Tucidide ha scritto:Ti vengono in mente esempi opposti, ossia di vocalisti che si sono fatti onore in ruoli declamatorî? Mi pare che, ad esempio, la Sutherland wagneriana non ti avesse convinto, così come alcune celebri cantanti italiane alle prese con il ruolo della Contessa della Dama di Picche - Olivero e Pederzini.
Caro Tuc,
Ti rispondo insieme a Maugham che è passato a trovarmi.
Io direi sicuramente la Caballé in Salome (anche se è un ruolo con molti appigli per una vocalista). A me pare che sfrutti il suo vocalismo immacolato per far passare un'immagine inedita del personaggio, quasi smaterializzandolo in nebbie lunari.
Maugham non è d'accordo: secondo lui (cito testualmente) "questi appigli vocalistici la Caballé ...li piglia con tanta insistenza da snaturare il ruolo".
In compenso io e Maugham siamo d'accordo sul nome di Christa Ludwig, che - pur essendo in grado di imitare le declamatrici e fingere di essero a sua volta - restava fondamentalmente un vocalista. L'esempio ovviamente è la sua Waltraute, la sua Ortrud, la sua moglie di Barak e la sua (per noi inarrivabile) Judith, tutti ruoli iperdeclamatori che lei risolveva con maestoso e talvolta languido vocalismo.
Maugham cita la Dominguez nel suo Wagner (la sua Erda con Karajan). Io replico sfoderando il Lohengrin di Pertile, che pur non convincendomi del tutto e risultando oggi penosamente datato, aveva ai suoi anni le sue validissime ragioni poetiche e musicali.
Sempre a proposito di Wagner vocalistico, mi ricollego al mio vecchio articolo sulle prime Isolde di Bayreuth, in cui sottolineavo l'intuizione Cosimaniana (contro la stessa volontà del marito) di affidare a pure e tradizionalissime vocaliste il personaggio di Bruennhilde (e pensare che c'è ancora qualche disutile e ingenuo che replica la fantasia che Cosima abbia indirizzato al declamto la musica di Wagner: i fatti e la storia ci dicono che Wagner scritturò la Materna per Bruennhilde, mentre Cosima chiamò la Lehmann e la Gulbranson)
Un altro caso impressionante (penso che saremo tutti d'accordo) è quello della Sutherland in Turandot; è vero che il ruolo ha debiti molto pesanti nei confronti della tradizione belcantistica, ma è anche vero che fu pensato per la Jeritza e che le declamatrici vi si trovano in genere a loro agio.
La Sutherland giocò le sue carte e vinse stupendamente la partita.
é che ora sono preso un po' alla sprovvista, ma di casi come questi se ne possono rintracciare ancora.
NOn di meno, Tuc, io penso che in un determinato repertorio siano favoriti quegli interpreti che ne dominano il respiro interno.
Poi, è chiaro, si può cantare Summertime e Memory con tecnica melodrammatica, o Wagner con tecnica belcantista, o Verdi con tecnica declamatoria...
Si può anche, da canzonettisti, cantare Puccini (come, ahimè, fecero la Streisand, Al Bano, Mina...)
In certi casi - non esistono verità nel mondo dell'arte - si può anche risultare bravi, convincenti; non lo escludo. Tutto è possibile
Dico solo che è molto più difficile...
Un grande attore madrelingua tedesco potrà anche venire in Italia e recitare perfettamente in Italiano, senza che noi ci accorgiamo delle sue origini linguistiche, giocando con tutte le sfumature, i ritmi e i sapori della nostra lingua.
E' possibile, ma difficile...
In genere è meglio che un tedesco reciti in tedesco e un italiano in italiano... No?