Cecilia Bartoli

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Cecilia Bartoli

Messaggioda Bertarido » ven 03 ott 2008, 17:39

Lo scorso 25 settembre si è esibita a Roma dopo alcuni anni di assenza la celebratissima Cecilia Bartoli; devo dire che l'aspettativa, almeno da parte mia, era notevole perchè ho sempre nutrito grande ammirazione per questa cantante; il concerto rappresentava però anche una risposta ad alcune perplessità sul suo modo di cantare che si erano andate via via raggrumando in tempi recenti, soprattutto dopo l'ascolto del CD dedicato alla Malibran. Confesso che tornando la sera casa dopo il concerto dovevo riconoscere che le perplessità rimanevano tutte: al contrario dell'entusiasmo che mi aveva preso dopo l'esibizione, sempre all'Auditorium, della Devia che, cantante da me non molto amata, si era prodotta invece in una performance veramente sensazionale, non giovandosi del grandioso apparato propagandistico di cui la Cecilia invece gode. Ma partiamo prorpio da questo. Ormai i concerti della nostra sono delle vere e proprie performance a partire dai cambi di abiti: due a Roma, identici, ma di colore diverso, tempestati di brillanti e con strascico ... dico strascico ...; ogni entrata della Cecilia nella sala è stata accompaganta da un riflettore che ne illuminava la figura e i diamanti che generosamente le ornavano il collo. Il complesso della Scintilla, che accompagnava la cantante, anzi che la stessa cantante dirigeva, è stato di ottimo livello e ha esguito i diversi brani di raccordo tra un'aria e l'altra. Il concerto si è aperto con un' brano dalla Figlia dell'aria di Manuel Garcia, papà della Malibran; le peplessità sono subito nate da come ora la Bartoli esegue i passi di agilità di forza che suonano piuttosto gutturali e di volume modesto con il risultato di arrivare a perdere talvolta la linea del canto; a questo di aggiunga il fatto che la Bartoli tende sempre più ad infodere nei passi più drammatici un vigore forse eccessivo, espediente, probabilmente finalizzato ad esaltare, per contrasto, la linea purissima delle frasi spianate dove la musicalità sopraffina della nostra è ancora mirabolante, il legato quasi strumentale e l'intonazione perfetta: ne viene fuori un'interprazione che, mi si passi il termine rubato al Mereghetti che lo aveva utilizzato recensendo la performance di un famosa attrice degli anni 50, ipermanierista. Senza dubbio la cosa più bella del concerto è stata la canzone del salice dall'Otello rossiniano eseguita megistralmente e con grande emozione. Deludente è stato invece per me il Bel raggio lusinghier soprattutto nell'allegro con le agilità a risonanza meccanica. Posso dire di tutt'altro tenore era stato il concerto che la Bartoli aveva dato a Roma nel 2005 dedicato al repertorio barocco; e questo mi spinge sempre più a credere che proprio questo il suo repertorio di elezione: mi ricordo come bis un'eccezionale Son qual Nave del Riccardo Broschi, fratello di Farinelli che fece venire giù il teatro. Certo il successo non è mancato nemmeno l'altra sera soprattutto dopo il penultimo bis offerto dalla Cecilia accompagnata da due chitarristi di flamenco, suonatrice di nacchere ... (per un pezzo spagnolo di Garcia). Finale con il rondò di Cenerentola, già eseguito nella prima parte. Uscendo dalla sala però non ho potuto fare a meno di ritornare con la mente al concerto della Devia: accompagnata dal solo pianoforte, un programma impervio che includeva, tra gli altri brani, il Pirata e la Bolena, la Mariella è secondo me riuscita assai più della Bartoli a creare un ponte emotivo solidissimo con gli ascoltatori, reso ancora più vigoroso dalla meraviglia suscitata da una voce che, seppure non più immacolata nel registro centrale, ha mantenuto intatte le note acute sulle quali la Devia esercita ancora un controllo assoluto. Anch'io, come molti, avevo fino adesso ritenuto quest'artista quasi solo dotata di una grandissima tecnica: ma questo concerto mi ha fatto completamente ricredere: chapeau ad una grande artista! :D

Massimo

PS. Volevo rassicurare la fan di Kunde che il suo beniamino ha eseguito con Nagano un grande Pollione ed è stato senza dubbio il migliore in campo; ma ne riparleremo.
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Re: Cecilia Bartoli

Messaggioda gustav » ven 03 ott 2008, 18:35

Della Bartoli ho sempre avuto un pregiudizio come di un'artista, diciamo, commerciale, non nel senso che vende molto (che in sè è buona cosa, ma nell'approccio...Le manca solo che le mettano il microfono e poi può andare a san Remo)...So che è stata diretta anche da san Claudio Abbado; tuttavia, l'unico interesse che avrei per quell'edizione delle nozze di figaro non sta in lei, ma nella curiosità di ascoltare la bravura del direttore, la Studer e Lucio Gallo...Detto ciò i suoi recital li gradisco, anzi, in macchina o in altri momenti rimangono un piacevole ascolto...
Se i miei sono solo pregiudizi siete pregati di smentirli, anche perché proprio per questo non ho, francamente, la voglia di approfondire la sua conoscenza; al momento chi mi emoziona sono altri/e. :cry:


P.S. Grandi onori alla Devia... :D
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Re: Cecilia Bartoli

Messaggioda Rodrigo » ven 03 ott 2008, 19:48

Il divismo fa parte delle regole del gioco e più o meno l'hanno fatto tutti. Personalmente ricordo certe immagini della Callas tra mondanità, gioielli e pellicce; il circo Barnum che ha sempre ruotato attorno a Pavarotti; persino alcuni incredibili abiti da concerto di dame Joan etc. etc. Non c'è scritto da nessuna parte che i cantanti devono essere degli asceti, magari qualcuno lo è anche. Quanto al discorso delle scelte commerciali pure questo non è un discorso un po' trito: le arie spagnole di Garcia e famiglia sono state scritte perché l'esotismo "à l'E'spagnole" faceva moda a quei tempi.

Concordo in pieno sul fascino del barocco cantato dalla Bartoli: è il fascino di una musica cantata (finalmente!) con voce di bel timbro e non dalle (purtroppo) frequenti voci secche e legnosette. E in più il tutto viene cantato da un interprete madrelingua e la differenza si sente, eccome. Lo stesso discorso, mutatis mutandis, vale per Angelo Manzotti confrontato con tanti controtenori (specie anglosassoni).
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Re: Cecilia Bartoli

Messaggioda Ilaria » ven 03 ott 2008, 20:10

Bertarido ha scritto:
PS. Volevo rassicurare la fan di Kunde che il suo beniamino ha eseguito con Nagano un grande Pollione ed è stato senza dubbio il migliore in campo; ma ne riparleremo.


:) Lo so, secondo te una con questo avatar poteva non essere presente a cotale debutto? Avrei tanto da dire a proposito, ma sono fuori sede e lo sarò ancora per qualche giorno. Al mio ritorno avrei molto piacere a parlarne, se nel frattempo volessi cominciare tu battezzando il thread apposito sarebbe fantastique.
"Fan" l'è propri brüt, me pias mia trop... :?: :P :wink:

Cari saluti,

Ilaria

P.S.
Avrei un paio da dirne anche sulla Bartoli, di cui ci siamo sorbiti la giornata malibraniana il 24 marzo scorso, ma anche per questo temo non riuscirò prima della metà della prossima settimana.
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Re: Cecilia Bartoli

Messaggioda Bertarido » ven 03 ott 2008, 22:52

Rodrigo ha scritto:Non c'è scritto da nessuna parte che i cantanti devono essere degli asceti, magari qualcuno lo è anche
Su questo concordo pienamente e anzi, il trucco e il parrucco fanno parte integrante del gioco dell'opera ma ... sono tollerabili se sono il colorato contorno di una sostanza musicale ...; quello che mi lascia dubbioso riguardo alla Bartoli è che invece il trucco sembra avviato a mutarsi in sostanza; anche Sutherland amava condire i propri concerti con brani magari minori, musicalmente non irresistibili, addobbata come un lampadario di Murano, eppure alle prime note il miracolo continuava a ripetersi ...;
Rodrigo ha scritto:Lo stesso discorso, mutatis mutandis, vale per Angelo Manzotti confrontato con tanti controtenori (specie anglosassoni)
è vero poi che ho espresso alcune riserve sulla Bartoli ma tirare in ballo in simile contesto il signor Manzotti mi pare a dir poco ardito (avendo avuto la ventura di averlo sentito); ma forse questo dipende dal fatto che mal digerisco i controtenori ... a questo proposito vi segnalo su o.s. il Giulio Cesare diretto magnificamente da Jacobs pochi mesi fa a Parigi ma funestato nel ruolo titolare da L. Zazzo, ma con una ottima Piau come Cleopatra: purtroppo ormai si fa tanta musica barocca ma tirando le somme si contano sulle dita di una mano quelli che sanno cantarla (strepitosa la Di Donato nell'Alcina ascoltata a Viterbo un anno fa): se ne faccia di meno allora!. Tornando all'argomento principale voglio concludere citando, ad esempio di quello in cui la Bartoli è regina, proprio la sua Cleopatra cantata qualche anno fa a Zurigo. Per quanto riguarda Ilaria, spero di aver il tempo nei prossimi giorni di raccontare un pò della bellissima Norma di Nagano ... e di Kunde naturalmente.
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Re: Cecilia Bartoli

Messaggioda gustav » sab 04 ott 2008, 12:25

Ma io non sono contrario al divismo...L'atteggiamento di una come la Gheorghiu mi piace...Non sono qui ad accusarla per il successo, anzi...
Ribadisco: per la Bartoli non sono una fonte particolarmente attendibile...

Voglio dire, quello che mi lascia perplesso è ad esempio una certa "foga" nell'approccio ai pezzi, forse un pò eccessiva.
Inoltre, per quanto sia bello il timbro, e per quanto sapessi che si trattava di un soprano, ammetto, certe volte, di aver avuto qualche dubbio che non fosse un mezzo-soprano( :?: )...Un pò, forse, per una voce - cmq bella - ma che ( anche se il termine non è il più adatto) un pochino (pochino) mi sembrava tendere all'ingolato...

Però io ho parlato di alcuni difetti, i pregi ci sono, eccome... :D
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Re: Cecilia Bartoli

Messaggioda Tucidide » sab 04 ott 2008, 16:52

Nemmeno io sono allergico al divismo, anzi, per me è un valore aggiunto, perché restituisce alla personalità dell'artista quel tanto di "artificioso", di "sofisticato", di poco spontaneo che trovo molto adatto al canto lirico in generale.
Sul caso di Cecilia Bartoli, non l'ho mai sentita dal vivo, e a dire il vero non sono nemmeno particolarmente curioso di provare questa esperienza. Eppure, nonostante questo, resta una delle artiste che almeno a livello discografico mi stimolano più interesse. Trovo i suoi ultimi dischi antologici, con la parziale eccezione dell'ultimo Maria, molto belli ed originali, e pienamente meritevoli del successo che hanno ottenuto.
La mia riserva di fondo su di lei è però data dalla sua carriera dal vivo. A me sembra che molto, ma molto a fatica, la Bartoli possa essere considerata una cantante d'opera. Per esserlo, dovrebbe cantare OPERE nei teatri: invece, almeno da un po' di anni a questa parte, mi sembra che si sia rintanata a Zurigo, dove però canta al massimo un'opera all'anno, e per il resto porta in giro per l'Europa il suo concerto, come fanno le rockstar con le loro tournée.
Niente di male, direi: io, ripeto, non l'ho mai sentita dal vivo, quindi non so se siano vere le voci sulla sua inadeguatezza dal vivo (il solito discorso: "la Bartoli dal vivo non si sente", per intenderci), e poi capisco che con i concertoni che fa guadagni molto di più e si goda maggiormente la sua carriera e la sua vita.
Piuttosto, avendo visto alcuni suoi personaggi in video, ed avendo sentito molte delle sue incisioni operistiche, mi sono fatto l'idea che la Bartoli riesca meglio come cantante da recital che da opera. La sua Cenerentola è molto bella, in effetti, ed anche Fiorilla non mi dispiace, ma ad esempio Elvira nel Don Giovanni è tutta sbagliata, e non particolarmente riusciti mi sembrano anche altri ruoli, Almirena ad esempio. In un'aria singola la Bartoli può fare faville, vocali ed interpretative, ma nella costruzione di un personaggio... mi sembra meno originale.

Che ne dite?

Saluti
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Re: Cecilia Bartoli

Messaggioda pbagnoli » sab 04 ott 2008, 20:18

Una volta - un po' di anni fa - ero appassionatissimo della Bartoli. Mi ero fatto coinvolgere soprattutto dal suo disco di arie di Vivaldi: in quel particolare periodo, in cui cantare Vivaldi era ancora un po' un'avventura, lei offriva lo scatto di una voce che sembrava fatta apposta per stupire. Basta sentire, ancora oggi, "Anche il mar par che sommerga" dal Bajazet per rendersi conto dei fuochi d'artificio che sapeva scatenare.
Anche la Cenerentola mi coinvolse.
Ma già il disco delle arie di Salieri era una bella rottura. E la sua Fiorilla diventava una specie di isterica a me insopportabile.
Da allora in avanti me ne sono un po' disamorato e adesso la sua vocalizzazione mi è abbastanza fastidiosa
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Re: Cecilia Bartoli

Messaggioda Tucidide » sab 04 ott 2008, 23:43

pbagnoli ha scritto:Mi ero fatto coinvolgere soprattutto dal suo disco di arie di Vivaldi: in quel particolare periodo, in cui cantare Vivaldi era ancora un po' un'avventura, lei offriva lo scatto di una voce che sembrava fatta apposta per stupire. Basta sentire, ancora oggi, "Anche il mar par che sommerga" dal Bajazet per rendersi conto dei fuochi d'artificio che sapeva scatenare.

bigandalu ha scritto:...anch'io, Pietro, saltavo su dalla sedia per il suo Vivaldi... abituato a sentirlo cantare in un disco della Hyperion dalla vocina frigida e incolore della Kirkby, o quel paio di cosine col piano che la Caballè faceva in concerto, molto Gran Signora invero, per quanto puro godimento acustico... mi piaceva quel Vivaldi nerboruto, scolpito, piuttosto che fatto di pasta molle come s'era ascoltato in un 'Farnace' o in una 'Griselda' con voci in gran parte italiane...

E' anche vero che quel disco vivaldiano, invero stupefacente, trae gran parte del suo merito dallo strepitoso Giardino Armonico. Devo dire che quando uscì quel disco, non conoscevo il complesso di Antonini: dopo l'ascolto ne ero divenuto un fan accanito - e mi procurai subito le Quattro stagioni :mrgreen: a tutt'oggi la mia incisione preferita.
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Re: Cecilia Bartoli

Messaggioda pbagnoli » dom 05 ott 2008, 9:20

Hai ragione: il Giardino Armonico è una compagine strepitosa!
Piace da matti anche a me
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Re: Cecilia Bartoli

Messaggioda gustav » dom 05 ott 2008, 12:49

pbagnoli ha scritto:Hai ragione: il Giardino Armonico è una compagine strepitosa!
Piace da matti anche a me




Vi quoto, voglio dire, condivido anch'io !!! :D
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Re: Cecilia Bartoli

Messaggioda Bertarido » dom 05 ott 2008, 20:14

pbagnoli ha scritto:Una volta - un po' di anni fa - ero appassionatissimo della Bartoli. Mi ero fatto coinvolgere soprattutto dal suo disco di arie di Vivaldi: in quel particolare periodo, in cui cantare Vivaldi era ancora un po' un'avventura, lei offriva lo scatto di una voce che sembrava fatta apposta per stupire. Basta sentire, ancora oggi, "Anche il mar par che sommerga" dal Bajazet per rendersi conto dei fuochi d'artificio che sapeva scatenare.
Anche la Cenerentola mi coinvolse.
Ma già il disco delle arie di Salieri era una bella rottura
Concordo pienamente! dopo il concerto di Roma ho riflettutto a lungo sulla Bartoli e ho ascoltato dei suoi CD che da tempo erano rimasti silenziosi: quale sorpresa! a cominciare dal CD inciso nel 1989 intitolato "Rossini arias"; ho iniziato con il rondò di Cenerentola che avevo fresco di ricordo dall'esecuzione dal vivo ... ebbene la Cecilia a quei tempi era ben diversa dalla cantante di adesso! la voce, sempre morbida, era decisamente più scura e soprattutto dotata di un gran velluto; le agilità erano affrontate con sicurezza ma scevre da quel gutturalismo che poi sarà il suo marchio di fabbrica; benchè non fosse ben saldato il passaggio tra il registro medio e quello grave, la voce risuonava da autentico mezzosoprano con alcune inflessioni che ricordavano addirittura la Valentini. Devo dire che a posteriori mi risulta incomprensibile l'iter vocale della Cecilia; costante è stato l'impegno ad aggiungere qualche nota acuta all'edificio vocale ma questo, come è accaduto a tante altre, a scapito del registro centrale. Quello che si può constatare è che negli anni ha perso del tutto quelle che erano dei grandissimi atou vocali; mentre sto scrivendo sto ascoltando sempre dal CD di cui sopra un "Mura felici" veramente bello: che peccato !!
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Re: Cecilia Bartoli

Messaggioda gustav » lun 06 ott 2008, 11:02

Però su Vivaldi vi voglio consigliare due cosette eccezionali, e dopo ditemi, senza nulla togliere alla Bartoli...

Si tratta del cd Amor Sacro e del cd Amor Profano di Simone Kermes assieme ad Andrea Marcon ed alla Venice Baroque Orchestra, edizione Archiv...
A mio avviso sublimi!!! :D Se qualcuno li conosce batta un colpo...


Ciao...
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Re: Cecilia Bartoli

Messaggioda Tucidide » lun 06 ott 2008, 11:10

gustav ha scritto:Però su Vivaldi vi voglio consigliare due cosette eccezionali, e dopo ditemi, senza nulla togliere alla Bartoli...

Si tratta del cd Amor Sacro e del cd Amor Profano di Simone Kermes assieme ad Andrea Marcon ed alla Venice Baroque Orchestra, edizione Archiv...
A mio avviso sublimi!!! :D Se qualcuno li conosce batta un colpo...


Ciao...

Sono dischi che mi incuriosiscono, anche se non sono rimasto particolarmente impressionato dalla Kermes come Rodelinda nella (per me) bruttina incisione Archiv.
Grazie per la segnalazione. :D
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Re: Cecilia Bartoli

Messaggioda Tucidide » lun 06 ott 2008, 11:17

Bertarido ha scritto:dopo il concerto di Roma ho riflettutto a lungo sulla Bartoli e ho ascoltato dei suoi CD che da tempo erano rimasti silenziosi: quale sorpresa! a cominciare dal CD inciso nel 1989 intitolato "Rossini arias"; ho iniziato con il rondò di Cenerentola che avevo fresco di ricordo dall'esecuzione dal vivo ... ebbene la Cecilia a quei tempi era ben diversa dalla cantante di adesso! la voce, sempre morbida, era decisamente più scura e soprattutto dotata di un gran velluto; le agilità erano affrontate con sicurezza ma scevre da quel gutturalismo che poi sarà il suo marchio di fabbrica; benchè non fosse ben saldato il passaggio tra il registro medio e quello grave, la voce risuonava da autentico mezzosoprano con alcune inflessioni che ricordavano addirittura la Valentini. Devo dire che a posteriori mi risulta incomprensibile l'iter vocale della Cecilia; costante è stato l'impegno ad aggiungere qualche nota acuta all'edificio vocale ma questo, come è accaduto a tante altre, a scapito del registro centrale. Quello che si può constatare è che negli anni ha perso del tutto quelle che erano dei grandissimi atou vocali; mentre sto scrivendo sto ascoltando sempre dal CD di cui sopra un "Mura felici" veramente bello: che peccato !!

Sinceramente, credo che la Bartoli non sia mai stata autenticamente un mezzosoprano. O per lo meno, anche se ha ottenuto risultati eccellenti in certe parti da contralto brillante rossiniano, secondo me ha sempre, anche a vent'anni, scurito artificiosamente il timbro per "fare" il mezzosoprano. La sua evoluzione secondo me è solo un naturale ritorno alle sue caratteristiche vocali naturali. Logicamente, da giovane riusciva a risolvere le parti da mezzosoprano con apparente naturalezza, anche grazie alla freschezza della voce, ma non è un caso se poi ha cominciato a "sopranizzarsi" sempre più.
E nel disco vivaldiano, la citata "Anche il mar par che sommerga" è sopranile anzi che no, e la Cecilia la fa senza problemi.
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