pbagnoli ha scritto:Per il mio gusto, l'edizione di riferimento rimane la registrazione di Vienna 1970 con Gedda, Rita Shane e Enriqueta Tarrès: lì Gedda non solo è perfetto, ma l'uso del registro misto di testa lo rende particolarmente affascinante.
Se non erro credo sia del 1971 (direzione Marzendorfer) non del 70.
A me personalmente quell'edizione non piace e Gedda al di là della perfezione e dello stile che gli si riconosce, non mi colpisce affatto, proprio sul versante interpretativo.
Saper fraseggiare e usare le mezze voci a mio modesto parere, non corrisponde per forza di cose alla risoluzione del personaggio.
Altra cosa che non capisco caro Pietro è che sovente si sostiene che una sola frase così come una sola nota non determina l'ampiezza del personaggio, concetto che penso in molti in questo forum sposino appieno, allora perchè rimarcare una cadenza che Corelli non esegue o un Fa sopracuto che comunque sia risulta sempre una sorta di "suono" fine a se stesso (non mi si vorrà dire davvero che è bello o interessante....).
Nel Raoul di Gedda non ci vedo il fuoco del Grand Operà (IMHO), mi mancano gli slanci di un Corelli o meglio ancora di un Poncet (hai mai sentito il live con la Sills? integrale tra l'altro e senza tagli della famosa cadenza che citi...), insomma, come ben saprai io non sono affatto cellettiano (e non me ne può fregar di meno) ma il termine "freddo" in questo caso non credo sia del tutto fuori luogo.
Forse sono OT ma mi piacerebbe disquisire su questo FA dei Puritani
http://www.youtube.com/watch?v=6Jf-lD8_iMs
Salutissimi
Teo