DottorMalatesta ha scritto:Disponibile dal 10 giugno!!!!
Due commenti, anzi tre:
1. La domanda sorge spontanea (ed inevitabile): se anche Esa-Pekka è di scuderia DG, perché preferirgli Thielemann? Forse perché, ipotizzo, il suo è uno Strauss molto più elefantiaco e "tradizionale"?
2. Per riprendere una nota pubblicità di patatine la Meier e la Herlitzius se non le vedi godi solo a metà!
3. La Schwanewilms non fu esaltantissima alla Scala nel 2005, o no?
DM
Lo sto ascoltando in questo momento.
E' bellissimo.
Rispondo al volo ai tuoi commenti:
1. sono d'accordo con te: avrebbe avuto forse più senso fare un'Elektra con Salonen, ma questo è un live, la ripresa di uno spettacolo di Ruth Berghaus del 1986. Il connubio fra Thielemann e i Dresden è quasi palpabile. L'orchestra ha un suono scattante, meraviglioso. Non credo di aver mai sentito un'Elektra così sfaccettata, iridescente, klimtiana. Le cellule tematiche sono magnificate e quasi amplificate. Certo, ogni tanto, nelle oasi valzeristiche sembra che Thielemann gongoli e svacchi un po', come se stesse dirigendo l'Alpensinfonie. Ma quando la Herlitzius giganteggia, i colori orchestrali sono diversi, sbalzati a china, chiaroscurati: quasi fossero quelli di Lulu, o della Passacaglia di Webern.
Non so come spiegare: è tutto talmente appropriato, talmente giusto che io non credo di aver mai sentito un'Elektra così strepitosa dal punto di vista della pura bellezza del suono.
Quindi: peccato non aver fissato su disco il geniale Salonen, ma sarebbe stato un delitto non registrare Thielemann
2. verissimo. Chi ci smena di più è la Meier, perché invece la Herlitzius funziona anche meglio dal punto di vista vocale rispetto alle recite di Aix
3. la Schwanenwilms è l'anello debole della catena. Ma questo succede purtroppo spesso