Scusate l’intromissione di un alieno dal “genere” Dessay.
Faccio mio l’apprezzamento per l’interesse estremo toccato dallo snodo della discussione e per la straordinaria ricchezza argomentativa dispiegata sui diversi fronti dai partecipanti. Ma … non c’è il forse il dubbio che sia un po’ sproporzionato alle dimensioni effettive del caso?
Ho appena ascoltato la registrazione della Lucia Dessay del 2004 (Chicago), e sono rimasto letteralmente allibito per il fatto che non mi abbia trasmesso assolutamente nulla di diverso dal convenzionale.
Nella tradizione della linea liliale e miniaturizzata del soprano leggero, dal registro centrale un po’ vetroso, complessivamente linda ed educata ma totalmente aliena da far balenare una minima ombreggiatura drammatica, o un minimo di spessore emozionale che andasse al di sopra di una lettura corretta e con le note a posto …
Non voglio citare esempi inarrivabili, appunto, ma una Luciana Serra, al confronto, era una musa dello scavo espressivo.
Forse mi manca il supporto visivo, o forse non ho le antenne giuste per captare questo tipo di grandezza e di innovatività …
Chiedo ancora venia, e mi riservo di approfondire il caso.
Saluti, Fabrizio