dottorcajus ha scritto:La regia di questo Macbeth, o perlomeno quello che lo sciagurato dvd lasciava intravedere, vorrei che mi fosse spiegata perchè io non sono riuscito a cogliere il senso di varie situazioni che ho visto rappresentate.
Prima di tutto lascia che faccia una premessa.
Questo DvD è tutt'altro che sciagurato sotto il profilo tecnico. Anzi è un paradigma per come dovrebbe essere fatto un DvD di opera. Il video è correttamente proposto da un master in HD con il formato anamorfico 16:9. Ci sono ben tre tracce audio (PCM non compresso per i puristi del suono, Dolby Digital a 5 canali e DTS). E' presente un interessantissimo making of di cinquanta minuti tutto sottititolato in italiano. Nell'opera, a chi serve, ci sono anche qui i sottotitoli italiani. La qualità dell'immagine è nitidissima, i colori non sono mai saturi (neanche i rossi), e non ci sono sbavature. La visione risulta perfetta anche in pannelli di medio/grandi dimensioni ovvero dai 42 pollici in su.
Siamo lontani anni luce da certi pacchi della DG che si limitano a trasferire VHS su sopporto digitale.
Già altre volte ho scritto quanto non ami i dvd o le riprese televisive, specie se mostrano una parte visiva interessante, poichè non rendono, anzi spesso tradiscono, la regia teatrale. Potrebbero rimediare a tutto ciò offrendo un campo visivo ampio e statico, come in teatro, lasciando libero lo spettatore di cogliere da solo i suoi primi piani. Purtroppo la regia televisiva, anche se curata dallo stesso regista, non permette tutto ciò offrendo uno spettacolo, magari bello ed interessante, ma complessivamente diverso da quello visto a teatro.
Metti sul piatto un argomentone!
Ovvero di quanto una regia televisiva (che narra per altri mezzi e con altre sintassi narrativa) possa falsificare una regia teatrale. Ti dirò, dipende da chi è il regista video. Da quante telecamere sono in sala. Se si tratta di una diretta oppure, come in questo caso, di una differita con montaggio supervisionato dallo stesso regista teatrale. Da che dimesnioni ha il palcoscenico, se è una regia che vive di controscene... Ma ne dovremmo parlare da un altra parte.
Mi stupisce però che tu, che ascolti solo 78 giri, ti senta infastidito da questo tradimento tecnico.
Se il DvD è un supporto indegno perchè infedele all'originale cosa dovremmo dire dei fruscianti reperti che arricchiscono le nostre cdteche?
La mia domanda non è assolutamente polemica o critica verso questa regia nè vuol rappresentare una mia presa di posizione nei confronti delle regie moderne o di questo regista. Voglio solo che qualcuno, più esperto, me la spieghi.
Conto su di voi.
Ci provo. Anche perchè non vedo questo da Macbeth da tempo.
Come ti sarai accorto, a Poutney non interessa principalmente rappresentare sul palcoscenico quella che, per anni, è stata la ragion d'essere di molti Macbeth in prosa e in opera.
Ovvero, la brama di potere e i nefasti effetti che produce.
C'è, intendiamoci, ma non è per Pountney l'elemento cardine della vicenda.
Per lui Macbeth e la Lady sono principalmente dei sacrileghi.
Le loro azioni sono riprovevoli non per la malvagità in sè di questi atti, ma perchè questi atti sovvertono l'ordine naturale delle cose.
Ammetto che questo è più evidente nella tragedia in prosa che nel libretto di Piave. Ma ci sta.
Man mano che l'azione procede e il sovvertimento continua i due sono chiusi sempre di più una scatola-gabbia che li isola dal mondo.
Bene. Qual'è quest'ordine naturale che i due sovvertono?
Lo dice chiaramente Poutney nel making of. Ad esempio uccidono Duncano che è si un re, ma principalmente "un ospite".
Non a caso in questo Macbeth, Duncano è completamente spogliato di ogni regalità, un fantoccio che viene messo, cadavere, in grembo a Macbeth come un bambino. Proprio in braccio a lui che l'ha ucciso e in quanto ospite aveva invece il dovere di proteggerlo.
La Lady è sacrilega perchè violenta la propria femminilità. E quindi l'ordine naturale delle cose.
Femminilità qui rappresentata dalle Streghe di cui Poutney coglie (come tutti i registi anglosassoni) l'elemento grottesco che Shakespeare sollecitava e che invece i romantici hanno negato facendone solo delle spaventose megere che urlavano di notte nella brughiera.
Donne di varia estrazione sociale e di diversa età, tutte accomunate da un'esaltazione direi quasi dissacrante del segno femminile.
Sono loro che infatti, alla fine del concertato del primo atto, rivolgono un masiccio pollice verso nei confronti della Lady consegnandola alla morte. La giudicano rea di un sovvertimento dell'equilibrio naturale.
Equilibrio che invece loro conservano, con Poutney ne sono in un certo senso le custodi, le vestali e che il regista indentifica simbolicamente nella terra.
Come hai visto è sempre presente del terriccio in scena, benedetto con il vino sangue dalla Lady, terriccio da cui escono quelle terrificanti profezie avvolte di scritte. Terriccio da cui esce il pungale che ucciderà Duncano sotterrato all'inizio da una strega.
Grande l'idea di Poutney di esaltare il segno scritto.
Il macbeth è opera di profezie, di messaggi riferiti, di lettere.
La scrittura, quindi il non detto, il riferito, incombe opprimente, è il disturbo ossessivo-compulsivo della Lady nella sua pazzia.
Le profezie sono figure sinistre avvolte di ritagli di giornali, di infromazioni caotiche quindi, da cui Banco (nella prima scena) attinge staccando pezzetti.
Questi secondo me, buttati giù alla carlona, alcuni dei contenuti.
Sulla tecnica di Poutney... grande ammirazione.
Guarda come lavora sulla musica, sul dettaglio sonoro, sugli incisi, sugli improvvisi scarti armonici della partitura.
Grande ammirazione anche per Hampson.
Non solo per cosa fa in scena, ma per cosa dice nel making of quando descrive il suo modo di approccio al personaggio.
Quello mi basterebbe già per definire Hampson uno degli artisti più intelligenti e acuti della nostra generazione.
Ogni giovane baritono debuttante dovrebbe studiarlo e rifletterci.
Scusa le idee buttate giù alla rinfusa ma vado un po' di corsa.
WSM