I Puritani (Bellini)

recensioni e commenti di spettacoli visti dal vivo

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Re: Puritani - Bologna - Florez - Machaidze

Messaggioda Pruun » ven 09 gen 2009, 23:25

Trovo davvero interessantissimo il post di Rodrigo. Grazie!
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Re: Puritani - Bologna - Florez - Machaidze

Messaggioda Tucidide » sab 10 gen 2009, 0:43

Pruun ha scritto:Trovo davvero interessantissimo il post di Rodrigo. Grazie!

Davvero! :D
Rodrigo ha scritto:A me è venuto un brivido leggendo, lo ha scritto Tucidide mi pare, che nella scena della sfida Florez sembrava Tonio finito per sbaglio in una fortezza puritana. Voleva essere una critica, ma perché non vedervi una prospettiva? Chissà, mi sono chiesto, come sarebbe un Arturo interpretato come eroe per caso, come un ragazzo che nella sua albagia adolescenziale pensa solo alla sua Elvira che si trova suo malgrado a dover partecipare a qualcosa che non capisce e che non gli interessa poi molto? Avrebbe senso in quest'ottica un eroismo senza macchia alla Kraus? O non avrebbe il suo perché un eroismo posticcio, da teen ager che vuol fare (deve fare) il duro ma è il primo a non crederci?
:D :D :D

Caro Rodrigo, quello che dici mi trova assai d'accordo in linea di principio. Il sottoscritto è fiero oppositore di concetti quali "stile" e "pertinenza stilistica". Trovo che alcune delle più grandi interpretazione degli ultimi anni si siano verificate proprio quando l'interprete ha deciso, magari di concerto con regista e direttore, di mandare a quel paese lo stile e si è preoccupato di parlare un linguaggio che facesse presa sul pubblico.
Quindi, da parte mia non c'è, davvero, prevenzione nei confronti di letture innovative, anche spiazzanti.
Però, per apprezzare un'interpretazione, specie se così caratterizzata da "novità", ci vogliono due cose, una soggettivissima, l'altra... quasi altrettanto soggettiva. :D
La prima è che deve convincermi: in questo concordo con Mat. :)
La seconda è che l'intepretazione deve essere coerente. Va bene un Arturo Talbo adolescente spaesato in un mondo di contrasti politici che egli stenta a capire e nei quali si trova a doversi districare suo malgrado. Ma allora il cantante deve perseguire questa strada dal principio alla fine.
Ieri sera, l'"A te o cara" era un po' timido e preoccupato del do #, ma convengo che fosse abbastanza nobile e dolce. Poi, secondo me Florez ha sofferto nella scena con Enrichetta e nella sfida. Quando dico che è sembrato Tonio nella fortezza puritana, intendo dire che il suo modo di accentare e di cantare erano quelli di un Tonio che giocava a fare Arturo. In altre parole, invece di assecondare la sua natura vocale ed interpretativa, JDF ha cercato di fare l'eroe. Ha cercato la scansione, il piglio dell'eroe romantico, talvolta allargando l'emissione, e in certi casi la vocalità ne ha anche risentito. Piccole cose, potrei dire. Dal vivo Arturo è sempre stato un macello, e Pavarotti lo dimostra.
Ad ogni modo, resta il fatto che non ha mirato sempre a fare un Arturo adolescente, ma talvolta ha cercato di spostarsi sul coté eroico, senza averne i mezzi. Ecco perché sembrava Tonio. E' quando vuoi fare quello che non sei, che i nodi vengono al pettine.
Nel terzo atto, i tentativi di eroismo sono stati più contenuti (giusto un po' in "Credeasi misera") e ad esempio nel duettone con Elvira Florez mi è piaciuto molto. Era davvero un adolescente innamorato.
Naturalmente, questa è stata solo la mia impressione, purtroppo veicolata dall'orrenda ripresa RAI.
Magari, ad altri ascoltatori la lettura di Florez è sembrata coerentissima, tutta d'un pezzo e convincentissima. Magari solo io e pochi altri abbiamo avvertito un interprete poco convinto e talvolta incerto sul da farsi.
Ed è bello, e giusto, che sia così. :wink:
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Re: Puritani - Bologna - Florez - Machaidze

Messaggioda MatMarazzi » sab 10 gen 2009, 11:57

Rodrigo ha scritto:Chi intende portare avanti una nuova concezione dovrebbe avere qualcosa da offrire (il famoso quid). Ma, attenzione, se non sa o non può offrirlo non per questo saremo autorizzati a ritenere che la lettura consolidata sia dogmaticamente intangibile. Potremo certamente essere scontenti della prestazione, ma nulla ci impedirà di auspicare ugualmente il superamento dei criteri esecutivi acquisiti. Il fatto che non ci siano più stati Otelli "storici" dopo Vickers e Domingo non comporta automaticamente che ormai le uniche letture possibili siano quelle da essi proposte.


Ma certo, caro Rodrigo...
Tu però ti poni da un punto di vista teorico ed elitario: nel senso che il pubblico medio non è affatto tenuto a "intuire" il valore di letture alternative, la loro realizzabilità tecnica, vocale, espressiva...
Questo è compito solo degli artisti (come tu dicevi giustamente in testa al post); il pubblico medio può solo giudicare a posteriori il risultato, o meglio giudicare se ne è rimasto convinto o no.

Una piccola fetta del pubblico operistico (diciamo immodestamente... noi! :) ) può anche ragionare in linea teorica sulle possibili evoluzioni di un personaggio, auspicare eventuali aperture a sentieri non tradizionali, suggerire possibili interazioni fra società e visioni di un'opera...
Noi apparteniamo alla fetta degli "esperti", coloro che dedicano all'opera molto, molto tempo e molta passione.
Da un punto di vista numerico non siamo rappresentativi.
La maggior parte di coloro che riempiono i teatri, ossia la parte che conta davvero nella dialettica artista-pubblico, non è in grado di formulare ipotesi, nè (per fortuna) gli interessa farlo; il suo compito è proprio quello di portarsi dietro i suoi "pregiudizi", fondati sulle tradizioni d'ascolto.
Come ho scritto nella recensione all'Hansel, i pregiudizi del pubblico non vanno giudicati negativamente, anzi sono molto importanti; il fatto che il pubblico preservi - col suo apprezzamento - le conquiste del passato, permette la continuità delle scuole e delle tradizioni attraverso i tempi. Scusa se mi ripeto, ma è compito dell'artista e non del pubblico modificare quei pregiudizi (e crearne, così facendo, altri)...

Per concludere, trovo bellissime e condivisibilissime tutte le tue considerazioni sulle auspicabili evoluzioni interpretative del personaggio di Arturo. Rientrano fra l'altro proprio nello spirito di questo nostro sito! :)
L'unica cosa che mi lascia un poco perplesso è la pretesa che il pubblico debba "anticipare" in linea teorica (come facciamo noi) queste possibli rivoluzioni e che non debba essere schiavo delle tradizioni consolidate (quelle che ai loro tempi hanno convinto).
Non solo questo - per me - non è possibile; ma nemmeno auspicabile.
Il pubblico deve essere il garante della tradizione; altrimenti l'arte sarebbe una Babele di velleitarismi e novità (molte delle quali per definizione sbagliate) senza più il vaglio della selezione.
Guarda cosa è successo alle arti figurative e alla musica contemporanea quando il pubblico - accusato di tradizionalismo - se ne è tirato fuori e ha lasciato il campo libero solo ad esperti, artisti e ...Stati.
A un sano sperimentalismo si è sostituito il caos linguistico ed espressivo... e la deriva del genere.

Salutoni e grazie mille dei tuoi post sempre stimolanti.
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Re: Puritani - Bologna - Florez - Machaidze

Messaggioda Rodrigo » sab 10 gen 2009, 15:02

A questo punto...
perché la moderazione non inserisce la recensione di qualche edizione dei Puritani presente sul database?
Personalmente mi incuriosiscono il binomio Kraus-Caballé o quello Blake-Devia.
Se questa non è la sede giusta per le richieste chiedo venia :oops: :oops: :oops:
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Re: Puritani - Bologna - Florez - Machaidze

Messaggioda pbagnoli » sab 10 gen 2009, 16:34

Rodrigo ha scritto:A questo punto...
perché la moderazione non inserisce la recensione di qualche edizione dei Puritani presente sul database?
Personalmente mi incuriosiscono il binomio Kraus-Caballé o quello Blake-Devia.
Se questa non è la sede giusta per le richieste chiedo venia :oops: :oops: :oops:

No, va benissimo.
Solo che sino a quando qualcuno dei miei soci non contribuisce su questo fronte specifico :evil: , il lavoro recensorio ricade per lo più sul mio groppone, e io vado ad umore del momento e, comunque, sulla base del tempo a mia disposizione. Adesso ho altra carne al fuoco e non ce la faccio a mettere su anche i Puritani. Ma prometto che lo farò appena possibile.
Naturalmente, se Matteo avesse voglia e/o tempo...
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Re: Puritani - Bologna - Florez - Machaidze

Messaggioda VGobbi » sab 10 gen 2009, 19:37

pbagnoli ha scritto:
Rodrigo ha scritto:A questo punto...
perché la moderazione non inserisce la recensione di qualche edizione dei Puritani presente sul database?
Personalmente mi incuriosiscono il binomio Kraus-Caballé o quello Blake-Devia.
Se questa non è la sede giusta per le richieste chiedo venia :oops: :oops: :oops:

No, va benissimo.
Solo che sino a quando qualcuno dei miei soci non contribuisce su questo fronte specifico :evil: , il lavoro recensorio ricade per lo più sul mio groppone, e io vado ad umore del momento e, comunque, sulla base del tempo a mia disposizione. Adesso ho altra carne al fuoco e non ce la faccio a mettere su anche i Puritani. Ma prometto che lo farò appena possibile.
Naturalmente, se Matteo avesse voglia e/o tempo...

L'idea di poterti allegerire il lavoro, in teoria era gia' stata proposta. Se non poi non la si mette in pratica ...
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Puritani - Bologna - Florez - Machaidze

Messaggioda Riccardo » mar 13 gen 2009, 1:14

Interessantissimo il discorso di Matteo sul pubblico e sulle cause che hanno portato alla crisi della musica contemporanea... Andrà approfondito 8)

Per quanto riguarda recensioni dei Puritani con Blake potrei molto timidamente offrirmi :D

Per quanto riguarda quelli di Bologna le cose interessanti da dire sono talmente poche (e più a livello testuale che non esecutivo) che mi limito a proporre due ascolti/visioni di due Elvire notevoli. Una classica e una meno...

Ditemi che ne pensate, se ne avete voglia.


http://www.youtube.com/watch?v=lnxetZT2HWY
http://www.youtube.com/watch?v=y_dfWF4mcnM

Salutoni,
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Re: Puritani - Bologna - Florez - Machaidze

Messaggioda stecca » mar 13 gen 2009, 1:20

Rodrigo ha scritto:Personalmente mi incuriosiscono il binomio Kraus-Caballé :



Una incredibile alternanza di bolsaggini e soavità da parte di lei e una freddezza ghiacciata seppure impeccabile di lui, binomio sotto certi aspetti totalmente "cannato" e sotto altri l'incontro comunque di due fenomeni vocali assai diversi tra loro e cmq entrambi fior di Artisti con la A maiuscola
P.S: se vuoi dei Puritani da brivido c'è un live americano diretto dalla Queler con un duo Sills-Pavarotti da urlo....
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Re: Puritani - Bologna - Florez - Machaidze

Messaggioda Riccardo » mar 13 gen 2009, 1:31

stecca ha scritto:P.S: se vuoi dei Puritani da brivido c'è un live americano diretto dalla Queler con un duo Sills-Pavarotti da urlo....

Soprattutto lei è in forma stellare. Lui con la nobiltà di Arturo a mio gusto ha ben poco a che spartire.
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Re: Puritani - Bologna - Florez - Machaidze

Messaggioda Tucidide » mer 14 gen 2009, 15:27

In attesa di sentire il secondo cast in locandina venerdì prossimo, e con il dubbio se vedere o no il primo cast il giorno dopo, ieri ho assistito alla recita con i cantanti della Scuola dell'Opera Italiana.
Condivido il :?: di Maugham sulla regia di Pier'Alli. Però, almeno certe scenografie erano carine.
Direzione di Alessandro Vitiello pestonissima e fracassona. Ha spesso coperto i cantanti e si è lasciato andare ad effetti faciloni. So che egli è marito e maestro accompagnatore di Daniela Barcellona. Come pianista, sentito ad un recital della consorte, mi piacque molto. Strano che un collaboratore così stretto di una cantante abbia mostrato tale insensibilità nei confronti del canto. A volte pareva che l'idea di avere la bacchetta in mano gli desse una strana euforia e voglia di strafare.
Cantanti.
Ivan Magrì come Arturo ne ha combinate veramente di tutti i colori. Timbro a volte affetto dal vibratino, acuti presi alla sperindio, linea acciottolata e discontinua. Diciamo che sopra al passaggio ogni nota era una scommessa: a volte la voce uscita forte e chiara, altre era una tragedia. Il fraseggio era ovviamente penalizzato da una tecnica vocale così precaria, e non si concretizzava quasi mai in vere frasi legate, in autentiche mezzevoci, in una musicalità fluida e precisa.
Però però però... ci credete se vi dico che, oltre ad una recitazione nel complesso apprezzabile, in diversi passaggi ho sentito un accento da vero eroe romantico? In certi punti mi ha ricordato Morino, sia per il vibrato caprino, sia per la gestione del medium, sia per il timbro (peccato che in acuto il paragone non si ponesse), sia per l'accento convincente nei panni di un personaggio del genere. E' un peccato che Arturo vada comunque giudicato per il canto prima di tutto, e che esso fosse così pesantemente deficitario. In lui ho sentito l'accento che Florez ha cercato senza trovarlo, pur cantando anni luce (secoli luce, verrebbe da dire) meglio. E in diverse frasi centrali, al riparo da passaggi scomodi o di tessitura acuta, è stato davvero incisivo e convincente. Lo dico adesso: se questo tenore mette a posto i suoi TANTI difetti vocali, almeno fino a renderli sopportabili, può davvero diventare qualcuno. La stoffa c'è, e di qualità.
Hale Soner, come Elvira, è stata spesso coperta da coro, orchestra e colleghi. Io credo di aver sentito meno della metà della parte. Il resto posso solo immaginarlo. E' partita molto sottotono, è cresciuta però nella scena della pazzia (ma quei lanternoni :| :? ), che è stata complessivamente discreta, anche per la bella recitazione.
Il basso, Alexeij Yakimov, è stato un Giorgio gradevole e corretto, e ha trovato una linea molto pulita nella sua "Cinta di fiori".
Il baritono Kartal Karagedik non mi ha assolutamente entusiasmato come Riccardo: spesso soffriva il volume (certo eccessivo) dell'orchestra, aveva una linea discontinua e senza accenti particolarmente illuminanti.
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Re: Puritani - Bologna - Florez - Machaidze

Messaggioda dottorcajus » gio 15 gen 2009, 16:33

Oggi credo che la lirica parli da tempo un linguaggio diverso da quello che abbiamo ascoltato nei Puritani bolognesi ma non ritengo possibile che i vari linguaggi, per quanto al limite incompatibili, non possano tranquillamente coesistere nè vedo alcun limite culturale nel melomane che ama la tradizione e rifugge le novità. Sarebbe ovviamente diverso se la novità fosse rifiutata per preconcetto. Detto questo trovo corretta l'interpretazione di Matteo sul rapporto artista/pubblico e sono convinto anche io che l'unico responsabile della proposta è l'artista, il pubblico ha il dovere di analizzarla e, se vuole, recepirla. Daltronde non bisogna dimenticare che in qualsiasi epoca la maggior parte degli artisti hanno risposto alle attese del loro pubblico. Lo stesso accade oggi sia quando si percorrono nuove strade sia quando si continuano su strade consolidate dalla tradizione e, personalmente, continuo a trovare spunti di interesse in entrambi i casi. Inoltre trovo "esperto" il pubblico che, a parità di passione e approfondimento, sposi le nuove teorie o gradisca restare ancorato al passato.
So che non troverò accordo ma nonostante quanto letto qui e altrove continuo a pensare che la lirica abbia di oggettivo solo il libretto e lo spartiro. E' arte morta che prende vita solo ogni volta che viene rappresentata. Di conseguenza fra l'origine e il risultato finale si pone il filtro dell'artista. Lui propone qualcosa che a priori noi non conosciamo, noi ne conosceremo solo il risultato finale senza però aver idea se questo corrisponda o meno, nella nostra percezione, alle intenzioni dell'artista. Difatti il grado di soddisfazione è direttamente proporzionale alla corrispondenza della prestazione ai nostri desideri. In quest'ottica trovo plausibile che qualcuno teorizzi e ricerchi nuove strade interpretative e originali corrispondenze stilistiche o drammaturgiche ma tali intenzioni sono parimenti valide quanto quelle di chi invece si compiace della tradizione. In entrambi i casi però sono dell'opinione che si parli di pareri personali che, se riuniti, possono assurgere al ruolo di scuola di pensiero. Nè trovo corretto classificare gli atteggiamenti del pubblico che ha il pieno diritto di recepire l'avvenimento artistico nel modo a lui più congeniale. Al limite dovrebbe aver diritto d'esistenza anche il cantante che si proponga con gli intenti espressivi del cantante degli, a me tanto cari, 78gg.
Naturalmente ogni epoca ha avuto i suoi innovatori ed ogni epoca ha prodotto quei cambiamenti che hanno permesso di scoprire e esplorare nuovi modi di proporre la lirica.
Personalmente ritengo che vi siano opere adatte ad essere proposte in modi alternativi ed altre che invece sono, magari in parte, vincolate alla tradizione.
Alcune sere fa, con un amico più attento di me alla tradizione, ascoltavo vari esecutori della ultima aria del Macbeth. A lui piaceva particolarmente Warren che a mio parere risolveva il lato espressivo con il canto, con la bellezza del suono e lo faceva, sempre a mio parere, in modo molto soddisfacente. A lui ho opposto Hampson che invece restava carente sul piano del canto ma offriva una originale interpretazione del personaggio arricchendolo di soluzioni espressive intriganti.
In un titolo come il Macbeth il canto incerto di Hampson era ampiamente sorpassato dalla qualità drammaturgica dell'interpretazione ma, se avesse cantato nello stesso modo Riccardo nei Puritani, lo avrei ritenuto molto insoddisfacente. Questo per tentare di spiegare il mio pensiero e come ritenga Macbeth opera aperta a nuovi percorsi interpretativi mentre ritenga i Puritani opera ancorata alla tradizione e, seguendo la mia teoria, da risolvere nel canto con i metodi più tradizionali del medesimo e come ritenga in ogni caso possibile la convinvenza fra queste due ipotesi.
Tanta confusione per arrivare a dire che ho ascoltato volentieri i Puritani bolognesi più per amore del titolo e curiosità verso alcuni artisti che non conoscevo che per la presenza di Florez.
Nei confronti di Florez scatta la regola "attinenza della voce al ruolo" che in un opera come i Puritani, per quanto sopra scritto, è quanto mai necessaria. Questa carenza a mio parere impedisce fisicamente all'artista di utilizzare la voce per ricercare soluzioni espressive variegate. La sua voce, piccola nei centri, lo costringe ad utilizzare alcune corde espressive e solo queste. Ecco che i suoi Tonio, Arturo, Duca, Nemorino, Elvino, Ernesto sono esattamente uguali e uno la fotocopia dell'altro. In questi titoli l'eleganza, l'intonazione, gli acuti, la musicalità, se pur indispensabili a qualsiasi prestazione lirica, non sono bastanti a disegnare un personaggio nè a differenziarlo da altri. Ovviamente mi riferisco alla mia visione di questi titoli ed alla loro appartenenza alla "lirica tradizionale" dove "tradizionale" seppur musicalmente termine non adeguato, vuol per semplicità rimandare alla lirica degli svolazzi e delle acrobazie in contrapposizione alle visioni più attuali della medesima.
Tutto questo, coerentemente con il mio pensiero, non è altro che l'esposizione di un parere personale, un parere che il mio io, nella sua presunzione, vorrebbe far passare per teoria senza alcuna possibilità che lo diventi.
Scusandomi per una eventuale poca chiarezza dell'esposizione.
Roberto
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Re: Puritani - Bologna - Florez - Machaidze

Messaggioda Tucidide » sab 17 gen 2009, 1:45

:evil: :evil: :evil: :evil: :evil: :evil: :evil: :evil:
Ecco il mio stato d'animo dopo la recita di oggi.
Prima dell'inizio l'altoparlante annuncia l'indisposizione di Albelo per un "forte raffreddore". Altro che raffreddore!!! Il poveraccio aveva un mammone di quelli tosti, con cui è meglio stare sotto le coperte e curarsi. Dopo alcune frasi belle, la voce si è progressivamente arrochita ed è divenuta del tutto afona, costringendolo a lasciare all'inizio del terzetto con Riccardo ed Enrichetta. Tutti ci aspettavamo che fosse sostituito, ma il Teatro Comunale di Bologna, evidentemente, non aveva un sostituto!!! Assurdo! :shock: :shock: :shock: Evidentemente, quella cosa che si chiama understudy dove si parla inglese, e che da noi nomasi "sostituto" o "doppio" non costuma più... :roll: :evil:
Nel terzo atto ha cantato ancora Albelo, e poveretto, ha fatto quel che ha potuto in condizioni disperate. E' stato uno spettacolo imbarazzante, reso commovente dall'applauso fragoroso dopo "Vieni fra queste braccia", che il soprano, con generosità, ha fatto ricevere al solo tenore, mettendosi in disparte.
Alla fine, tanti applausi per Albelo. Io mi sono associato, ma a chi di dovere, in amministrazione, va un sonoro buuh!!!!
Voglio comunque aggiungere che quelle due o tre frasi che Albelo ha cantato in voce o quasi mi hanno lasciato l'idea di un tenore molto interessante, dal bell'accento. Aveva molti problemi di intonazione, ma può essere stato un fatto dovuto anche allo stato di salute. Non doveva cantare, semplicemente.
Sugli altri, dico poco. Parodi con belle intenzioni realizzate solo in parte a causa della carenza di legato. Maluccio "Cinta di fiori", meglio il duetto con Riccardo.
Del Savio con voce interessante, ma molto grossier e monotono nell'aria, meglio anche lui nel duetto con Giorgio, che di fatto è stato il momento migliore della serata.
La Auyanet... di lei dico che mi è piaciuta l'umanità del gesto nei confronti di Albelo. Il canto molto meno.
Mariotti mi è piaciuto molto, invece. Più leggero che alla Prima, ha saputo creare belle atmosfere, soprattutto nel duetto Giorgio-Riccardo, ed è riuscito nel complesso a cavarsi d'impaccio nell'accompagnare un tenore in condizioni disperate.
Mi resterà il ricordo di una serata all'insegna del terzomondismo dirigenziale. Far cantare un tenore senza voce! Robe da matti!
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Re: Puritani - Bologna - Florez - Machaidze

Messaggioda pbagnoli » sab 17 gen 2009, 7:41

Tucidide ha scritto: Prima dell'inizio l'altoparlante annuncia l'indisposizione di Albelo per un "forte raffreddore". Altro che raffreddore!!! ...Far cantare un tenore senza voce! Robe da matti!

Questa è una di quelle situazioni in cui, in altri tempi, lo speaker avrebbe annunciato: "C'è un tenore in sala?" e, a questo punto, si sarebbe alzato Alberto Cupido, noto understudy in incognito. Non si sa come, ma era presente contemporaneamente in tutti i teatri, pronto a sostituire il tenore protagonista in qualsiasi opera! :D
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Re: Puritani - Bologna - Florez - Machaidze

Messaggioda Tucidide » sab 17 gen 2009, 11:00

dottorcajus ha scritto:Nei confronti di Florez scatta la regola "attinenza della voce al ruolo" che in un opera come i Puritani, per quanto sopra scritto, è quanto mai necessaria. Questa carenza a mio parere impedisce fisicamente all'artista di utilizzare la voce per ricercare soluzioni espressive variegate. La sua voce, piccola nei centri, lo costringe ad utilizzare alcune corde espressive e solo queste. Ecco che i suoi Tonio, Arturo, Duca, Nemorino, Elvino, Ernesto sono esattamente uguali e uno la fotocopia dell'altro. In questi titoli l'eleganza, l'intonazione, gli acuti, la musicalità, se pur indispensabili a qualsiasi prestazione lirica, non sono bastanti a disegnare un personaggio nè a differenziarlo da altri.

Stasera giudicherò sul campo Florez come Arturo. Mariotti, a quel che ho sentito ieri, è piuttosto sensibile nell'accompagnare i cantanti, quindi dovrebbe metterlo a suo agio e consentirgli di dare il massimo.
Sulla monotonia di JDF, legata al suo limitato spessore vocale, non mi trovi del tutto d'accordo. Io credo che non sia lo spessore a "fare" l'interprete. Tu stesso affermi che ritenevi Pavarotti interprete monotono, eppure si trattava di un tenore dallo spessore tutt'altro che minuscolo. Se un cantante ha fantasia, riesce a gestire anche uno spillo di voce, secondo me.
Io credo che Florez, da un punto di vista interpretativo, risulti meglio in ruoli privi di un autentico coté "serio". Fra i ruoli che hai citato come uguali l'uno all'altro e non soddisfacenti, io trovo che Tonio e Nemorino, ma anche Elvino ed Ernesto, convengano a Florez, diversamente da Arturo e dal Duca. E' un fatto di poetica.
Florez sarebbe il miglior Giannetto possibile della Gazza ladra, sarebbe un Paolino del Matrimonio segreto magnifico. Avrei qualche dubbio, per tornare alle proposte di Pietro, sui ruoli francesi, dove le nuance, l'uso delle mezzevoci e la dinamica sfumata lo vedrebbero un po' carente. Però nel Postillon de Lonjumeau sarebbe perfetto.
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Re: Puritani - Bologna - Florez - Machaidze

Messaggioda hizan » sab 17 gen 2009, 12:55

A parziale giustificazione della prestazione non brillantissima di Florez alla prima del giorno 8, vorrei ricordare che il tenore, da oltre dieci giorni, è affetto da una fastidiosa tracheite, che non gli permette di esprimersi al massimo delle sue possibilità. Florez aveva addirittura pensato di rinunciare alla recita del giorno 11, anche se poi ha regolarmente cantato.

Un cordialissimo saluto
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