Milano - Teatro alla Scala

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Re: Lissner e La Scala disertata

Messaggioda MatMarazzi » gio 11 giu 2009, 15:26

Maugham ha scritto:Ad Amsterdam. Sai che ho letto (sulla Lonely Planet, non certo su una rivista specializzata) che sono state fatte petizioni contro la gestione artistica del locale teatro d'opera per le scelte troppo all'avanguardia in campo registico effettuate negli ultimi anni. E che "Stopera" -così gli olandesi chiamano il loro teatro- è un termine dispregiativo nato dalla contrazione di due parole come Municipio e Opera per definire l'importanza del peso politico nelle decisioni artistiche a dispetto delle richieste del pubblico.
Perchè la Scala dovrebbe fare eccezione?


Torno un attimo su questa frase, che è molto interessante.
Premetto che sulla tua tesi di fondo, Willy, sono totalmente d'accordo. Sul fatto cioè che la contestazione sia possibile in qualsiasi teatro o per lo meno che sia inevitabile che una parte del pubblico non si riconosca nelle linee artistiche di un teatro.

Detto questo, però, il caso del pubblico della Scala resta particolare e il problema di un loggione chiassoso, manipolabile, pregiudizialmente ostile c'è.
Questo ovviamente non assolve Lissner: come tu hai scritto, suo compito è anche di interloquire col proprio pubblico.
Eppure, ribadisco, il problema c'è e non è lo stesso che si ritrova in città più all'avanguardia.

Visto che facevi l'esempio di Amsterdam, posso riconoscere che esistono anche lì le frange di passatisti e scontenti... però non credo che queste frange siano minacciose e aggressive come lo sono alla Scala, nè numericamente significative.
Come sai, io frequento l'Opera di Amsterdam da otto anni: vi ho visto tante produzioni avanguardiste (perfino un terrificante Gezeichneten di Kusej); però non ho mai sentito l'ombra di un fischio (bella immagine, no?) :) Ho sentito applaudire con frenesia sia Kirchner, sia Joosten, sia Decker, sia Chéreau (proprio la casa di morti che vederemo alla Scala, solo che ad Amsterdam c'era Boulez).

Evidentemente non tutti gli Olandesi sottoscriverebbero le petizioni di cui parli...
Anche considerato che da un quindicennio la Stopera è diventato uno dei teatri più importanti d'Europa, capace di attrarre artisti e pubblico internazionale, mentre ai tempi in cui la Deutekom vi cantava il Trovatore circondata da cagnolini sconosciuti e latranti era una specie di sperduta periferia. Oggi Carsen vi fa le prime che poi la Scala compra...

Infini, avendo chiesto alla mia amica che vive in Olanda, vorrei anche precisare che la contrazione "stopera" non è affatto spregiativa. E' una vox media: indica semplicemente una certa istituzione.
L'albergo in cui andremo fra pochi giorni - che si trova vicino al Muziektheater - si chiama appunto Stopera. Non credo che i suoi proprietari gli abbiano affibiato un nome "spregiativo".


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Re: Lissner e La Scala disertata

Messaggioda Maugham » gio 11 giu 2009, 16:31

MatMarazzi ha scritto:Eppure, ribadisco, il problema c'è e non è lo stesso che si ritrova in città più all'avanguardia.
Visto che facevi l'esempio di Amsterdam, posso riconoscere che esistono anche lì le frange di passatisti e scontenti... però non credo che queste frange siano minacciose e aggressive come lo sono alla Scala, nè numericamente significative.


Senza dubbio. Figurati se mi sogno di paragonare cosa succede nelle autentiche capitali dell'Opera con la situazione scaligera.
Scrivo da tempo su OD e ritengo che la mia posizione sia chiara.
Se poi qualcuno ha letto il mio intervento alla luce di tutto il mondo è paese... be', non è un problema mio, vero Mat? :wink:
Dicendo che le contestazioni ci sono da tutte le parti alludevo solo a un dato di fatto.
Ovvero che in altri posti le contestazioni (anche legittime, beninteso) ci sono, magari espresse senza i toni isterici tipici dei nostri intenditori, magari più strutturate nello sdegno, ma ci sono.
La differenza è che, in altre capitali, sono considerate sfide e non... sfighe.
Scusa la brutalità e la franchezza.

Evidentemente non tutti gli Olandesi sottoscriverebbero le petizioni di cui parli...

Non c'è bisogno che tu lo specifichi. E comunque, sono del parere, che anche se le sottoscrivessero la linea di quel Teatro d'Opera è tale e di tale importanza e di tale rilevanza mondiale da renderle inoffensive.

Infini, avendo chiesto alla mia amica che vive in Olanda, vorrei anche precisare che la contrazione "stopera" non è affatto spregiativa. E' una vox media: indica semplicemente una certa istituzione.
L'albergo in cui andremo fra pochi giorni - che si trova vicino al Muziektheater - si chiama appunto Stopera. Non credo che i suoi proprietari gli abbiano affibiato un nome "spregiativo".


Guarda, io mi limitavo a riferire quello che ho letto su una guida turistica, per quel che vale.
Ho letto meglio.
Venne utilizzato il giorno dell'inaugurazione del teatro che sembrava a detta di molti più un edificio pubblico che un luogo di spettacolo. "Bello come una sedia dell'Ikea" disse qualcuno.
Il termine Stopera deriva dalla contrazione dei due termini Stadhuis (Municipio) e Opera.IChe ormai sia entrato nell'uso corrente è pacifico. E un termine più veloce e incisivo di Muziektheater. E lo usano tutti ad Amsterdam. Anche sui tram.
I firmatari della petizione lo usarono -oltre che per denigrare le ingerenze pubbliche nella gestione del teatro- anche con altro significato. Stopera ovvero "Stop e Opera". Fine dell'Opera. :roll:
Al punto che l'estensore della guida, scioccamente, dice che forse "gli abitanti di Amsterdam non amano molto questo genere di spettacolo." Testuale. :shock:
Mi sa che mando due righe alla LP....
Oggi sono particolarmente incazzoso...... :evil:

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Re: Lissner e La Scala disertata

Messaggioda Maugham » gio 11 giu 2009, 16:56

Tucidide ha scritto:Lissner invece fa il compiacente con le frange più turbolente ed incontentabili, e addirittura fa sue le frasette ad effetto come "di voci così non ce ne sono più", tanto care ad alcuni.


Vedi Tuc, io non volevo dire che il problema loggione non esiste o che non deve essere considerato perchè tanto è un male comune a tutti i teatri del mondo.
L'importante non è il problema. Ma quali strumenti metti in opera per risolverlo. O, ancora meglio, per evitarlo prima che succeda.
In questo sono d'accordo con Mat.
Alla Scala è un problema. Ed è giusto che chi dirige la Scala non ci dorma la notte.
Così come il direttore di un grande istituto di credito non dorme la notte per le sue belle grane con gli azionisti.
Il punto è un altro. Non è un problema di ieri mattina.
Un direttore artistico di tale statura e potere non può nascondersi dietro un loggione chiassoso. A meno che non abbia intenzione di accettare altri incarichi.
Tra l'altro, come mi ha fatto notare Mat, tutte queste cose si sapevano da tempo.
Le sapevamo noi e quindi a maggior ragione le sapeva anche Lissner quando ha accettato l'incarico.
Ovvero che la Scala è un teatro difficile, fortemente sindacalizzato, statalizzato, con una buona parte del pubblico umorale, anziano, conservatore e presenzialista.
Lissner è stato chiamato per invertire la rotta. O almeno così ha dichiarato in mille occasioni.
Per ora, quando si parla di inversione di rotta tutti ormai ripetono il mantra: Monterverdi-Britten-Janacek, Monterverdi-Britten-Janacek, Monterverdi-Britten-Janacek....
Io aspetto.
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Re: Lissner e La Scala disertata

Messaggioda MatMarazzi » sab 13 giu 2009, 11:51

Maugham ha scritto:Venne utilizzato il giorno dell'inaugurazione del teatro che sembrava a detta di molti più un edificio pubblico che un luogo di spettacolo. "Bello come una sedia dell'Ikea" disse qualcuno.


Ehehehe... in effetti tanto bello non è.
Dall'esterno è abbastanza promettente (anche se quel palazzone scuro che incombe sull'acqua non è il massimo della vita); ma all'interno sembra un cinemone.
Inoltre c'è chi mi assicura che, a parte la platea dove finora sono stato io, ci sono tanti posti in cui si vede maluccio.
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Re: Lissner e La Scala disertata

Messaggioda VGobbi » dom 14 giu 2009, 10:36

In parole povere, si stava meglio quando si stava peggio (cioe quando c'era Muti !?!) ?

E Lissner e' cosi' ignorante ? Visto chein Francia c'erano i suoi segretari che lavoravano per lui, non e' che quest'uomo abbia sbagliato mestiere ?

Eppure ricordo con enorme entusiasmo, il fatto che la Scala aveva deciso di cambiare direttore artistico puntando su Lissner, personaggio che non conoscevo affatto ma che proprio tu Mat mi avevi raccontato mirabilie di quest'uomo ... A quanto pare non era farina del suo sacco ...
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Lissner e La Scala disertata

Messaggioda MatMarazzi » dom 14 giu 2009, 11:49

VGobbi ha scritto:In parole povere, si stava meglio quando si stava peggio (cioe quando c'era Muti !?!) ?

E Lissner e' cosi' ignorante ? Visto chein Francia c'erano i suoi segretari che lavoravano per lui, non e' che quest'uomo abbia sbagliato mestiere ?

Eppure ricordo con enorme entusiasmo, il fatto che la Scala aveva deciso di cambiare direttore artistico puntando su Lissner, personaggio che non conoscevo affatto ma che proprio tu Mat mi avevi raccontato mirabilie di quest'uomo ... A quanto pare non era farina del suo sacco ...


Ciao carissimo.
Io ritengo che un segno di civiltà e di professionalità sia la distribuzione delle competenze.
Essere bravi a gestire la stampa, i politici, i divi (compiti del direttore di un teatro) è già moltissimo. Questi aspetti servono a un teatro non meno che una solida programmazione artistica, per la quale servono altre professionalità.
In francia, ad esempio, l'hanno capito e questo spiega perché le loro programmazioni sono così spesso rilevanti. Da loro essere segretari o responsabili artistici o addetti al casting è un'occupazione riservata a super-professionisti.
Da noi è un incarico-ombra (se mai c'è) fatto apposta per raccomandati che aspirano - nel giro di qualche anno - a diventare direttori a loro volta.
Come diceva qualcuno, il nostro è il paese in cui, se si trova un buon generale, lo si fa ministro della guerra, col risultato di perdere un buon generale e acquisire un pessimo ministro.

Ho la sensazione che gli italiani non amino le competenze e le professionalità, tantomeno la distribuzione delle professionalità.
Troppo difficile far marciare uniti settori diversi.
Da noi vige invece il culto del "demiurgo", dell'uomo "forte" che "fa tutto lui".
Penso che anche questo dipenda dalla nostra atavica pigrizia... meglio dar tutto in mano a uno; se la sbrighi lui. Tanto lo si trova sempre un vanitoso a cui farà piacere "imperare" come un principe rinascimentale; meglio ancora se è così ingenuo da non rendersi conto del nostro solito giochetto: gli lasciamo tanto potere e l'illusione di essere una specie di autocrate, solo perché così lavorerà più degli altri, si assumerà tutte le responsabilità, in caso di bisogno potremo sperare nella sua benevolenza... e, quando dimostrerà di non poterci cavare i piedi, si beccherà tutte le colpe e i pubblici insulti.
A noi resta solo la relativa fatica di esaltarlo supinamente prima e demolirlo poi.

Proprio come è avvenuto con Muti; il quale andandosene dalla Scala ha lasciato un vuoto maggiore di quanto Lissner aveva previsto, per la semplice ragione che anche alla Scala tutto deve essere in mano a un uomo. Muti era praticamente senza collaboratori: giusto qualche furbo e tanti yes-men.
Lissner doveva essere semplicemente il nuovo Muti.
Se vi ricordate, per l'opinione pubblica italiana fu già uno strappo - chiosato e combattuto dalla stampa - che Lissner non fosse un musicista o un direttore d'orchestra. Uno dirige un teatro d'opera e non dirige l'orchestra? Ma dove andremo a finire? Come faremo a fare di lui il solito "demiurgo"?

Insomma, la colpa secondo me non è tutta di Lissner: la soluzione sarebbe che lui facesse solo il direttore come a Aix, quello delle relazioni, dell'immagine, dei rapporti fra dipendenti e maestranze e - al massimo - della linea generale da seguire.
E' come responsabile artistico che non funziona: non ha nè la visione, nè la cultura, nè il coraggio per farlo. Tutto si risolverebbe con un paio di segretari artistici ed esperti del casting (possibilmente non italiani) che si facessero carico di questo aspetto.

Io almeno la vedo così,
salutoni,
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Re: Lissner e La Scala disertata

Messaggioda pbagnoli » dom 14 giu 2009, 13:55

E chi vedresti fra quelli che ci sono in giro in questi ruoli?
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Re: Lissner e La Scala disertata

Messaggioda VGobbi » dom 14 giu 2009, 17:52

pbagnoli ha scritto:E chi vedresti fra quelli che ci sono in giro in questi ruoli?

Sopra tutto per un teatro di rinomanza mondiale come la Scala ? Ne sarei davvero curioso !!!
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Stagione scaligera 2010/2011

Messaggioda VGobbi » ven 21 mag 2010, 20:58

Personalmente sono parzialmente soddisfatto.

Anzi tutto la presenza di Tomlinson alla prima scaligera (vi prego fin d'ora, di lasciare un biglietto per me ... se no credo che impazziro', se non riusciro' a sentirlo/vederlo dal vivo!!!).

Sul piano dei titoli operistici, diciamo che non impazzisco ma in un certo senso mi sembra comunque abbastanza omogenea.

Resta il cast, che inutile girarci e' il punto di forza di ogni stagione che si rispetti. Trovo semplicemente' assurdo che Kaufmann e Terfel non cantino insieme nella Tosca. Entrambi meritano il prezzo del biglietto.

Sono contento del ritorno di Marco Berti (che ascoltai tempo fa a Trieste e mi piacque molto, in un'opera assai difficile qual era il Ballo in Maschera) e di Jose' Cura (autentico animale da palcoscenico).

Sorprende il ritorno di Alvarez, che mi pare di aver letto che non volesse piu' cantare alla Scala. Correggetemi se sbaglio. Comunque non e' certo un ritorno in pompa magna, visto che canta in Attila (Foresto) e Der Rosenkavalier (cantante italiano), pero' potrebbe far presagire a ruoli piu' ambiti in futuro ...

Chi ama il Rossini serio, penso che sulla carta abbia allestito il cast piu' interessante, ovverossia La donna del Lago.

Un voto? Io darei un 6,5 ... ma tendente al 6 piu' che al 7 ...
Ultima modifica di VGobbi il sab 22 mag 2010, 9:28, modificato 1 volta in totale.
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Re: Stagione scaligera 2010/2011

Messaggioda pbagnoli » ven 21 mag 2010, 23:52

Mah, non riesco a farmene un'idea.
Ho un po' di perplessità, ma mi sembra che un bel po' di nuove produzioni siano segno di buona volontà.
Peccato l'assenza di grandi registi.
Peccato l'assenza di grandi bacchette.
Peccato il ritorno di un Marcelo Alvarez di cui non si sentiva la mancanza.
Peccato l'imperversare di prodotti nostrani come Serafin e Carosi che mi sembrano poco interessanti.
Peccato per il ritorno di Marco Berti, altro cantante di cui non sento particolare nostalgia.
Peccato l'ennesima presenza di Leo Nucci.
Peccato la riproposta di Waltraud Meier nei panni della nonna di Sieglinde e, concedetemelo, qualche perplessità a combattere l'enorme curiosità di sentire la Stemme come Brunnhilde.

Detto questo, sono contento per il ritorno di Arabella e Rosenkavalier, per la presenza di Terfel e Kaufmann, anche se anch'io deploro il fatto che non possano cantare insieme; e per l'altro gradito ritorno, quello della DiDonato.
Mah.
Come diceva Guido Angeli (?), quello della pubblicità di Aiazzone: "Provare per credere".
Le valutazioni a priori lasciano sempre il tempo che trovano.
Proveremo.
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Re: Stagione scaligera 2010/2011

Messaggioda VGobbi » sab 22 mag 2010, 9:28

A quando l'editoriale sulla stagione scaligera?
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Re: Stagione scaligera 2010/2011

Messaggioda pbagnoli » sab 22 mag 2010, 13:04

Boh!...
Ho appena finito la notte in ospedale!
Quando posso, ben volentieri. Non mi dispiacerebbe avere qualche altro parere...
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Re: Stagione scaligera 2010/2011

Messaggioda teo.emme » sab 22 mag 2010, 15:46

Ben pochi i motivi d'interesse di questa stagione: i titoli sono interessanti (anche se l'ennesima Tosca si poteva ben evitare), ma i cast presentati sono più che deludenti. Spesso, anzi, siamo nel pieno anonimato (come quello del Flauto Magico). Gli unici spettacoli appetitosi per me sono:
1) Turandot, per la direzione di Gergiev (e chissà quale finale proporrà: Berio, Alfano I o Alfano II?)
2) Cavalleria/Pagliacci perchè è da un trentennio che non sono presentati insieme e secondo me sono due capolavori (bisognerebbe rivalutare il nostro verismo). Cuorioso di ascoltare la direzione di Harding.
3) Donna del Lago.
Il resto...è noia (nel migliore dei casi): le bacchette proposte poi (salvo Harding e Gergiev) sono da teatrino di provincia! L'Attila poi è l'esempio di quel che non dovrebbe sentirsi in Scala: direttore di bassa routine, protagonista strabollito (Furlanetto non dovrebbe più cantare), presenza indecente di Nucci (in un ruolo difficilissimo), Odabella della Carosi su cui non vorrei infierire (immagino l'entrata di Odabella), e il solito Alvarez da "anema e core"! Con una operazione del genere la Scala dimostra la sua insipienza e arroganza: come si fa a proporre Furlanetto senescente quando tutti noi si ha ancora nelle orecchie Samuel Ramey? Non era meglio andare su altro Verdi? Magari quello meno frequentato: Battaglia di Legnano, Alzira, Aroldo... Meno rischi e più coraggio!
Taccio poi sulla stagione concertistica e sinfonica: semplicemente ridicole!

Unica cosa positiva: presenza di Barenboim ridotta alla sola prima....
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Re: Stagione scaligera 2010/2011

Messaggioda Maugham » sab 22 mag 2010, 18:09

pbagnoli ha scritto:Boh!...
Ho appena finito la notte in ospedale!
Quando posso, ben volentieri. Non mi dispiacerebbe avere qualche altro parere...


Letta di corsa mentre sto per prendere l'aereo.
Non mi sembra così male. Lo dico solo perchè ci sono quattro o cinque cose che vorrei vedere.
Non mi succedeva da tempo.
Certo che pagare oltre duecento euro di biglietto per certi spettacoli in cuia vrei interesse solo per un cantante.......
Hanno riaperto l'archivio on line.
Che sia un buon segno?
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Re: Stagione scaligera 2010/2011

Messaggioda dottorcajus » sab 22 mag 2010, 18:45

Sto leggendo ora il cartellone.
Prima orrida notizia la presenza del tenore Anile, uno dei misteri più misteriosi della mia carriera di ascoltatore. Visto due volte, un Aida del tipo Rubboli/Oratorio e una sciagurata Norma a Pisa, sempre con esiti che definire imbarazzanti è già un amorevole complimento per l'artista. Premetto che non sono un grande conoscitore dei nomi attuali e che, dopo essermi documentato, molti pregiudizi potrebbero cadere.
Vivessi a Milano non perderei mai Walkiria, i due titoli dell'amatissimo Riccardo (ricordo la per me splendida edizione scaligera di tanti anni fa con la Lott) e il Flauto Magico, nutrirei curiosità per il poco esplorato Britten, eviterei con cura Tosca (nonostante Kaufmann che mi appare sprecato nel titolo), Attila (anche se il pericolosissimo incrocio Nucci/Alvarez sembra evitabile), Turandot per assoluta assenza di interesse nel cast. Probabilmente vedrei la Donna del Lago per ascoltare dal vivo Osborne e Di Donato (Barcellona e Florez non rientrano fra i miei amori), l'Italiana in Algeri per curiosità verso le giovani leve.
Amando molto Cavalleria e Pagliacci accetterei volentieri un biglietto in regalo per superare le perplessità verso parte dei cast.
Non mi esprimo sui balletti essendo tale arte a me visivamente insopportabile nè sul passato remoto, che non frequento, nè sul futuro, forse colpevolmente non desiderato.
Dimenticavo il Romeo et Juliette, opera che vedrei volentieri ma che la mia ignoranza in fatto di nomi non mi permette di valutare correttamente.
Anche sui recital non mi sbilancio.
Roberto
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