Ovviamente il canto della Klose e Wittrich non mi comunica alcuna durezza (il timbro brunito e morbido della Klose è meraviglioso), ma ancora di più si accentua quella della lingua, che fa a pugni con quel canto e quella musica. E finisce per farmi apprezzar meno un'esecuzione per alcuni versi esemplare.
Sulla wagnerizzazione di certo Verdi gli esempi sono molteplici, e risiedono più mella direzione che nei cantanti (che comunque risentono di tale impostazione) penso all'Otello di Furtwangler; oppure alla Forza del Destino diretta da Schmidt-Isserstedt (in tedesco); o al Macbeth diretto da Bohm; o il Rigoletto cantato da Metternich. Appaiono spesso eccessivamente enfatici, caricati, legnosi, con tempi dilatati e "pesanti". Oltre ad un canto a volte fisso e stentoreo.
Sulle versioni ritmiche, sarà pure un'ottima ragione (quella di comprenderne i difetti), ma sarebbe illogico rifiutare quelle italiane di opere straniere e accettare quelle straniere di opere italiane. Qui vale il discorso: o tutte o nessuna! E poi ascoltare Tutte le torture invece di Marten alle Arten non dovrebbe essere più insopportabile di ascoltare invece di La luce langue nella sua versione tedesca...
Sulla Rysanec/Lady Macbeth: trovo quella edizione assai deludente (Bergonzi a parte naturalmente e pure Warren), proprio per l'approccio estetico della protagonista. Viene bandita ogni morbidezza, il canto è fisso e gessoso, gli acuti sforzati e spinti, le agilità del tutto ignorate (il brindisi ad esempio è osceno) le indicazioni espressive della partitura sono tutte ignorate. Risulta pesante e stentorea. Questo non è dramma verdiano, ma un Verdi riveduto e corretto da una visione estremistica del dramma musicale wagneriano applicato a qualsiasi autore.... Può piacere (a me no), ma è del tutto fuori parte e fuori luogo!