da beckmesser » mar 01 lug 2008, 14:03
Reduce anch’io da un giro londinese, provo a completare il resoconto. Io sono andato principalmente per il Don Carlo, di cui ho visto la pomeridiana di domenica. Purtroppo c’è poco da dire sull’aspetto visivo (non oso usare il termine regia): una penosa baracconata, roba da far sospirare di nostalgia per l’Aida di Zeffirelli. Impianto tradizionale, salvo qualche tocco di astruse stramberie nelle scene. Costumi tradizionalissimi e orrendi, regia inesistente: ognuno facesse un po’ quel che voleva. L’unica trovata era nell’autodafé, dove durante il brano orchestrale prima della ripresa del coro un tizio andava urlando (sic!) ai condannati di pentirsi dei loro peccati e di rinunciare al demonio. L’aspetto musicale era invece notevole, anche se con qualche magagna. Pappano ha questa volta scelto i 5 atti della versione modenese nella loro integrità, senza tagli né aggiunte. Lettura notevole e abbastanza diversa rispetto a quella precedente. Più cupa, drammatica, a ritrarre un mondo dove la minaccia è dietro ogni personaggio, velocissima nei tempi, molto d’effetto. Oddio, mi resta il sospetto che sia un direttore che pattina un po’ sulla superficie di tutto quello che fa, senza mai trovare una sua via veramente originale, ma i risultati sono senz’altro notevoli. Villazón (sul quale sono sempre un po’ prevenuto) è stato formidabile. Intanto, sicurissimo: è entrato, ha attaccato il recitativo e la pestifera “Io la vidi” senza un’incertezza, una difficoltà, e così poi per tutta l’opera… Poi il personaggio (sebbene non sia proprio il mio Carlo ideale, come impostazione) c’è ed è reso benissimo. Ed è originale il contrato fra l’esuberanza, la vitalità che naturalmente emanano da un timbro e da un modo di cantare del genere, ed i ripiegamenti, i chiaroscuri che la parte gli impone e che danno vita ad un ritratto nevrotico, di uno che potrebbe ma cui tutto si oppone. Continuo a preferire un’impostazione più introversa (alla Kaufmann, tanto per restare ai giorni d’oggi), ma non c’è niente da dire: chapeau… Keenlyside è per mio conto il Posa dei nostri tempi: canto bellissimo e ritratto di un personaggio stupendo, idealista che progressivamente vede tutto crollare quando realizza che la storia è roba per i Filippo e gli Inquisitori, non per i Don Carli o, appunto, gli idealisti. Poi, l’intesa con Villazón è formidabile: non è da tutti i giorni sentire un teatro scoppiare in un’ovazione dopo il “Dio che nell’alma infondere”. Furlanetto è meno originale: un Filippo di tradizione, efficace nell’estroversione delle sue collere ma molto meno nei soliloqui del monologo o nel dialogo con l’Inquisitore, ridotto un po’ banalmente ad uno scontro di decibel. Però, che attore notevole: il suo duetto con il Posa di Keenlyside (malgrado fossero conciati entrambi con due costumi inguardabili) me lo ricorderò a lungo. Con le donne si scende di parecchio. Marina Poplavskaya ha fatto annunciare all’inizio una seria indisposizione chiedendo la comprensione del pubblico: personalmente gliela posso anche concedere per gli acuti striduli e i bassi intubati oltre ogni limite, un po’ meno per il fraseggio inesistente, sul quale non credo che malanni vari influiscano più di tanto. La Ganassi canta una splendida Eboli, ma molto semplicemente non è Eboli: specie a fianco di personalità così forti (nel bene e nel male), il suo personaggio passava via quasi inosservato, e trattandosi di Eboli vuol dire che qualcosa non va… In complesso, comunque, un’esecuzione notevole, con momenti elettrizzanti, da seguire ad occhi chiusi… Peccato.
La sera prima non ho resistito alla tentazione di rivedere all’ENO il Candide di Carsen: è stato persino meglio che alla Scala, più sciolto, meno ingessato (anche più completo: sono stati re-inseriti brani alla Scala tagliati, chissà perché…), cast migliore. A proposito: protagonista era Toby Spence, un tenore di cui ho molto letto ma che non avevo mai sentito dal vivo. Non è che da Candide (specie se amplificato) si possa capire molto, ma la voce è molto bella, il canto notevole e la personalità non trascurabile. Dato che nel suo curriculum si legge che ha in repertorio molto Rossini (anche serio), sono molto curioso. Qualcuno l’ha sentito?
Saluti.
Ultima modifica di
beckmesser il mar 01 lug 2008, 14:38, modificato 1 volta in totale.