L'aubade di Mylio

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L'aubade di Mylio

Messaggioda MatMarazzi » mer 10 ott 2012, 19:34

Proviamo a fare un altro confronto di "classicissimi" per tenore.
In questo caso prendiamo un aria che tra le due guerre era divenuta un ossessione: bis di ogni concerto, jolly per ogni tenore alla ricerca di applausi facili. L'aria di Mylio del Roi d'Ys di Lalo.

Il gran successo di quest'aria in sala da concerto dipende forse dalla piacevolezza sdolcinata, apparentemente senza problemi.
Eppure a ben guardare non è poi così semplice.

Intanto ci sono quei due scomodissimi si bemolle pianissimo...
Come li si risolve?
La risposta più semplice (e avallata dalla cosiddetta "scuola francese") è il falsetto.
Ma il falsetto, lo sappiamo, se non è ben fatto, rischia il ridicolo il più delle volte.
Altri evitano il falsetto e risolvono uno dei due (alle volte il primo alle volte il secondo) tentando una smorzatura "in voce", che però è un exploit tecnico non da poco.
Altri ancora abbassano tutto di un tono.

Ma la difficoltà maggiore del brano, secondo me, è nel trovare l'accento giusto.
In realtà il personaggio di Mylio non è "leggero": il suo creatore fu il celebre Talazac, già primo Des Grieux, primo Gérald della Lakmé e primo Hoffman, tutti personaggi di virilità e impeto superiori a quello che normalmente si richiedeva all'Opéra Comique.
L'opera è di argomento eroico e lui è un cavaliere, un guerriero.
Questa Aubade si staglia dunque come un'oasi di leggerezza rispetto al complesso della parte.
Inoltre non si tratta (come molti credono) del solito canto d'amore alla finestra dell'amata: è un gioco, che fa parte del cerimoniale che precede le nozze di Milyo e Rozanne. Secondo il rituale castellano, gli amici dello sposo, come in un addio al celibato, devono fare la corte alle amiche della sposa, scimmiottando le eterne schermaglie fra i sessi.
E' a questo punto che interviene il cavaliere, rivolgendo alle ragazze la sua "aubade".
L'elemento scherzoso, insomma, dovrebbe prevalere su quello sentimentale; lo dico perché gli interpreti che esagerano in rallentamenti e piagnistei (adeguandosi all'apparente candore lirico dell'aria) ne tradiscono facilmente lo spirito.


Comunque ecco il testo.

Puisqu’on ne peut fléchir ces jalouses gardiennes,
Ah! laissez-moi conter mes peines ... et mon émoi.

Vainement, ma bien-aimée!
On croit me désespérer;
Près de ta porte fermée
Je veux encore demeurer.

Les soleils pourront s’étendre.
Les nuits remplacer les jours.
Sans t’accuser et sans me plaindre
Là, je resterai toujours.

Je le sais, ton âme est douce,
Et l’heure bientôt viendra
Où la main qui me repousse
Vers la mienne se tendra.

Ne sois pas trop tardive
A te laisser attendrir,
Si Rozenn bientôt n’arrive,
Je vais, hélas! mourir.


Su Youtube si trovano decine di interpretazioni diverse.
Io partirei con questo tenore americano che pochi ricordano (forse di più quelli della mia età), ossia Robert Swensen, che per alcuni anni si è fatto apprezzare nel repertorio mozartiano.
Anche se il vocalismo è molto forbito (e i si bemolle smorzati a regola d'arte), conserva degli americani il segreto del colore!
E questo rende il suo canto più carnale e appassionato.


Anche se a non tutti piaceranno i suoi falsettini striminzitissimi, a me convince in pieno questo tenore francese degli anni 50, Herny Legay (fra l'altro il Des Grieux della mia prima Manon in LP con la de Los Angeles).
Il respiro scanzonato, a tratta un po' femmineo ma mobile e francesissimo, mi sembra irresistibile.
Lui sì che sa di cosa parla l'aria e cosa dovrebbe descrivere...
Sarà anche perché è diretto da un gigante come André Cluytens.


Agli amanti di voci storiche, risparmierò Fleta (sbrodolosissimo) e l'oltraggioso Gigli (che fa cariare i denti).
Vorrei al contrario proporvi una delle mie recenti passioni: Devries David, leggenda dell'Opéra Cominque, creatore di innumerevoli ruoli (fra cui Paco della Vida Breve), che ci consegna un'esecuzione stupefacente, secondo me addirittura definitiva per comprensione del momento teatrale e poesia.
La sua leggerezza ha un qualcosa di discreto, di nobile, da cavaliere medievale, quasi imbarazzato di dover giostrare con le fanciulle.
L'accento è netto ma senza affettazione e i si bemolle filati a regola d'arte.


Non certo a questi livelli, però mi pare che Florez si disimpegni con più fantasia del solito, soprattutto nella seconda parte.
Aiutato dall'accompagnamento pianistico e dal clima del concerto, lui pare smarrire completamente il senso teatrale del brano.
Dopo poche battute si rifugia in clima cullante e sfumato, di sogno adolescenziale, eppure l'effetto (avulso dal contesto) è notevole.
La seconda strofa in particolare, ricca di rubati, ha una delicatezza che commuove.
Poi, d'accordo, i si bemolle non sono affatto perfetti (ah... la dinamica in acuto! Suo eterno tallone d'Achille!).


Attendo le vostre opinioni.
Salutoni,
Mat
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Re: L'aubade di Mylio

Messaggioda DottorMalatesta » mer 10 ott 2012, 21:55

Brano splendido che non conoscevo (meno male che ci sei tu, Mat! Grazie!!).
Dunque, mia personale classifica:
1. Legay medaglia d'oro
2. Swensen (tenore interessante!) medaglia d'argento

Fuori podio Florez (piattume e banalità espressiva, e anche vocalmente così così) e David (la voce è belante oltre ogni umana sopportazione!!)

Grazie dell'ottimo spunto d'ascolto!

Ciao,
Francesco
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Re: L'aubade di Mylio

Messaggioda MatMarazzi » mer 10 ott 2012, 23:19

DottorMalatesta ha scritto:David (la voce è belante oltre ogni umana sopportazione!!)


Ecco, questi sono i momenti in cui vorrei passare al Corriere della Gridi...
:(
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Re: L'aubade di Mylio

Messaggioda pbagnoli » gio 11 ott 2012, 12:01

DAVID TUTTA LA VITA!!! : Yahooo : : Yahooo : : Yahooo : : Yahooo :
Nonostante qualche suono chevrottante, è semplicemente eccezionale l'aplomb stilistico e i si bemolli sono meravigliosi.
Un'esecuzione perfetta, forse la migliore che io abbia mai sentito.
Appena al di sotto del suo livello metterei Legay, altro cantante per me bravissimo.
L'americano mi piace abbastanza, ma non mi emoziona come gli altri due. Flòrez secondo me manca totalmente di stile, ma è chiaramente un mio giudizio opinabilissimo.

Io invece contrariamente a te sono una carogna e metto Gigli:

Che dire?
I si bemolle a me sembrano molto belli (falsetteggianti, ma questo secondo me non è un problema), ma l'accento larmoyant è perfido, insopportabile, di conserva all'orchestra che sembra presa pari pari da un cartone animato di Walt Disney.
Stilisticamente siamo lontani anni luce dai francesi.
Grazie degli ascolti!
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: L'aubade di Mylio

Messaggioda MatMarazzi » gio 11 ott 2012, 12:34

pbagnoli ha scritto:Io invece contrariamente a te sono una carogna e metto Gigli:


Spaventoso...

Be' allora, sbrodolamento per sbrodolamento, mettiamo anche Fleta.
Sarà pure fuori stile, troppo maturo, decadente e caricato, ma dopo Gigli fa comunque la figura di un genio! :)
Il suo è un piglio da guerriero, il ritmo è vivace. E i si bemolle (ovviamente tenuti all'inverosimile) sono gradevoli.
E poi il direttore (sarebbe simpatico sapere chi è, forse Enrico ci può illuminare) ha diverse buone idee.




Almeno, ti prego, non mettere Tauber e Di Stefano entrambi fuori tempo massimo (l'uno del 47, l'altro del 74) che abbassano l'aria di un tono e fanno i nonnetti nostalgici senza un filo di voce.
A proposito di vecchietti impenitenti, si trova anche una versione Kraus 1990 a sua volta molto brutta....

Semmai, per finire di sfruttare Youtube, si potrebbe mettere questo grande tenore americano, Richard Crooks, che fu - fra l'altro - un celeberrimo interprete di Oklahoma! Un po' Holliwoodiano, ok, ma davvero non male.
Forse gli americani, dopo i francesi, sono i più adatti a Lalo! :)

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Re: L'aubade di Mylio

Messaggioda DottorMalatesta » gio 11 ott 2012, 13:20

Scusatemi ma mi sapete dire se c'è un qualche motivo per cui spesso i cantanti dell'era del grammofono presentano alcune oscillazioni vocali così marcate (alla Samuel Ramey ultimi anni, tanto per intenderci?). Voglio dire, realmente la voce di David era così o è un artefatto legato alla modalità d'incisione? Convengo con voi che l'interprete è notevole (preferisco comunque Legay), ma la voce a mio gusto balla un po' troppo...
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Re: L'aubade di Mylio

Messaggioda Enrico » gio 11 ott 2012, 15:19

MatMarazzi ha scritto:E poi il direttore (sarebbe simpatico sapere chi è, forse Enrico ci può illuminare) ha diverse buone idee.


Vedremo...
Ultima modifica di Enrico il ven 12 ott 2012, 23:41, modificato 3 volte in totale.
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Re: L'aubade di Mylio

Messaggioda vitus » ven 12 ott 2012, 21:50

Be' era scontato che un brano del genere dovesse attrarre Gigli. Per me invece molto belle le interpretazioni di Gedda e Vanzo, quindi ècole frainçaise. Aggiungo Carreras, pur con le sue mende tecniche ma qui, come diceva Proietti nello spot, a me mi piace. Saluti.
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Re: L'aubade di Mylio

Messaggioda Enrico » sab 13 ott 2012, 0:18

Non sono ancora riuscito ad ascoltare le registrazioni proposte. Di Gigli esiste anche una registrazione più tarda. Ma secondo me di Gigli si potrebbe parlare un po' di più e in modo utile e istruttivo in relazione a diverse questioni.

Potrebbe venirmi in mente qualcun altro. Ma sì, certo, quella delle pesche, lei, la Melba, che di questo pezzo ha lasciato almeno due registrazioni. A parte la stranezza, dovremmo chiederci:perché cantava questo pezzo? e perché lo cantava così?
Eccone una col pianoforte:

E un'altra di circa dieci anni dopo, con l'orchestra
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Re: L'aubade di Mylio

Messaggioda Enrico » sab 13 ott 2012, 0:22

DottorMalatesta ha scritto:Scusatemi ma mi sapete dire se c'è un qualche motivo per cui spesso i cantanti dell'era del grammofono presentano alcune oscillazioni vocali così marcate


Rircordami nei prossimi giorni che dobbiamo parlarne.
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Re: L'aubade di Mylio

Messaggioda Luca » sab 13 ott 2012, 12:11

Anche io fra tutti preferisco David. Di Gigli dò un giudizio negativo, sicuramente viziato dal fatto che non l'ho mai amato: in questo brano sembra che a tratti inizi a cantare la Siciliana di Cavalleria, ma poi anche la dizione francese è quella che è, l'espressione da bambolotto, ecc. Molto bravo è, invece, Legay, ma più attuale mi pare Swensen.

C'è da osservare che Le roi d'Ys è un'opera ultimamente poco rappresentata e a livello discografico (parlo di edizioni complete) un pò disertata.

Saluti, Luca.
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Re: L'aubade di Mylio

Messaggioda MatMarazzi » lun 15 ott 2012, 21:39

vitus ha scritto:Per me invece molto belle le interpretazioni di Gedda e Vanzo, quindi ècole frainçaise.

Ciao Vitus.
Ma di Vanzo tu conosci un'incisione giovanile?
Io conosco solo quella dell'opera integrale, ma lui è molto passatello e rigido come legno.
Era a quella versione che ti riferivi?
Invece Gedda non lo conosco, ma immagino sia delizioso in un brano come questo!


Enrico ha scritto:Non sono ancora riuscito ad ascoltare le registrazioni proposte. Di Gigli esiste anche una registrazione più tarda. Ma secondo me di Gigli si potrebbe parlare un po' di più e in modo utile e istruttivo in relazione a diverse questioni.


Enrico... ti seguo.
Non so... davvero, non riesco a immaginare cosa si possa trarre di utile e istruttivo da un caso come quello di Gigli.
Sarebbe come se qualcuno mi proponesse di parlare in modo utile e istruttivo di un Grigolo oggi.
Ma ho talmente stima di te (e degli altri "gigliani" del forum) che sarò ben felice di mettere da parte il mio personale disgusto e sentire le vostre tesi! :)


la Melba, di questo pezzo ha lasciato almeno due registrazioni. A parte la stranezza, dovremmo chiederci:perché cantava questo pezzo? e perché lo cantava così?


Questa è davvero gaglioffa! :shock:
Non avevo idea che esistessero queste incisioni.
Tu sai spiegarci l'arcano di una primadonna sobria e vittoriana che si mette a cantare le arie per tenore?
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Re: L'aubade di Mylio

Messaggioda vitus » mer 17 ott 2012, 17:11

Ciao Vitus.
Ma di Vanzo tu conosci un'incisione giovanile?
Io conosco solo quella dell'opera integrale, ma lui è molto passatello e rigido come legno.
Era a quella versione che ti riferivi?
Invece Gedda non lo conosco, ma immagino sia delizioso in un brano come questo!


Ciao Mat, quella dall'incisione integrale non la possiedo, mi riferisco invece ad un'esecuzione datata 1959 contenuta in un doppio cd dedicato a Vanzo e comprato non ricordo se a Parigi o Valencia. Saluti.
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Re: L'aubade di Mylio

Messaggioda DottorMalatesta » ven 26 ott 2012, 10:20

Enrico ha scritto:
DottorMalatesta ha scritto:Scusatemi ma mi sapete dire se c'è un qualche motivo per cui spesso i cantanti dell'era del grammofono presentano alcune oscillazioni vocali così marcate


Rircordami nei prossimi giorni che dobbiamo parlarne.



Io te lo ricordo... ;-)
Quando hai tempo e voglia, pendiamo tutti dalle tue labbra!!! : Thumbup :
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Re: L'aubade di Mylio

Messaggioda Enrico » lun 29 ott 2012, 1:17

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