Un Ballo in Maschera: Interpreti

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Un Ballo in Maschera: Interpreti

Messaggioda Teo » ven 28 mar 2008, 11:46

A chi può interessare, vorrei continuare l'idea di vittorio, inserendo a mia volta una serie di ascolti di questa bellissima aria di Riccardo.
Ho volutamente preso a riferimento dei live video, perchè credo sia maggiormente interessante valutarne la complessiva resa del brano anche attraverso il supporto visivo.
Premetto che quest'aria è per mio conto, una delle arie più belle scritte per tenore dal cigno di busseto.
Ritengo sia un aria difficile, non tanto per la tessitura in se o perchè necessiti di una particolare vocalità, ma perchè credo che per poter rendere veramente credibile l'interpretazione, occorra tirar fuori qualcosa di artisticamente geniale.
I tenori che propongo sono ovviamente tutti famosi, ad eccezione di Luisi Lima che per notorietà e storicità, non è al livello degli altri, anche se a mio avviso è comunque da ascoltare.
Questo dunque quello che ho trovato su youtube.

Los tres Tenores

Carreras
http://it.youtube.com/watch?v=GDy9qGL-lvc

Pavarotti
http://it.youtube.com/watch?v=_HdtRe8OwKo

Domingo
http://it.youtube.com/watch?v=umIrs3PRXEA


Il verdiano cosiddetto per eccellenza…(à chacun son goûte…)

Bergonzi
http://it.youtube.com/watch?v=tmvDJjrJ7fQ


un Riccardo molto acclamato di recente…

Alvarez
http://it.youtube.com/watch?v=T2pglcS-sp4


un altro tenore argentino

Luis Lima
http://it.youtube.com/watch?v=h68NcaeVjc4

Bene questi gli ascolti a voi i commenti, a mia volta vedrò in seguito di postare il mio parere.

Salutissimi.

Teo
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Re: ma se m'è forza perderti...sei tenori a confronto

Messaggioda tatiana » ven 28 mar 2008, 14:55

A me è sempre piaciuto Pavarotti in questo ruolo. Anche qui voto lui. Questa naturalmente è la mia opinione.

Tatiana

P.S. Mi è disipiaciuto sentire Carreras in queste condizioni sul video riportato.
Bergonzi non è male però nel video proposto da Teo
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Re: ma se m'è forza perderti...sei tenori a confronto

Messaggioda Maugham » ven 28 mar 2008, 18:24

tatiana ha scritto:P.S. Mi è disipiaciuto sentire Carreras in queste condizioni sul video riportato.
Bergonzi non è male però nel video proposto da Teo


Cara Tatiana, secondo me hai ragioni da vendere.
Anche se Bergonzi è molto più vario nel triplo Cd della Philips con l'integrale verdiana delle arie.
Certo, Bergonzi non si guarda. Si muove come un robot :D , è stereotipato negli atteggiamenti e, per un gusto attuale, fuori dal mondo.
A costo di tirarmi addosso gli strali dei più talebani tra i vociologi, arrivo persino a dire che anche il suo modo di cantare è fuori tempo massimo.
Però quel suo approccio a Verdi così aulico, così nobile, così -mi lancio in un ossimoro- garbatamente enfatico mi ha sempre colpito.
Mi sembra di ascoltare il testimone di un vecchio mondo fatto di alti ideali, di nobili propositi, di atteggiamenti composti, eleganti e sobri.
Quel suo cantare mettendo tutto... tra virgolette mi ha sempre affascinato.
Come quando vidi in teatro Randone che faceva Pirandello.
Ovviamente non è l'unico modo di affrontare questi ruoli.
Forse gli sfuggivano le complessità psicologiche dei ruoli che affrontava.
Del resto non era di quella scuola nè di quella cultura.
Però se si vuole un'esecuzione con tutti gli orpelli, tutti i puntini sulle i, tutti respiri al posto giusto, tutti i legati come prescritto, io voto Bergonzi.
Ciao
Somerset
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Re: ma se m'è forza perderti...sei tenori a confronto

Messaggioda gustav » ven 28 mar 2008, 19:33

tatiana ha scritto:A me è sempre piaciuto Pavarotti in questo ruolo. Anche qui voto lui. Questa naturalmente è la mia opinione.

Tatiana

P.S. Mi è disipiaciuto sentire Carreras in queste condizioni sul video riportato.
Bergonzi non è male però nel video proposto da Teo




Quoto anch'io Pavarotti...
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Re: ma se m'è forza perderti...sei tenori a confronto

Messaggioda Luca » ven 28 mar 2008, 20:37

Beh, assolutamente Pavarotti. Tra l'altro Riccardo è forse il personaggio verdiano tenorile che meglio gli si attaglia accanto a Rodolfo della Miller.

Salutoni, Luca.
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Re: ma se m'è forza perderti...sei tenori a confronto

Messaggioda Tucidide » ven 28 mar 2008, 20:53

In effetti, Pavarotti è ideale come Riccardo: il timbro solare e l'espressione ingenuamente soddisfatta danno appieno l'idea di un governante sicuro di sé e del consenso popolare. Vien da credere che potrebbe vedere dieci pugnali spuntare da sotto il mantello di un suo cortigiano, e non si insospettirebbe di nulla.
Come amoroso, poi, ancora una volta gli basta la voce per comporre un personaggio irresisitibile.
Però, qui si parla di "Ma se m'è forza perderti"... e qui secondo me, se vocalmente è notevole, forse lascia un filo a desiderare nella caratterizzazione del personaggio. Troppo "tenorile", soprattutto nel recitativo. Però, giù il cappello.
Bergonzi per me è sempre sopraffino, ed è l'unico dei tenori proposti a cantare all'antica, riscoprendo come dice Maugham, una enfasi di gusto squisitamente rétro assai suggestiva. Si può pensare di stare ascoltando un tenore d'anteguerra, come gusto e tecnica (pregi e difetti compresi).
Carreras, come dice Tani, è messo maluccio, e Domingo non mi ha mai convinto come Riccardo. Direi che la sua caratterizzazione è buona come "amoroso", troppo prudente nel primo atto, e manca di autentica commozione nell'ultimo quadro.
Alvarez... bah... a me non dice proprio nulla, e non mi sembra nemmeno tutta questa gran bella voce come si sente dire spesso... :roll:
Lima: non sono andato oltre il recitativo: lamentoso, oscillante... :?

Peccato non ci sia un ascolto del mio Riccardo preferito, ossia Tucker: con Mitropoulos lo trovo perfetto. Condisce tutto il personaggio di un carattere che nessun altro (tranne forse Jan Peerce) ha: l'americaneria (che non è prevista dall'originario re Gustavo III di Svezia, ma che dovrebbe secondo me sentirsi nel Riccardo governatore di Boston)... quella di Tucker (e in misura minore di Peerce) è un'americaneria molto "moderna", un po' alla Clinton ante litteram, per così dire... Irresistibile. :D
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Re: ma se m'è forza perderti...sei tenori a confronto

Messaggioda VGobbi » lun 31 mar 2008, 21:11

In riferimento solo ai brani video postati da Teo :

:arrow: Carreras. Al di la' della bellezza del timbro, purtroppo non si puo' notare l'enorme difficolta' a sostenere le larghe frasi ed una tecnica vocale che non lo sorregge piu', mostrando in piu' occasioni notevoli difficolta' e continue prese di fiato che spezzano la linea musicale.

:arrow: Pavarotti. Colpisce la solarita' del timbro (ma non e' certo una novita') ed una disarmante facilita' in una romanza tra le piu' difficili del repertorio ottocentesco, unita ad una chiarezza di dizione stupefacente. Forse poco Riccardo, ma vera anche se non unica scuola depositaria del belcanto. Notevolissima la chiusa finale, tenendo la nota per 20 secondi circa.

:arrow: Domingo. Anche il tenore spagnolo puo' puntare sulla bellezza tipicamente latina del suo timbro. Un registro centrale che non teme confronti, insieme almeno in quest'occasione ad un registro acuto decisamente buono. Personalmente, trovo in Domingo una certa genericita' d'accento che non si discosta dal Nostro Pavarotti.

:arrow: Bergonzi. Mi discosto dal pensiero di Somerset. Secondo me e' un Bergonzi storico, come lo puo' essere il Wagner di Furtwangler o l'Azucena della Stignani. Un civilta' musicale oramai completamente persa, anche perche' i gusti musicali si sono rinnovati. Cio' non toglie come al giorno d'oggi cantare come fa un Bergonzi, sia oggettivamente impossibile. E questo non credo sia un motivo di cui vantarsi.

:arrow: Alvarez. E' un Riccardo "sbracato" come se fosse compar Turiddu. Se mi permettete, in Verdi e' palesemente fuori luogo. A mio modesto parere, il peggiore dietro solo a Carreras.

:arrow: Lima. Vocalmente lascia a desiderare, pero' di lui ho sempre apprezzato la sua capacita' di connaturare il personaggio donandogli una fisionomia, oltre ad una recitazione sobria e mai sopra le righe.
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: ma se m'è forza perderti...sei tenori a confronto

Messaggioda Maugham » mar 01 apr 2008, 9:58

VGobbi ha scritto: :arrow: Bergonzi. Mi discosto dal pensiero di Somerset. Secondo me e' un Bergonzi storico, come lo puo' essere il Wagner di Furtwangler o l'Azucena della Stignani. Un civilta' musicale oramai completamente persa, anche perche' i gusti musicali si sono rinnovati. Cio' non toglie come al giorno d'oggi cantare come fa un Bergonzi, sia oggettivamente impossibile. E questo non credo sia un motivo di cui vantarsi.


In realtà non ti discosti molto da quello che anch'io sostengo.
Anche per me il tenorismo di Bergonzi è fuori tempo massimo.
L'ho scritto. :)
Poi non nego - al di là della piacevolezza d'ascolto che fa di Bergonzi uno dei miei tenori da comodino - che siano ancora molti a vedere nella forbitezza del suo canto un'ideale espressione, anzi l'ideale espressione delle alte motivazioni etiche che muovono quasi tutti i personaggi tenorili verdiani.
Però, nel corso degli anni, il tenore verdiano ne ha fatta parecchia di strada.
Soprattutto Riccardo, forse la figura più ambigua e sfuggente di tutta le galleria verdiana.
Che non è solo nobili propositi e sofferte rinunce.
Ma è anche civetteria, ambiguità sessuale, alterigia, superficialità, incoscienza, infantilismo, egotismo.
Ha ragione Tucidide, in Riccardo c'è molto del democratico da "The Village Voice"... :D

Saluti
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Re: ma se m'è forza perderti...sei tenori a confronto

Messaggioda Teo » mar 01 apr 2008, 12:30

Dopo aver letto i vostri preziosi interventi, a mia volta cerco di esprimere il mio personalissimo parere sugli ascolti da me proposti.

Innanzitutto come già ho premesso nel post introduttivo, quest’aria è davvero complicata nella sua esecuzione interpretativa.
Aldilà del gusto personale, trovo che sia il recitativo che l’aria, così per come sono scritti, dicano molto del personaggio Riccardo.
Rassegnazione, dovere, senso di responsabilità, ma anche difficoltà per un uomo attempato dal peso e dagli anni nel dover respingere un sentimento forte, un desiderio giovanile, un personaggio combattuto, fortemente combattuto.
Un uomo che pensava di aver trovato l’amore nel suo popolo, nella figura che per esso rappresentava e si trova invece in età matura a fare i conti con la passione, il desiderio, il folle amore per una donna, un po’ come se per magia avesse veramente realizzato tutto d’un tratto cosa vuol dire essere “innamorato”.
Il recitativo a mio avviso non può iniziare con un “forse la soglia attinse” con un tono così cruento, così spavaldo, quasi si trattasse della Pira di Manrico…Bergonzi fa questo e altro ancora.
Un recitativo che dovrebbe essere, a mio avviso, molto più introspettivo, molto più sussurrato a se stesso, come se dentro di se vi fossero due persone che si combattono, che si affrontano in una lotta che li vede entrambi comunque perdenti.
L’aria è un testamento, è l’addio ai propri sentimenti, alle proprie passioni, alle proprie speranze, insomma credo che in quest’aria, a differenza di altri momenti, Riccardo confessi a se stesso di essere un uomo fragile, con le sue fatiche umane e per la prima volta di essere veramente in difficoltà di essere realmente messo in discussione.
Io ci sento questo.

Pavarotti canta bene, è indubbio, le sue qualità credo siano riconosciute da molti, tuttavia a mio modesto avviso non entra nel personaggio, si limita a compiacersi della melodia e della possibilità di sfogare il suo fraseggio, la sua linea vocale, i suoi acuti…non a caso la chiusa finale è il sigillo del tipo di prestazione offerta (a me personalmente quei 20 secondi citati da vittorio non sembrano affatto un merito, anzi…).

Carreras purtroppo non è presente sotto ogni punto di vista e la sua proverbiale freschezza vocale qui non l’aiuta affatto, anzi, pare sempre in difficoltà ancor prima di realizzare la frase.

Domingo, beh, che dire, qui purtroppo come in altre occasioni lavora di mestiere ma a mio avviso non cava un ragno dal buco. Fa l’amoroso (come spesso gli capita), il piaccione, carica talmente alcuni passaggi da renderli irreali, un esempio? “il sacrifizio mio”…ma secondo voi uno lo direbbe in quel modo? L’aria è indubbiamente eseguita bene, per fraseggio e soluzioni dinamiche, tuttavia non ci vedo quello che sopra ho descritto su come vedo io questo momento, ripeto, carica troppo di enfasi e di poetica amorosa cavalleresca la scena, dimenticandosi completamente del personaggio nel suo complesso.

Bergonzi…beh, certo valgono i discorsi fatti sulla storicità del tenore parmense, ma come cita giustamente Somerset credo che Riccardo necessiti un altro tipo di strada, almeno oggi come oggi.

Strada che purtroppo non è stata certo battuta da Alvarez.
Se c’è stata una caratteristica del tenore argentino fin dai suoi esordi è sempre stata la facilità del canto, la sua leggerezza, le sue mezzevoci, i suoi acuti squillanti ma facili, morbidi. In questa interpretazione trovo un altro tenore.
Spinge, forza e la cosa assurda è che nel recitativo lo fa anche dove non serve e lo fa quasi ovunque.
Per quanto riguarda l’interpretazione, tutto sembra dare ragione a chi sostiene che Alvarez è un altro esempio di tenore generico, che ascoltato una volta, vale per tutte le altre.
La differenza rispetto alla genericità di un Pavarotti e in questo caso anche di un Domingo è che almeno questi due sanno emettere un suono dentro l’altro e lo fanno con una facilità disarmante.
Se penso agli elogi che ha raccolto Alvarez in questo ruolo…

E per ultimo ho lasciato Luis Lima.
Premetto che non sono ne un fan ne un conoscitore di questo tenore argentino.
Mi spiace Tucidide che tu non sia andato oltre il recitativo a detta tua oscillante e lamentoso, forse avresti potuto avere una piacevole sopresa.
Il recitativo non è certo un esempio per espressione e per qualità vocali, direi che effettivamente è la parte meno interessante. Però debbo dire che dal punto in cui attacca “ah lo segnato il sacrifizio mio..” le cose cambiano.
Qui a mio parere esce il personaggio, forse non è il massimo, non ci vedo tutto quello che vorrei vedere, però…
Innanzitutto non ci sono tutti quegli effettacci amorosi, poetici, da romanticone, tutte cose trite e ritrite che a mio avviso non centrano un bel nulla con il personaggio e con il momento.
Un tentativo di mettere in campo qualcos’altro che non sia la solita solfa enfatica io ce lo vedo.
Certo, vocalmente non è all’altezza degli altri, ma a livello interpretativo l’idea di un uomo in crisi con se stesso io ce lo vedo, bellissimo ad esempio come risolve “chiusa la tua memoria nell’intimo del cor”, a me qui piace parecchio.
Ripeto, è un tentativo, andrebbe sicuramente migliorato ancora di più sviscerato, ma per come la vedo io, questa potrebbe essere una strada da battere, una via credibile, le altre proposte a mio personale parere, non dicono un granché sul personaggio verdiano.

Bene, dopo aver detto la mia, sicuramente scatenerò pareri contrastanti, ma del resto credo sia il bello del confronto.

Salatissimi.

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Re: ma se m'è forza perderti...sei tenori a confronto

Messaggioda stecca » mar 01 apr 2008, 15:31

Nel tuo elenco, aldilà del singolo video giacchè alcuni hanno affrontato questo ruolo in molteplici occasioni, si trovano 2 Riccardi storici (Bergonzi e Pavarotti), 2 Riccardi cantati da 2 grandissimi artisti (Domingo e Carreras, soprattutto il primo direi) e infine 2 Riccardi cantati da un tenore talentuoso ma che ancora deve completare un percorso (Alvarez), e da un tenore francamente modesto e di routine (Lima).
Detto questo che mi pareva premessa necessaria anche la visione dei 6 video postati non fa che confermare, aldilà dei singoli gusti, la sudetta classificazione.....
Personalmente ma qui siamo appunto nel gusto tra l'inappuntabile stile verdiano di Bergonzi e la natura benigna della voce di Pavarotti preferisco parlando di Riccardo il secondo....
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Re: ma se m'è forza perderti...sei tenori a confronto

Messaggioda MatMarazzi » mar 01 apr 2008, 18:17

Caro Teo,
oltre a ringraziarti per gli ascolti che ci hai proposto, devo dire che sposo abbastanza la tua classifica.
Personalmente metto Lima al primo posto, non perché lo consideri un genio, ma perché mi pare l'unico in questo brano ad avvicinarsi, diciamo... a sfiorare la complessità del personaggio le giuste prospettive di quest'aria.
Più che a suo merito, questo va - secondo me - a grave demerito degli altri.

Fra questi, a differenza tua, arriverei a conferire la "sufficienza" solo a Domingo, ferme restando le tue più che legittime perplessità.
Anche se la tecnica non lo predispone affatto a questa musica, io ravviso qualche idea, qualche spunto.
Non è molto, ma è qualcosa...
Una volontà di assecondare l'incalzare ritmico, di differenziare i concetti, di sottolineare lo sfinimento del personaggio, lo consapevolezza del fallimento del proprio sogno.

Gli altri quattro secondo me non esistono, con una menzione di particolare "disgusto" per Alvarez! :)

Una parolina su Bergonzi.
Posso anche condividere le brillanti osservazioni (il virgolettato!) di Maugham e l'entusiasmo di Vittorio; posso anche riconoscere che, dietro quella desolante omogeneità, quell'inerzia da "impiegato" dell'opera, quella ritmica rudimentale ci sia una civiltà tecnica ben precisa, un portare alle estreme conseguenze ciò che alcuni pretendono essere "il" canto.
Sul valore che vogliamo dare a tutto questo è questione di gusti e di convenzioni.

Di fronte a quella civiltà tecnica, tanto di cappello.
Di fronte a chi la ama, il massimo rispetto.
Purché non mi si dica che... questo modo di porsi come interprete e come musicista corrisponde a ciò a cui Verdi aspirava, quando concepiva personaggi tra i più inquieti e moderni del repertorio, così carichi di contraddizioni, lacerazioni e sconfitte.
Il termine "verdiano" indica, credo per tutti noi, qualcosa di violento, di ribelle, di maledetto... non un paio di comode e sformate pantofole emiliane.

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Re: ma se m'è forza perderti...sei tenori a confronto

Messaggioda Tucidide » mar 01 apr 2008, 18:41

Teo ha scritto:Mi spiace Tucidide che tu non sia andato oltre il recitativo a detta tua oscillante e lamentoso, forse avresti potuto avere una piacevole sopresa.
Il recitativo non è certo un esempio per espressione e per qualità vocali, direi che effettivamente è la parte meno interessante. Però debbo dire che dal punto in cui attacca “ah lo segnato il sacrifizio mio..” le cose cambiano.

In effetti, riascoltando, devo dire che l'aria è migliore del recitativo, pur restando a mio avviso piuttosto deludente come resa.

Voglio essere un po' maligno... :twisted:
Finora abbiamo parlato di due arie, analizzando diverse rese vocali ed interpretative. In entrambi i casi, i tenori di grosso calibro sono talvolta usciti con l'accusa di genericità: Pavarotti e Domingo su tutti. Mi chiedo e vi chiedo: non sarà un pregiudizio?
Lima non mi sembra molto più vario di Domingo, tanto per dire, ma chissà perché ci risulta più nuovo: forse è perché ce l'abbiamo meno nelle orecchie rispetto ad altri più blasonati?
Un Domingo o un Pavarotti oramai ci escono dalle orecchie, sappiamo quasi in anticipo come canteranno, e siamo quindi prevenuti, forse...
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Re: ma se m'è forza perderti...sei tenori a confronto

Messaggioda MatMarazzi » mar 01 apr 2008, 18:58

Tucidide ha scritto:In entrambi i casi, i tenori di grosso calibro sono usciti con l'accusa di genericità:
[/quote]

Di grosso calibro?
Domingo o Pavarotti sarebbero dei Riccardo di grosso calibro? :)
Ti lascio la responsabilità di una simile affermazione!
A me basta una nota di Vickers o di Pertile per avvertire un Riccardo di "grosso calibro".
E dire che (puoi credermi) conosco Vickers e Pertile molto meglio e molto di più di quanto non conosca Pavarotti o Domingo.

Quanto a Lima, cantante per cui non stravedo in generale, mette in campo una tensione ritmica molto più consapevole di quasi tutti gli altri (ad esempio nella seconda parte dell'aria, quando l'incedere peonico si fa più acceso), una più lucida sensibilità di contrasti dinamici e di colori ("e taccia il core" oppure "o "come se fosse l'ultima").
Non parliamo della resa attorale, sobria ma decisamente efficace.
Non siamo a livelli stratosferici, è chiaro.
Ma sempre meglio degli altri, almeno per me... e non certo perché è un tenore che conosco di meno. :)

Sai, Tucidide... tantissimi anni fa ho sentito nel Ballo in Maschera (a Ferrara, sarà stato il 1983) Ottavio Garaventa.
Era la prima volta che lo sentivo; in compenso avevo nelle orecchie tutti i grandi Riccardi della discografia.
Ci credi?
Mi ha fatto orrore ugualmente! :)
In quel caso la "novità" non ha funzionato bene tu sembri suggerire! :)

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Re: ma se m'è forza perderti...sei tenori a confronto

Messaggioda pbagnoli » mar 01 apr 2008, 19:33

Concordo in tutto e per tutto con le osservazioni di Matteo: è arrivato il momento di rivedere il preteso contributo Bergonzi all'arte verdiana. Mi sono visto (e ascoltato, ovviamente) con attenzione il video e sono rimasto basito dalla pochezza messa in campo: mi sembrava di vedere un burocrate che firmava i fogli di congedo dei militari. Nessuna onda emotiva che frastagli le dinamiche di uno dei brani più intrinsecamente complessi e psicologicamente insidiosi usciti dalla penna di Verdi.
Alvarez è per me incomprensibile.
O meglio: mi sono incomprensibili coloro che si sciolgono in peana per ogni nota (?) che esce dalla sua bocca. Non ha gusto - e questo per me è già un peccato mortale - ma ormai non ha nemmeno più uno straccio di linea vocale.
Ma su Carreras faccio un piccolo distinguo: qui, nel 1981, è oggettivamente indecente.
Nel 1975 però, all'esordio alla Scala, l'effetto è ben diverso: una prestazione ricca, densa, violenta, frastagliata e sorvegliatissima nel gusto. Il pubblico va giustamente in delirio. Se è ancora in catalogo, è reperibile con etichetta Myto. Sentite cos'è quel "Sì rivederti Amelia", con l'indugiando di Molinari-Pradelli che crea un effetto magico di sospensione!...
Sarò un sentimentale, ma questo - per me - E' Riccardo.
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: ma se m'è forza perderti...sei tenori a confronto

Messaggioda Tucidide » mar 01 apr 2008, 20:25

MatMarazzi ha scritto:Di grosso calibro?
Domingo o Pavarotti sarebbero dei Riccardo di grosso calibro? :)
Ti lascio la responsabilità di una simile affermazione!
A me basta una nota di Vickers o di Pertile per avvertire un Riccardo di "grosso calibro".
E dire che (puoi credermi) conosco Vickers e Pertile molto meglio e molto di più di quanto non conosca Pavarotti o Domingo.

Però, Mat, voglio farne una questione di carattere critico.
Io credo che, se vogliamo valutare con coerenza un cantante, o meglio, una sua performance, non possiamo prescindere dalla presa di coscienza del successo che un cantante riscuoteva nell'uditorio, magari trovandone le magagne, certo, ma tenendo ben presente la realtà.
Altrimenti, si rischia di finire nella trappola in cui cadde zio Rudi, che negava storicità ed importanza al Cavaradossi di Di Stefano, perché era convinto di averne individuato tutte le mende, che a suo dire lo ridimensionavano a semplice "cadetto di John Ford". Peccato che si fosse dimenticato di un PICCOLISSIMO particolare... che il pubblico lo ADORAVA e lo adora ancora! Alla faccia di tutte le questioni su sopravvalutazione, demistificazione e cose simili...
E' per me errore ABNORME per un critico partire con l'idea di voler dimostrare che l'opinione comune sia forviante... Piuttosto, egli deve cercare di indagare i motivi che portano al successo (o all'insuccesso, o all'indiffrenza) più o meno grande di un'interpretazione. Insomma, credo in una critica descrittiva, non già normativa, che spieghi la storia del gusto e non pretenda di dettarne le regole. Un po' come la linguistica, rispetto alla grammatica pura e semplice. :D
In questo caso, se vogliamo contestualizzare ogni cantante nel suo momento storico, e valutare con serenità i loro contributi all'interpretazione del Ballo in maschera, non possiamo assolutamente negare che Pavarotti e Domingo siano stati per anni i Riccardo di riferimento del mondo. E il pubblico li adorava. Non li adorava per altri ruoli, magari, ma come Riccardo sì, ed entrambi. Che vogliamo fare? Vogliamo negare questo dato storico oggettivo?
Tu mi parli di Garaventa... magari fu stra-applaudito, quella sera in cui lo vedesti, non so, ma di certo, almeno per ora pochi si strappano i capelli ad ascoltare il suo Riccardo. Invece, come sai meglio di me, le interpretazioni di Pavarotti e Domingo sono ancora dei cult. Io dico sempre, con un incipit da Feldmarschallin, Die Zeit, die ist ein sonderbar Ding, mette sempre a posto tutto...

Saluti! :wink:
Ultima modifica di Tucidide il mar 01 apr 2008, 20:32, modificato 1 volta in totale.
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