da pbagnoli » ven 23 gen 2009, 16:08
E' facile cadere nella retorica quando si parla di un grande artista morto.
Un artista che, per di più, ha segnato così tanto il nostro vissuto, la nostra immaginazione, la nostra voglia di uscire dagli schemi.
In questi giorni io ne ho sentite di tutti i colori, per cui ne avrei abbastanza per fermarmi qui e non proseguire, ma ricordo che le sensazioni più forti legate a De Andrè le ho percepite passeggiando un po' di anni fa con moglie e figlio (il cane non c'era ancora) nei caruggi intorno al porto vecchio, in quella che il mai dimenticato Cesare Simonetti chiama "Genova Profonda".
In quell'aria spessa, carica di sale, gonfia di odori, capisci finalmente non solo "Via del Campo" e "La città vecchia", ma anche che puoi avere quella faccia un po' così e quell'espressione un po' così di cui parlavano Paolo Conte e Bruno Lauzi.
Ho sempre desiderato ritornare a Genova, sperando di riprovare quelle sensazioni che mi avevano già colpito, ma non ce l'ho ancora fatta...
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)