Bryn Terfel

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Re: Bryn Terfel

Messaggioda Maugham » mer 01 ott 2008, 12:58

MatMarazzi ha scritto: Lasciando perdere i tavolini di Wagner, ora c'è il problema di far digerire questo personaggio al pubblico di oggi.


Ti sono sincero. Io tutta questa urgenza su Sachs non la vedo.
Nè ritengo che la visione che ce ne viene solitamente data abbia fatto -tristemente, come dici tu- il suo tempo.
Come ho scritto, l'unico limite che sento nel personaggio (ma anche un po' in tutti i Meistersinger) è questa "rusticità" mediata che me la rende falsa.
Ma per il resto tutto funziona. In Sachs non trovo particolari buchi drammaturgici necessari di svecchiamento.
Tra tutti i personaggi wagneriani ritengo sia quello meno bisognoso di una "digestione" da parte dei contemporanei.
Il ciabattino di Norimberga tiene ancora il palcoscenico.
Come capita a tutti personaggi che hanno una forte componente... non so come dire, "sentimentale".
Hanno una comunicativa e una sincerità che li rende, anche se resi in maniera convenzionale, sempre efficaci.
Perfino il suo esaltato inno all'Arte tedesca è venato di retorica "sentimentale".
E per questo, secondo me, non è così "pericoloso" come lo hanno letto in molti.
Sachs è sentimentale come lo era Wagner quando, antico rivoluzionario incastonato nella ricca cornice di Tribschen, mentre componeva i meistersinger si definiva "der deutcheste aller Deutschen". :)
E piangeva con Cosima sulla sorte dei poveri Maestri tedeschi che, nelle difficoltà della vita, tra pestilenze e carestie avevano trovato nello stilare la tabulatur una forza per andare avanti.... :)
Più Sachs di così! :D

Arrivando a Terfel...
Terfel è un tipo di bullo ben vestito, intelligente e provocatore, multiforme e smargiasso, che secondo me forzerebbe il pubblico a credergli, ad andargli dietro


Okay, anche per me è un grande (vedo e rivedo il suo diavolo di Gounod maleodorante e spaventoso) ma... come coniughi queste cose con Hans Sachs?

Se non trovi suggestioni convincenti, il personaggio "snob" risulterà sempre più "a tavolino" e sempre meno interessante.


Vedi, il punto sono proprio queste "suggestioni" innovative che io non riesco nemmeno a ipotizzare. Come vedresti il Sachs del nuovo millennio?

Ciao
Willie
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Re: Bryn Terfel

Messaggioda marco » mer 01 ott 2008, 16:16

l'ho sentito dal vivo anche come Mefistofele nel Faust di Gounod e mi è piaciuto poco anche lì
forse è una parte che sentiva poco, infatti non l'ha più ripresa
Marco
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Re: Bryn Terfel

Messaggioda Maugham » mer 01 ott 2008, 16:40

marco ha scritto:l'ho sentito dal vivo anche come Mefistofele nel Faust di Gounod e mi è piaciuto poco anche lì
forse è una parte che sentiva poco, infatti non l'ha più ripresa


Ti riferisci a quello con la regia di McVicar? :shock:
Io lo trovo straordinario. Un Porthos sinistro e agghiacciante, stropicciato, un satanasso da caserma. Certo, c'è difficoltà nel registro grave, ma non lo cambierei con tutti le note basse del mondo. Quando poi appare vestito da donna come la madre di tutte le tentazioni è veramente "disturbing", come dicono gli inglesi.

Saluti
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Re: Bryn Terfel

Messaggioda beckmesser » mer 01 ott 2008, 16:49

Maugham ha scritto:Be' insomma, non esagerare. :wink:


Sì, è evidente che esagero, ma il punto mi sembra proprio questo. Hai perfettamente ragione: Sachs dice cose semplici, dirette. È per questo che molti interpreti non mi convincono quando cercano di far invece credere di star meditando chissà quali vertiginose verità. Se ormai si è riusciti a trovare alternative ai Wotan che stavano per quasi tutte le 15 ore della tetralogia in posa meditabonda appoggiati alla loro lancia, ai Sachs paciosi filosofi di campagna non si è ancora trovata un’alternativa dirompente. Tentativi ci sono stati (e hai ragione: van Dam è quello che ci si è avvicinato di più, anche se conosco solo la registrazione con Solti e non il video di cui parli), ma niente di così rivoluzionario da cambiare le prospettive in modo definitivo.

Maugham ha scritto:Sachs è sentimentale come lo era Wagner quando, antico rivoluzionario incastonato nella ricca cornice di Tribschen, mentre componeva i meistersinger si definiva "der deutcheste aller Deutschen". :)


Concordo anche sul fatto che Sachs sia il più compiuto autoritratto artistico di Wagner, anche se credo di avere una visione un po’ diversa di Wagner. Non lo direi di fondo sentimentale: magari a tratti naif, anche ingenuo, ma in fondo credo avesse una base da calcolatore con una buona dose di cinismo, proprio come Sachs. C’è la scena fra Sachs e Beckmesser nel terz’atto che mi è sempre sembrata istruttiva: di solito la si rende (esagero ancora :D ) come un’allegra schermaglia fra un vecchietto pacioso che viene quasi controvoglia tirato a giocare un amabile scherzetto a un altro vecchietto bizzoso. La verità è che c’è un uomo che manda scientemente alla pubblica gogna il proprio principale avversario “politico” (intendo di politica culturale), al fine di liberare il campo al pupillo che (durante il monologo dei lillà) ha realizzato potrebbe essergli utile per portare avanti quella battaglia che è troppo tardi per continuare in prima persona. Che quando, alla fine della scena, dice “In fondo quel Beckmesser è un farabutto e se lo merita” mente sapendo di mentire: à la guerre comme à la guerre… Io ci sento la stessa mancanza di scrupoli che traspare da certe lettere in cui Wagner gioca al gatto e al topo con il povero Ludwig, solleticando certi suoi fantasmi, debolezze, complessi. Che, è vero, si dichiara il più tedesco fra i tedeschi, ma (credo io) non tanto per sentimentalismo, ma perché sente che il reich è il futuro, un futuro che può essere fonte di denaro per realizzare i suoi progetti, e che quando si accorge che così non è, per salvare Bayreuth torna all’ovile di re Ludwig, che era quel che era, ma i soldi li sganciava, al contrario di Bismark…

Ecco: credo che Terfel potrebbe riuscire a rendere questo carattere “attivo”, persino prevaricante, da uomo che regge i fili, di Sachs. E che Keenlyside potrebbe essere il suo degno avversario, magari con la Dessay e Kaufmann ad amoreggiare in disparte, e le asciutte sonorità di Rattle a sostenere il tutto… :lol:

Saluti.
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Re: Bryn Terfel

Messaggioda pbagnoli » gio 02 ott 2008, 8:21

beckmesser ha scritto: Ecco: credo che Terfel potrebbe riuscire a rendere questo carattere “attivo”, persino prevaricante, da uomo che regge i fili, di Sachs. E che Keenlyside potrebbe essere il suo degno avversario, magari con la Dessay e Kaufmann ad amoreggiare in disparte, e le asciutte sonorità di Rattle a sostenere il tutto… :lol:

Saluti.

Hawlata a Bayreuth l'ha fatto.
Oddio, può darsi che gran parte del merito fosse della strutturatissima regia di Katharina Wagner, ma alla fine emerge l'idea di una complessa figura di intellettuale ancora (anche sessualmente) attivo e militante.
Maugham ha messo i link del video nel thread dedicato a questo spettacolo: chi l'ha ascaricato e visto può confermare quello che dico!
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Re: Bryn Terfel

Messaggioda Maugham » gio 02 ott 2008, 10:10

beckmesser ha scritto:Concordo anche sul fatto che Sachs sia il più compiuto autoritratto artistico di Wagner, anche se credo di avere una visione un po’ diversa di Wagner. Non lo direi di fondo sentimentale: magari a tratti naif, anche ingenuo, ma in fondo credo avesse una base da calcolatore con una buona dose di cinismo, proprio come Sachs.


Beck, guarda che con sentimentale non intendo stinco di santo. :)
E soprattutto mi riferisco a un periodo ben definito, quello di Treibschen dal 66 al 72.
Intendo quel tipo di disposizione d'animo in cui a volte le emozioni possono contaminare (anche in senso positivo) la serenità di giudizio, il persegimento dello scopo, la lucidità del pensiero.
In quel periodo Wagner cominciava a respirare. E "pensava positivo". Lo scrive anche Cosima, ovviamente non in questi termini.
Sachs, e tutti i maestri, nella "tinta" d'insieme sono figli di quel periodo.
Cosima invece, lei si, fu sempre lucida, determinata, ossessiva, antiemotiva.
Più leggo del periodo di Bayreuth e dopo più mi convinco che fosse lei a portare i pantaloni. :D
Bisognerebbe aprire un thread.

Comunque, tornando ai Maestri...

C’è la scena fra Sachs e Beckmesser nel terz’atto che mi è sempre sembrata istruttiva: di solito la si rende (esagero ancora :D ) come un’allegra schermaglia fra un vecchietto pacioso che viene quasi controvoglia tirato a giocare un amabile scherzetto a un altro vecchietto bizzoso.


Scusa Beck se faccio il pedante.
Tu dici "di solito la si rende" e poi ammetti di esagerare.
Ora, questo mi confonde un poco. :oops:
Perchè costruisci un pensiero su... un'esagerazione.
Infatti non mi riconosco nel tuo "di solito".
Se guardiamo la discografia e videografia anche solo degli ultimi quarant'anni (salvo qualche eccezione firmata Karajan) io questi vecchietti che litigano non ce li vedo più.
Addirittura vedo un lavoro su Beckmesser volto a eliminare tutti gli atteggiamenti del buffo da commedia.
Perfino nei due allestimenti di Wolfgang che ho visto a Bayreuth, Beckmesser e Sachs erano quanto di più lontano dai vecchietti da Muppet di cui parli. :D
Certo, Sachs era avvolto dalla classica tinta alla Vermeer che a Bayreuth piace (o devo dire piaceva) che fa' molto chic e non impegna. :wink:
Però Weikl era carnale e sanguigno. Come lo era il suo Beckmesser nero e sinistro con Solti.
Lenhoff a Zurigo offre di quest'opera proprio la lettura "politica" che tu ne auspichi.
Con Volle vero e proprio capo dell'opposizione (o della maggioranza? Lenhoff non si pronuncia) più interessato ai soldi di Pogner che alla figlia.
Non parlo volutamente dell'allestimento della Wagner sia perchè l'ho visto a spizzichi e bocconi sul PC e non mi ha convinto del tutto.

credo che Terfel potrebbe riuscire a rendere questo carattere “attivo”, persino prevaricante, da uomo che regge i fili, di Sachs.


Terfel è talmente bravo che senza dubbio troverebbe una via d'uscita che ci metterebbe d'accordo. :D
Anche se, da quel poco che ho sentito del suo Sachs, per quanto possa valere una compilation, non mi sono arrivati fremiti innovativi particolari. Se non un accento disinvoltamente plebeo, incazzoso, a tratti rozzo nel monologo del terz'atto. Nel monologo del secondo mi pare invece del tutto allineato con la soave contemplazione che tu stigmatizzi. Ma nove minuti non fanno testo.

Un cast del genere? Terfel, Dessay, Keenlyside, Kaufmann, diretti da Rattle? Aggiungo con la regia di McVicar che, mi sembra, ha già lavorato con i primi tre. E senza i Berliner, però. Anche se come Eva, piuttosto che la Dessay, ci vedrei la Westbroek.
Sono già sull'aereo. Perchè in Italia non lo vedremo mai. :evil:

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Re: Bryn Terfel

Messaggioda beckmesser » gio 02 ott 2008, 15:00

Maugham ha scritto:Beck, guarda che con sentimentale non intendo stinco di santo. :)
E soprattutto mi riferisco a un periodo ben definito, quello di Treibschen dal 66 al 72.
Intendo quel tipo di disposizione d'animo in cui a volte le emozioni possono contaminare (anche in senso positivo) la serenità di giudizio, il persegimento dello scopo, la lucidità del pensiero.


Si, ok, in questo senso mi ci ritrovo… E sottoscrivo l’opportunità di un thread sull’argomento, anche se io partirei dal periodo di Monaco. Una delle cose che più mi incuriosisce della strana coppia è l’evoluzione di Cosima dall’ineffabile gaffeuse del periodo di Monaco alla gioiosa macchina da guerra del periodo di Bayreuth. E anche il rapporto con Ludwig credo meriterebbe qualche approfondimento.

Maugham ha scritto:Scusa Beck se faccio il pedante.
Tu dici "di solito la si rende" e poi ammetti di esagerare.
Ora, questo mi confonde un poco. :oops:
Perchè costruisci un pensiero su... un'esagerazione.


Hai ragione, è una semplificazione un po’ rozza :oops: , soprattutto per il fatto che sono ben lungi dal conoscere tutta l’evoluzione dell’interpretazione di quell’opera (e, a questo punto, mi hai messo un gran curiosità di vedere quel video zurighese). Però, quel che volevo dire, è che a mio parere manca un’edizione in cui tutte le componenti vengono ripensate in modo organico. Tanto per dire: hai ragione, in Solti I Weikl è interessantissimo, ma Bailey è su un binario abbastanza tradizionale. In Solti II van Dam fa intravedere strade nuove, ma Bar non replica di conseguenza… La mia coppia ideale, finora, è Stewart-Hamsley (quest’ultimo lo elevo a mio Beckmesser ideale, aspettando il GRANDISSIMO Keenlyside :twisted: ), ma Kubelik realizza una stupenda lettura in chiave di gioioso idillio campestre… Credo servirebbe una rilettura organica in grado di porsi come ripensamento completo delle coordinate dell’opera.

Maugham ha scritto:Un cast del genere? Terfel, Dessay, Keenlyside, Kaufmann, diretti da Rattle? Aggiungo con la regia di McVicar che, mi sembra, ha già lavorato con i primi tre. E senza i Berliner, però. Anche se come Eva, piuttosto che la Dessay, ci vedrei la Westbroek.
Sono già sull'aereo. Perchè in Italia non lo vedremo mai. :evil:


Quanto a questo, in Italia è pressoché impossibile vedere i Meistersinger tout court, a prescindere dal cast, per cui mi sa dura. E poi, oggi non sono incline a sognare di cast ideali… Sono reduce ieri sera dalla Giovanna d’Arco inaugurale del Festival (?) Verdi: una roba da far cadere qualsiasi parte pendula del corpo… Che tristezza: l’anno scorso mi sembrava ci si fosse avviato su una strada, se non certo ideale, quanto meno da accettabile antipasto. Al secondo anno siamo già alla frutta. Mah…

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Re: Bryn Terfel

Messaggioda Rodrigo » ven 03 ott 2008, 19:58

Mi chiedo come sarebbe Terfel come Jago. Ho una mezza idea che un direttore intelligente e un regista sveglio ne caverebbero fuori qualcosa di interessante.
Tra l'altro avete notato che somiglia vagamente a Kenneth Branagh...
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Re: Bryn Terfel

Messaggioda Maugham » sab 04 ott 2008, 11:13

beckmesser ha scritto:Una delle cose che più mi incuriosisce della strana coppia è l’evoluzione di Cosima dall’ineffabile gaffeuse del periodo di Monaco alla gioiosa macchina da guerra del periodo di Bayreuth.


Gaffeuse?
Chi? Cosima? :shock:
La figlia di Liszt (e ancora più della D'Agoult) non ha mai fatto una gaffe in vita sua.
Ogni azione, ogni scritto, ogni persona frequentata (e aggiungo amata) fanno parte di un disegno preciso volto unicamente a un fine: conquistare un'identità personale.
Nike Wagner la definisce con brillante sintesi: "Venne al mondo stranamente diseredata"
Se guardi con attenzione la biografia della signora tutto è perfettamente concatenato e conseguente. Anche il chiacchierato triangolo di Monaco.
Aggiungo che in lei non ci fu nessuna evoluzione. Almeno non ci fu nel senso che una certa critica pigra e ossequiante le ha attribuito, ovvero una donna che prima, travolta dalla passione, diventa un' adultera Isolde e poi, schiantata dal lutto, una servizievole Kundry :)
Cosima era quella (quando, bimbetta ilegittima ancora non riconosciuta dal padre, viveva dalla nonna materna) e quella rimase fino alla morte.
Nè fu poi così "gioiosa macchina da guerra" quando decise -e sottolineo decise- di gestire il Festival.
Capisco che la visione corrente -anche sostenuta da certa disinformata critica, questo è il guaio!- sia questa.
E non nego che lei stessa, quando le serviva, abbia alimentato questa immagine assieme a quella della vedova inconsolabile che, suo malgrado, viene chiamata a gestire un'istituzione che altrimenti sarebbe andata in rovina. :D :D :D Un genio!
Pensa per quanti anni ci hanno raccontato la fovoletta della vittoriana vestale (anche un po' ottusa, perchè no?) che conserva con burocratico zelo il fuoco wagneriano! :)
Certo, sono immagini di innegabile seduzione cinematografica e gossippara, come quella di Wagner lurido ipocrita che circuisce il povero, inetto, Re di Baviera.
Visconti ci ha addirittura fatto un film!
Vedi, secondo me questo equivoco nasce perchè si è sempre partiti per un'analisi su Cosima, da Wagner.
Se ribalti il punto di vista ti renderai conto che, sembra paradossale, anche Wagner fu, assiema a Bulow...una tappa di un progetto di vita definito a monte nei dettagli.
Tappe fondamentali di un percorso compatto, logico, psicologicamente coerente che porta una disorientata figlia di nessuno sulla Verde Collina.
Se il mondo della musica ha avuto un'Elisabetta I questa fu senza dubbio Cosima. :)


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Re: Bryn Terfel

Messaggioda pbagnoli » sab 04 ott 2008, 12:39

Maugham ha scritto: La figlia di Liszt (e ancora più della D'Agoult) non ha mai fatto una gaffe in vita sua.

Se il mondo della musica ha avuto un'Elisabetta I questa fu senza dubbio Cosima. :)

Oh, grazie Willie!
Era ora!
Non so perché, ma un bel po' di persone continuano a riciclare queste idee strane su Cosima
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Re: Bryn Terfel

Messaggioda MatMarazzi » sab 04 ott 2008, 13:00

pbagnoli ha scritto:Non so perché, ma un bel po' di persone continuano a riciclare queste idee strane su Cosima


Il perché, Pietrone, l'ho scritto modestamente nell'articolo delle Isolde.
C'erano dopo la morte di Wagner fortissimi interessi (economici, legali, di legittimità su Bayreuth e sulle opere di Wagner) ai quali la sigora Wagner pestava i piedi.
Di tutto si è tentato per delegittimarla, anche attraverso la vecchia pratica della pubblicistica.
Il personaggio grottesco costruito su di lei fu attentamente studiato a tavolino e pervicamente diffuso a livello mondiale.

Questo dimostra quanto al mondo conti la pubblicistica.
I documenti storici ben pochi vanno a leggerli, ma le chiacchiere da articoletto gossiporo tanti le sentono e tanti le ripetono....Anche un secolo dopo, quando ormai quegli antichi "interessi" non esistono più, c'è chi parla di Cosima non avendo altri elementi che il personaggio di cartapesta che i suoi avversari si inventarono.

Sono felicissimo che il nostro Maugham, appassionatissimo della storia di Bayreuth, contribuisca da par suo a chiarirci le idee. Nel bene e nel male, Cosima è un personaggio che merita approfondimento ben oltre le favole e le banalità.

Salutoni,
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Re: Bryn Terfel

Messaggioda pbagnoli » sab 04 ott 2008, 13:39

MatMarazzi ha scritto: Il perché, Pietrone, l'ho scritto modestamente nell'articolo delle Isolde.

Lo so, Matteo.
E questo sarebbe stato più che sufficiente a chiudere la partita, se non fosse - e lo sai bene - per quel gruppuscolo di studentelli che in Italia ancora si arrabatta a costruire fantasiose idee sui luoghi comuni, come quel bimbetto saputello che tacciò Cosima di essersi presa a sberle con una cantante.
Idee così cretine sopravvivono non solo come frutto di una pubblicità che viene da un altro secolo, ma anche come portato di chi crede che tutto quello che tu hai scritto nella prima puntata del ruo lavoro sia sostanzialmente sbagliato perché frutto dei vaneggiamenti di una monomaniaca
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