Due piccole precisazioni: tutti gli spettacoli Florez, in Italia, come in altri Paesi sono seguitissimi ed esauriti. In Italia ci sono solo modi diversi di prenotazione. Alcuni teatri lasciano spazi per quelle on-line, come accede in Germania, in Austria, negli Stati Uniti, in Spagna; altri come quello di Bologna è off-limits.
Seconda: Florez compirà fra 6 gg, 36 anni. Esordirà in altre opere. Con calma. Già ha abbandonato la Semiramide, opera in cui aveva detto tutto quel che c'era da dire per un tenore contraltino-rossiniano. Ora farà Zelmira. Ha già cantato l'Orphèe...farà altro.
C'è molta attesa per le sue recite. Se fosse mediocre o solo normale cantante non si scriverebbero fiumi di articoli su di lui. Non delude mai: quando va male è bravo; quando va bene è eccezionale e capita sovente.
Come tutti i cantanti considerati "grandi" suscita pareri contrastanti. Quelli negativi sono pochini, numericamente e sovente legati al gusto o all'idea di come dovrebbe cantare secondo quel tipo di voce considerata ottimale, che abbiamo nelle orecchie. Tutte le spiegazioni tecniche atte a criticarlo negativamente sono parziali, si appoggiano in parte sulla sabbia. Ma nessuno farà cambiare un'opinione: neppure se gli Autori si materializzassero e dicessero che in quella loro opera Pavarotti era perfetto, Kraus anche, Florez pure, Kunde meno.
Ed è bene che non cambino.
Come ha scritto un altro signore, interpretando benissimo il mio pensiero :" " Florez è un raro esempio, per ora, di artista che affronta solo ruoli adatti alla sua vocalità e quando arriva a sfiorare il limite (vedi Arturo o Duca) lo fa con umiltà, cautela e attenzione a non forzare. E comunque affronta questi nuovi ruoli senza esagerare nel programmarne troppe recite.
Inoltre è un modello di affidabilità, il contrario, tanto per fare esempi, di una Theodossiou o di una Dragoni.
Florez è sempre a posto, mai una recita in cui si presenta giù di tono, oscilla dal bravo (quando va proprio male) allo strepitoso (spesso). Le registrazioni lo testimoniano.
Ma è anche perché è giovane. Non c'è bisogno di essere suo fan per notare queste cose".
Se v'interessa eccovi la recita del 4 gennaio, o meglio la 1a prova generale de' "I Puritani". (Tenete presente che il protagonista aveva qualche problema di carattere stagionale, che spero sia risolto per domani 8 gennaio, diretta su Radio3.
http://rapidshare.com/files/180834954/B ... o_2009.zipIl lavoro è mio, quindi a disposizione gratuitamente. Nessuno corre alcun rischio.
P.S. Dottor Bagnoli, hai scritto:"Non ho chiaro dove voglia andare a parare in questo momento della sua carriera; e, tra l'altro, ero sinceramente convinto che avesse abbandonato Arturo, ruolo per cui non ha più la compostezza e l'albagia che sarebbero richieste". Scusa ma se c'è qualcuno che sa perfettamente quale sia il suo repertorio è proprio Florez, al contrario di Filianoti e fino a due anni fa, di Meli. Con tutta la delicatezza posso dirti che non è detto che Arturo debba essere quello di Kraus? Espongo ancora un pensiero: credi che Florez oggi non potrebbe cantare Arnoldo del Tell in teatro? Certo che si. Quel che si ascolta in disco lo si ascolta nei concerti dal vivo. Un tenore come Florez non esploderebbe come Gedda, dopo due recite. Non si rovinerebbe la voce come il grande Merritt, per questioni tecniche, per la sua impostazione. Non lo farà perchè l'ascoltatore, il melomane non accetterebbe la sua voce, il suo timbro. Non capirebbe che cantare in tono, emettere gli acuti a voce piena e non in falsetto, essere preciso, mai ingolato, mai nasaleggiante, mai in diffiocoltà nel passaggio di registro, son numeri d'alta scuola; il melomane vuole un Arturo, come un Arnoldo, con la tecnica di Kraus (o di Jdf), il timbro di Gedda, la corposità di Merritt e non gliene importa nulla del resto. Insomma vorrebbe una voce calda, sensuale, torrenziale, con i sovracuti, insomma uno che non esiste. Oppure che non canta quel che è scritto. In ogni caso, in tono, a voce piena, in disco, in epoca più o meno recente hanno eseguito le arie che propone Florez nel Tell solo Gedda, Lauri Volpi e parzialmente Merritt. In teatro solo Gedda, ma ripeto, per due sole recite in tutta la sua vita tenorile. Merritt non cantava in tono.