I Puritani (Bellini)

recensioni e commenti di spettacoli visti dal vivo

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Re: Puritani - Bologna - Florez - Machaidze

Messaggioda pbagnoli » mar 06 gen 2009, 18:02

Ah, 'sto Flòrez!
Avevo preso il suo ultimo disco e ancora non mi sono risolto a recensirlo, sfavorevolmente colpito dalla messe di banalità profuse a piene mani.
Non ho chiaro dove voglia andare a parare in questo momento della sua carriera; e, tra l'altro, ero sinceramente convinto che avesse abbandonato Arturo, ruolo per cui non ha più la compostezza e l'albagia che sarebbero richieste.
Vi ha almeno mandati in sollucchero con un bel fa4 su "Credeasi misera"?
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
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Re: Puritani - Bologna - Florez - Machaidze

Messaggioda Tucidide » mar 06 gen 2009, 18:35

A volte, Pietro, mi chiedo se il senso di "banale" che Florez talora lascia non sia dovuto anche al clima di aspettativa che ammanta ogni sua performance.
Non è colpa nostra, ma del clima generale dell'ambiente melomane.
Almeno in Italia, si fa a gara per accaparrarsi un posto a teatro quando canta Florez, sorgono leggende di file chilometriche e notti all'addiaccio per conquistare un posto di loggione, su blog e forum compaiono articoli, recensioni preventive, notizie ufficiose dalle prove, sussurri gossipari, voci di litigi con questo o quello, smentite, cartelle cliniche eccetera eccetera.
Alla fine, il tutto si risolve in un bravissimo (ripeto: bravissimo) tenore che canta. Talvolta con coinvolgimento emotivo e drammatico notevole, talvolta limitandosi ad emettere note il più possibile sane e squillanti. E nel secondo caso, si ha la sensazione che la montagna abbia partorito il topolino. In realtà, spesso tale topolino non è così piccolo, ma è proprio la montagna retrostante a dare la sensazione che sia minuscolo.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: Puritani - Bologna - Florez - Machaidze

Messaggioda pbagnoli » mar 06 gen 2009, 20:03

Dici, Alberto?
Io sono convinto che Flòrez sia 'na cosa grande, ma penso anche che:
:arrow: nelle "sue" cose, abbia detto abbondantemente tutto ciò che c'era da dire
:arrow: che, a furia d'insistere, stia iniziando a stufare
:arrow: che potrebbe meditare (ripeto: meditare) qualche debutto interessante, senza sputtanarsi in cose lontane dalla sua poetica. E io insisto nel pensare che certi ruoli francesi (Roi de Lahore, Esclarmonde) siano ampiamente alla sua portata

Tornare ad Arturo riproponendo esattamente le cose che aveva già fatto e strafatto, mi sembra un sistema solo per fare cassetta. Per carità, nulla di vergognoso, lo fanno in tanti, ma santa pace!, forse da lui ci aspettiamo qualcosa di più.
Il disco di Rubini mi aveva deluso, ma l'ultimo mi sembra veramente pessimo: i duetti con gli amici (fra cui Domingo), la riproposizione dell'aria di Tonio ma stavolta in italiano (!!!), tutto dà la sensazione che JDF stia un po' raschiando il fondo del barile forse per mancanza di idee interessanti.
Io da lui me lo aspetto, ecchecavolo!
Forse perché - lo ripeto - è un grandissimo cantante, uno di quelli che smuovono le folle: e lo dico senza ironia, sia ben chiaro.
Il magistero tecnico non si discute.
L'Artista, forse, un po' sì
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Re: Puritani - Bologna - Florez - Machaidze

Messaggioda Maugham » mar 06 gen 2009, 20:18

Tucidide ha scritto:A volte, Pietro, mi chiedo se il senso di "banale" che Florez talora lascia non sia dovuto anche al clima di aspettativa che ammanta ogni sua performance.


Be' Tuc, non vorrei essere frainteso dalla fretta che ha generato il mio messaggio iniziale.
Capiamoci. Quello che Florez ha offerto domenica pomeriggio è stato (come dicevano i nostri nonni) un gran bel sentire.
E sono dei Puritani degnissimi di una programmazione e un ruolo come quello del Comunale di Bologna.
Vedi, secondo me Florez è un'artista di grande musicalità.
Il che significa, ottima intonazione, perfetto senso del ritmo (non si canta mai addosso e in questo è irreprensibile) e discreto gioco di colori.
Tutto questo però circoscritto allo spartito e alle indicazioni dinamiche e agogiche in esso contenute. Morta lì.
Di conseguenza, se una figura musicale e ritmica si presenta, simile, che so io in Lindoro (Italiana) o in Idreno o in Arturo o in Elvino, Florez la risolve sempre alla stessa maniera.
Da cui quella sensazione di fotocopia.
Inoltre Florez è un'artista che offre "certezze" al pubblico.
Quello ti aspetti e quello senti.
E non c'è nulla (te lo garantisco) che piaccia di più al pubblico che veder confermate le proprie aspettative.
:roll:
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Re: Puritani - Bologna - Florez - Machaidze

Messaggioda Maugham » mar 06 gen 2009, 20:21

pbagnoli ha scritto: che potrebbe meditare (ripeto: meditare) qualche debutto interessante, senza sputtanarsi in cose lontane dalla sua poetica. E io insisto nel pensare che certi ruoli francesi (Roi de Lahore, Esclarmonde) siano ampiamente alla sua portata


...e invece ti ha fatto Rigoletto, tiè! :evil:
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Re: Puritani - Bologna - Florez - Machaidze

Messaggioda VGobbi » mer 07 gen 2009, 13:37

Maugham ha scritto:
pbagnoli ha scritto: che potrebbe meditare (ripeto: meditare) qualche debutto interessante, senza sputtanarsi in cose lontane dalla sua poetica. E io insisto nel pensare che certi ruoli francesi (Roi de Lahore, Esclarmonde) siano ampiamente alla sua portata


...e invece ti ha fatto Rigoletto, tiè! :evil:

Che gli sta largo in modo allucinante!
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Puritani - Bologna - Florez - Machaidze

Messaggioda pbagnoli » mer 07 gen 2009, 14:49

Largo?
A me, fondamentalmente, sembra lontano anni luce dalla sua poetica!
Un ruolo come questo, che ha conosciuto mille interpreti, spesso grandiosi, mi sembra che possa fare a meno di Flòrez e dei suoi vibratini e dei suoi acuti.
Ci sono ben altri personaggi che potrebbero giovarsi del suo approccio, ma è chiaro che qui andiamo sulle predilezioni personali...
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Re: Puritani - Bologna - Florez - Machaidze

Messaggioda Rodrigo » mer 07 gen 2009, 15:50

Mah...
secondo me la questione dell'Arturo araldico è importante fino a un certo punto o almeno mal posta.
Kraus e Lauri Volpi erano il non plus ultra dell'araldico, benissimo.
Pavarotti lo era già meno e puntava più sul versante "confidenzale" (niente ironie please).
Di Stefano non era per nulla araldico,ma almeno storicamente il suo Arturo un ruolo l'ha (che poi a me non piaccia o lo trovi tutto sbagliato non importa).
Un interprete di razza può (deve?) portare avanti letture nuove di un personaggio. Oso dire che ha il sacrosanto diritto di scandalizzare l'ascoltatore-medio offrendogli territori a cui nemmeno pensava prima di accomodarsi in sala. Quello di saper proporre un quid di inedito è sempre stato il duro mestiere del vero artista sia esso compositore, direttore, cantante, regista... persino critico. O. Wilde ha scritto non a caso Il critico come artista.
Merritt - passato nel giro di una stagione dagli osanna del Tell ai crucifige dei Vespri- tra i suoi meriti, ha avuto anche quello indubbio di infischiarsene di certe letture considerate ormai "intoccabili" da critica e pubblico.
Il punto, tornando a Florez-Arturo, è semmai verificare se veramente si è approdati ad una sintesi coerente tra il tipo di canto (in senso lato) e chiave interpretativa della drammaturgia del personaggio. Viceversa è la "solita storia" di un metodo di approccio che diviene comodo passpartout per millanta spartiti. E anche qui c'è ampia casistica...
Saluti Andrea
Lo so, forse sono stato un po' fumoso... :oops: :oops: :oops:
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Re: Puritani - Bologna - Florez - Machaidze

Messaggioda Maurizio Dania » mer 07 gen 2009, 23:37

Due piccole precisazioni: tutti gli spettacoli Florez, in Italia, come in altri Paesi sono seguitissimi ed esauriti. In Italia ci sono solo modi diversi di prenotazione. Alcuni teatri lasciano spazi per quelle on-line, come accede in Germania, in Austria, negli Stati Uniti, in Spagna; altri come quello di Bologna è off-limits.
Seconda: Florez compirà fra 6 gg, 36 anni. Esordirà in altre opere. Con calma. Già ha abbandonato la Semiramide, opera in cui aveva detto tutto quel che c'era da dire per un tenore contraltino-rossiniano. Ora farà Zelmira. Ha già cantato l'Orphèe...farà altro.
C'è molta attesa per le sue recite. Se fosse mediocre o solo normale cantante non si scriverebbero fiumi di articoli su di lui. Non delude mai: quando va male è bravo; quando va bene è eccezionale e capita sovente.
Come tutti i cantanti considerati "grandi" suscita pareri contrastanti. Quelli negativi sono pochini, numericamente e sovente legati al gusto o all'idea di come dovrebbe cantare secondo quel tipo di voce considerata ottimale, che abbiamo nelle orecchie. Tutte le spiegazioni tecniche atte a criticarlo negativamente sono parziali, si appoggiano in parte sulla sabbia. Ma nessuno farà cambiare un'opinione: neppure se gli Autori si materializzassero e dicessero che in quella loro opera Pavarotti era perfetto, Kraus anche, Florez pure, Kunde meno.
Ed è bene che non cambino.
Come ha scritto un altro signore, interpretando benissimo il mio pensiero :" " Florez è un raro esempio, per ora, di artista che affronta solo ruoli adatti alla sua vocalità e quando arriva a sfiorare il limite (vedi Arturo o Duca) lo fa con umiltà, cautela e attenzione a non forzare. E comunque affronta questi nuovi ruoli senza esagerare nel programmarne troppe recite.
Inoltre è un modello di affidabilità, il contrario, tanto per fare esempi, di una Theodossiou o di una Dragoni.
Florez è sempre a posto, mai una recita in cui si presenta giù di tono, oscilla dal bravo (quando va proprio male) allo strepitoso (spesso). Le registrazioni lo testimoniano.
Ma è anche perché è giovane. Non c'è bisogno di essere suo fan per notare queste cose".

Se v'interessa eccovi la recita del 4 gennaio, o meglio la 1a prova generale de' "I Puritani". (Tenete presente che il protagonista aveva qualche problema di carattere stagionale, che spero sia risolto per domani 8 gennaio, diretta su Radio3.

http://rapidshare.com/files/180834954/B ... o_2009.zip

Il lavoro è mio, quindi a disposizione gratuitamente. Nessuno corre alcun rischio.

P.S. Dottor Bagnoli, hai scritto:"Non ho chiaro dove voglia andare a parare in questo momento della sua carriera; e, tra l'altro, ero sinceramente convinto che avesse abbandonato Arturo, ruolo per cui non ha più la compostezza e l'albagia che sarebbero richieste". Scusa ma se c'è qualcuno che sa perfettamente quale sia il suo repertorio è proprio Florez, al contrario di Filianoti e fino a due anni fa, di Meli. Con tutta la delicatezza posso dirti che non è detto che Arturo debba essere quello di Kraus? Espongo ancora un pensiero: credi che Florez oggi non potrebbe cantare Arnoldo del Tell in teatro? Certo che si. Quel che si ascolta in disco lo si ascolta nei concerti dal vivo. Un tenore come Florez non esploderebbe come Gedda, dopo due recite. Non si rovinerebbe la voce come il grande Merritt, per questioni tecniche, per la sua impostazione. Non lo farà perchè l'ascoltatore, il melomane non accetterebbe la sua voce, il suo timbro. Non capirebbe che cantare in tono, emettere gli acuti a voce piena e non in falsetto, essere preciso, mai ingolato, mai nasaleggiante, mai in diffiocoltà nel passaggio di registro, son numeri d'alta scuola; il melomane vuole un Arturo, come un Arnoldo, con la tecnica di Kraus (o di Jdf), il timbro di Gedda, la corposità di Merritt e non gliene importa nulla del resto. Insomma vorrebbe una voce calda, sensuale, torrenziale, con i sovracuti, insomma uno che non esiste. Oppure che non canta quel che è scritto. In ogni caso, in tono, a voce piena, in disco, in epoca più o meno recente hanno eseguito le arie che propone Florez nel Tell solo Gedda, Lauri Volpi e parzialmente Merritt. In teatro solo Gedda, ma ripeto, per due sole recite in tutta la sua vita tenorile. Merritt non cantava in tono.
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Re: Puritani - Bologna - Florez - Machaidze

Messaggioda Tucidide » gio 08 gen 2009, 1:31

Pensare ad un Florez Arnoldo "integrale" mi fa paura, sinceramente, ma credo che lui per primo non vorrà. E' saggio Florez: non canta ruolo fuori dalla sua portata, per lo meno vocale. Il paragone con Gedda sinceramente mi pare azzardato. Proprio la resa del grande svedese di fronte ad Arnoldo mi fa pensare che JDF a maggior ragione reclinerebbe il capo. Osborn insegna. E JDF, diligente, ha capito la lezione, sulla pelle degli altri. :D
Sul suo Arturo, io parto da una convinzione: ogni artista, per magnifico che sia, può ragionevolmente sperare di lasciare scritta una pagina importante, un marchio indelebile in non più di una decina, a volte anche meno, di ruoli. Tutti gli altri personaggi li canterà perché un cantante non può cantare sette ruoli in tutto, ma saranno esiti meno decisivi, non necessariamente interlocutori, ma sicuramente meno significativi, magari accolti con diluvi di applausi, recensioni entusiastiche, fan scatenati, ma poi la Storia farà giustizia. Credo che sia un'utopia pensare che un artista lasci in ogni ruolo che affronta un marchio indelebile.
Florez è già nella storia del canto lirico per il suo Corradino, il suo Ory, il suo Tonio, il suo Ramiro. Non ha compiuto passi falsi, intesi come débacle disastrose: ad oggi il suo ruolo meno convincente è stato il Duca, vocalmente timido, interpretativamente smunto e giocato di rimessa, ma non si sono sentiti orrori.
Arturo è un must, per un tenore con gli acuti. E' impossibile pensare che un tenore come lui non li canti. Però... forse non sarà uno dei famosi cinque-dieci ruoli storici.
Per questo dicevo che l'aspettativa per Florez è spesso troppo alta. Ci si aspetta che in TUTTI i ruoli che canta raggiunga risultati storici. Ma questo è impossibile.

Maurizio, dici una cosa giusta:
Maurizio Dania ha scritto:tutti gli spettacoli Florez, in Italia, come in altri Paesi sono seguitissimi ed esauriti.
...
C'è molta attesa per le sue recite.

Questo è un merito indiscutibile. Fare successo, suscitare entusiasmo, anche spinto a vagheggiare debutti impossibili :) , è il massimo raggiungimento per un artista.
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Re: Puritani - Bologna - Florez - Machaidze

Messaggioda MatMarazzi » gio 08 gen 2009, 15:46

Caro Rodrigo,
non entro nel merito della discussione non avendo sentito l'Arturo di Florez.
Però trovo molto interessanti, in senso generale, le tue considerazioni.

Rodrigo ha scritto:Un interprete di razza può (deve?) portare avanti letture nuove di un personaggio. Oso dire che ha il sacrosanto diritto di scandalizzare l'ascoltatore-medio offrendogli territori a cui nemmeno pensava prima di accomodarsi in sala. Quello di saper proporre un quid di inedito è sempre stato il duro mestiere del vero artista sia esso compositore, direttore, cantante, regista... persino critico.


E' una tesi che condivido pienamente, e te lo dimostro.
In passato, parlando di Cura, avevo già scritto concetti molto simili ai tuoi.

MatMarazzi ha scritto:E' necessario, per come la vedo io, prescindere dal galateo del "cantante raffinato" e scavare oltre le nostre convinzioni, fino al "quid" che distingue l'artista.
Anche io mi infurio quando lo sento; quando l'ho sentito a Madrid nel Trovatore fui il primo a riconoscere che interpretava e cantava al contrario di quello che, per me, è il ruolo.
Eppure (dopo 30 anni di Trovatori) quello di Cura resta il miglior Manrico di quanti ne abbia visti a teatro.
Lo stesso vale per il suo Otello (e nota che, in teoria, io vorrei a tutti i costi riportare il ruolo alla sua vera natura vocale e tecnica, che è quella di Tamagno)

Non vado a teatro per trovare conferme ai miei (magari giustissimi) pregiudizi.
Vado per essere convinto anche del contrario, sempre che ci sia qualcuno che - con la forza del suo essere artista - ci riesca.


Quindi, come dicevo, su questo fronte la pensiamo allo stesso modo.
Ma ...la conditio e che l'artista riesca a convincermi! :)
Tutti noi ci portiamo dietro l'immagine di un ruolo, immagine che ci siamo formati sulla tradizione degli interpreti che in quel ruolo abbiamo ascoltato e ci hanno convinto.
E' normale - direi giusto - che uno vada a teatro aspettandosi quel che "ritiene" essere giusto.
Quando poi capita di trovarsi di fronte a un interprete che ti dice qualcosa di diverso (un Manrico anti-belcantista come Cura, un Arturo completamente privo di tensione al "sublime romantico"). questi dovrà essere molto più bravo dei suoi colleghi, perché dovrà convincerci a seguirlo per nuovi sentieri.
E se non ci riesce?
Cosa mi resta da farese non rimproverargli proprio ... di non aver assecondato quello che per me resta il modello vincente?

Hai ragione a sottolineare che non si deve MAI giudicare un artista (specie se è un grande artista come Florez) dalla sua "rispondenza" a soluzioni interpretative di altri, anche se affermatesi - ai nostri occhi - come giuste.
Hai ragione...
Ma talvolta lo si fa proprio perché l'alternativa proposta non ha convinto.
NOn trovi?

Salutoni,
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Re: Puritani - Bologna - Florez - Machaidze

Messaggioda Maurizio Dania » gio 08 gen 2009, 20:41

Tucidide non vagheggio. :) So bene che Jdf non canterà mai il Guglielmo Tell. Gedda lo fece in teatro, 2 volte sole, e lo incise. Merritt s'è rovinato cantandolo, anche se la sua intonazione non era straordinaria. So che non lo canterà non perchè non possa, ma perchè è inutile che lo faccia. Ogni epoca comq ha i suoi cantanti: non è che si pretenda o si pensi che lui debba essere o sia sempre straordinario; non sarebbe umano, non è possibile. E' che per molti la memoria auditiva è relegata a modelli che ritengono essere insuperabili e storicamente modelli da cui prescindere. Immagina se la Caballè fosse stata giudicata o se avesse accolto le speranze o gli inviti di chi la voleva solo interprete Belliniana o eroina di Donizetti.... La prima a vagheggiare :D era proprio Lei la Signora, la Diva. L'ultima Diva....dio che classe anche a 75 anni! Jdf non vagheggia. Anzi. Presto canterà anche i francesi, si accosterà alla Linda, affronterà i Pescatori di perle ecc.ecc.
E, ti assicuro, ma tu lo sai benissimo, non vagheggio neppure io.
(Però se non avesse cantato Turandot, Montserrat intendo, chi avrebbe potuto regalarci un "il suo nome è amor...." così sublime?).
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Re: Puritani - Bologna - Florez - Machaidze

Messaggioda Tucidide » gio 08 gen 2009, 23:03

Io ed il mio serpentello cellettiano stiamo ascoltando alla radio questi Puritani. :D
Io trovo simpatica la Machaidze: gli acuti, come diceva il saggio WSM, sono una scommessa (persa), le agilità sono ora meccaniche, ora spianate, e il timbro non mi sembra indeminticabile. Insomma, vocalmente è tutt'altro che magnifica. Se lasciassi parlare il serpentello, sarebbero dolori. :) Fortuna che su di lei parlo io. :wink: Direi che si sente che ha molta autostima, cosa che le porta grande sicurezza di sé. Come interprete è convincente, anche se esiterei a definirla memorabile. Non posso essere troppo buono, sennò il serpentello mi morde. :)
Su Florez, lascio la parola al serpentello. :twisted: Non ci siamo! Stasera oltretutto non lo trovo nemmeno troppo musicale: a volte l'intonazione non è perfetta, è sicuro in alto, ma si stringe e perde squillo come non succedeva tempo fa. E' timido (forse emozionato) in "A te o cara", il do # è tutt'altro che una meraviglia. Ricordo in teatro e in registrazione acuti magnifici da parte di Florez: stasera no. Poi, nell'agnizione di Enrichetta fa l'eroe :| , sia nell'accento, sia nella scansione, a volte sembra che rimpianga di non avere la voce di Corelli... Chiariamo: "Non parlar di lei che adoro" è massacrantissima, e forse solo Gedda la fa davvero bene, insieme al primo Kraus (non quello in disco): ma Florez non sceglie la strada adatta alla sua voce. Nello scontro con Riccardo fa benissimo le agilità, ma sembra sempre un simpatico Tonio che si trova a cantare in una fortezza cromwelliana.
Viviani molto alterno: parte bene ma non mi convince nello scontro con Arturo.
D'Arcangelo per ora piuttosto incolore.
Mariotti: non ci siamo.

Questo riferito al Primo atto.
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Re: Puritani - Bologna - Florez - Machaidze

Messaggioda Tucidide » ven 09 gen 2009, 0:57

Oh...
Non ho ascoltato il secondo atto. :oops:
Nel terzo atto, ho notato Florez in ripresa, eloquente nel recitativo d'ingresso, piuttosto morbido nel duettone con Elvira e si è ben destreggiato nel "Credeasi misera", dove il re bemolle è riuscito decisamente bene, insomma à la Florez. Gli altri acuti e i sovracuti però non sfogano altrettanto bene, pur essendo sicuri nell'intonazione e nella tenuta. Mi rimane nel complesso l'idea di una recita alterna, partita in sordina, forse per risparmiarsi, con qualche problemino nella stratosfera, ma conclusa in modo complessivamente apprezzabile, viste anche le riaperture dei tagli. Rimane intatta l'idea che Arturo non sia parte adatta a lui.
Machaidze: mi manca il suo fondamentale secondo atto, dunque parlo solo del terzo atto, nel quale mi è piaciuta meno che nel primo. Ferme restando le forti perplessità vocali (ha strillato in modo inverecondo il sovracuto finale :x ), mi è sembrata un po' scialba nel duettone e un po' meglio in "Credeasi misera".
Mariotti ha diretto bene l'inizio del terzo atto, ha evitato pestoni nel finale, e mi è sembrato in crescita rispetto al primo atto bruttino.
Osceno l'audio di Radio Rai 3.
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Re: Puritani - Bologna - Florez - Machaidze

Messaggioda Rodrigo » ven 09 gen 2009, 22:55

Ritengo che la rivoluzione (che comunque lascia sempre qualche scontento) è possibile se tra l'artista e il pubblico si instaura una sorta di inconscio do ut des. Ovvero: io non ti darò quello che tu ti aspetti, dimenticatelo. Ti darò molto di più, qualcosa di cui tu nemmeno sospetti di avere bisogno, ma che in realtà è proprio ciò che fa per te!
Illuminante è per me la storia esecutiva recente dell'Almaviva rossiniano. L'avvento di Blake ha "costretto" il pubblico a rinunciare a tutto il bagaglio caratteristico della linea Schipa-Valletti-Alva, la linea vincente e fino ad allora indiscussa. Il tenore americano ha consegnato al tempo che fu vocalità delicata e immacolata, timbratura carezzevole, languori malinconici ecc. ecc. insomma tutto l'identikit dell'amoroso "vecchia scuola" (detto con profondo rispetto e ammirazione per quella scuola). In cambio cosa ha dato? Nientemeno che sangue e carne ad un personaggio che a furia di stilizzazioni ci era divenuto estraneo alla stregua di un figurino da lunario anni '30. Ha restituito non tanto l'Almaviva di Rossini (concetto quanto mai fumoso e a me particolarmente indigesto), ma un personaggio in cui rispecchiare noi stessi, funzionale al pubblico di oggi, non a quello dei 78 giri!

Tu giustamente affermi:
MatMarazzi ha scritto:Quando poi capita di trovarsi di fronte a un interprete che ti dice qualcosa di diverso (un Manrico anti-belcantista come Cura, un Arturo completamente privo di tensione al "sublime romantico"). questi dovrà essere molto più bravo dei suoi colleghi, perché dovrà convincerci a seguirlo per nuovi sentieri.
E se non ci riesce?
Cosa mi resta da fare se non rimproverargli proprio ... di non aver assecondato quello che per me resta il modello vincente?


Chi intende portare avanti una nuova concezione dovrebbe avere qualcosa da offrire (il famoso quid). Ma, attenzione, se non sa o non può offrirlo non per questo saremo autorizzati a ritenere che la lettura consolidata sia dogmaticamente intangibile. Potremo certamente essere scontenti della prestazione, ma nulla ci impedirà di auspicare ugualmente il superamento dei criteri esecutivi acquisiti. Il fatto che non ci siano più stati Otelli "storici" dopo Vickers e Domingo non comporta automaticamente che ormai le uniche letture possibili siano quelle da essi proposte.

Per concludere, io non so se Florez sarà in grado di scrivere una pagina nuova nella storia di Arturo, ma ritengo che una lettura "antiaraldica" del personaggio sia possibile e perché no auspicabile così come - nel campo del films d'avventura- dopo Erroll Flynn è venuto il turno di Harrison Ford con Indiana Jones.
A me è venuto un brivido leggendo, lo ha scritto Tucidide mi pare, che nella scena della sfida Florez sembrava Tonio finito per sbaglio in una fortezza puritana. Voleva essere una critica, ma perché non vedervi una prospettiva? Chissà, mi sono chiesto, come sarebbe un Arturo interpretato come eroe per caso, come un ragazzo che nella sua albagia adolescenziale pensa solo alla sua Elvira che si trova suo malgrado a dover partecipare a qualcosa che non capisce e che non gli interessa poi molto? Avrebbe senso in quest'ottica un eroismo senza macchia alla Kraus? O non avrebbe il suo perché un eroismo posticcio, da teen ager che vuol fare (deve fare) il duro ma è il primo a non crederci?
:D :D :D
Ultima modifica di Rodrigo il ven 09 gen 2009, 23:45, modificato 1 volta in totale.
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