gustav ha scritto:Una volta, ricordo, fra i direttori che vorremmo sentire dirigere certe opere liriche c'era il caro Mat che scriveva che il suo sogno sarebbe acsoltare il signor Rattle dirigere il Falstaff ( Mat corregggimi se sbaglio perhcè si parla di mex molto vecchi).
Ora, io ho povato a cercare qua e là notizie su esecuzioni verdiane di Rattle, ma non ne ho trovate!!!
Vi volevo chiedere sapete se si sia mai cimentato col repertorio verdiano pucciniano rossiniano ecc??????
Che nella scelta delle uscite discografice discografiche voglia imitare Celibidache che non dirigeva l'opera (Rattle cmq qualcosa di dverso fa in questo verso) , oppure vuole adottare la reticenza di Bernstein?
Qui urge che il nostro sito si fornisca di inervistatori per soddisfare i miei dubbi universali
Ciao a tutti...
Caro Gustav,
Rattle è purtroppo ancora figlio di una generazione che snobbava Verdi e Puccini.
Alla stessa stirpe apparteneva anche Abbado, benché questi abbia in gioventù (Scala oblige) affrontato molto Verdi.
Però sempre di Verdi maturo si trattava e in qualche modo "impegnato" (non certo Trovatore, non certo Rigoletto, non certo Foscari, non certo Nabucco... Macbeth sì... solo quello perché - come è noto - è stato nobilitato da decenni di direttori tedeschi).
Puccini???? MAIIII!...
Oggi che è libero dai dettami di un teatro tradizionale, Abbado ha detto addio a Macbeth e si concede di Verdi solo operone tardive come Falstaff (sai quanto fa intellettuale?) e Boccanegra (opera "politica"...)
Se devo dirla tutta, questa generazione di direttori "sessantottini" di prima generazione (Abbado) o seconda (Rattle) hanno fatto cose stupende, hanno innovato il modo di dirigere, hanno aperto orizzonti rivoluzionari, ma restano incurabili snob.
E per l'opera cosidetta "tradizionale" nutrono un sospetto goffamente e ridicolmente "anti-borghese".
Peccato... perchè se Rattle dirigesse il Falstaff e l'Aida ne verebbero fuori letture superbe e rivoluzionarie, almeno per me!
Meglio se non ...con i Berliner!
Magari con la Birmingham o i Rotterdam.
Salutoni,
Mat