Elektra: interpreti

cantanti, direttori, registi, scenografi

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Messaggioda walpurgys » sab 06 ott 2007, 11:28

MatMarazzi ha scritto:
walpurgys ha scritto:La Resnik ''Cantante'', perchè semplicemente canta tutte le note della parte senza cadere in grotteschi sfalsamenti vocali tra parlato e cantato...


Mah... non capisco.
Mi fai un'esempio di una Clitennestra che invece caschi in grotteschi sfalsamenti vocali tra parlato e cantato?

Salutoni
Mat


Ma certo;
in parte la Moedl (non si può negare che per quanto l'interprete sia gigantesca, la sua voce ''strana'' a volte cade nel parlato...eppur mi piace), la Varnay (nel Live con la Schroeder-Feinen e la Knie no fa altro), la Lipovsec degli ultimi anni e se non ricordo male Felicity Palmer.
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Messaggioda mR_jOHNSON » sab 06 ott 2007, 18:09

Rossiniano ha scritto:...a quando si scriverà di Renata Tebaldi esecutrice di perfetti mi bemolli?


Qualcosa da ridire? :evil:
Forse è vero che ho smarrito il sentiero della Micheltorena? :roll:
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Messaggioda Rossiniano » sab 06 ott 2007, 19:22

mR_jOHNSON ha scritto:
Rossiniano ha scritto:...a quando si scriverà di Renata Tebaldi esecutrice di perfetti mi bemolli?


Qualcosa da ridire? :evil:


Sulla Tebaldi no di certo....ma ti risulta che fosse sicurissima nei sopracuti (che non ha mai cantato)? Io intendevo quello...scrivere qualcosa che non è mai stato, come non sono mai esistite le perfette linee di canto della Moedl e della Varnay, ma, per quanto riguarda le ultime due, solo tanta sana dote vocale. Mi sono spiegato?
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Messaggioda VGobbi » sab 06 ott 2007, 20:33

Mi sono ascoltato l'Elektra del '51, live da Firenze con Mitropoulos. Le mie prime impressioni : :shock:

Miii, ma che musica e'? :?

Di primo acchito ho ammirato assai la direzione pulita, ordinata, il suo tentativo di portare alla normalita' una musica difficilissima, recalcitrante, ingombrante. Raramente l'orchestrazione con il direttore Mitropoulos ha sovrastato il cast. Mi sembra un merito non da poco.

Sui cantanti, la Klytemmestra della Modl e' sensazionale, capace di rendere il suo personaggio rabbrividente. E poi la sua dizione e' qualcosa che resta al di fuori dell'ordinario. Raramente ho sentito pronunciare con chiarezza una cantante come la Modl.

La Crisotemide della Illitsch e' ben cantata ma mi pare che si fermi li. Nessun spunto, nessuna vibrazione nel suo canto tanto corretto quanto amorfo.

Mentre gradirei capire il perche' al Marazzo non gradisce la Konetzni, la quale mi sembra tra le due sorelle quella piu' dotata, non solo vocalmente (e qui mi pare davvero una voce d'acciaio e ben temprata tra l'altro) ma anche interpretativamente audace e capace di tener testa ad una personalita' come la Modl.
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Messaggioda pbagnoli » sab 06 ott 2007, 21:06

Non ci avevi detto che avevi un live con la Borkh?
Se la ascolti, capisci quello che intendeva Matteo
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Messaggioda mR_jOHNSON » dom 07 ott 2007, 0:48

Rossiniano ha scritto:
mR_jOHNSON ha scritto:
Rossiniano ha scritto:...a quando si scriverà di Renata Tebaldi esecutrice di perfetti mi bemolli?


Qualcosa da ridire? :evil:


Sulla Tebaldi no di certo....ma ti risulta che fosse sicurissima nei sopracuti (che non ha mai cantato)? Io intendevo quello...scrivere qualcosa che non è mai stato, come non sono mai esistite le perfette linee di canto della Moedl e della Varnay, ma, per quanto riguarda le ultime due, solo tanta sana dote vocale. Mi sono spiegato?


Ti sei spiegato...
Forse è vero che ho smarrito il sentiero della Micheltorena? :roll:
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Messaggioda VGobbi » dom 07 ott 2007, 10:32

pbagnoli ha scritto:Non ci avevi detto che avevi un live con la Borkh?

Spinto dalla curiosita', ho ascoltato anche l'altro live, quello di Salisburgo del '57. Qui Mitropoulos mi sembra ancor piu' nitido e calmo dell'altra registrazione, supportato da un cast all-stars.

Della Casa, Bohme, Lorenz e chi ne ha piu' ne metta. A parte ho lasciato la Borkh e la Madeira che meritano un discorso piu' approfondito.

Parto dalla Borkh, interprete finissima e voce che sembra temprata alle piu' dure ed impossibili temperie che la musica puo' riservare. Si resta sbalorditi come la sua voce sovrasti con estrema facilita' una parte d'improba difficolta'. Elektra e' il classico ruolo ammazzavoci (molte cantanti ci lasciarono le penne, ad esempio la Schluter). Rispetto a quella della Konetzni, per quanto possa contare il mio parere, quest'ultima ne esce in effetti ridimensionata. Non tanto vocalmente, visto che la Konetzni la parte vocalmente la regge molto bene, quanto nella capacita' di rendere lucida la follia devastatrice e suicida di Elektra, l' eterno rimpianto nel richiamare suo padre con strazianti ed eterni "Agamennon", la capacita' di rendere vivo il personaggio, pur appartenente alla tragedia greca. E resta notevolissimo il rammarico che la Borkh non abbia mai affrontato il ruolo di Brunhilde (scusatemi l'OT) !!!

Gradevolissima sorpresa e' stata la Klytamnestra della Madeira. Artista che avevo gia' avuto modo di conoscerla in Wagner, in questa parte piace anzi tutto per la capacita' di rendere il personaggio meno odioso, direi quasi compassionevole (l'invocazione supplicante perche' Elektra gli riveli la vittima sacrificale, in cui potra' dormire senza essere tormentata da incubi nel sonno), il tentativo di recuperare invano il rapporto con la figlia ed infine il perfetto aplomb nel dominare la parte spesse volte affidato al parlato.

Ce ne sarebbe un'altra di Elektra che mi piacerebbe ascoltare, ovverossia quella diretta da Beecham con la Schluter ma sopra tutto la presenza della Hongen nei panni di Klytemnestra. Qualcuno la conosce?
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Messaggioda MatMarazzi » dom 07 ott 2007, 14:10

walpurgys ha scritto:in parte la Moedl (non si può negare che per quanto l'interprete sia gigantesca, la sua voce ''strana'' a volte cade nel parlato...eppur mi piace), la Varnay (nel Live con la Schroeder-Feinen e la Knie no fa altro), la Lipovsec degli ultimi anni e se non ricordo male Felicity Palmer.


Caro Walpurgys,
ti ringrazio della tua risposta, che purtroppo però non mi ha affatto chiarito le idee, anzi me le ha complicate! :)

Quelli che tu chiami "grotteschi sfalsamenti tra cantato e parlato" in realtà sono frutto di una tecnica ben precisa, che punta alla parziale apertura di certi suoni vocalici al centro per meglio differenziare i colori della voce.
L'effetto è (come tu affermi) molto più vicino al parlato che non nel caso (poniamo) di una Sutherland, ma non è parlato.
Il parlato (per intenderci) è quello di Magda Olivero nel brano di Jenufa che abbiamo confrontato in questo forum alcuni mesi fa.
La Olivero (nel momento di maggior tensione) "parla", recita come un'attrice di prosa, mentre la Moedl e la Varnay cantano sempre.

Fin qui possiamo anche essere d'accordo (salvo il fatto che questi effetti declamatori non sono affatto "grotteschi" secondo me).
Però i conti non mi tornano però con gli esempi che fai.

Delle quattro che citi, tu consideri la Moedl quella che nel "parlato" (??) cade solo "in parte".
Mentre secondo me la Moedl è proprio quella che ci si avvicina di più.
Le sue aperture di suono sono estreme, coraggiose.

Ma fatto più curioso è che proprio la Resnik (che tu celbri come vera "cantante") è proprio quella che, dopo la Moedl, a me pare la più estremista.
I suoi suoni sono talmente aperti da risultare spesso sgangherati, i colori sono talmente estremi che solo una declamatrice impavida può conseguirli.

Su un altro pianeta mi paiono invece la Varnay (che non ho sentito nel tuo live, ma la cui Clitenntestra conosco a memoria) e la Palmer (che ho persino sentito a teatro).
La Varnay non avrebbe mai osato le aperture al centro di una Moedl o di una Resnick: la sua scuola (svedese/americana) le imponeva un immascheramento e un'apertura - almeno al centro - molto sorvegliata.
E' anche per questo che la Varnay ha potuto cantare molto il repertorio italiano (fu Leonora del Trovatore, Amelia del Boccanegra, persino Amneris con la Tebaldi in Aida).
La Varnay avrà anche avuto (negli anni in cui faceva Clitennestra) suoni aspri e sgradevoli, ma sempre piuttosto raccolti, per lo meno rispetto a una Resnik.

Quanto alla Palmer è una delle poche "declamatrici" che piacciono da impazzire anche agli straussiani della domenica, :) perché la sua voce è sempre coperta, scura, elaborata nella maschera e di suono pieno e tondo.
Continua a non capire come possa essere considerata "cantante" la Resnik, anche in considerazione che tra le grandi Clitennestre da te citate ce ne sono alcune che invece erano praticamente delle vocaliste ...

Salutoni
Mat
Ultima modifica di MatMarazzi il dom 07 ott 2007, 14:48, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda MatMarazzi » dom 07 ott 2007, 14:35

Caro Vittorio,
la constatazione che la varietà è il bello del mondo non mi è mai parsa così vera! :shock:
Leggendo le tue considerazioni sulle Elektre che hai citato resto stupefatto per come si possano raccogliere sensazioni così diametralmente opposto dall'ascolto degli stessi dischi.

Su Mitropoulos scrivi (parlando dell'edizione del 50)

VGobbi ha scritto:Di primo acchito ho ammirato assai la direzione pulita, ordinata, il suo tentativo di portare alla normalita' una musica difficilissima, recalcitrante, ingombrante.


Poi parlando dell'edizione del 57 aggiungi:

Qui Mitropoulos mi sembra ancor piu' nitido e calmo dell'altra registrazione,


Di tutte le Elektre che possiedo, quella di Mitropoulos (57) mi pare la più folle, scatenata, orgiastica, paradossale che esista.
Il ritmo corre, l'orchestra furoreggia, tutto scappa come in una forsennata allucinazione.
Persino troppo (no... che dico? troppo no! Va bene così, se si è capaci di farlo e di reggerlo).
E' vero che nell'incisione del 50 l'orchestra è talmente in secondo piano (a livello di incisione) che può sembrare più sobria ... e forse lo è.
Ed è anche vero che l'orchestra del Maggio non ha niente a che spartire con i Wiener.
Però resto di stucco a constatare che ad altri ascoltatori Mitropoulos dà l'idea di pulizia e nitore...

Sui cantanti, la Klytemmestra della Modl e' sensazionale, capace di rendere il suo personaggio rabbrividente. E poi la sua dizione e' qualcosa che resta al di fuori dell'ordinario.


Qui invece siamo d'accordo.

Raramente ho sentito pronunciare con chiarezza una cantante come la Modl.


Questo è tutto merito della particolare tecnica di fonazione di cui si era dotata la Moedl e anche del suo coraggio di "svelare" i colori vocalici fino all'apertura dei suoni. Fu una delle cantanti rivoluzionarie della sua epoca, in questo senso, e certe sue interpretazioni (fra cui Clitennestra) sono tuttora un modello.


Mentre gradirei capire il perche' al Marazzo non gradisce la Konetzni,


La Konetzni (Anny, non la sorella Hilde) fu un glorioso soprano degli anni 30, esiste persino l'incisione dei suoi Vespri Siciliani.
Qui a me pare assolutamente distrutta.. e soprattutto di Elektra non ha più il registro acuto.
Non è un mio punto di vista: come sicuramente hai notato, taglia tutti e due i do sopracuti scritti per il personaggio... ma addirittura è ridotta ad accennare persino i si bemolle.
Ora... Elektra vive di sparate all'acuto, senza le quali non so cosa resta...
Qualche bel fraseggio al centro... ma sempre a corto di fiato e proiezione.
Tutto mi pare vecchio e rancido in lei: al suo fianco invece giganteggia una Clitennestra di 37 anni, al massimo della voce e della sensualità.
Insomma... non mi convince.

Veniamo alla Madeira:

Gradevolissima sorpresa e' stata la Klytamnestra della Madeira. Artista che avevo gia' avuto modo di conoscere in Wagner, in questa parte piace anzi tutto per la capacita' di rendere il personaggio meno odioso, direi quasi compassionevole ..., il tentativo di recuperare invano il rapporto con la figlia ed infine il perfetto aplomb nel dominare la parte spesse volte affidato al parlato.


Anche tu con questa storia del "parlato"!!!
Nessuna delle grandi interpreti che abbiamo nominato fino ad ora HA MAI PARLATO NELLA PARTE.
:(

Però è vero che, rispetto agli esempi proposti da Walpurgys, la Madeira possa essere giudicata più "vocalista".
E' infatti copertissima, oscuratissima, proiettatissima al modo "americano" di cui parlavamo a proposito della Steber, un po' monocorde e troppo sopra le righe ma comunque avvincente.
La sua Clitennestra fu, per qualche anno, molto celebre e divulgata: ne fu quasi l'interprete ufficiale fra il 55 e il 65.
In effetti è brava, regale e dolorosa; non è la Moedl, non è la Varnay, ma il suo spazio nella storia del personaggio se l'è ricavato.

Ce ne sarebbe un'altra di Elektra che mi piacerebbe ascoltare, ovverossia quella diretta da Beecham con la Schluter ma sopra tutto la presenza della Hongen nei panni di Klytemnestra. Qualcuno la conosce?


Certo che la conosco!
La Schluter è messa molto male (non quanto la Konetzni...), ma il disco ci consegna l'unica Crisotemide della Welitsch e, appunto, la Hoengen come Clitennestra.

Ti consiglio di ascoltare senz'altro il disco; dovremmo assolutamente parlarne, perché apre un ulteriore spaccato nella storia del personaggio.
La Hoengen infatti era l'ultima erede (insieme alla Klose e poche altre) del contralto "mitologico" da cui l'opera aveva preso le mosse.
Anche senza contare la Schumann Heink, si può dire che le varie Arndt-Ober, Bahr-Mildenburg, Matzenauer (di cui nulla ci resta in questo ruolo) inaugurarono la scuola che - appunto - arrivò fino alla Klose e alla Hoengen.

E' quindi interessante sentire questa artista, anche in prospettiva "storica".

Sentila, e dicci cosa ne pensi.
Salutoni
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Ultima modifica di MatMarazzi il dom 07 ott 2007, 18:05, modificato 1 volta in totale.
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Confronti di Elektre

Messaggioda pbagnoli » dom 07 ott 2007, 17:13

Inevitabilmente, il discorso fatto per una delle due grandi protagoniste del capolavoro di Strauss, non può che andare a toccare anche l'altra.
Nella sezione audio ho messo qualcosa di alcune grandi Elektre.
Voi cosa ne pensate?
Come deve essere Elektra?
Chi è stata la più grande?
Chi vi piace di più?
Insomma, Borkh o Varnay?
E zia Birgit?...
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Messaggioda pbagnoli » dom 07 ott 2007, 17:14

Nella sezione audio qualche assaggio di grandi Clitemnestre.
Sono proprio un amministratore generoso!... 8)
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Messaggioda Pruun » dom 07 ott 2007, 17:21

Sono straussiano da poco, e quindi ne conosco poche di Elektre:
quelle che mi hanno colpito molto sono Zia Birgit (ovvio), la Varnay di Salisburgo con Karajan... da brividi assoluti e vi dirò che nel video viennese diretto da Abbado trovo la Marton davvero bravissima (invece non mi piacque nel cd EMI)
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Messaggioda VGobbi » dom 07 ott 2007, 18:18

MatMarazzi ha scritto:Caro Vittorio,
la constatazione che la varietà è il bello del mondo non mi è mai parsa così vera! :shock:
Leggendo le tue considerazioni sulle Elektre che hai citato resto stupefatto per come si possano raccogliere sensazioni così diametralmente opposto dall'ascolto degli stessi dischi.

Beh, non dovresti poi meravigliarti piu' di tanto. Mi conosci, sai che ho problemi uditivi non indifferenti tanto che mi occorre assolutamente il supporto degli apparecchi acustici, di conseguenza credo che sia spiegato il perche' delle opposte opinioni sugli stessi dischi.


MatMarazzi ha scritto:Di tutte le Elektre che possiedo, quella di Mitropoulos (57) mi pare la più folle, scatenata, orgiastica, paradossale che esista.
... Però resto di stucco a constatare che ad altri ascoltatori Mitropoulos dà l'idea di pulizia e nitore...

Mi sembra che l'orchestra di Mitropoulos non produca suoni sporchi. Insomma corre ma senza dar la sensazione di affanno. Ecco spiegato il motivo di "pulizia" e "nitore", oltre al grossissimo merito di non sovrastare i cantanti. Immagino, pur non possedendola, cosa riesca a fare un Solti con la Nilsson. :?

MatMarazzi ha scritto:Veniamo alla Madeira:
Anche tu con questa storia del "parlato"!!!

:oops:

MatMarazzi ha scritto:Però, rispetto agli esempi proposti da Walpurgys, con la Madeira mi pare che la cosa abbia più ragione d'essere.
La Madeira (che io non metterei al livello delle altre, comunque) è una cantante molto più vicina al canto "tradizionale", copertissima, oscuratissima, proiettatissima al modo "americano" di cui parlavamo a proposito della Steber.

Vedi che alla fine non sono poi distante dalla verita'. La Madeira con la sua particolare tecnica da', ripeto da', l'impressione di cantare la parte ed in effetti i suoi suoni sono assai diversi rispetto alla Moedl.


MatMarazzi ha scritto:Ti consiglio di ascoltare senz'altro il disco; dovremmo assolutamente parlarne, perché apre un ulteriore spaccato nella storia del personaggio.
La Hoengen infatti era l'ultima erede (insieme alla Klose e poche altre) del contralto "mitologico" da cui l'opera aveva preso le mosse.

Cosa intendi per contralto mitologico? Perche' ritieni la Hongen e la stessa Klose (come adoro questa artista ed immagino come possa essere terrificante la sua Klytemnestra!) degne eredi? Su quali basi vocali, interpretative sei giunto?
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Messaggioda pbagnoli » dom 07 ott 2007, 18:28

Mi sto riascoltando la Borkh. A me sembra inarrivabile.
Vocalmente è perfetta: il senso della parola straussiana è inimmaginabile, la musicalità perfetta, l'aplomb stilistico è quanto di meglio si possa desiderare in questo ruolo. L'edizione che ho messo online è quella in studio diretta da Bohm (altro grandissimo straussiano), ma non è l'unica in cui possa essere colto questo afflato quasi mistico che letteralmente pervade la grande cantante.
Un gradino sotto - nel mio ordine di preferenze - la Varnay, qui colta con Karajan nel 1964.
Poi, naturalmente, la Nilsson
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Messaggioda Rossiniano » dom 07 ott 2007, 20:17

Per me la migliore di tutte era, è e resterà sempre la Nilsson, per svariati motivi : innanzitutto è l'unica che sempre canta Elektra senza mai gridare e sbraitare, in secondo luogo, non certo per importanza, la sua voce gelida, tagliente, ben si addice alla parte di Elektra, che infatti resta secondo me uno dei ruoli in cui la Nilsson meglio ha saputo unire il canto all'interpretazione. Quanto alla saldezza vocale è l'unica che l'abbia esibita in Elektra (parlo di vera saldezza vocale, non di dote naturale) e infatti è l'unica Elektra che a 60 anni cantava Elektra e non Klytaemnestra.

Sicuramente la Varnay e la Borkh avranno avuto una grande presenza scenica (sulla Borkh ho avuto testimonianze di gente che l'aveva vista proprio in Elektra) e impatto interpretativo teatrale, ma dal disco questo passa solo in parte, a parer mio, mentre passano decisamente tutte le magagne vocali.

Insomma il discorso è sempre lo stesso, io non preferirò mai lo Strauss espressionista, perchè secondo me è proprio storicamente sbagliato e continuo anche a credere che un'Artista non sia colei che si straccia le vesti sul palcoscenico ma colei che sa anche intepretare con misura e testa un ruolo. Per me le grandi interpreti restano Maria Callas, Beverly Sills, Magda Olivero, che sempre hanno espresso partendo dalla musica e mai a discapito di essa. Per questi motivi non posso personalmente preferire la Borkh e la Varnay alla Nilsson, perchè in loro trovo solo elementi più esteriori, facenti parte al filone dello Strauss gridato a tutta forza.

La forza dell'Elektra della Nilsson, e ciò che me la fa ritenere un gradino superiore a tutte non è solo l'estrema sicurezza nel gestire la parte ( in qualsiasi recita la Nilsson arriva al finale in maniera impeccabile, non un segno di stanchezza...forse la stanchezza è sopraggiunta solo dai 60 ai 64 anni, ma non ho comunque memoria di Elektre 60enni così cantate) ma anche il suo modo di interpretare la parte. La voce gelida e tagliente si presta benissimo al ruolo, non è mai scomposta pur rendendo sempre meravigliosamente i monologhi di Elektra, e in più quando Strauss prescrive un p o un pp in partitura con la Nilsson c'è un suono perfetto, un vero piano o pianissimo, cosa alla quale non sapevano ricorrere nè la Borkh nè la Varnay, impressionanti nei momenti esteriori del canto a tutta forza ma meno valide nel momento in cui Elektra deve poter avere un minimo di dinamica.
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