OPERA DEL MESE - MAGGIO 2013 BELISARIO

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Re: OPERA DEL MESE - MAGGIO 2013 BELISARIO

Messaggioda DottorMalatesta » mer 15 mag 2013, 16:50

Vorrete scusarmi se mi permetto di postare un interessante commento di Matteo Marazzi sulla figura di Caroline Ungher da un altro thread dedicato ai ruoli Ronzi de Begnis.
L´intervento completo lo trovate qui.

viewtopic.php?f=2&t=408&p=19385&hilit=ungher#p19385

Ciao!
DM

[…] Ma torniamo alla Ungher e cerchiamo, possibilmente, di capire che voce e che formazione avesse.
Austriaca di nascita e di scuola (fu allieva di Aloysia Weber, la cognata di Mozart) la Ungher aveva basi tecniche quanto mai classiche (a differenza dalle Ronzi e delle Pasta, forgiate all'operismo italiano).
A vienna sicuramente forgiò anche la sua espressività, dato che i ruoli con cui approdò in Italia mostravano già una predilezione per personaggi tragici e rissosi.
La questione è interessante perché se è vero che a Vienna la Ungher aveva appreso i segreti del canto mozartiano, è anche vero che negli anni della sua formazione erano attive in loco le prime dive romantiche, come la Milder-Hauptmann, e si stava facendo largo la torcia che infiammò lo stesso Wagner: la Schroder Devrient.
E' forse da questi esempi che la Ungher si portò via - oltre al virtuosismo ereditato dalla Weber - anche quella vocazione al vigore dell'accentazione - si potrebbe dire pre-declamatoria - che ritroviamo nelle parti scritte per lei.

Quando si trasferì in Italia, dietro l'invito del solito Barbaja, il suo curriculum era intimidatorio: a Vienna aveva cantato Mozart, con Schubert che le faceva da maestro preparatore. Inoltre nel '23 era stata scelta da Beethoven per cantare la Missa Solemnis e creare la Nona Sinfonia (notate bene: nella parte del contralto! Il soprano era la Sontag)
E' curioso che in quello stesso 1825 in cui arrivò al San Carlo, anche la nuova Colbarn vi debuttasse: Giuseppina Ronzi de Begnis, forte dei suoi trionfi londinesi e futura "musa nera" di Donizetti e Cammarano.

Alla ricerca di un teatro tutto suo, la Ungher emigrò a Milano nel '27 con un classico ruolo Colbran (Elisabetta d'Inghilterra) .. trovandovi però Giuditta Pasta.
Anche lì non era aria: la nostra vi rimase comunque per un paio di stagioni, tenendo a battesimo la Straniera di Bellini.
Negli anni successivi vagò in Italia (Torino, Bologna, Roma. A Padova strappò un trionfo delirante con I Normanni a Parigi, capolavoro di Mercadante e Romani che meriterebbe una rinascita in grande stile).
Nel suo girovagare si fermò a Firenze dove nel 1833 creò uno dei suoi personaggi più celebri: Parisina.
Ormai celeberrima, passò per Parigi, regno della Malibran e della Grisi (oddio... perché ora dobbiamo vergognarci a citare questa splendida artista... bisognerebbe vietare di infangare nomi che appartengono a tutti noi...) per cantarvi Imogene, I Capuleti (Romeo! non Giulietta!), Zerlina e la Donna del Lago (Malcom! non Elena).

Fu però a Venezia (1835) che per quattro stagioni poté coronare il suo sogno di essere primadonna assoluta, aggiudicandosi le prime più importanti, quelle più "ronziane".
Antonina del Belisario (1835), Maria di Rudenz (1838), e Bianca delle due Illustri Rivali (1838), quest'ultima al fianco della Tadolini.
Alla formidabile tripletta andrebbe aggiunta anche Rosmunda in Ravenna di Lillo, la grande creazione del 1837 di cui però non so nulla.
Speriamo in Opera Rara...


I ruoli Ungher veneziani sono talmente simili che il quid "Unhger" balza agli occhi di chiunque: donne mature (madri, sovrane) talmente appassionate e lacerate da essere capaci dei più orrendi tradimenti, delle vendette più distruttive.
E' tale la violenza di queste pazze, la loro agitazione scomposta da superare persino quella della Ronzi.
La scrittura è sì sopranile, ma più cauta in acuto dei corrispettivi napoletani.
Se ne desume che la nostra, pur senza evitare di scagliare i suoi bravi do (che molte testimonianze riferiscono essere un po' gridati), fosse più a suo agio in tessiture mezzosopranili.

Sulla scarsa efficienza in alto ci è giunta una testimonianza illustre.
Quando si seppe che la Ungher avrebbe aggiunto al suo repertorio anche Imogene, Bellini scrisse a un amico le sue fortissime perplessità.
All'epoca era normale che voci centralizzanti (dai gravi poderosi e dagli acuti lacerati) si avventurassero in area sopranile, magari riadattandosi la parte; ma Bellini - quando scriveva per la Pasta e per la "vice-pasta" Méric-Lalande - ci teneva moltissimo alla tensione alta del canto, verso le vertigini dell'orizzonte romantico.
Ci teneva anche coi tenori (vedi Rubini).
Se non si disponeva di questo tipo di voce, egli non apprezzava che si cantassero le sue opere (toh... un altro che si preoccupa di baricentri...)

Insomma un crogiolo complesso, come si vede. Una personalità difficile da collocare che si riflette in personaggi estremi, disperati (in prima battuta) e devastanti (le creazioni di Venezia).
Sarebbe tremendamente interessante conoscere le altre opere che furono create per lei.
Ad esempio la Niobe e i Cavalieri di Valenza di Pacini, oppure la Bianca di Belmonte di Riesk (che creò alla Scala subito dopo la Straniera) o ancora il Furio Camillo sempre di Pacini, che fu la sua ultima creazione (1839) quando era già una diva mondiale.
Inutile sperare, finché non cambieranno le cose, che qualcuno li riproponga in Italia...
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Re: OPERA DEL MESE - MAGGIO 2013 BELISARIO

Messaggioda DottorMalatesta » mer 15 mag 2013, 20:00

Mamma mia che miniera di curiositá questo Belisario!!!

Oggi mi sono riascoltato l´opera e mi sono reso conto che nel coro conclusivo della scena III (atto III) "Fia delusa l'ardita speranza: / regge un nume dei greci la sorte: / per la patria pugnando da forte / Belisario ogni greco sarà." la musica é un autoimprestito del finale atto primo della Lucrezia Borgia (composta tra l'ottobre e il dicembre del 1833): "Che mai sento! ... E null'altro che morte. Aspettarmi io doveva in tua Corte! Un rio genio mi pose la benda, M'inspirò sì fatal securtà".

Ciao!
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Re: OPERA DEL MESE - MAGGIO 2013 BELISARIO

Messaggioda Enrico » mer 15 mag 2013, 21:59

Notizie d'epoca

RIVISTA TEATRALE
GIORNALE DRAMMATICO, COREOGRAFICO E MUSICALE
con Appendice di Varietà


Numero 7
VENEZIA Teatro la Fenice. Al Barbiere di Siviglia in cui tanto si distinsero la Ungher e Salvatori successero l'Àjo nell'Imbarazzo di Donizetti e i Pretendenti Delusi del mro. Guglielmini. Quello ebbe un esito sfortunato, questi eccellente. Attendiamo i dettagli della nuova opera di Donizetti il Belisario il quale dicesi abbia ottenuto il più gran successo.
ROMA 20 FEBBRAIO 1836 NELLA TIPOGRAFIA MARINI.

Numero 10
NOTIZIE RECENTISSIME
La Lucia di Lammermoor, giudicata dal celebre maestro Rossini come il capo-lavoro di Donizzetti, è stata dal medesimo prescelta perchè venga rappresentata nel venturo autunno al teatro italiano in Parigi.
[...]
AVVISO MUSICALE
All' Ufficio del presente giornale trovansi vendibili a prezzi modicissimi varii pezzi di Musica ridotti per Canto con accompagnamento di Piano Forte delle seguenti Opere
IL BELISARIO, Tragedia lirica posta in musica dal celebre maestro Cav: Gaetano Donizetti , opera che ha ottenuto sulle scene di Venezia il più luminoso successo.
LA LUCIA DI LAMMERMOOR del medesimo illustre compositore
LA PAZZA PER AMORE del Maestro Coppola
IL BRAVO del Maestro Marliani
L'EUFEMIO del Maestro Persiani
IL DISERTORE PER AMORE del Maestro Ricci
I pezzi del Belisario testé pubblicati in Napoli sono stati ridotti e riveduti dallo stesso Maestro Donizetti attualmente in quella Città- L' Eufemio e il Disertore sono due nuove applaudite Opere scritte e rappresentate nel carnevale scorso nei Reali Teatri di Napoli.
ROMA li 5 Aprile 1836 - Tipogr. di Crispino Puccinelli in Via della Valle N. 55

Numero 17
VIENNA. Il BELISARIO con la Tadolini ,Genero e Marini. La donna ed il tenore riscossero sonori applausi. II Marini non sembrò in questa opera il Marini del Mosè, e la musica del Belisario non gli è menomamente adattata.
ROMA li 20 luglio 1836 - Tipogr. di Crispino Puccinelli in Via della Valle N. 55

Numero 24
BOLOGNA --- Gran teatro della Comune - Belisario - Cantanti-- Giuditta Grisi, Giorgio Ronconi e sua moglie e Moriani tenore -- Esito felicissimo. La Grisi colla sua bella e poderosa voce e coll'energica e ragionata azione commuove ed entusiasta, Ronconi protagonista è sempre grande, Moriani ottiene sempre strepitose chiamate dopo la grand' aria del secondo atto e l' esordiente signora Ronconi , vinto quel timore proprio ad ogni anima bennata, ha fatto gustare vieppiù le bellezze del duetto tanto vario e pieno di vaghi e sublimi pensieri ch'ella ha col marito nella parte seconda. Il gran ballo, il Conte Pini , più si vede e più piace. Gli applausi sono grandissimi al compositore Samengo, immensi alla di lui moglie, la impareggiabile Brugnoli . Si prepara l'Opera I Puritani nuova per Bologna.
BAGNACAVALLO -- La Norma con la Paramagni e la Balzani (giovine bolognese esordiente) ed il tenore Zilioli ha fatto un incontro strepitoso.
CAGLIARI-- Anna Bolena -- Attori - la Galvi e la Nehaus , Gamirajo tenore e Valentini basso - Esito felicissimo.
ROMA li 5 novembre 1836 - Tipogr. di Crispino Puccinelli in Via della Valle N. 55

AVVISO AI SIGNORI ASSOCIATI
Terminando col presente N. 24 l'ANNO TERZO del nostro giornale, sollecitiamo la loro gentilezza a rinnovare in tempo le soscrizioni pel nuovo anno che avrà principio col 20 del corrente. Que' nostri signori associati che cambiano di stazione da un paese all'altro sono pregati a volercene dare avviso perchè non venga loro ritardata la distribuzione.
Antonio Tosi
Estensore e Proprietario
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Re: OPERA DEL MESE - MAGGIO 2013 BELISARIO

Messaggioda DottorMalatesta » gio 16 mag 2013, 8:49

Ecco invece quanto scrive Donizetti a Ricordi: è un resoconto dettagliato dell´accoglienza riservata ai singoli brani dell´opera, sapendo che l´editore era altrettanto interessato alla vendita dei pezzi sciolti e dello spartito completo.

“Eccoti notizia dell´esito del Belisario. Veritá sopra tutto, e spoglia d´amore proprio, per quanto puó un papá. Sinfonia, cosí, cosí; cavatina Vial, applausi; cavatina Ungher, urli, strepiti da non poter cominciare la cabaletta la seconda volta; duetto Pasini e Salvatori, eguali applausi; coro, cosí, cosí; finale, applausi e chiamate per tutti, e molte volte.
Atto secondo. Aria Pasini, chiamato tre volte; duetto Vial e Salvatori, moltissimi bravi ma alla fine (dicono) la situazione è cosí interessante, che piangono; terzetto, applaudito; ultima scena, Ungher applauditissima e chiamata, e sola, e cogli altri, e con me.”

(Tratto dal volume di Ashbrook dedicato alla vita di Donizetti)

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Re: OPERA DEL MESE - MAGGIO 2013 BELISARIO

Messaggioda Enrico » sab 18 mag 2013, 19:11

“Storia segreta di Antonina”

Incuriosito dalla trama dell’opera (e in particolare dalla figura di Antonina), ho pensato di vedere se possa corrispondere in parte a vicende storiche realmente accadute, dato che i personaggi principali (Belisario, Antonina, Giustiniano) sono veramente esistiti. Naturalmente ho ritenuto opportuno consultare un'opera storiografica che fosse anteriore alla stesura del libretto di Cammarano, anche se quest’ultimo, essendosi ispirato a precedenti opere teatrali, potrebbe tranquillamente aver lavorato senza sentire il bisogno di compiere ricerche storiche sui personaggi.

Edward Gibbon, nella sua Storia della Decadenza e Caduta dell’Impero Romano (pubblicata a partire dal 1782), dedica ampio spazio alle imprese del generale Belisario, ma anche alle sue disgrazie familiari.
Nell’edizione italiana pubblicata da Einaudi (1967) le notizie che ci interessano si trovano nel secondo volume, capitoli 41 e 43. In internet sono consultabili in traduzione italiana alcuni volumi dell’opera pubblicati dal 1820 circa, ma non riesco a trovare i capitoli su Belisario. C’è però online l’edizione originale inglese: la storia di Antonina viene narrata a partire dalla pagina 79 del quarto volume: http://books.google.it/books?id=GIt0HMh ... fe&f=false

Trascrivo, per comodità, da una versione italiana dell’indice dei nomi, i titoli che sintetizzano le vicende raccontate da Gibbon con grande ricchezza di dettagli:
BELISARIO Suo carattere e scelta - Suoi servigi nella guerra persiana – A Dara prende al suo servizgio Procopio, suo fedel compagno e storico di quelle gesta. - Suoi preparativi per la guerra africana - Partenza della sua flotta - Sbarca sulla costa dell’Africa settentrionale - Sconfigge i Vandali nella prima battaglia - Prende Cartagine - Ultima disfatta di Calimero e de’ Vandali -Conquista I'Africa - Ritorno e trionfo di Belisario - Suo consolato - Sconfigge i Mori - Belisario minaccia gli Ostrogoti d’Italia - Invade e sottomette la Sicilia - Invade l’Italia e sottomette Napoli - Entra in Roma - Valore di Belisario nell’assedio di Roma fatto dai Goti - Sua difesa fatta di quella città - Respinge un generale assalto de Goti - Sua sortita - Libera Roma - Ricupera molte altre città d’ Italia - Gelosia de’generali romani - Fermezza ed autorità di BeIisario - Assedia Ravenna -Sottomette il regno Gotico d’ Italia - Fa prigione il re Vitige - Ritorno e gloria di Belisario - Storia segreta di Antonina sua moglie - Teodosio di lei amante - Risentimento di BeIisario e di Fozio figlio di Antonina - Persecuzioue del suo figlio - Disgrazia e sommissione di Belisario -Belisario difende Oriente - Belisario comanda per la seconda volta in Italia - Roma assediata dai Goti -Tentativo di Belisario - Roma presa dai Goti - Ripresa da Belisario - Belisario richiamato per l’ultima volta - Ultima vittoria di Belisario - Sua disgrazia e morte.

Temperanza e fedeltà coniugale di Belisario. La famiglia di Antonina. L'amante.
Poco prima di rivelare i “segreti” di Antonina, Gibbon descrive la popolarità di Belisario, la sua alta statura e il maestoso portamento, i suoi modi affabili e dolci, la sua generosità, etc.
“Nella licenza della vita militare, nessuno potè vantarsi di averlo mai veduto inebriato dal vino. Le più belle prigioniere gote e vandale furono offerte ai suoi amplessi, ma egli distoglieva lo sguardo dalle loro grazie e non cadde mai sul marito di Antonina il sospetto d’aver violato le leggi della fedeltà coniugale” (Gibbon, trad.G.Frizzi, vol.2 p.1568).
La madre di Antonina era una “prostituta di teatro"; il padre e il nonno avevano esercitato la vile ma lucrosa professione dell’auriga. Divenne “la compagna, la nemica, la serva e la favorita” dell’imperatrice Teodora (pare che Teodora, in gioventù, fosse stata un'attrice alquanto "traviata"; ma fu brava, da imperatrice, a nascondere il suo passato).
“Prima di sposare Belisario, Antonina ebbe un marito e parecchi amanti”. Dal primo marito aveva avuto il figlio Fozio.
“Nell’autunno della sua età e bellezza ella s’abbandonò a una scandalosa passione” per un giovane trace, Teodosio: eretico convertito, battezzato, e adottato dai “genitori spirituali” Belisario e Antonina. “Questa santa parentela degenerò in amore sensuale e Antonina presto passò i confini della modestia e della cautela, ma il generale romano era il solo che non sapesse il proprio disonore”.
Una volta li sorprese nudi, in una camera sotterranea, a Cartagine, ma Antonina seppe inventare scuse abili e fantasiose e “quel pio marito acconsentì a non credere alla testimonianza dei propri occhi”.
Tuttavia una serva di nome Macedonia, a Siracusa, con la testimonianza di due camerieri, gli rivelò l’infedeltà della moglie. Belisario diede l’ordine di uccidere Teodosio, che però riuscì a fuggire in Asia: Antonina tra pianti e lacrime di nuovo si dichiarò innocente, e dopo la partenza di Belisario si vendicò facendo tagliare la lingua a Macedonia e ai due servi, i cui corpi furono ridotti “in piccoli pezzi e gettati nel mare di Siracusa”.
Un ufficiale di Belisario, Costantino, aveva detto: “Io avrei punito l’adultera, non il suo amante”. Forse quando Costantino cadde in disgrazia “il sanguinario consiglio di Antonina fece decidere e affrettò la sua esecuzione”.
Il figlio di lei, Fozio (che si era distinto nell’assedio di Napoli), indignato per il comportamento della madre, fu esiliato, mentre Teodosio fu richiamato da Belisario, che gli affidò “la direzione assoluta della casa”, e incarichi importanti in pace e in guerra che permisero anche al giovane di accumulare un cospicuo patrimonio.

Fuga di Teodosio. Vendetta di Fozio e di Belisario. La liberazione di Antonina.
Ma Teodosio, temendo “lo scandalo della capitale e l’imprudente amore della moglie di Belisario; fuggì dai suoi amplessi a Efeso, dove si rase il capo e si rifugiò in un convento […]. Ella pianse, si strappò i capelli, riempì il palazzo delle sue grida […]. Fu soltanto dopo la partenza del generale per la guerra persiana che Teodosio si lasciò indurre a tornare a Costantinopoli, e il breve intervallo fra la partenza di Belisario e quella di Antonina fu arditamente consacrato all’amore e al piacere”
Il figlio Fozio, ingiustamente esiliato e perseguitato, rivelò di nuovo a Belisario la “turpitudine” di Antonina, “ed essi confermarono davanti all’altare i loro santi voti di vendetta e di reciproca difesa”. Belisario fece imprigionare Antonina minacciandola di morte, Fozio arrestò Teodosio nella chiesa di San Giovanni Apostolo e nascose i prigionieri in una fortezza in Cilicia.
Ma Antonina per intervento dell’imperatrice fu liberata (ne aveva meritato recentemente i favori “disonorando un prefetto e facendo esiliare e uccidere un papa”), a Belisario fu ordinato di riabbracciarla, e alla sposa “perdonata” la stessa Teodora, “regina, benefattrice e salvatrice”, offrì in dono l’amante ritrovato.
“Nel palazzo il monaco di Efeso fu nutrito di lusso e d’ambizione; ma invece di assumere, come gli era stato promesso, il comando degli eserciti romani, Teodosio morì nelle prime fatiche di un convegno amoroso”.
“Il dolore di Antonina potè essere alleviato soltanto dai patimenti del figlio”: Fozio, giovane valoroso ma di debole costituzione, fu punito senza processo come uno schiavo; perseguitato e torturato, sopportò le verghe e la ruota; “mentre sua madre si divertiva con l’imperatrice, fu sepolto nelle prigioni sotterranee di questa”; due volte fuggì rifugiandosi nelle chiese di Santa Sofia e della Vergine, e due volte fu trascinato di nuovo in prigione: la terza volta la fuga riuscì, e Fozio si fece monaco a Gerusalemme; “e l’abate Fozio, dopo la morte di Giustiniano, fu impiegato a riconciliare e dirigere le chiese d’Egitto”.

Belisario ai piedi di Antonina. Ultima campagna in Italia.
Al ritorno dalle guerre in Oriente Belisario cadde in disgrazia per una non meglio precisata offesa a Teodora e forse anche all’imperatore: accolto freddamente si ritirò nel suo palazzo: una “indisposizione” aveva confinato Antonina nei suoi appartamenti: “ella passeggiava in sdegnoso silenzio nel vicino portico”.
La sera un messo consegnò a Belisario una lettera dell’imperatrice:
<<Tu non puoi ignorare quanto hai meritato il mio dispiacere; ma io non sono insensibile ai servizi di Antonina. Per i suoi meriti e la sua intercessione, ti concedo la vita e ti permetto di trattenere una parte delle tue ricchezze, che si potrebbero giustamente confiscare. La tua gratitudine si manifesti a chi è dovuta, non già a parole ma col contegno avvenire>>.
Belisario si prostrò davanti alla moglie, le baciò i piedi, le promise servile ubbidienza.
Successivamente Belisario fu inviato al comando della guerra in Italia (544-548): i suoi amici credevano che si sarebbe vendicato dei torti subiti, ma le loro speranze furono deluse.
Dopo le ultime campagne militari in Italia, Belisario fu definitivamente richiamato dall’imperatore, e tornò a vivere come “umile schiavo della moglie, ma la schiavitù dell’abitudine e dell’amore divenne meno vergognosa dopo che la morte di Teodora ebbe eliminato l’abietto influsso del timore”.

Giovannina. L'ultima vittoria di Belisario. La condanna. L'eredità. La pia vedova
C’era, dice Gibbon, anche una figlia, Giovannina, unica erede del patrimonio, fidanzata con Anastasio, nipote di Teodora, “la cui gentile intercessione aveva promosso le gioie dei loro gentili amori” (Teodora sperava che le ricchezze di Belisario potessero un giorno essere ereditate dai suoi discendenti: per questo pare che avesse obbligato alla convivenza Giovannina e Anastasio, che pare fossero sinceramente innamorati). Ma morta Teodora e tornati i genitori di Giovannina, “l’onore, e forse la felicità di lei, furono sacrificati alla vendetta di una madre insensibile, che sciolse le imperfette nozze prima che venissero ratificate dai riti religiosi”.
L’ultima impresa vittoriosa del vecchio Belisario fu la difesa di Costantinopoli dall’invasione dei barbari Bulgari nel 559: ma non ottenne dall’imperatore né onori né gratitudine. La condanna da parte di Giustiniano e del consiglio alla presenza del patriarca (dicembre 563) pare che sia stata provocata dalla falsa testimonianza di alcuni personaggi coinvolti in una congiura contro Giustiniano, alla quale si ritiene che Belisario fosse del tutto estraneo. Si sequestrarono tutti i suoi beni e fu condannato agli arresti domiciliari nel suo palazzo. Solo il 19 luglio 564 fu riconosciuta la sua innocenza e fu liberato, ma morì otto mesi dopo (13 marzo 565).
“I suoi tesori furono immediatamente confiscati dall’imperatore. Una congrua parte tuttavia fu lasciata alla vedova; e poiché Antonina aveva molto di che pentirsi, consacrò gli ultimi avanzi della sua vita e delle sue sostanze alla fondazione di un monastero”.

- La leggenda di Belisario cieco e ridotto a mendicare sarebbe nata in seguito, senza fondamento storico; se ne trova traccia, secondo Gibbon, nell’opera miscellanea “Le Chiliadi” del monaco Giovanni Tzeze, del XII secolo.
Anche Giustiniano è morto nel 565. Cammarano, non so perché, dice che "l'epoca rimonta all'anno 580 dell'era cristiana".
- Il prefetto del pretorio "disonorato" da Antonina era Giovanni di Cappadocia, convinto a ordire una congiura contro l'imperatore dalla stessa Antonina che con tale pretesto lo denunciò.
- Il papa esilitato e poi costretto ad abdicare (con la complicità, non gratuita, di Belisario, di Fozio, e del nuovo papa Vigilio, a cui Teodora aveva promesso il pontificato e oro in cambio dell'annullamento del Concilio di Calcedonia: che storie!) è ricordato dalla chiesa cattolica come San Silverio Martire (morto in esilio nell'Isola di Ponza: di fame secondo alcune fonti, o ucciso da un servo di Antonina, secondo Procopio). Aveva accolto Belisario in Roma durante la guerra contro i Goti, ma poi per volontà di Teodora era stato accusato di tradimento e di complicità con i Goti per mezzo di lettere falsificate. Inutilmente si tentò di dimostrare la sua innocenza. Tra i motivi della sua eliminazione si considera anche il pericolo "politico" costituito dalla presenza di due uomini viventi che portavano il titolo di "vescovo di Roma": altri tempi! Qualche giorno fa con la visita di Sua Santità Tawadros II d'Alessandria abbiamo avuto in Vaticano ben tre papi (solo due dei quali, però, vescovi di Roma). Una dettagliata biografia di Papa Silverio la trovate nel sito della Treccani: http://www.treccani.it/enciclopedia/sil ... a_dei_Papi)/

Gli "Aneddoti" di Procopio
La fonte principale citata da Gibbon nella presentazione della figura di Antonina è costituita dagli Aneddoti di Procopio di Cesarea(segretario di Belisario e autore di varie opere storiche, tra cui quella De Bello Gothico) secondo il quale Antonina avrebbe avuto sessant’anni nell’anno 543: qualcuno pensa che avesse invece sessant’anni nell’anno 559, quando Procopio scriveva. Queste "storie segrete" di Procopio rimasero inedite fino al XVII secolo, tanto che quando furono pubblicate si dubitò della loro autenticità, anche perché le notizie infamanti sugli intrighi e sulla condotta di Giustianiano, di Teodora, di Antonina & C. sembrano contrastare con gli elogi contenuti nelle opere "ufficiali" di Procopio, ma oggi se ne afferma una sostanziale veridicità, pur ammettendo che nel racconto possano esserci alcune esagerazioni. Le notizie più interessanti si troverebbero nei primi quattro capitoli degli Aneddoti.
“Di questi straordinari aneddoti, una parte può esser vera, perché probabile, l’altra perché improbabile. Procopio deve aver saputo la prima, e difficilmente poté inventare la seconda” (Gibbon, p.1559, nota 2).

Le foto di famiglia
È possibile che Belisario sia il personaggio raffigurato accanto all'imperatore (a sinistra di chi guarda), il giovane accanto a lui potrebbe essere Anastasio, oppure Narsete (altro comandante dell'esercito imperiale).
Nel corteo dell'imperatrice ci sarebbero secondo alcuni anche Antonina e Giovannina (che dovrebbero essere le due donne accanto all'imperatrice, alla nostra destra). E i due a sinistra? nessuno sa chi sono... forse Fozio e Teodosio?
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Ultima modifica di Enrico il ven 23 nov 2018, 23:32, modificato 1 volta in totale.
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Re: OPERA DEL MESE - MAGGIO 2013 BELISARIO

Messaggioda VGobbi » ven 01 nov 2013, 21:27

Riporto in auge questo thread, accogliendo l'invito di Pietro a rinnovare e riproporre l'idea "opera del mese".

Come consiglio, visto la facile accessibilità del sito ed il costo pressoché esiguo nello scaricare opere in mp3, più che altro perché tutti ma proprio tutti possono avere l'edizione ed ascoltarla, commentandola. Il sito mi era stato consigliato da Pietro qualche mesetto fa. Io l'ho trovato assai interessante, foriero di edizioni (rigorosamente solo live) che vanno dal buono all'ottimo audio. Sto parlando di : http://www.operadepot.com

Quindi, che dire di ripartire da qui? Per la scelta dell'opera, per ovvia comodità, la farei proporre all'amministratore e moderatore.

Dite che possiamo ricominciare con rinnovato entusiasmo? Io ci conto!!!
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: OPERA DEL MESE - MAGGIO 2013 BELISARIO

Messaggioda DottorMalatesta » ven 01 nov 2013, 21:34

VGobbi ha scritto:Dite che possiamo ricominciare con rinnovato entusiasmo? Io ci conto!!!


Anch'io!

DM

P.S.: l'operadischino propone e l'amministratore... dispone! :mrgreen:
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Re: OPERA DEL MESE - MAGGIO 2013 BELISARIO

Messaggioda VGobbi » sab 02 nov 2013, 12:16

Il mese e' appena iniziato ... potremmo gia' iniziare, no? Aspetto l'opera del mese da acquistare! : Thumbup :
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Re: OPERA DEL MESE - MAGGIO 2013 BELISARIO

Messaggioda pbagnoli » sab 02 nov 2013, 12:51

Ti propongo questa edizione in soli 70 cd delle Cantate di Bach. E' diretta da Helmut Rilling:
Immagine
E' a prezzo speciale!
:D :D :D
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: OPERA DEL MESE - MAGGIO 2013 BELISARIO

Messaggioda pbagnoli » sab 02 nov 2013, 13:16

A parte gli scherzi, propongo "Otello" di Verdi, diretto da Muti, con Antonenko, Stoyanova e Guelfi.
Io lo sto ascoltando su Spotify
Immagine
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: OPERA DEL MESE - MAGGIO 2013 BELISARIO

Messaggioda VGobbi » sab 02 nov 2013, 14:32

pbagnoli ha scritto:A parte gli scherzi, propongo "Otello" di Verdi, diretto da Muti, con Antonenko, Stoyanova e Guelfi.
Io lo sto ascoltando su Spotify
Immagine

Ok!

Appena avrò occasione me la scarico, ma la si può scaricare tranquillamente in formato mp3? Oltre iTunes ed operadepot, quali altri siti permette di scaricare opere in formato mp3, anche se a pagamento?

Grazie!

Comunque di primo acchito sulla carta sembra cast di una modestia imbarazzante, sopra tutto per Antonenko e Guelfi. Unici motivi d'interesse e' Muti (che è da parecchio tempo che non l'ascolto) e la Stoyanova.
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Re: OPERA DEL MESE - MAGGIO 2013 BELISARIO

Messaggioda VGobbi » mar 12 nov 2013, 12:14

Riapro questo thread per parlarre del Belisario, opera proposta da Enrico, in attesa che si arrivi a fine mese e si proponga una nuova opera ( :mrgreen: ).

Cosa posso dire? L'opera di per se', non mi sembra un capolavoro, con un tratteggio dei personaggi piuttosto convenzionali ed affidati piu' che al testo ed alla musica, all'inventiva dell'interprete. L'edizione che ho ascoltato io, quella diretta dal "tagliator cortese" Gavazzeni poggia sopra tutto sulle spalle di una Gencer di imponente personalita', di convincente invettiva e di una dizione che teme davvero pochi confronti. Per contro ha una voce che funziona a scatti, a marce e dove non poche volte fatica ad ingranare. Personalmente non mi da fastidio, non so ad altri.

L'altra punta di diamante doveva essere costituita dalla presenza di Taddei, ma e' stranamente involuto, distaccato e vocalmente distratto. Non mi sembra tanto convinto di quel che canta ed e' un peccato, conoscendo la classe di Taddei.

L'Irene della Pecile "non se po' senti'". Vocalmente aspra, petulante e dove, per conto mio, non capisco una mazza di quel che canta, rovinando quello che doveva essere il brano piu' interesante dell'opera, ovverossia il duetto con Belisario del secondo atto, complice anche lo scipito Taddei.

L'eloquio di Zaccaria non ha rivali. Certo che questo cantante parla invece di cantare, ma ha un suo perche'.

Grilli nei panni di Alamiro presta la sua voce bella ed e' eroico quanto basta.

Direzione spigliata e vivace di un sempre bravo Gavazzeni, profondo conoscitore delle partiture donizettiane, nonostante i tagli.
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Re: OPERA DEL MESE - MAGGIO 2013 BELISARIO

Messaggioda VGobbi » gio 14 nov 2013, 0:29

Una settimana ed un giorno e mi ascolto il secondo Belisario!!! :shock:

Questa volta si tratta del live 1982 dal teatro Colon di Buenos Aires, diretta ed accompagnata con sapiente sagacia dallo sconosciuto Masini.

Qui nei panni di Belisario c'è l'ottimo Bruson. Una linea di canto forbita, regale con un legato da leccarsi i baffi, culmine lo splendido duetto del secondo atto. Sicuramente surclassa il Taddei del precedente live.

Il confronto con la Gencer era assai penalizzante per la "fischiante" Zampieri (ho ancora nelle mie orecchie la sua inascoltabile Lady verdiana, sempre con accanto Bruson). Invece gli acuti non sono stati così orridi, donando un canto convincente, senza forzature od asprezze (più riscontrabili nel soprano turco ma dominato da un'intelligenza d'interprete fuori dal comune),unita ad una dizione più che accettabile. Inoltre, insieme a Bruson e' stata applaudita con entusiasmo dal pubblico argentino.

La Tocyziska rida' lustro e vigore alla bistrattata Irene, complice l"ottimo affiatamento ottenuto nel secondo atto.

Terranova mi pare molto più sfogato, rispetto al buon Grilli della recita veneziana, mentre Meneghetti nei panni di Giustiniano e' autoritario quanto basta in un ruolo comunque facile.

Quanto alla musica, ripeto non si può considerare un capolavoro, ma non mancano pagine di un certo fascino, aiutato anche dalla brevità dell'opera.
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