Riccardo, ma tu credi veramente che un sistema liberale all'americana risolverebbe i problemi?
Io, che sono convinto che lo stato debba avere una sua funzione nella gestione della cultura, vorrei però che ragionassimo su alcuni dati, parlando di due teatri di cui, oltretutto, nemmeno condivido interamentela politica:
Le Muse di Ancona sono un teatro di lirica ordinaria (ci può essere un solo Teatro di Tradizione per provincia, e c'è Jesi già) e prendono 300.000 Euro l'anno ---> stagione miserella di due titoli d'opera, due balletti con orchestra dal vivo e un recital. Insomma è misera, sono il primo a dirlo, ma tutto sommato ci sta
La Scala, dai dati pubblicati su Classic Voice di due anni fa (quindi non so se l'anno scorso sia aumentato il finanziamento, presumo di si) ha preso più di 30 milioni di euro, Roma 29.... e la produzione (badate, non parlo di livello artistico o di qualità degli allestimenti, che ricaderei nel gioco del cane che si morde la coda che ha già evitato Maugham) parlo di produzione, sic et simpliciter, è proporzionata?
Vabbé la Scala ha azzeccato il Tristano... ma poi? Poi ha annullato in malo modo uno Chénier improponibile, poi ha annunciato una stagione in cui la sola scelta di fare il Don Carlo in 4 atti si commenta da sola... ecc ecc
Il guaio di chi la pensa come me, cioè che lo stato debba finanziare la cultura, è che si possono produrre serate di abominevole sciatteria (vedi la Corona di pietra in Arena a Verona 4 anni fa) e, di fronte all'oggettivo flop mai ammesso dalla presunzione degli organizzatori, invocare l'operazione culturale... ma de che?