, Barbiere... e pure Otello!) e altre cose che andavano ben oltre Tosca e Gioconda.
Questo era un programma dell'epoca:
7/21/43: Concert (2° della Seria dei Pomeriggi Musicali): Athínai, Kósta Moussouri Theatre (teatro all’aperto),
Mavrommateon St., ore: 1830: maestro Andréas Parídis (accompanist)
María Kalogeropoúlou
Atalanta (Händel): Care selve
Fidelio: Abscheulicher !. . . Komm, Hoffnung
Die Entführung aus dem Serail: Martern aller Arten
La cenerentola: Nacqui all’affanno
Il trovatore: D'amor sull'ali
Adriana Lecouvreur: Io son l’umile ancella
Ergo la storia che si racconta che la Callas (soprano drammatico) scoprì "per caso" la sua natura è una menata bella e buona.
Io penso che quando Serafin la conobbe pensò subito di farle studiare certi ruoli, o può darsi che lei li avesse addirittura già preparati e li tenesse in caldo nell'attesa che arrivasse un'occasione del genere. Del resto lei stessa, raccontando l'aneddoto, non riferisce certo di essersi stupita per la scelta del ruolo, quanto per fatto che lei dovesse prepararlo (che non vuol dire necessariamente "studiarlo da zero") in pochi giorni e durante le recite di Walkiria.
Quanto al sogno di Serafin, io credo che più che un sogno fosse una convinzione. Io penso che Serafin, e molti come lui di quella generazione, credessero sul serio all'influenza italiana di Bellini in Wagner e alla "giustezza" del canto italiano in quel repertorio (la stessa Callas se ne convinse e ne andava fiera). E quando si presentò l'occasione di far quadrare il cerchio, per Serafin fu come un dimostrare al mondo che aveva ragione "avete visto? lei canta Wagner ma anche Bellini... non sono poi così distanti!" (vedi il disco del 49). E quindi il Wagner della Callas era bellinizzato e il Bellini wagnerizzato col risultato che erano falsi tutt'e due, però inventavano quella via di mezzo che dimostrava la teoria
io però questo lo sento come un limite, in qualche modo. Limite del quale la Callas matura si liberò, almeno in parte.
MatMarazzi ha scritto:Ma allora questa Elvira (prima di Lucia, MOLTO prima di Amina) guardava lontano, oltre il mare, oltre alla Scozia! Guardava verso l'Irlanda!
Detto così sei convincente!
però non può essere, forse, che fosse solo un misunderstanding storico? cioè... parliamo tanto della "verità" di certe voci rispetto a certe scritture (chessò l'Otello tamagnano) e degli equivoci di secoli di cattiva tradizione, avvertiamo come superati il Bach e il Beethoven filo-wagneriani di Furtwangler e poi dovremmo dar merito di "intuizione dell'anticipazione" al Bellini filowagneriano di Serafin? Non franitendermi, io sono anche fan sia dell'Otello heldentenor sia dei Puritani proto-teutonici, giacchè se non c'è una verità più vera a livello filologico e parimenti convincente a livello interpretativo io mi tengo il falso storico che comunque è persuasivo, epperò ammettiamo che da un certo punto di vista sono visioni superate entrambe, non mi spingerei nel dire che non sento la mancanza di una Elvira della "seconda Callas", se solo penso all'incisione di Lucia del '59 (grande meraviglia purtroppo assai sottovalutata) e ascolto i brani dei Puritani dei concerti mi vien da dire che la Callas, suo solito, era andata oltre come aveva fatto per Violetta, Lucia, Lady Macbeth e Medea, nè più nè meno.