MatMarazzi ha scritto: Perfino il Ring – che a molti sembra solo una cosmogonia mitica – ha un suo precisissimo ancoraggio nella Storia: il Crepuscolo infatti si svolge già in epoca storica, l’età di Attila (che infatti nel NiebelungenLied da cui è tratto il Ring era un personaggio centrale), quindi il 5° secolo dopo Cristo.
Una piccola precisazione da cavilloso.
Il nibelungelied è solo una fonte del Ring. Senza dubbio è inserita tra le cinque principali, ma ultima in ordine di importanza.
Quattro quinti del Ring partono da altre fonti. L'Edda antica (Saemund Edda), quella di Snorre, la Volsungasaga e la Wilkinasaga.
Le prime tre le ho lette (ed.Sansoni). L'ultima non l'ho mai trovata e la cerco da anni.....
Sono letture pallosissime come quasi tutta la poesia scaldica.
Addirittura nel Mein Leben dice -vado a mente- che "mai avrebbe pensato di fare di Siegfried l'eroe di un dramma finchè gli fosse stato noto soltanto attraverso il poema tedesco."
Semmai il Nieblungenlied lo si potrebbe citare -assieme all'Edda antica (Volospa-previsione dell'indovina-Norne)- esclusivamente come fonte del Crepuscolo.
Proprio negli anni in cui secondo alcuni era infoiato di cultura rivoluzionaria (gli anni in cui avrebbe voluto scrivere un Ring anti-capitalista e filo-operaio) cosa ha in effetti scritto Wagner?
Opere che trattano di trascendenza cristiana, di rinuncia al mondo, di salvezza nell’auto-annullamento.
Altro che minatori sfruttati e cattiverie di capitali... una santa che si immola per salvare un peccatore troppo amante della sensualità, una ragazza che sogna di graziare un maledetto da Dio, un cavaliere senza nome...
Matteo, le tue opinioni sono convincenti. L'ho scritto.
E ribadisco che la lettura sociologica del Ring ora -soprattutto alla luce della nostra attualità socio-economica- non potrebbe tenere neanche a Cuba.
Aggiungo che la tua teoria del neid -pur con forzature che non condivido- non fa una grinza.
Però c'è, secondo me, un "baco" nel tuo metodo di analisi.
Non puoi dire:
negli anni in cui secondo alcuni era infoiato di cultura rivoluzionaria
Wagner era -o si sentiva- rivoluzionario e ferocemente antiborghese.
Non è un'opinione. E' un dato di fatto.
Ha incendiato un teatro, mandato all'aria una carriera remunerativa e un matrimonio, era ricercato dalla polizia di mezza europa, gestiva tipografie clandestine, ha scelto un futuro di esule con le pezze al culo in nome di un socialismo utopico decenni prima del capitale di Marx.
Non lo dicono alcuni ideologici di parte. Lo dice lui e lo dicono i fatti. Ha scritto tomi impressionanti sulla materia.
Che poi fosse un rivoluzionario sui generis, che tendesse a fare di ogni rivoluzione e di ogni dottrina ad essa sottesa la "sua" rivoluzione e la "sua" filosofia, siamo d'accordo.
Come siamo d'accordo sul fatto che, in quanto artista, abbia usato cinicamente gli ideali rivoluzionari per promuovere la propria opera.
Ma non puoi mettere in secondo piano un dato nevralgico e centrale della vita di Wagner esclusivamente perchè non rientra nei percorsi del tua -per certi versi brillantissima- analisi.
Certo, Lohengrin, Tannhauser, Olandese....
Ma non dimenticare lo scatenamento creativo degli anni rivoluzionari e socialisti quando abbozzò il Ring.
Gesù di Nazareth, Wieland il fabbro, Barbarossa... sono tutti rivoluzionari spaccamondo che tutelano i diritti degli oppressi e fondano una nuova società basata su un liberismo anarchico e fiammeggiante.
Molte di queste idee sono finite nel nel Ring.
Può non piacerci, ma onestamente non possiamo negarlo.
Possiamo invece a livello critico osteggiare letture nibelungiche in tal senso.
Perchè non parlano più al nostro contemporaneo e sono, come ti ho detto a voce, ideologia giurassico-operistica.
Anche per me, ovviamente, vale l'IMHO.
ciao
Willie