Maugham ha scritto:E' bellissimo, ricchissimo di informazioni, c'è il libretto e un'analisi musicale di prim'ordine. (già che ci sei tira giù anche quello della Thais - bellissimo!) Bravi i veneziani!
Sottoscrivo completamente, ma direi che in generale i programmi di sala della Fenice sono forse i migliori che si trovano in giro, e il fatto che siano tutti scaricabili gratis online ne aumenta il valore. Del resto, il responsabile delle pubblicazioni della Fenice è Michele Girardi, per mio conto uno dei non molti musicologi italiani degni di questo nome…
Maugham ha scritto:Non mi ha entusiasmato. E Carreras mi è sembrato galleggiare in un parte più grande di lui. Le donne invece... formidabili.
Sono però del parere che il grand-opéra in disco non funzioni.
Tutto mi sembra come sgonfio e certe debolezze musicali saltano fuori con evidenza.
Penso che non si scappi... ci vuole il palcoscenico.
Confermo anch’io l’impressione di fiacchezza e macchinosità che questa incisione mi causa, ma non sono sicuro che dipenda da scarsa compatibilità fra disco e grand-opéra. Io credo dipenda piuttosto dai tagli. E non mi riferisco al fatto che ci siano, tout-court, dei tagli, ma al criterio con cui sono stati fatti. La struttura musicale di un grand-opéra si muove su “onde lunghe”, ogni pezzo ha bisogno di adeguato tempo per far montare la tensione e di altrettanto per farla scaricare, altrimenti tutto il meccanismo gira a vuoto. Il criterio seguito da Almeida, ossia quello di lasciare un pezzetto di ogni brano, giusto un assaggio, è devastante. Prendiamo ad esempio una delle sequenze per mio conto più grandi: il finale del secondo atto, dall’ingresso di Léopold in poi. Tutto è calibrato al millesimo, il montare della tensione dal duetto all’ingresso di Éléazar, fino al culmine del suo “Chrétien sacrilège” e poi allo scaricarsi nella sua ripresa a tre. Se, come fa Almeida, si passa subito all’unisono, crolla tutto. E lo stesso avviene in molti altri passaggi. Il video di Vienna funziona molto meglio, ma funziona meglio anche al solo ascolto, proprio perché la struttura è assai più rispettata.
Comunque, che opera fantastica La Juive. Scribe è un grande, e questo libretto per me resta uno dei più grandi mai scritti, sotto il triplice aspetto della struttura drammaturgica, della bellezza di linguaggio e della ricchezza di contenuti…