bigandalu ha scritto:Pietro, mi pare, elogiava 'Le quattro stagioni' di Antonini. Che io,. ad esempio, trovvo davvero ridicole. A mio avviso, bisogna ascoltare quelle di Kuijken, davvero rivoluzionarie, quelle di Carmignola coi Sonatori de la Gioiosa MArca (la versione antecedente il remake con Marcon), quelle del Drottningholm Baroque Ensemble, persino lo spirito dell'improvvisazione della discussa registrazione di Nigel Kennedy; poi ci si accorgerà che i tempi scelti da Atnonini son serviti a far rumore, a destar l'attenzione, ad epater - ancora ? ancora ? - i borghesi. Tutto qui. Aria risuonante in vano - a mio parere - dentro piccole casse armoniche rinsecchite.
Penso che sia stato io per primo a citare le
Quattro stagioni del Giardino Armonico. Non so come sia l'effetto della compagine di Antonini dal vivo, ma l'effetto su disco per me è sensazionale, e proprio per questioni timbriche. Sono in effetti d'accordo che qualche scelta agogica più "tranquilla" sarebbe stata più condivisibile, ma resta il fatto che certi staccati per me sono magnifici.
Sul suono fisso (e mi riferivo in particolare alla voce, più che agli strumenti), tu citi la Kiehr come esempio di suono fisso: beh, se quello fosse il suono fisso imperante, sarei molto contento.
La Kiehr, mi pare, non è acida, secca, puntuta, come diversi specialisti. Ha comunuque una vibrazione tenue, non è mai vetrosa: è una voce - come dire? - liscia, ma non è fissa in senso deteriore. Non a caso, è argentina, quindi latino americana...
Ad ogni modo, concordo con te che il suono vibrato, non necessariamente latino, porti a Monteverdi una sensualità, una carnalità molto suggestiva.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...