Alcina (Händel)

recensioni e commenti di spettacoli visti dal vivo

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Re: Alcina alla Scala

Messaggioda pbagnoli » dom 15 mar 2009, 11:50

MatMarazzi ha scritto:
pbagnoli ha scritto:La recensione di Lorenzo Arruga, dal "Giornale":
Poi c’era stato a un bla-bla-blog l’annuncio che avrebbero fischiato una cantante, per difendere il belcanto di non so quali tempi di cui si sentono testimoni e quindi abbiamo udito una manciatella sterile di bùu.


Ma c'è ancora chi dà retta a queste puttanate?

Saluti,
Matteo

Evidentemente sì, e se ne vantano pure.
D'altra parte, le claques sono sempre esistite e, negli ultimi tempi, si assiste sempre di più al fischio profilattico: quello cioè di chi va a teatro stabilendo aprioristicamente che passerà una serata di merda, con dei deficenti che cantano, un direttore battisolfa, un regista incapace ( vuoi mettere quando c'erano i fondali dipinti? ) e via scemeggiando. Ho usato volutamente il termine profilattico, e non aggiungo altro per non scadere nel pecoreccio.
Per la cronaca, a uso e consumo dei lettori, già ieri sera avevo usato io stesso il termine usato da Matteo, e cioè "puttanate" in riferimento alla stessa questione.
Sono stato conseguentemente minacciato di querela da un ex lettore che, evidentemente, leggendo, si era riconosciuto in questa definizione, non so bene perché.
Non ho fatto nomi, né peraltro ne faccio adesso: al lettore ho risposto privatamente e non mi estorcerete il suo nome nemmeno sotto tortura.
Pensando di fare cosa giusta, visto che il lettore si era consapevolmente riconosciuto nella definizione, l'avevo tolta dal mio post: me ne scuso con i lettori di questo forum.
Quindi sì: anch'io, come Matteo, sono orgoglioso di affermare a voce alta e forte che andare a teatro col programma profilattico (ribadisco volutamente il termine: e...hony soit qui mal y pense) di fischiare a prescindere un allestimento che ha fatto la Storia del teatro d'opera, faccia parte di quelle manifestazioni che appartengono al mare magnum della categoria delle puttanate :D
Poi, ognuno si riconosca nella categoria di competenza!
Buona domenica a tutti!
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Re: Alcina alla Scala

Messaggioda Tucidide » dom 15 mar 2009, 12:58

pbagnoli ha scritto:
MatMarazzi ha scritto:
pbagnoli ha scritto:La recensione di Lorenzo Arruga, dal "Giornale":
Poi c’era stato a un bla-bla-blog l’annuncio che avrebbero fischiato una cantante, per difendere il belcanto di non so quali tempi di cui si sentono testimoni e quindi abbiamo udito una manciatella sterile di bùu.


Ma c'è ancora chi dà retta a queste puttanate?

Saluti,
Matteo

Evidentemente sì, e se ne vantano pure.

La cosa strana è che un quotidiano (seppure di linea editoriale a dir poco discutibile... OK, non parliamo di politica... :D ) riporti dei flatus vocis come quello...
Se basta un blog, dove ci si firma con pseudonimi, per finire su un quotidiano a tiratura nazionale, allora ha ragione Travaglio a dire che l'informazione in Italia è allo sfacelo... :roll: (OK OK... :mrgreen: niente politica).

Ho usato volutamente il termine profilattico, e non aggiungo altro per non scadere nel pecoreccio.

Perfetto uso, rispettoso dell'etimologia. :wink:

Per la cronaca, a uso e consumo dei lettori, già ieri sera avevo usato io stesso il termine usato da Matteo, e cioè "puttanate" in riferimento alla stessa questione.
Sono stato conseguentemente minacciato di querela da un ex lettore che, evidentemente, leggendo, si era riconosciuto in questa definizione, non so bene perché.
Non ho fatto nomi, né peraltro ne faccio adesso: al lettore ho risposto privatamente e non mi estorcerete il suo nome nemmeno sotto tortura.
Pensando di fare cosa giusta, visto che il lettore si era consapevolmente riconosciuto nella definizione, l'avevo tolta dal mio post: me ne scuso con i lettori di questo forum.

Avevo letto... :shock:
Certo che c'è gente molto strana a questo mondo. :roll:
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Re: Alcina alla Scala

Messaggioda VGobbi » dom 15 mar 2009, 18:56

Letta la recensione dello spettacolo di Alberto Mattioli su "La Stampa". Parla di uno spettacolo bellissimo, nonostante sia registicamente vecchio di 10 anni ma ancora attualissimo. Rimpiange il cast che c'era alla Bastille (Fleming, Graham e Dessay) e mostra forte disappunto per il pubblico scaligero che si e' permesso di criticare il regista Carsen.

Mi stavo domandando ... Per caso Mattioli e' un assiduo frequentatore del forum di Operadisc? :shock:
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Alcina alla Scala

Messaggioda pbagnoli » dom 15 mar 2009, 19:10

Tucidide ha scritto:
La cosa strana è che un quotidiano (seppure di linea editoriale a dir poco discutibile... OK, non parliamo di politica... :D ) riporti dei flatus vocis come quello...
Se basta un blog, dove ci si firma con pseudonimi, per finire su un quotidiano a tiratura nazionale, allora ha ragione Travaglio a dire che l'informazione in Italia è allo sfacelo... :roll: (OK OK... :mrgreen: niente politica).

Non è strano, in fondo: viviamo in un'epoca globale e ci sta tutto e il contrario di tutto.
Ripeto: le claques sono sempre esistite, in parte per interesse monetario, ma anche (tè, così abbiamo fatto par condicio)per semplice passione, come sicuramente sarà a proposito di questi quattro gatti che hanno fischiato.
Arruga - come molti altri lavoratori del settore - li conosce bene: sono sempre loro, quelli che arrivano con l'allure da gufi e si piantano in piccionaia a far valere i loro diritti. Fanno parte della coreografia di tutti i teatri, perché la Scala dovrebbe fare eccezione?
Avevano fischiato Puccini, ai tempi, perché non era come Verdi.
Hanno fischiato la Callas perché non era ortodossa, poi la Scotto e la Freni perché non erano come la Callas.
Avevano fischiato Merritt perché mandava gli acuti in falsettone rinforzato, adesso lo rimpiangono e lo citano a modello mentre fischiano i suoi eredi.
Adesso si prendono la briga di fischiare un allestimento storico: nel 1999, a Parigi, ragazzi di 20-25 anni facevano la fila di notte per trovare un biglietto. Natalie Dessay aveva fatto un'interpretazione da brivido di Morgana e c'era anche - tu lo sai bene, Tuc - la Fleming che faceva un'Alcina di una voluttà e, allo stesso tempo, di un aplomb stilistico da mettere i brividi. L'orchestra era la meravigliosa Les Arts Florissants e la dirigeva Christie, uno dei numi tutelari della riscoperta del repertorio barocco. Nessuno andò a teatro con l'idea di fischiarli per partito preso, perché queste sono cose che accadono in questo cazzo di Paese e in pochi altri al mondo. Succede a Bayreuth, perché fa parte dell'arredo, ma lì se ne fottono, perché si preoccupano solo - e giustamente - di dare al mondo le direttive sul modo di eseguire Wagner: e per tacitare coloro che dovessero ostinarsi a pensare il contrario, basterà citare Wieland, Chèreau e Kupfer, tutta gente abbondantemente fischiata ma che ha scritto la storia esecutiva di questo repertorio.
Milano, la Milano addormentata che negli ultimi vent'anni si è sorbita l'appiattimento di Muti caput mundi, artefice di un provincialismo che ha fatto retrocedere la nostra povera Scala ai minimi storici, importa finalmente uno dei pochi spettacoli che hanno fatto epoca negli ultimi vent'anni, e qualcuno che non capisce, anziché darsi la briga di cercare di studiare, informarsi, consultare e capire, si permette di fischiare?
Be', penso che ci meritiamo i Pizzi, i Ronconi e gli Zeffirelli, non Carsen. E ci meriteremmo un'Alcina della Devia, altro che palle. Così sarebbero contenti tutti e forse non andrebbero a teatro armati di fischietto profilattico.
Che amarezza :(
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Re: Alcina alla Scala

Messaggioda pbagnoli » dom 15 mar 2009, 19:11

[quote="VGobbi" ]Mi stavo domandando ... Per caso Mattioli e' un assiduo frequentatore del forum di Operadisc? :shock:[/quote]
Non credo, anche se non lo escluderei.
Quanto al pubblico scaligero, ti ho già espresso sopra le mie considerazioni... :(
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Re: Alcina alla Scala

Messaggioda MatMarazzi » dom 15 mar 2009, 19:26

VGobbi ha scritto:Per caso Mattioli e' un assiduo frequentatore del forum di Operadisc? :shock:


Non credo davvero! :)
Le cose che scrive Mattioli le pensano e le dicono tutti.
Vorrei che si capisse che noi di Operadisc non siamo una frangia di matti; a me pare che siamo lo specchio del pubblico vero.
Quello che ama la Dessay, che considera la Denoke un genio, che insegue gli allestimenti di Carsen e Jones, che non considera Janacek avanguardia, che non fa le crociate contro gli strumenti antichi.
Sono gli altri a essere una minoranza... chiassosa e ciarliera fin che vuoi, ma pur sempre minoranza.

Salutoni,
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Re: Alcina alla Scala

Messaggioda Rodrigo » lun 16 mar 2009, 23:32

Ma insomma...
la Petibon come è stata? A leggere certe recensioni sembra essere stata un disastro completo.
Francamente per quello che ho ascoltato di lei faccio fatica a crederlo... :?: :?: :?:
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Re: Alcina alla Scala

Messaggioda Rodrigo » lun 16 mar 2009, 23:34

MatMarazzi ha scritto:
VGobbi ha scritto:Per caso Mattioli e' un assiduo frequentatore del forum di Operadisc? :shock:


Non credo davvero! :)
Le cose che scrive Mattioli le pensano e le dicono tutti.
Vorrei che si capisse che noi di Operadisc non siamo una frangia di matti; a me pare che siamo lo specchio del pubblico vero.
Quello che ama la Dessay, che considera la Denoke un genio, che insegue gli allestimenti di Carsen e Jones, che non considera Janacek avanguardia, che non fa le crociate contro gli strumenti antichi.
Sono gli altri a essere una minoranza... chiassosa e ciarliera fin che vuoi, ma pur sempre minoranza.
Salutoni,
Mat


Io non faccio le crociate contro gli strumenti antichi, ma neanche a favore!
Preferisco essere agnostico su questo tema...
Se quello che ascolto mi persuade non mi preoccupo troppo di cosa c'è in buca.
:D :D :D
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Re: Alcina alla Scala

Messaggioda beckmesser » mar 17 mar 2009, 11:42

Io ho visto la seconda recita, venerdì sera. A parte ogni considerazione sull’assurdità anche solo di pensare che si possa fischiare un allestimento del genere, confesso che nel complesso sono uscito con un po’ di malinconia. D’accordo, è uno spettacolo che ha fatto storia ma, appunto, l’ha fatta. E non l’ha fatta solo Carsen, ma Carsen con Christie, la Fleming e la Dessay: era tutto l’insieme che 10 anni fa ha scosso il modo di intendere Handel. Che adesso un teatro come la Scala si riduca a riprendere uno spettacolo così in un contesto (cast, direzione) che, inevitabilmente, non può competere con l’originale, fa un po’ tristezza. La Scala vuole dire la sua sull’opera barocca? Bene, metta in piedi uno spettacolo che fissi nuove coordinate e che, magari, mandi in archivio l’Alcina di Carsen. Detto questo, l’allestimento si conferma bellissimo, ma come “decontestualizzato”. Non ho visto (ahimé) lo spettacolo a Parigi, ma conosco la registrazione audio, e devo dire che immaginando la sovrapposizione delle due cose posso immaginare cosa doveva essere. Qui, secondo me, la direzione non funzionava. Antonini dirige bene, ha fantasia, senso della narrazione, ma ha una concezione di Handel molto vecchio stile: sonorità sgargianti, ritmi pimpanti, molto vibrato; barocco come meraviglia (anzi “maraviglia”), stupore, astratta allegoria, ecc. Tutto legittimo: peccato che Carsen andasse in senso esattamente opposto, a mettere in luce come dietro questa storia di maghi, eroi e donne sublimi ci siano le dinamiche sentimentali di qualsiasi essere umano, valide in qualsiasi tempo e luogo. Non so, ma ho il sospetto che Antonini avrebbe davvero preferito i mantelloni svolazzanti di Pizzi (e credo anche che questo direttore diverrà presto il vessillo di tutti coloro che odiano la moderna prassi barocca; anzi, credo si dica “baroccara”).

Il cast è buono, ma mancava quell’elettricità che si sente quando grandi personalità sono coinvolte in uno spettacolo in cui credono veramente. La Harteros canta bene, in alcuni punti benissimo, ma non ha nessuna vera zampata da grande artista. La Petibon, al contrario, avrebbe personalità, ma la parte è veramente troppo per lei (almeno in una sala come quella della Scala). Non è per fare i cultori del Vero Canto Stilizzato o dell’immascheramento perfetto e via dicendo, ma i suoni fissi a cui riduceva buona parte del suo registro acuto erano veramente terribili. A me sta bene che una cantante decida di usare una tecnica che riduca al minimo o elimini il vibrato: ma anche questa è, appunto, una tecnica, che come tutte le tecniche deve essere messa a punto con criterio e poi padroneggiata a dovere. Qui non mi sembrava affatto che lo fosse, tanto che spesso anche l’intonazione andava a quel paese. La Bacelli è come al solito artista intelligente e capace, ma in questa occasione mi è parsa un poco alterna: bravissima nel II atto, meno nel III, dove però credo che non si trovasse in piena sintonia con il direttore… Bella sorpresa la Bradamante della Hammerstrom: non l’avevo mai sentita nominare ma, anche se non è un fulmine nelle agilità, il timbro è bello e l’interprete interessante. Resta un mistero il perché si sia chiamato Miles (che non credo costi pochissimo) per cantare (maluccio) una sola aria: un buon studente di conservatorio avrebbe fatto meglio a un terzo del costo…

In sintesi: sono felice di aver visto, sia pure in extremis, lo spettacolo di Carsen, ma spero che prima o poi la Scala possa dire qualcosa di suo su Handel…

Saluti.
beckmesser
 
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Re: Alcina alla Scala

Messaggioda pbagnoli » mar 17 mar 2009, 13:18

Grazie, Beck, della tua bella recensione.
Scrivi alcune cose condivisibilissime:
:arrow: inspiegabile che qualcuno fischi un allestimento storico. Perché? Cosa vuoi dimostrare? Che la sai lunga? Verrebbe da dire: prendi martello, riga e pennello e fallo tu, visto che sei così intelligente
:arrow: inspiegabile che un teatro come la Scala non abbia pensato di dare una sua linea nell'interpretazione di questo repertorio. Temo però che sia necessario considerare un grosso passo in avanti il fatto che abbiano deciso di importare questo allestimento così storico, anche se con cantanti non completamente all'altezza dell'evento

Una cosa però te la devo chiedere, per piacere: non usare qui il termine "baroccaro". Non mi (ci) piace: esiste il repertorio barocco, che ha il suo stile creativo ed esecutivo e che trovo sia una delle conquiste più entusiasmanti degli ultimi vent'anni. Mortificarlo con disprezzo come fanno alcuni solo perché non lo capiscono e interpretano tutto alla luce del VCS, a me proprio non piace... :D
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Re: Alcina alla Scala

Messaggioda Tucidide » mar 17 mar 2009, 13:42

beckmesser ha scritto:Io ho visto la seconda recita, venerdì sera. A parte ogni considerazione sull’assurdità anche solo di pensare che si possa fischiare un allestimento del genere, confesso che nel complesso sono uscito con un po’ di malinconia. D’accordo, è uno spettacolo che ha fatto storia ma, appunto, l’ha fatta. E non l’ha fatta solo Carsen, ma Carsen con Christie, la Fleming e la Dessay: era tutto l’insieme che 10 anni fa ha scosso il modo di intendere Handel.

Perfetto! Hai centrato alla perfezione il punto: era la sinergia di quei grandi artisti a portare ad un risultato straordinario. Ciascuno di essi, da solo, avrebbe funzionato molto meno.

Non ho visto (ahimé) lo spettacolo a Parigi, ma conosco la registrazione audio, e devo dire che immaginando la sovrapposizione delle due cose posso immaginare cosa doveva essere.

Eh già... :( Nemmeno io l'ho visto, ed invidio non poco chi ne ha avuto la possibilità. Ricordo ancora quando lessi la recensione su L'opera, ebbi subito l'idea di essermi perso uno spettacolo storico. Quando vidi in un negozio l'incisione Erato (insperata, vista l'appartenza a diverse case degli artisti coinvolti), esultai come un quattordicenne a cui regalano il motorino. :mrgreen:

credo anche che questo direttore diverrà presto il vessillo di tutti coloro che odiano la moderna prassi barocca; anzi, credo si dica “baroccara”

Così la chiamano quelli che non la amano...
Su questo punto
pbagnoli ha scritto:Una cosa però te la devo chiedere, per piacere: non usare qui il termine "baroccaro". Non mi (ci) piace: esiste il repertorio barocco, che ha il suo stile creativo ed esecutivo e che trovo sia una delle conquiste più entusiasmanti degli ultimi vent'anni. Mortificarlo con disprezzo come fanno alcuni solo perché non lo capiscono e interpretano tutto alla luce del VCS, a me proprio non piace...

credo che ci si debba allacciare a questo saggio punto di Beck:
La Petibon, al contrario, avrebbe personalità, ma la parte è veramente troppo per lei (almeno in una sala come quella della Scala). Non è per fare i cultori del Vero Canto Stilizzato o dell’immascheramento perfetto e via dicendo, ma i suoni fissi a cui riduceva buona parte del suo registro acuto erano veramente terribili. A me sta bene che una cantante decida di usare una tecnica che riduca al minimo o elimini il vibrato: ma anche questa è, appunto, una tecnica, che come tutte le tecniche deve essere messa a punto con criterio e poi padroneggiata a dovere. Qui non mi sembrava affatto che lo fosse, tanto che spesso anche l’intonazione andava a quel paese.

Giustissimo: come dice la Marescialla, è il "wie", il "come" che fa la differenza. :D
Alcune moderne direzioni barocche sono stupefacenti, ma altri, pur partendo da presupposti analoghi, pervengono a risultati orridi.
La direzione di Christie, eccezionale per i miei gusti, dimostra che molti pregiudizi degli anti-baroccari (in questo senso posso dirlo, vero? :wink: ) sono campati in aria: tempi sempre veloci? Certo... come no? :roll: Si ascolti "Ah, mio cor", lentissimo ma innervato di un'urgenza ritmica ipnotica. Suoni fissi? Certo... :roll: :roll: e la meravigliosa concertazione di "Verdi prati" dove la mettiamo? E l'orgia sonora dei contrappunti di "Tornami a vagheggiar"?
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Re: Alcina alla Scala

Messaggioda Riccardo » mer 18 mar 2009, 14:39

pbagnoli ha scritto:Una cosa però te la devo chiedere, per piacere: non usare qui il termine "baroccaro". Non mi (ci) piace: esiste il repertorio barocco, che ha il suo stile creativo ed esecutivo e che trovo sia una delle conquiste più entusiasmanti degli ultimi vent'anni. Mortificarlo con disprezzo come fanno alcuni solo perché non lo capiscono e interpretano tutto alla luce del VCS, a me proprio non piace... :D

Ma per "baroccari" si intendono coloro che con supponenza ritengono che l'unico vero suono per certo repertorio sia quello secco e fisso in orchestra e nelle ugole; coloro che ritengono che il vero (!) Beethoven si debba suonare soltanto con cinque violini primi cinque secondi un violoncello e mezzo contrabbasso; coloro che possono sentire Bach solo sul clavicembalo; coloro che ritengono Sara Mingardo la più importante voce di contralto del secolo scorso; coloro che si commuovono a sentire Vivaldi e Haendel eseguiti (magari male) su strumenti su "originali" etc.
Questi chiamansi "baroccari" :D
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Re: Alcina alla Scala

Messaggioda Tucidide » mer 18 mar 2009, 22:01

Riccardo ha scritto:Questi chiamansi "baroccari" :D

A me la parola "baroccari", con quel suffisso dispregiativo "-aro", ricorda l'epiteto "Capocottari", con cui Giancarlo Pajetta, storico esponente del PCI, apostrofava dai banchi di Montecitorio i rivali della DC al tempo del famoso "caso Montesi".
Non è un'estemporanea boutade. Credo che sulla prassi esecutiva del barocco, da una parte come dall'altra, si arrivi in certi casi ad un'opposizione di stampo quasi politico, ideologico.
Da una parte, ciò significa che è un argomento scottante, che interessa, che "tira". Dall'altra, porta a livori fuori luogo.
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