pbagnoli ha scritto:Peccato che forse gli sarebbe mancata la fantasia strepitosa dei grandi declamatori,però...
Non so, cosa ne pensate?
A Gobbi gli mancava la fantasia dei grandi declamatori?
Allora, provo a citare altri due preclarissimi esempi : Sharpless e Michonnet.
Partiamo da Sharpless. Ascoltate la scena della lettera, in particolare quanto inutilmente tenta di convincere Butterfly (una de Los Angeles che sembra imitare spudoratamente la Del Monte) a dimenticare Pinkerton. Davvero vi sembra un "declamatore senza fantasia"? Ma se era il suo punto di forza ... D'altronde se poi mettiamo in dubbio le doti di declamatore, allora e' normale criticare il canto di Gobbi, anzi non mi meraviglierei affatto.
Ritorniamo in tema. Qualcuno hai mai sentito il monologo di Michonnet dall'Adriana Lecouvreur. Un brano in cui al primo posto viene la capacita' di declamare. In quel brano Michonnet si strugge per due motivi : ne e' incantato dalla recitazione di Adriana, ne rimane folgorato. L'altro struggimento e' che non potra' mai diventare la sua donna, la frustrazione di un ammiratore follemente innamorato ma non ricambiato.
Ebbene, trovatemi un monologo piu' convincente di quello declamato da Gobbi. In cui, aggiungo, la grandezza del baritono e' di rendere assai musicale anche brani ad alta caratura declamatoria.
E di esempi ne potrei portare altri ad iosa, credetemi.
Tucidide ha scritto:Per altro, citando Celletti, io credo che Gobbi fosse anche un ottimo baritono da opera italiana, purché non dovesse passare di registro e salire agli acuti. Il suo Rigoletto ha momenti molto toccanti. Purtroppo, quando doveva salire, oppure interpretava personaggi biechi, venivano alla luce magagne di gusto e di tecnica notevoli.
I soliti luoghi comuni. E come voi vi ostinate a ripeterli, io non mi stanchero' mai di smentirvi. Sara' forse il mio udito non proprio sano, ma di bieco nel canto di Gobbi trovo assai poco. Il suo Scarpia, tanto per citare il suo ruolo piu' famoso, e' mellifluo, bieco, assatanato di sesso, sadico. E' tutto un insieme di caratteri diversi, evidenziando un aspetto anziche' un altro a seconda della situazione. Autoritario quando entra in Chiesa, falso e mellifluo nel colloquio con Tosca sempre nel primo atto, violento e ricattatore nel secondo atto nel rivelare il prezzo per liberare Cavaradossi. No ragazzi, il suo Scarpia non e' solamente bieco, non e' solamente un personaggio "nero", ma qualcosa di piu' ...
Ultima considerazione. Son riuscito, miracolosamente, a trovare la Traviata con il terzetto Di Stefano (sempre fascinoso), Stella (ingiustamente sottovalutata) e Gobbi. Obiettivamente, qualcuno l'ha mai sentito in questo ruolo? Mi riferisco in particolare al secondo atto, al duetto con Violetta. E' un Giorgio Germont insolito quello che ci propina l'artista di Bassano del Grappa. Un padre meno autoritario, costretto a sottostare alle convenienze della societa', pur essendo lui stesso nemmeno convinto. E' un Giorgio che fa fatica e soffre nell'imporsi a Violetta, tale da rimanere totalmente succube ed affascinato dalla bellezza (non solo esteriore ma interiore) della fidanzata di suo figlio. Provatelo ad ascoltarlo e poi mi dite ...