Isolde storiche

cantanti, direttori, registi, scenografi

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Re: Isolde storiche

Messaggioda Pruun » sab 06 set 2008, 17:54

Maugham ha scritto:
MatMarazzi ha scritto:Mentre io ancora non capisco tutto questo attaccamento all'uccello parlando di vocalità wagneriana...
Bah...


Be', si sa che l'uccello (della foresta) è storicamente gradito ai belcantisti.
Mah...
WSM


Certamente!! :mrgreen: :mrgreen: .... l'ha cantato la mitica mascellonaaaa!! :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
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Re: Isolde storiche

Messaggioda walpurgys » sab 06 set 2008, 19:11

Preparato da chi???
Chi, io???
Io che non seguo catalogazioni, compartimenti stagni?
Io che non ho mai letto Celletti, ne seguo i coloro che condividono le sue idee?
Io che ho ben altre letture???
Ah è vero, i famosi Cellettiani, altra catalogazione delle tue, quei mostruosi esseri tipo le creature di Lovecraft che infrangono con le loro tesi il TUO declamato e le TUE dicutibili prese di posizione.
Ora mi crocefiggerai in sala mensa...sai che paura.
No Marazzi, non avvenne nulla di tutto ciò:
Nessuno dei Cellettiani o altri tuoi nemici mi ha preparato, faccio tutto da me e gli unici errori che ho fatto sono la data sbagliata riferita al MET e la S in più alla Gulbranson, tutto il resto lo sottoscrivo in toto e me ne frego di quello che puoi scrivere o pensare.
Io conosco perfettamente ciò di cui parlo, sono preparato su Wagner più che su qualsiasi altro compositore, ma ho seri dubbi su di te anche se come dici studi e bla bla simili.
Secondariamente parole come "Caro, Bambinone, Tenero, Ignorante" ed altre delizie simili riservale non a me, visto che io e te non abbiamo nessun tipo di rapporto ne di confidenza, ma riservale per gli individui che vuoi vezzeggiare o che seguono le tue teorie farneticanti e cervellotiche, poichè io non mi sono espresso affatto in quei termini e pretendo lo stesso trattamento.
Quindi siccome nel mio precedente post ho soltanto constatato delle imprecisioni, che ho ritenuto "dabbenaggini" e "bestialità" per usare un linguaggio a te cosi' caro, ho ritenuto opportuno correggerle, senza però usare i tuoi toni capziosi, snob, sarcastici (e non dico ironici, perchè l'ironia prevede altro), che in forum democratico(?) non dovrebbero esserci, (ma in realtà per coloro che vanno contro il "verbo" che sia l'editoriale o le parole di Marazzi, c'è il "Crucefige" in sala mensa con la scritta "Cellettiano" in testa) perchè determinati fatti sono accaduti davvero con o senza le elucubrazioni del sig. Marazzi.
Terzo:
ancora una volta evita di scrivere cose che non ho scritto ne pensato (Jones e Rysanek belcantiste), perchè sei tu a scriverle quando mi accusi di farlo non di certo io, e l'ossessione per l'uccello della foresta (che qui sta degenerando grazie a te in sproloqui che poco si confanno al forum e poco hanno dell'ironia di cui sopra) è più tua che mia visto che io citavo un fatto reale, tu utilizzavi la cosa per un nuovo attacco capzioso, sarcastico e snob e di dubbio gusto e nelle tue argomentazioni è presente un rigo si, uno pure...ergo il problema è tuo non mio.
Quarto:
la tua reazione rabbiosa, capziosa, snob, sarcastica e di dubbio gusto mi fa pensare che ho colto nel segno.
Una persona sicura di ciò che dice o scrive avrebbe reagito con pacatezza e con eleganza facendo comprendere eventuali errori con esempi pratici.
Ma ciò non è avvenuto, perchè tu sei salito sul solito piedistallo messianico ed hai pontificato. LA LEGGE SONO IO PUNTO. Alla faccia della Democrazia.
Quinto:
visto che tu stesso per primo non citi le tue fonti perchè dovrei farlo io?
A che pro?
Mi metti un bel voto?
La mia faccia è già salva, basta che chiunque faccia una ricerca bibliotecaria o su internet per leggere le cose che ho scritto e sopratutto non devo dimostrare nulla sopratutto a te visto che ripeto non abbiamo alcun tipo di rapporto ne di confidenza.

E ora prego continua a scrivere il tuo "capolavoro".
Magari qualcosa di buono lo nasconderà.
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Re: Isolde storiche

Messaggioda Pruun » sab 06 set 2008, 19:24

walpurgys, scusa se mi permetto, sono la persona che la pensa in maniera più diversa da Mat su questo mondo, lui lo sa e chi non lo sa lo sa adesso, ma non ti pare di avere utilizzato tu per primo un tono un pò brusco? A volte basta poco, magari una faccina, per rendere più leggera una discussione, non trovi?
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Re: Isolde storiche

Messaggioda Maugham » sab 06 set 2008, 20:51

Pruun ha scritto:Certamente!! :mrgreen: :mrgreen: .... l'ha cantato la mitica mascellonaaaa!! :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:


Tra l'altro nella copertina delle prima edizione del Siegfried in LP (che conservo gelosamente) c'è scritto
Nilsson
Windgassen
Hotter
Stolze
Neidlinger
and
(....rullo di tamburi....)
JOHAN SUTHERLAND! :D
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Re: Isolde storiche

Messaggioda MatMarazzi » sab 06 set 2008, 20:55

"Caro Matteo,
ho letto con interesse il tuo articolo sulle Isolde dell'era di Cosima.
E tuttavia, rispetto alle mie conoscenze, vi sono alcuni punti che mi hanno un po' sorpreso e altri sui quali non mi trovo molto d'accordo.
Mi piacerebbe approfondire la questione..."


ecc.. ecc...

Ecco.
Questo sarebbe stato un tipo di post che avrei gradito moltissimo!
Mi ero anche permesso di sollecitarlo in altro thread...
"avete dubbi? c'è qualcosa che non condividete o non avete capito?"
Ci speravo anche perchè, nell'articolo, avevo dovuto tagliare tante cose; contrarre i concetti; eliminare dimostrazioni; sopprimere collegamenti che ritenevo importanti ma obbiettivamente fuori tema.
Un bel dibattito sul forum era l'occasione per andare a fondo.. e riprendere tutto quel che avevo dovuto tagliare.

Ma tu no.
Tu sei entrato - dopo 4 mesi che non intervenivi nel forum - col piglio del maestrino che corregge con la matita rossa e blu.
Sei andato a cercare ogni possibile "omissione" in mezzo alle righe di una trattazione che di informazioni ne conteneva già tantissime (anche troppe per un ambiente come Internet).
Ti sei persino attaccato al fatto che nell'elencare i ruoli di una cantante (che per inciso citavo incidentalmente, non essendo stato una Isolde a Bayreuth) omettessi Eva o l'uccello della foresta. Ti sei attaccato a ogni possibile frasettina decontestualizzata, interpretandola alla "picchio" e costruendovi sopra le tue rimostranze.
Sei persino arrivato a puntualizzare, (avendo scritto che la Malten e la Sucher avevano cantato Isolde dall'86 al 91) che in realtà LA MALTEN L'AVEVA CANTATO ANCHE NEL 92!!! Fondamentale correzione...
Hai condito il tutto con la solita teoria (quella sì triste, trita e persino - lo dico a chiare lettere - cretina) che qui siamo nemici del Belcanto e odiamo chi canta bene. Hai concluso trionfalmente dicendo che sono cervellotico.
Il tutto rivolgendoti a me sempre alla terza persona.... ehehhe...

Sii onesto, Walpurgys. Almeno con te stesso!
Tu non hai scritto il tuo post con l'intento di "discutere" o "approfondire".
Hai solo creduto di poter venir qui a menar colpi di manganello.
E in questo - mi permetto di dirlo - sei stato MOLTO "ingenuo", perché purtroppo il tuo interlocutore ne sapeva più di te.
E così le manganellate te le sei prese tu.
Ora dunque evita i piagnistei.... Chi è causa del suo mal....

Mat
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Re: Isolde storiche

Messaggioda pbagnoli » sab 06 set 2008, 21:53

Walpurgys scrive:
Quindi siccome nel mio precedente post ho soltanto constatato delle imprecisioni, che ho ritenuto "dabbenaggini" e "bestialità" per usare un linguaggio a te cosi' caro, ho ritenuto opportuno correggerle, senza però usare i tuoi toni capziosi, snob, sarcastici (e non dico ironici, perchè l'ironia prevede altro), che in forum democratico(?) non dovrebbero esserci, (ma in realtà per coloro che vanno contro il "verbo" che sia l'editoriale o le parole di Marazzi, c'è il "Crucefige" in sala mensa con la scritta "Cellettiano" in testa) perchè determinati fatti sono accaduti davvero con o senza le elucubrazioni del sig. Marazzi.

Walpurgys, ti conosco sin dai tempi di Operaclick e - sia detto senza ironia, credimi - ho sempre apprezzato il piglio da appassionato verace e documentato con cui entravi in ogni discussione di area wagneriana.
E tuttavia, credimi, ha lasciato sconcertato anche me leggere il tuo lungo post, che segnava il tuo rientro dopo mesi di silenzio, scritto con un tono tribunizio e saccente piuttosto antipatico.
Come vedi dagli altri post, né io né Matteo siamo stati i soli a notarlo.
Sei entrato a gamba tesa con atteggiamento francamente maleducato: il minimo che ti potevi aspettare era che qualcuno te le cantasse.
Hai scritto delle cose inesatte che Matteo ti ha corretto: fai tesoro dei suoi suggerimenti e ringrazialo, come faccio sempre io quando imparo qualcosa da qualcuno.

Piuttosto, un appunto.
Della tua reprimenda ho quotato la frase in oggetto perché c'è il solito riferimento all'editoriale e alle parole di Matteo; riferimento che, ormai, sta iniziando a stancarmi.
Non è un mistero per nessuno che questo sia un sito con un forum, NON un forum con un sito intorno; tant'è vero che, inizialmente, il forum io non l'avevo voluto.
Non è un mistero per nessuno che questo sito nasca con dei presupposti ben precisi: non andiamo alla carlona o navigando a vista, abbiamo una linea BEN PRECISA e la seguiamo. L'editoriale è l'esplicitazione di tale linea.
Certo, sarebbe più comodo come fanno tanti altri: parlar male di tutto quello che si vede e si ascolta, anche in prospettiva (sproloquiando cioè sui cartelloni senza aver ascoltato ancora una fava), che tanto ti rende simpatico agli altri.
Ma questa non è la nostra scelta, e se ti fossi preso la briga di leggerli, questi benedetti editoriali, ti saresti reso conto - tu come tutti gli altri che hanno protestato su questo tema (pochi, fortunatamente) - che le cose erano BEN CHIARE sin dal primo momento.
Abbiamo scelto la strada più difficile, quella costruttiva. E sai una cosa, Walpurgys? Ci vuole del tempo. Un sacco di tempo. Mentre per scrivere su un sito che dovrebbe occuparsi di opera lirica, invece di considerazioni musicali, quattro stronzate su quanto è gnocca la Netrebko e quanto è figo Villazon ci vogliono non più di quattro minuti, meno ancora se digiti rapidamente. E Matteo, che in fondo - nonostante l'apparenza burbera è un Signore - ti potrebbe dire quanto gli abbia rotto le palle per avere un articolo che lo ha impegnato per mesi, che è bellissimo e perfetto, che dice un sacco di cose giuste e storicamente centrate e che ha il grosso merito di mettere un PUNTO DEFINITIVO sulle questioni di vocalità wagneriana. E io stesso, che sono un appassionato wagneriano, non mi vergogno di dire di aver imparato molto dalle cose che scrive
Non ti va bene? Mi spiace, ma non posso farci nulla.
E comunque, come avevo già detto ad altri personaggi che "A volte ritornano" come i protagonisti dei libri di Stephen King, sono ben conscio che non tutti possano ritenersi soddisfatti di quello che leggono, vedono e ascoltano e che siamo ben contenti di accogliere critiche, a condizione che siano espresse con educazione, cortesia e rispetto; "Altrimenti ci arrabbiamo" (film con Bud Spencer e Terence Hill).

Amico mio, di siti di opera lirica non ne mancano, e ce ne sono un sacco dove non sentirai parlare di declamatori, così non ti verrà il sangue cattivo :D
Pietro
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Re: Isolde storiche

Messaggioda Riccardo » sab 06 set 2008, 22:36

Sinceramente mi sarebbe piaciuto leggere una controrisposta di Walpurgys che tentasse di parare sul merito il contrattacco marazziano. E invece, a suon di polemica, la discussione si è arenata a svantaggio di tutti.
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Re: Isolde storiche

Messaggioda pbagnoli » dom 07 set 2008, 7:54

Riccardo ha scritto:Sinceramente mi sarebbe piaciuto leggere una controrisposta di Walpurgys che tentasse di parare sul merito il contrattacco marazziano. E invece, a suon di polemica, la discussione si è arenata a svantaggio di tutti.

E' lo stesso rimpianto che ha espresso Matteo, se hai letto... :(
Purtroppo in Italia si riesce assai raramente a fare una discussione costruttiva su questi argomenti.
Ma siccome io sono capzioso e vedo il male dappertutto, mi riesce strano vedere che improvvisamente, dopo mesi, ricompare un personaggio che mena fendenti proprio quando pubblichiamo un articolo di notevole importanza.
E proprio nei giorni scorsi avevo timidamente espresso la mia soddisfazione per aver raggiunto un equilibrio di discussione costruttiva in assenza di polemiche...
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Re: Isolde storiche

Messaggioda walpurgys » lun 08 set 2008, 2:04

Le cantanti che si alternarono come Isolde a Bayreuth durante il regno di Cosima furono tre: Rosa Sucher, Therese Malten (dal 1886 al 1891) e Marie Wittich nella ripresa di vent’anni dopo.

La Malten solo nel 1886 in secondo cast e l’allestimento di Tristan fu ripreso anche nel 1892.


E tu M. Marazzi hai capito:

Sei persino arrivato a puntualizzare, (avendo scritto che la Malten e la Sucher avevano cantato Isolde dall'86 al 91) che in realtà LA MALTEN L'AVEVA CANTATO ANCHE NEL 92!!! Fondamentale correzione...


Piccolo particolare che dimostra come e con quanta attenzione hai letto il mio post, quanto hai compreso ciò che ho scritto, le motivazioni che mi hanno spinto a farlo e che ho evidenziato all'inizio del mio intervento ovvero correggere le tue "verità inconfutabili" o anche "punti definitivi" e di fronte all’ “attenzione” con cui mi citi e a cotante risposte, scusa, ma veramente non vedo quale discussione costruttiva poteva venirne fuori.
Tanto pretendi sempre di aver ragione, dunque accomodati.

Sii onesto, Walpurgys. Almeno con te stesso!


Lo sono sempre, fa parte di me.
Infatti come ho specificato, se hai letto, era per correggere e mi sono attenuto a quanto avevo premesso.
Mi sono astenuto infatti da utilizzare un linguaggio pieno di colorite metafore cosi' caro a te.
Saccente, maestrino con la penna rossa e blu, si può darsi, ma di fronte a tali “verità inconfutabili” e “punti definitivi” ho dovuto indossare questa scomoda veste ed ho voluto dire la mia.
Mi spiace solo se gli altri hanno inteso male i miei toni.
Ingenuo? No questo, proprio no.
Riguardo alle doti del mio interlocutore, che ahimè non mi sento in dovere di ringraziare visto che non condivido i punti che ho elencato ed il suo approccio all'argomento, ho già espresso ampiamente i miei dubbi.
Non ho nemmeno le ecchimosi di chi le ha prese, perché non ho avuto alcuna controrisposta esaustiva, ma solo prevedibili ripetizioni di ciò che era già stato scritto e che nulla hanno aggiunto al discorso, per questo il contrattacco marazziano non sortisce in me alcun effetto, quello che ho scritto è li e lo ribadisco.

Alla prossima
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Astrid e Isolde

Messaggioda pbagnoli » ven 14 ott 2011, 21:29

Da quell'appassionato che sono di zia Astrid, era da un po' che volevo acquistare la sua registrazione di Isolde (Bayreuth 1953, con Jochum e Vinay); adesso ce l'ho e ne sono piuttosto deluso.
Intendiamoci: la personalità è pur sempre quella di una delle più grandi interpreti wagneriane di tutti i tempi; ma si rimane delusi, non ce n'è.
Un anno prima c'era la Modl con Karajan, ed era anni luce avanti per illuminazione, scultura del fraseggio, languore, sensualità. Soprattutto la sensualità! Come dice giustamente MM (che non è Martha Modl, ma Matteo Marazzi), la Varnay sembra sensuale come un termosifone d'estate, ed è la stessa sensazione che dà anche la Nilsson nello stesso ruolo.
Ora, direte voi, cosa hanno in comune Astrid Varnay e Birgit Nilsson?
Forse che sono state probabilmente le due Brunnhilde più importanti del secolo scorso?
Avete indovinato.

Ecco, sempre lì si torna - o meglio, si tornerebbe se qualcuno di mia conoscenza avesse deciso di continuare il lavoro sulle Isolde storiche di Bayreuth: la grande Brunnhilde non può essere contemporaneamente una grande Isolde; e viceversa. Era stata la grande intuizione di Cosima, e aveva perfettamente ragione lei.
:arrow: Varnay: grandissima Brunnhilde, Isolde passabile
:arrow: Modl: incredibile Isolde, Brunnhilde modesta
:arrow: Nilsson: immensa Brunnhilde, Isolde poco più che onesta
:arrow: Jones: favolosa (diciamocelo!) Brunnhilde, Isolde trascurabile e comunque - a quanto mi consta - NON a Bayreuth
:arrow: Stemme: una delle più grandi Isolde dei nostri tempi e non solo; Brunnhilde di media levatura
:arrow: Voigt: Isolde molto più che interessante; Brunnhilde disastrosa

Fanno eccezione ad alti livelli, credo, la Ligendza che è stata una immensa Isolde e una grande Brunnhilde; e la Herlitzius, immensa in entrambi i ruoli. La Thèorin a me piace, ma non appassiona tutti
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Re: Astrid e Isolde

Messaggioda MatMarazzi » gio 27 ott 2011, 14:33

Caro Pietro,
avevo mosso lo stesso interrogativo quando scrissi delle Isolde di Bayreuth al tempo di Cosima Wagner.
Una delle tante prove della grandezza di Cosima è il fatto che, durante i decenni del suo regno, nessuna Bruennhilde avrebbe cantato anche Isolde e viceversa.
Dopo di lei, già ai tempi di Siegfried, venne meno questa regola aurea e, per la consueta semplicioneria che sovraintende a ogni scelta di cast, le Isolde e le Bruennhildi sono state accomunate.
Larsen Todsen, Leider, Lubin, Moedl, Varnay, Nilsson, e via di seguito.

In realtà sia come vocalità, sia come psicologia le due parti sono davvero troppo lontane perché si possa essere credibili in entrambe.
A me non viene in mente nessuno che ci sia veramente riuscito.

Devo dire che a proposito della Jones non sono davvero d'accordo con te.
La sua Isolde a me pare molto più convincente (anche a livello vocale) della sua Bruennhilde.



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Re: Cose di Wagner : pensieri e commenti ...

Messaggioda MatMarazzi » dom 22 apr 2012, 10:50

Letto avidamente il bellissimo saggio di Pietro su zia Martha.
Credo che quello sulle grandi aquile della Neue Bayreuth (VArnay e Moedl) sia stato uno dei primi argomenti che io e Pietro abbiamo discusso quando ci conoscemmo... e la cosa data ormai 15 anni buoni (cavolo ci pensate? avevo 27 anni... ora 42).

Comunque è un ambito di riflessione che sta molto a cuore a entrambi. Il fatto che Pietrone abbia deciso di trattarlo oggi sul sito è quindi per me doppiamente emozionante: la misura di quanto siamo cambiati a fronte di un tema che è rimasto quello (in questo caso è il nostro pensiero a essere la parte "dinamica" ;) ).
Tralascio la parte dei complimenti, che pure il pezzo del Bagnolo merita senz'altro, e mi concentro sul punto vengo tirato in ballo, a proposito delle differenze vocali per me abissali fra Bruennhilde e Isolde.

Nel mio articolo sulle Isolde di Bayreuth ai tempi di Cosima (http://www.operadisc.com/vis_tutto_backstage.php?idback=27) io constatavo la determinazione di Cosima nel non affidare mai Bruennhilde alle stesse interpreti di Isolde e viceversa.
Ed elogiavo questa scelta, contro a quella (ben più in voga, ancora oggi) di buttare tutti gli "hochdramatische" in un unico calderone: quello per cui Isolde e Bruennhilde (essendo i vertici "femminili" dell'operismo wagneriano) rappresentano entrambe l'inevitabile traguardo di ogni grande wagneriana che si rispetti.

Ancora oggi sostengo questa tesi, e continuo ad accumulare gli indizi in questo senso (fermo restando che nel mondo dell'arte ogni eccezione è possibile).
Io constato infatti (come Cosima) che le grandi bruennhildi raramente sono altrettanto grandi come Isolde.
La Leider, la Varnay, la Nilsson, la Behrens, splendenti, siderali, sovraumane semidee di bellezza e gioventù, risultano come Isolde poco femminili, impacciate, scarsamente frementi alle brezze notturne, poco convincenti nell'esplosione di umanità che il personaggio dovrebbe descrivere.
Al contrario le grandi Isolde (loro sì irradianti di umanità: Lubin, Moedl, l'odierna Stemme) quando vestono i panni della vergine guerriera esibiscono non solo gravi impacci di ordine vocale (limitazione all'acuto, pesantezza) ma anche un eccesso di calore e femminilità, una mancanza di lucentezza che difficilmente ci fa credere a una semi-dea che cavalca fra i cadaveri delle battaglie...
Anche drammaturgicamente è opposto il percorso delle due eroine.
Isolde parte da una condizione di ultra-umanità per trascenderla, e accedere all'assoluto (l'annientamento).
Bruennhilde compie un cammino opposto: da una condizione di astrazione (semi-divinità, pensiero di Wotan incarnato) conquista progressivamente l'umanità; e solo quando è diventata "umanissima" (come Isolde) può compiere lo stesso gesto di annullamento, di sacrificio cristiano, di rinuncia a sè.
In pratica se a un personaggio del Ring Isolde può essere accostato, questo è Sieglinde, non Bruennhilde.
Drammaturgicamente, ma anche psicologicamente e vocalmente.

Cosima, che era un vero genio come direttrice artistica, lo comprese.
E infatti affidò Isolde alla sua più grande Sieglinde (Rosa Sucher), non alla sua più grande Bruennhilde (Ellen Gulbranson).
Un'altra prova è il fatto che alcune delle maggiori Isolde del '900 non solo non cantarono mai Bruennhilde, ma non ne avrebbero nemmeno avuto i mezzi: Margareth Price ad esempio (solo in disco) o Jessy Normann (solo in concerto) o, più di recente, Waltraut Meier.
E' un caso che tutte e tre siano anche state Sieglindi meravigliose?

Pensate a quante Isolde maiuscole abbiamo perso per questa (imho sbagliata) equazione con Bruennhilde!
Lotte Lehmann... che Isolde sarebbe stata? E la Crespin? E la Rysanek?
Nessuna di loro osò l'amante di Irlanda... e il loro timore risiedeva nella consapevolezza di non poter cantare Bruennhilde!
Questo è l'assurdo!
La Crespin, è vero, cantò Bruennhilde ma vi superò ampiamente i limiti della sua voce: osò solo quella della Walkiria, e praticamente solo in disco, ammettendo - nella sua biografia - di aver sempre rimpianto la parte di Sieglinde.
Anche alla Rysanek (da giovanissima) scappò una Bruennhilde della Walkira; se ne astenne subito e ritornò (per i trent'anni successivi) alla sua amata Sieglinde.
Ma Isolde no! :)


Alla mia tesi Pietro si ribella.
Infatti egli constata che la grandezza di Martha Moedl nelle varie scene dell'Olocausto è tale da lasciarci annichiliti.
Eppure la Moedl era nata per Isolde: mezzosopranile, dal declamato coraggiosissimo, con le parole rivelate fino all'impudicizia, l'umanità che esplodeva come un fiume da lei! Fu infatti l'Isolde di una generazione.
Eppure... il suo Olocausto è stratosferico!
Di conseguenza Pietro si domanda se non sia forse giusto attribuire (come, a parte Cosima, si è sempre fatto) anche la Walkiria a vocalità come la sua, grandiosamente centralizzanti, dai colori scuri e mezzosopranili, debordanti di umanità (e radicalizzate nel declamato).

Ascoltando quelle registrazioni, verrebbe da dargli ragione...
E tuttavia... :)
Posso concedere che nel Crepuscolo la scrittura di Bruennhilde tenda ad abbassarsi e ad assomigliare di più a quella di Isolde (il processo di umanizzazione di cui parlavamo?) e tuttavia vi chiedo:

1) è giusto sottovalutare il fatto che la scrittura in Walkiria e Siegfried (ma anche del primo duetto del Crepuscolo e dell'indiavolato terzetto della vendetta) sono invece tanto acute? Tali da mettere alla frusta la Moedl come tante altre Isoldi?

2) la Moedl in fondo non si è letteralmente devastata a forza di cantare Bruennhilde? NOn è già avvertibile (nel solo 55) uno stato vocale infinitamente più critico rispetto a soli due anni prima? Non è questo un segno che la parte non sia ideale per una vocalità come la sua?

3) Come si spiega, al contrario, che una Waltraut Meier - mezzosoprano - continui a tenere in repertorio una favolosa Sieglinde e una favolosa Isolde ben oltre i cinquant'anni? O che il più bel Liebestod mai inciso (quello della Normann) sia dovuto a una cantante che - celebre Sieglinde - non avrebbe mai potuto nemmeno sognare gli slanci di Bruennhilde?

Quello che posso concederti, Pietro, è che l'ideale per Bruennhilde sarebbe una Leider che, progressivamente, vada trasformandosi in un Lubin, raggiungendo la perfetta metamorfosi nell'Olocausto.
O una Varnay che si trasformi in una Moedl.
O una Herlitzius che si trasformi in una Stemme.
Ma in mancanza di questo, io continuo a preferire una Bruennhilde che sappia comunicarci fin da subito (col chiarore sopranile del suo canto e lo splendore degli acuti) la lucentezza del suo essere vergine delle battaglie, lo scintillio della sua armatura.
L'umanizzazione alla fine del Crepuscolo potrà essere evocata, se non altro, dalla vicenda, dalla tessitura più centralizzante...
Ma se noi partiamo già con una voce grave, sontuosa, ribollente di umanità e a corto di acuti... non potremo assistere ad alcuna metamorfosi...
Lo dimostra la Crespin che - fin dall'Hojotoho affaticato e umanissimo - ci appare molto più carnale e più donna dell'incorporea Janowitz.

Tutto questo, ovviamente, nella mia umile opinione.

Salutoni,
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Re: Cose di Wagner : pensieri e commenti ...

Messaggioda pbagnoli » dom 22 apr 2012, 17:08

MatMarazzi ha scritto:Nel mio articolo sulle Isolde di Bayreuth ai tempi di Cosima (http://www.operadisc.com/vis_tutto_backstage.php?idback=27) io constatavo la determinazione di Cosima nel non affidare mai Bruennhilde alle stesse interpreti di Isolde e viceversa.
Ed elogiavo questa scelta, contro a quella (ben più in voga, ancora oggi) di buttare tutti gli "hochdramatische" in un unico calderone: quello per cui Isolde e Bruennhilde (essendo i vertici "femminili" dell'operismo wagneriano) rappresentano entrambe l'inevitabile traguardo di ogni grande wagneriana che si rispetti.

Ancora oggi sostengo questa tesi, e continuo ad accumulare gli indizi in questo senso (fermo restando che nel mondo dell'arte ogni eccezione è possibile).
Io constato infatti (come Cosima) che le grandi bruennhildi raramente sono altrettanto grandi come Isolde.

Innanzitutto grazie, Matteo, di avere letto le cose che ho scritto.
Devo dire che - pur rinnovandoti il mio profondo disappunto per non aver proseguito quella linea di ragionamento sulle Isolde storiche a Bayreuth - in astratto mi avevi convinto.
Anch'io ero d'accordo nel considerare - per lo più - indispensabile separare le due linee esecutive, quella di Isolde e quella di Brunnhilde, e proprio per le stesse ragioni che avevi detto in quel bellissimo articolo e che hai ricordato oggi:
:arrow: due percorsi di umanità diversi e anzi contrari
:arrow: scrittura di Brunnhilde complessivamente più acuta rispetto a Isolde
:arrow: difficoltà a reperire un'interprete che abbia la stessa pregnanza in entrambi gli ambiti esecutivi
:arrow: rischio di genericità
In realtà - come tu stesso hai dovuto ammettere - a fronte di una Waltraud Meier, cantante che io stesso adoro e di cui parlerò nella prossima puntata, ci stanno un sacco di altre Artiste in cui si può trovare tutto: dalle Schnaut/Eaglen, che non interessano veramente nessuno, alle Nilsson/Jones che hanno fatto tutto (o quasi) ma hanno confermato il tuo punto di vista eccellendo soprattutto in uno dei filoni esecutivi, sino alle moderne Herlitzius/Stemme.
In questa conquista - chiamiamola così - che pre-esisteva alla Neue Bayreuth, ci sta un po' di tutto: l'ambizione delle cantanti, lo stimolo dei direttori, la passione del pubblico e, almeno a partire da Wieland (la cui personalità soverchiante ha sicuramente avuto un ruolo nei cantanti che gli sono venuti a contatto), anche i registi.
A ciò si aggiunga - spartito alla mano (lo fa vedere anche la Modl nella sua autobiografia) - che la parte di Brunnhilde è sicuramente più acuta delle altre da Hochdramatische, ma verosimilmente non scomodissima se consideri che lei l'ha cantata coprendosi anche discretamente di gloria.
E poi c'è il dato di Furtwaengler, sul quale tu hai glissato e che invece io ti sottopongo da un po' di anni.
La mia domanda è: perché Furtwaengler esce dalla Flagstad e piomba sulla Brunnhilde della Modl?
La tua risposta è: perché è la wagneriana più importante del suo tempo.
Ma se la cronologia è esatta, la Modl debutta Brunnhilde a Bayreuth proprio nel 1953 solo pochissimi mesi prima: non sono un po' pochi per considerarla una Brunnhilde più attendibile del suo tempo?

Io però, come hai visto, proponevo un percorso diverso: la strada Kundry-->Isolde-->Brunnhilde, partendo da mezzosoprano.
Ora, a mia conoscenza questo percorso è stato fatto con pienezza di risultati solo da due Artiste: Martha Fuchs e Martha Modl.
La mia ipotesi è quella della conquista progressiva del ruolo più acuto partendo dalla relativa comodità d'estensione del ruolo più basso.
Non solo: ci potrebbe essere qualche peculiarità che rende più credibile la Brunnhilde di una... Kundry, che non la Kundry di una Brunnhilde.
Perché, a fronte di un'estensione acuta maggiore - e quindi, di una maggior teorica comodità - le Isolde della Varnay e della Nilsson non sono credibili mentre invece la ben più complessa Brunnhilde della Modl è una creatura così ricca e variegata? Bada, Matteo: stiamo parlando di tre fuoriclasse!
Dev'esserci qualcos'altro, non credi?


MatMarazzi ha scritto:
Anche drammaturgicamente è opposto il percorso delle due eroine.
Isolde parte da una condizione di ultra-umanità per trascenderla, e accedere all'assoluto (l'annientamento).
Bruennhilde compie un cammino opposto: da una condizione di astrazione (semi-divinità, pensiero di Wotan incarnato) conquista progressivamente l'umanità; e solo quando è diventata "umanissima" (come Isolde) può compiere lo stesso gesto di annullamento, di sacrificio cristiano, di rinuncia a sè.
In pratica se a un personaggio del Ring Isolde può essere accostato, questo è Sieglinde, non Bruennhilde.
Drammaturgicamente, ma anche psicologicamente e vocalmente.

Ecco.
In questo mi convinci completamente: nei due diversi percorsi di umanità. Isolde parte da un'umanità ferita e aggressiva e arriva alla trascendenza, Brunnhilde fa il percorso opposto.
Devo ammetterlo: questa è l'unico vero argomento che sento come obiezione al mio ragionamento


MatMarazzi ha scritto: Un'altra prova è il fatto che alcune delle maggiori Isolde del '900 non solo non cantarono mai Bruennhilde, ma non ne avrebbero nemmeno avuto i mezzi: Margaret Price ad esempio (solo in disco) o Jessye Norman (solo in concerto) o, più di recente, Waltraud Meier.
E' un caso che tutte e tre siano anche state Sieglindi meravigliose?

Penso di no, che non sia un caso.
Ma - a dire il vero - come Sieglinde mi convince solo la Meier: la Norman proprio no, né con Janowski - quand'era al top delle proprie possibilità - né tanto meno con Levine.
Delle tre, quella che mi convince a 360 gradi è la Meier; l'unica, per altro, a avere in repertorio anche Kundry.
Mi mancava invece la notizia della Sieglinde della Price

MatMarazzi ha scritto:Pensate a quante Isolde maiuscole abbiamo perso per questa (imho sbagliata) equazione con Bruennhilde!
Lotte Lehmann... che Isolde sarebbe stata? E la Crespin? E la Rysanek?
Nessuna di loro osò l'amante di Irlanda... e il loro timore risiedeva nella consapevolezza di non poter cantare Bruennhilde!
Questo è l'assurdo!
La Crespin, è vero, cantò Bruennhilde ma vi superò ampiamente i limiti della sua voce: osò solo quella della Walkiria, e praticamente solo in disco, ammettendo - nella sua biografia - di aver sempre rimpianto la parte di Sieglinde.
Anche alla Rysanek (da giovanissima) scappò una Bruennhilde della Walkira; se ne astenne subito e ritornò (per i trent'anni successivi) alla sua amata Sieglinde.
Ma Isolde no! :)

Strane scelte, forse dettate anche dai tempi e dalla presenza di alternative importanti.
Non dobbiamo dimenticare che negli anni della Crespin e della Rysanek stava finendo la Varnay e stava iniziando la Nilsson: chi avrebbe pensato di mettersi a confronto di un colosso del genere? Senza contare la Kuchta, la Lindholm sino alla Jones che sarebbe esplosa di lì a poco... Forse alle volte è anche questione di concorrenza, potenziale o reale che sia.
Questo, ovviamente, soprattutto per quanto riguarda Brunnhilde.
Su Isolde il discorso è differente, lo ammetto. C'era la possibilità di tentare, di provare, di sperimentare.
Considera, in Inghilterra, una cantante come Linda Esther Gray che incise la parte con Goodall; oggi ai più giovani è un nome che dice poco, ma era ben più che interessante.
E poi, ovviamente, c'era la Ligendza: lei aveva in repertorio sicuramente soprattutto Isolde - l'ha fatta dappertutto - ma anche Brunnhilde


MatMarazzi ha scritto:Alla mia tesi Pietro si ribella.
Infatti egli constata che la grandezza di Martha Moedl nelle varie scene dell'Olocausto è tale da lasciarci annichiliti.
Eppure la Moedl era nata per Isolde: mezzosopranile, dal declamato coraggiosissimo, con le parole rivelate fino all'impudicizia, l'umanità che esplodeva come un fiume da lei! Fu infatti l'Isolde di una generazione.
Eppure... il suo Olocausto è stratosferico!
Di conseguenza Pietro si domanda se non sia forse giusto attribuire (come, a parte Cosima, si è sempre fatto) anche la Walkiria a vocalità come la sua, grandiosamente centralizzanti, dai colori scuri e mezzosopranili, debordanti di umanità (e radicalizzate nel declamato).

Non è esatto dire che mi ribello.
Mi limito a leggere la Storia, riflettere e constatare: in fondo, è quello che faccio sempre.
Perché scegliere una Modl per Bayreuth?
Semplice: perché ti occorre una Kundry outstanding, e lei aveva fatto il botto con il suo debutto.
Va bene, sin qui nulla di strano.
Però l'anno dopo Karajan le fa fare Isolde: qui la scelta è un po' più audace, almeno se controlliamo le cronache e le registrazioni antecedenti, ma ci sta ancora abbastanza. E, se la ascolti - l'hai già sentita mille volte, ma magari è un po' che non l'ascolti più per cui consideralo un ripasso - ti rendi conto che l'impostazione è differente.
Bella forza, dirai: è Isolde, mica Kundry.
Vero.
Però questo ti rende ragione di come la Modl sapesse adattarsi in modo camaleontico a ogni esigenza pur rimanendo - in fondo - sempre se stessa.
Poi improvvisamente prima Wieland - con Keilberth, quindi con l'avallo di un musicista serio e rigoroso - poi Furtwaengler le fanno fare Brunnhilde.
Ora, possiamo pensare che a Bayreuth avessero voglia di sperimentare magari recuperando la traccia della Fuchs; che avessero bisogno di togliere ogni traccia di Mito in personaggi che avevano ispirato anche troppo il precedente odioso regime e che quindi l'umanizzazione fosse un percorso necessario; ma allora perché tenere nel cartellone parallelo anche la Varnay che - come Brunnhilde - della Modl è l'antitesi?
Ma, soprattutto - ripeto - come la mettiamo con Furtwaengler? Furtwaengler, musicista tradizionale, titanico, che tre anni prima ha allestito e registrato un Ring a Milano con un cast dello stesso tipo e la Flagstad, adesso si annette una come la Modl che, della Flagstad, è esattamente l'antitesi?!...
Poi addirittura Furtwaengler si spinge ancora più in là e le fa registrare addirittura Leonore!
E per di più si prepara a entrare in sala di registrazione per incidere tutto il Ring, ancora una volta con Frantz e Suthaus - la tradizione! - e la Modl come Brunnhilde!
Secondo te l'avrebbe fatto con la convinzione di impiccare la sua Brunnhilde in Siegfried? Oppure, come la stessa Modl - e, in fondo, anche modestamente come il sottoscritto - con l'idea che, nonostante qualche fatica, la scrittura delle tre Brunnhildi non fosse un azzardo eccessivo per la sua seconda Musa? E che, soprattutto, l'umanizzazione inversa fosse un percorso tutto sommato più che accettabile in un contesto che si stava arricchendo di influenze teatrali non solo di area operistica (mi riferisco soprattutto a Ibsen)...
E' soprattutto l'avallo di Furtwaengler che mi dà maggiormente la misura della liceità - di più: della pertinenza - di un'operazione del genere.
Questo non vuol dire rinnegare Cosima: in fondo, l'estensione della Hochdramatische a tutti i grandi ruoli era già in atto da anni ed era un portato inevitabile per Artiste curiose che "volevano provarci".
Ma Cosima secondo me non sbagliava, e se sento la Varnay (tanto per citare un'Artista che adoro) che prova a fare Isolde e Kundry, mi viene da darle ragione incondizionatamente.
Ma se hai una Modl come quella del 1953, hai il dovere di provarci!

MatMarazzi ha scritto:1) è giusto sottovalutare il fatto che la scrittura in Walkiria e Siegfried (ma anche del primo duetto del Crepuscolo e dell'indiavolato terzetto della vendetta) sono invece tanto acute? Tali da mettere alla frusta la Moedl come tante altre Isoldi?

2) la Moedl in fondo non si è letteralmente devastata a forza di cantare Bruennhilde? NOn è già avvertibile (nel solo 55) uno stato vocale infinitamente più critico rispetto a soli due anni prima? Non è questo un segno che la parte non sia ideale per una vocalità come la sua?

3) Come si spiega, al contrario, che una Waltraut Meier - mezzosoprano - continui a tenere in repertorio una favolosa Sieglinde e una favolosa Isolde ben oltre i cinquant'anni? O che il più bel Liebestod mai inciso (quello della Normann) sia dovuto a una cantante che - celebre Sieglinde - non avrebbe mai potuto nemmeno sognare gli slanci di Bruennhilde?


Provo a darti le mie risposte, senza pretendere di aver ragione:
1) Secondo me non sono così acute; a parte, ovviamente, il duettone del Siegfried che è anche la parte meno adatta per la psicologia della Modl. E ci metto anche il duetto iniziale del Crepuscolo

2) Infinitamente più critico non direi; un po' sì, hai ragione. Che sia stata Brunnhilde a metterla in crisi è possibile, ma non ci scommetterei: può darsi piuttosto, come lei stessa ammette, che abbia osato un po' più del dovuto con parti come Elektra che avrebbe dovuto accuratamente evitare. Fatto sta che il ritorno ai ruoli da mezzosoprano non ha coinciso con un miglioramento della vocalità; anzi, se consideri la sua Amme e la sua Kostelnicka... :(

3) La Meier e la Norman sono autentiche fuoriclasse; più la prima - quanto meno nel repertorio wagneriano - che la seconda. La Meier è probabilmente l'ultima custode del dettato di Cosima.
Che dirti? Sono scelte che partono dalla consapevolezza dei propri mezzi.
Forse anche la Altmeyer avrebbe dovuto fermarsi a Sieglinde; nondimeno, ha inciso una Brunnhilde ben più che interessante.
Forse anche la Stemme si sarebbe dovuta fermare alla sua sconvolgente Isolde; nondimeno, ha fatto anche Brunnhilde - a mio parere non allo stesso livello - e sta preparando Kundry.
Forse quelli della Modl erano anni più pionieristici, trattandosi di quelli della riapertura di Bayreuth.
Forse lei era matta e ha trovato sulla sua strada un regista e tre-quattro direttori più matti di lei.
Chi può dirlo?
Lavoriamoci su! Se non lo facciamo noi, non lo fa nessuno! :lol: :lol: :lol:
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Re: Cose di Wagner : pensieri e commenti ...

Messaggioda MatMarazzi » dom 29 apr 2012, 11:50

Prima cosa: che ne dici se spostiamo questo bel dibattito in un thread dedicato alla Moedl?

Venendo ai punti.

La mia domanda è: perché Furtwaengler esce dalla Flagstad e piomba sulla Brunnhilde della Modl?
La tua risposta è: perché è la wagneriana più importante del suo tempo.


In effetti io non avrei proprio risposto così.
Il fatto è che l'equiparazione per me nefasta Bruennhilde-Isolde (fuse nella categoria dell'Hochdramatische) era praticatissima e da sempre; è il caso di Cosima a rappresentare una parentesi.
Già la Materna (prima Bruennhilde a Bayreuth) cantava abitualmente Isolde; non la fece a Bayreuth solo perché i primi Tristani sulla collina erano caduti nell'era Cosima.
Furtwaengler era totalmente immerso in questa mentalità: anche per lui se sei Isolde (e la Moedl lo era stata l'anno prima), se sei Kundry, se sei Leonore... non c'è ragione per cui tu non sia anche Bruennhilde.
Con la sua grande amica Flagstad Furt aveva bellamente alternato Tristano e Ring per decenni.
Ecco perché, dal mio punto di vista, non c'è niente di strano che - stante quella convinzione a mio gusto sbagliata - una volta fatto il grande salto (Isolde nel 1952) - chiunque avrebbe pensato alla Moedl come a una Bruennhilde potenziale.

Io però, come hai visto, proponevo un percorso diverso: la strada Kundry-->Isolde-->Brunnhilde, partendo da mezzosoprano.
Ora, a mia conoscenza questo percorso è stato fatto con pienezza di risultati solo da due Artiste: Martha Fuchs e Martha Modl.
La mia ipotesi è quella della conquista progressiva del ruolo più acuto partendo dalla relativa comodità d'estensione del ruolo più basso.
Non solo: ci potrebbe essere qualche peculiarità che rende più credibile la Brunnhilde di una... Kundry, che non la Kundry di una Brunnhilde.


Il discorso è affascinante ma non credo di averlo compreso del tutto.
Che la Moedl e la Fuchs abbiano svelato alcune continuità fra Kundry e Bruennhilde è vero: forse involontariamente, ma è così.
E' anche vero che - ti stupirò - io ritengo siano molte più le similitudini fra Bruennhilde e Kundry, che fra Bruennhilde e Isolde.
Kundry è il personaggio più strano e multiforme di Wagner...
Può adattarsi ugualmente bene all'ottica di una Bruennhilde e a quella di un'Isolde.
E' quel mettere in mezzo (fra le due ultime eroine) la precedente Isolde che un po' mi sconcerta.
Che poi la Fuchs e la Moedl, radicali declamatrici dal baricentro mezzosopranile, abbiano svelato alcune continuità misteriose tra Isolde e le ultime due protagoniste Wagneriane mi sta bene... non posso che essere d'accordo.
Ma questa - giusta - constatzione è più utile a rivelarci qualcosa su Bruennhilde ...o sulla Fuchs e sulla Moedl?
Infatti anche la Lady Macbeth della Moedl ci rivela tantissimo ...della cantante; ma quanto ci rivela di Lady Macbeth?


Bagnoli ha scritto:come Sieglinde mi convince solo la Meier: la Norman proprio no, né con Janowski - quand'era al top delle proprie possibilità - né tanto meno con Levine.
Delle tre, quella che mi convince a 360 gradi è la Meier; l'unica, per altro, a avere in repertorio anche Kundry.
Mi mancava invece la notizia della Sieglinde della Price


Che ti convinca o meno, stiamo parlando di adeguatezza tecnica e vocale: la NOrmann aveva l'esatta vocalità per la parte di Sieglinde. Se la mangiava in un sol boccone. Come Bruennhilde sarebbe morta alla prima nota (intendo sempre vocalmente).
Inoltre non è vero che la Meier sia stata l'unica delle tre ad avere in repertorio anche Kundry.
Anche la Normann ha cantato Kundry ripetutamente (e dal vivo) al Met.
Questo collegamento Sieglinde-Kundry è la premessa maggiore (secondo me) per una grande Isolde.
Non è un caso che le due grandi assenti nella storia delle Isotte novecentesche (la Crespin e la Rysanek... sei d'accordo anche tu?) erano entrambe celeberrime come Sieglinde e come Kundry.

E a proposito delle grandi assenti...

Bagnoli ha scritto:Strane scelte, forse dettate anche dai tempi e dalla presenza di alternative importanti.


No... non è questo il punto.
Per decenni l'una e l'altra furono implorate dai teatri di tutto il mondo.
Rifiutarono perché a loro volta avevano "introiettato" l'immagine di Isolde ...brunildizzata che andava per la maggiore.
Se si fosse rimasti all'immagine di Isolde ...sieglindizzata (voluta da Cosima) le cose sarebbero andate diversamente.
Per fortuna oggi la Meier ha riportato le cose al loro posto, almeno per come la vedo io: con lei Isolde-Kundry-Sieglinde sono ritornate tre capitoli di uno stesso romanzo (romanzo da cui Bruennhilde è esclusa).


Bagnoli ha scritto:Perché scegliere una Modl per Bayreuth?
Semplice: perché ti occorre una Kundry outstanding, e lei aveva fatto il botto con il suo debutto.

Esatto.
Al momento, tra i giovani Wagneriani di Germania lei era una delle più promettenti. Wieland ne intuì subito il genio e la scritturò.

Però l'anno dopo Karajan le fa fare Isolde: qui la scelta è un po' più audace, almeno se controlliamo le cronache e le registrazioni antecedenti, ma ci sta ancora abbastanza.


Non sarebbe stata una scelta audace, se all'epoca avessero ragionato come agli anni di Cosima (o come ragioniamo oggi, dopo la Meier).
Ma lo era, ne convengo, per quegli anni.
Audace solo perché, secondo la logica allora imperante, Isolde è degli Hochdramatische, mentre Kundry "può" essere sia degli Hochdramatische, sia dei mezzosoprani.
Che la Moedl avesse trionfato come Kundry l'anno prima, non provava ancora che fosse un Hochdramatische! :)
Poteva essere semplicemente un grande mezzo drammatico.
Il salto a Isolde (ripeto: per la mentalità dell'epoca) la metteva direttamente nell'altra categoria.
A quel punto (ahimé) il passaggio a Bruennhilde era scontato.



E, se la ascolti - l'hai già sentita mille volte, ma magari è un po' che non l'ascolti più per cui consideralo un ripasso - ti rendi conto che l'impostazione è differente.
Bella forza, dirai: è Isolde, mica Kundry.
Vero.
Però questo ti rende ragione di come la Modl sapesse adattarsi in modo camaleontico a ogni esigenza pur rimanendo - in fondo - sempre se stessa.


Stando alla mia teoria (e non pretendendo che sia giusta) c'è ben poco di camaleontico a passare da Kundry a Isolde.
I due ruoli (insieme a Sieglinde) sono infatti perfettamente adattabili alla stessa voce e personalità.
La Moedl è stata perfetta in entrambi esattamente come Rose Sucher o Waltraut Meier.

Poi improvvisamente prima Wieland - con Keilberth, quindi con l'avallo di un musicista serio e rigoroso - poi Furtwaengler le fanno fare Brunnhilde.
Ora, possiamo pensare che a Bayreuth avessero voglia di sperimentare magari recuperando la traccia della Fuchs; che avessero bisogno di togliere ogni traccia di Mito in personaggi che avevano ispirato anche troppo il precedente odioso regime e che quindi l'umanizzazione fosse un percorso necessario; ma allora perché tenere nel cartellone parallelo anche la Varnay che - come Brunnhilde - della Modl è l'antitesi?
Ma, soprattutto - ripeto - come la mettiamo con Furtwaengler? Furtwaengler, musicista tradizionale, titanico, che tre anni prima ha allestito e registrato un Ring a Milano con un cast dello stesso tipo e la Flagstad, adesso si annette una come la Modl che, della Flagstad, è esattamente l'antitesi?!...
Poi addirittura Furtwaengler si spinge ancora più in là e le fa registrare addirittura Leonore!


Su questo, se la mia analisi è corretta, avrei già risposto.
Dopo che hai fatto Isolde sei un Hochdramatiche (per la mentalità del tempo). Quindi preparati a cantare Bruennhilde, Leonore e tutti i personaggi che venivano coinvogliati nell'etichetta.

E' soprattutto l'avallo di Furtwaengler che mi dà maggiormente la misura della liceità - di più: della pertinenza - di un'operazione del genere.

Lo stesso Furtwaengler che volle Vinay in Otello? E la Flagstad in Leonore?
Non è che - forse - anche il grande Furt cedeva alle convenzioni del suo tempo?

Ma se hai una Modl come quella del 1953, hai il dovere di provarci!

Questo è un altro paio di maniche.
Io trovo grandiosa anche la sua Lady Macbeth...
Ma qui non si parlava di pertinenze vocali?

Bagnoli ha scritto:Che sia stata Brunnhilde a metterla in crisi è possibile, ma non ci scommetterei: può darsi piuttosto, come lei stessa ammette, che abbia osato un po' più del dovuto con parti come Elektra che avrebbe dovuto accuratamente evitare.

Occorre prendere con le dovute cautele quello che dice la Moedl.
Lei ammette di essersi distrutta la voce negli anni '50, ma se attribuisse la colpa a Bruennhilde, allora dovrebbe misconoscere uno dei personaggi in cui si è sentita - giustamente - più grande.
E quindi dà la colpa alla povera Elektra...
Ma, siamo onesti... Elektra l'ha cantata una sola volta in tutta la sua carriera. Un po' poco per distruggere una voce.
E quando l'ha cantata?
Nel 1959, quando ormai la sua voce era già in brandelli.
Evidentemente Elektra non c'entra...

Fatto sta che il ritorno ai ruoli da mezzosoprano non ha coinciso con un miglioramento della vocalità; anzi, se consideri la sua Amme e la sua Kostelnicka... :(

Perché ormai era troppo tardi: nel 1963 e 1964 la sua voce non c'era praticamente più.
In compenso se senti la sua Clitennestra del 1951 sentirai che è vocalmente una meraviglia delle meraviglie, e che ci si muove con una facilità che lascia allibiti.
Idem per la sua Ulrica (!!!) del 1950 con Busch...
Infine vorrei precisare che né la Kostelnicka, né la Amme sono dei veri mezzosprani: l'una e l'altra furono create da soprani a tutti gli effetti. NOn è un caso che la voce acutissima di una Silja (nata con la Regina della Notte) ci si sia trovata tanto bene.
Diciamo che sono tessiture un po' anfibie, ma già terribilmente alte per la Moedl del 1963-4.
Anche dieci anni prima ci si sarebbe trovata un po' a disagio...
Ma dieci anni prima aveva in testa le Bruennhildi e la Leonore....

Forse anche la Altmeyer avrebbe dovuto fermarsi a Sieglinde; nondimeno, ha inciso una Brunnhilde ben più che interessante.
Forse anche la Stemme si sarebbe dovuta fermare alla sua sconvolgente Isolde; nondimeno, ha fatto anche Brunnhilde - a mio parere non allo stesso livello - e sta preparando Kundry.


Tu ne citi due (la Stemme e la Altmeyer), io potrei citartene cento.
La Lubin si è scornata con Bruennhilde (pur essendo la più grande Isolde e Kundry della sua generazione, ed essendo stata una grandiosa Sieglinde in gioventù).
Prima di lei la Larsen-Toedsen (favolosa Isolde, ferina Kundry) dovette massacrarsi a sua volta con Bruennhilde! Etichetta oblige.
Prima ancora... hai mai sentito le urla scriteriate di una grandissima come la Litvinne in Bruennhilde? E dire che il suo LIebestod è monumentale.
E la stirpe dolorosa continua...

Forse quelli della Modl erano anni più pionieristici, trattandosi di quelli della riapertura di Bayreuth.
Forse lei era matta e ha trovato sulla sua strada un regista e tre-quattro direttori più matti di lei.
Chi può dirlo?


O forse (dico forse) un'equazione sbagliata - di quelle che ingombrano il mondo del casting ancora oggi - ci ha privato troppo presto di una cantante sublime, portandola all'auto-distruzione.
Tu dici (e hai ragione) ...ma come sarebbe triste il mondo senza la Bruennhilde-torcia-umana della Moedl!
E io ti rispondo... pensa però a quante meraviglie abbiamo perso a causa di quella Bruennhilde!
Pensa a che Amneris, che Dalile, che Marfe, che Didoni di Berlioz e (per restare a Wagner) che Fricke e che Ortrud ci siamo giocati!
...per non parlare di qualche decennio in più delle sue Kundry e Isolde inarrivabili (ruoli che una Meier, non avendo commesso l'errore di Bruennhilde, continua a cantare a quasi sessant'anni).



Lavoriamoci su! Se non lo facciamo noi, non lo fa nessuno! :lol: :lol: :lol:
[/quote]
ehehehe... Martha Moedl... questa sconosciuta! :)

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Re: Cose di Wagner : pensieri e commenti ...

Messaggioda pbagnoli » dom 29 apr 2012, 19:29

MatMarazzi ha scritto:Prima cosa: che ne dici se spostiamo questo bel dibattito in un thread dedicato alla Moedl?

As you like.
Come sai, quello che decidi tu sul forum per me vale legge!

MatMarazzi ha scritto:Furtwaengler era totalmente immerso in questa mentalità: anche per lui se sei Isolde (e la Moedl lo era stata l'anno prima), se sei Kundry, se sei Leonore... non c'è ragione per cui tu non sia anche Bruennhilde.
Con la sua grande amica Flagstad Furt aveva bellamente alternato Tristano e Ring per decenni.
Ecco perché, dal mio punto di vista, non c'è niente di strano che - stante quella convinzione a mio gusto sbagliata - una volta fatto il grande salto (Isolde nel 1952) - chiunque avrebbe pensato alla Moedl come a una Bruennhilde potenziale.

Mah...
Sì, capisco che in astratto hai ragione, però...
E' il passaggio dall'una all'altra che non mi convince!!!
In fin dei conti, cos'era la Flagstad?
Un monumento vocale.
Bellissima colonna di voce su una superba colonna di fiato. Impostazione iperclassica da Hochdramatische come ce n'erano state già un fracco e una sporta, molte delle quali - come sappiamo - particolarmente attive Oltreoceano.
Ora non voglio menarla sulla Flagstad: per me la monumentalità della voce era inversamente proporzionale alla statura dell'interprete: in questo specifico aspetto, secondo me, una Lawrence era nettamente superiore, ma anche una Traubel. Non parliamo poi della Varnay, che esordisce al Met già negli Anni Quaranta e comincia una strada completamente sua.
Ora, ci sta che un direttore come Furtwaengler si innamorasse di una cantante così monumentale. E anche se sono convinto che il Wagner di Furtwaengler non sia il monolito che i critici ci raccontano - esiste pur sempre un'inquietudine sottile che attraversa le sue interpretazioni, anche le tre in studio (sì, perdonami ma ci metto dentro anche il Fidelio che in quei tempi veniva visto come un Wagner giovanile) - mi sembra indiscutibile che una cantante come la Flagstad si innestasse a meraviglia in questi meccanismi.
Forse era una questione di ampleur, di colonna di suono che si alzava al cielo; forse, più banalmente, era una semplice questione di feeling, di stima reciproca, di lunga familiarità sul palcoscenico e non solo.
Guarda, lasciamo perdere per un momento Wagner.
Pensiamo a Leonore, il cui percorso è anche temporalmente del tutto analogo a quello di Brunnhilde: 1950 Flagstad, 1953 Modl.
Oggi l' Abscheulicher! della Flagstad ci fa tenerezza per le certezze granitiche di cui è intessuto, ma era l'interprete giusta per un'impostazione di quel genere. Storicamente ci sta: oggi sappiamo che questo è un ruolo vocalistico che richiederebbe una mozartiana, ma ai tempi - come sappiamo - non era così: lo facevano le Hochdramatische. Detto questo, la Flagstad ne dà una visione che oggi ripudieremmo ma che ha la sua ragione di essere proprio per la simbiosi con il direttore:


Se però in questi stessi meccanismi ci innesti una Moedl, i termini del problema cambiano drasticamente:

Io la amo anche in questa parte, ma il cuore conosce ragioni che la ragione non solo non conosce, ma nemmeno può spiegare.
Siamo onesti: la Modl come Leonore anche ai tempi doveva apparire come un evidente mistake semantico. Lo sarebbe stata anche con un altro direttore - Keilberth, per dire; oppure Karajan - ma a maggior ragione con un Furtwaengler.

Tutto questo per dire che io non mi riconosco nella consecutio di cui parli tu. La riprova è per l'appunto proprio Leonore, chiaramente un errore anche in un momento in cui non sembrava strano affidarla a una wagneriana; nemmeno oggi, se consideri che nella sua recente registrazione Abbado, che peraltro insegue chiaramente un modello estetico post-mozartiano, l'affida alla Stemme... :roll:

Ma torniamo adesso a Brunnhilde.
Scelgo ancora una volta la scena dell'Immolazione perché secondo me si presta molto bene alle nostre considerazioni.
E scelgo anche lo stesso direttore, ovviamente ancora Furtwaengler.
Ecco la Flagstad:

Ampiezza di cavata, tono ieratico da vera sacerdotessa, è una dea nel vero senso della parola.

E adesso ecco la Modl: stesso direttore, tre anni dopo.


Io preferisco tutta la vita la Brunnhilde di qualche mese prima, quella di Bayreuth con Keilberth, ma questa è un'operazione non solo lecitissima, ma anche di straordinario valore artistico.
Questa però è una valutazione a posteriori!
In realtà, mi rimane la perplessità sul come sia possibile per Furtwaengler passare dalla logica Flagstad alla più problematica Modl.
La spiegazione numero 1 per me non sta nella lecita evoluzione di una cantante che fa tutto l'arco costituzionale dei ruoli Hochdramatische, ma in uno straordinario feeling della cantante stessa con il suo direttore.
E la spiegazione numero 2 sta nel particolare percorso artistico della Modl che assomiglia a quello della Fuchs: prima Kundry, poi Isolde e infine Brunnhilde.
La sequenza - come ti dicevo - non mi sembra casuale: sarà una mia impressione, ma ci vedo una maggior "comodità" e un miglior "adattamento" vocale.

Non so se sono riuscito a rendere compiutamente il mio pensiero.
Per me non è così logico pensare alla Modl come a una Hochdramatische di tipo classico!!!

MatMarazzi ha scritto:Che ti convinca o meno, stiamo parlando di adeguatezza tecnica e vocale: la Norman aveva l'esatta vocalità per la parte di Sieglinde. Se la mangiava in un sol boccone. Come Bruennhilde sarebbe morta alla prima nota (intendo sempre vocalmente).

E' vero.
E comunque stavo parlando di gusti personali.
Come sai, le mie Sieglinde sono altre: Rysanek, Resnik, Meier; anche la Crespin

MatMarazzi ha scritto:Inoltre non è vero che la Meier sia stata l'unica delle tre ad avere in repertorio anche Kundry.
Anche la Normann ha cantato Kundry ripetutamente (e dal vivo) al Met.

E' vero, hai perfettamente ragione.
E dire che ne ho anche la registrazione... :oops:

MatMarazzi ha scritto:Questo collegamento Sieglinde-Kundry è la premessa maggiore (secondo me) per una grande Isolde.
Non è un caso che le due grandi assenti nella storia delle Isotte novecentesche (la Crespin e la Rysanek... sei d'accordo anche tu?) erano entrambe celeberrime come Sieglinde e come Kundry.

Anche in questo caso, hai ragionissima mille volte.
Mi sono sempre stupito di queste assenze, per me inspiegabili. Soprattutto la Rysanek...

E a proposito delle grandi assenti...

MatMarazzi ha scritto:Che la Moedl avesse trionfato come Kundry l'anno prima, non provava ancora che fosse un Hochdramatische! :)
Poteva essere semplicemente un grande mezzo drammatico.
Il salto a Isolde (ripeto: per la mentalità dell'epoca) la metteva direttamente nell'altra categoria.
A quel punto (ahimé) il passaggio a Bruennhilde era scontato.

Secondo me, alla luce di quello che avevo detto prima, non così tanto.
L'unico antecedente vero con un'impostazione vocale e un percorso analogo (e quest'ultimo aspetto per me è particolarmente importante) era stata la Fuchs; gli altri erano sopranoni.
Non solo: a Bayreuth avevano "comprato" la Varnay, di cui bisognerà che ci occupiamo prossimamente.
Tra l'altro, in tutta la tua interessantissima e per molti versi più che condivisibile trattazione, non hai detto perché secondo te la grande Astrid non sia stata una Kundry e una Isolde paragonabili alla Brunnhilde della Modl.
Se è vero che il titolo di Hochdramatische pareggia tutto come la livella di Totò :lol: dobbiamo pensare che la Modl forse lo è stata in modo più compiuto della Varnay.
Ma il fatto è che io continuo a pensare che il percorso della Modl sia stato diverso da quello delle altre Hochdramatische...

MatMarazzi ha scritto:Lei ammette di essersi distrutta la voce negli anni '50, ma se attribuisse la colpa a Bruennhilde, allora dovrebbe misconoscere uno dei personaggi in cui si è sentita - giustamente - più grande.
E quindi dà la colpa alla povera Elektra...
Ma, siamo onesti... Elektra l'ha cantata una sola volta in tutta la sua carriera. Un po' poco per distruggere una voce.
E quando l'ha cantata?
Nel 1959, quando ormai la sua voce era già in brandelli.
Evidentemente Elektra non c'entra...

Forse no, è vero.
Lei stessa la cita come esempio di errore particolare, di scelta estrema, che mai avrebbe dovuto fare; in questo novero io ci metto anche, più che Brunnhilde, Leonore.

MatMarazzi ha scritto:Pensa a che Amneris, che Dalile, che Marfe, che Didoni di Berlioz e (per restare a Wagner) che Fricke e che Ortrud ci siamo giocati!
...per non parlare di qualche decennio in più delle sue Kundry e Isolde inarrivabili (ruoli che una Meier, non avendo commesso l'errore di Bruennhilde, continua a cantare a quasi sessant'anni).

Fricka?
Mah.
Ortrud l'aveva solo avvicinata in gioventù.
Con Venus ci si scornò: aveva ragione lei, credo, anche se non l'ho mai ascoltata: non ce la vedo proprio.
Marfa... sì, sarebbe stata straordinaria, anche a giudicare dalla sua Marina.
Amneris... ho dei dubbi anche se, come sai, adoro quella della Klose.
Dalila? Mah...
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