Jenufa (Janacek)

recensioni e commenti di spettacoli visti dal vivo

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La sua figliastra.

Messaggioda VGobbi » gio 03 mag 2007, 10:43

Ieri alla Scala ho assistito al capolavoro ceco di Janacek, "Jenufa". Come si evince dal titolo del thread, ho trovato meritorio e giusto dare maggior attenzione al ruolo di Kostelnicka, vero perno catalizzatore di questo immenso e bellissimo capolavoro. Infatti immagino che sappiate che nell'originale ceco, l'opera si intitola "La sua figliastra" e non Jenufa, come e' comunemente conosciuta ora.

Infatti il maggior punto d'interesse, piaccia e non piaccia, era la Sagrestana della veterana Anja Silja (67 anni), portata in tutto il mondo ed ora finalmente approdata alla Scala. E son state subito scintille ... Adessso francamente non saprei dirvi se la sua organizzazione vocale sia poco ortodossa, se i suoi acuti siano correttamente appoggiati sul fiato (ne dubiterei), ma vi assicuro che ogni volta che apriva bocca, specie nei grandi squarci lirici di cui e' disseminata l'opera (praticamente tutto il secondo atto e la scena della confessione nel terzo) avevo i brividi per la schiena. Ed allora mi domando : se avra' cantato pure male, ma capace di trasmettermi emozioni a gogo', l'interprete non ha forse raggiunto il suo scopo?

Io affermo di si, senza ombra di dubbio. Certo che i suoi acuti erano veri autentiche scudisciate, capace di superare il muro del suono archittetato dal bravissimo e sconosciuto direttore Lothar Koenigs (non l'ho mai sentito nominare). Quanto alla sua bravura nello stare in scena, penso proprio che sia fatica sprecata nel sottolinearlo. Insomma, per chi non l'avesse capito la Silja e' riuscita a farmi dimenticare il Milan (che proprio ieri disputava la semifinale contro il Manchester United). E non vedo l'ora di riascoltarla/rivederla dal vivo proprio l'11 maggio ed in una posizione migliore alla Scala, visto che ieri ho deciso di stare in piedi tutta l'opera per poterla ammirare ancor di piu'.

Sul resto, oltre al direttore che si e' gia' detto invero ottimo, mi e' parsa molto brava la Magee nel ruolo di co-protagonista. Linea vocale immacolata e tutt'altro che piagnucolante, con l'invocazione alla Vergine Maria di struggente bellezza. Un po' ingolato lo Steva di Storey, a fronte di un Laca di Dvorsky convincente e dallo squillo solidissimo. In disarmo la Burya delle Ejsing.

Della regia, fin troppo spoglia, ha avuto il merito di dare spazio al dramma dell'opera senza inutili orpelli. E poi mi domando, di fronte a certi cantanti, il regista a volte pare del tutto inutile.
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Jenufa (Janacek)

Messaggioda pbagnoli » gio 03 mag 2007, 21:35

VGobbi ha scritto: Infatti il maggior punto d'interesse, piaccia e non piaccia, era la Sagrestana della veterana Anja Silja (67 anni), portata in tutto il mondo ed ora finalmente approdata alla Scala. E son state subito scintille ... Adesso francamente non saprei dirvi se la sua organizzazione vocale sia poco ortodossa, se i suoi acuti siano correttamente appoggiati sul fiato (ne dubiterei)...

Ne dubiterei anch'io, caro Vittorio: a 67 anni sarebbe un caso da pubblicare sulle riviste scientifiche specializzate, oppure un falso clamoroso!
Voglio dire: a parte l'ignominioso fatto che una cantante diventi famosa in tutto il mondo con un ruolo di questo tipo e venga acclamata ovunque, eccetto che alla Scala dove si ricordano di lei solo a fine corsa chiamandola a fare prima un ruolo non suo (la Vecchia Priora dei Dialogues) e poi, finalmente, la Kostelnicka; a parte questo pittoresco aspetto, se c'è un problema di cui non mi preoccuperei a proposito dell'Anja Silja di adesso è proprio il canto appoggiato sul fiato.
Voglio dire: ma chi se ne frega?
Una cantante anziana viene chiamata a fare un ruolo di una vecchia madre (e poi: questo ruolo, appoggiato su un declamato sfacciato): come ci aspettiamo che canti? Come se intonasse Al dolce guidami castel natio?
Hai mai sentito Magda Olivero, o la Varnay, o la stessa Modl come fanno lo stesso ruolo?
Hai mai sentito la straordinaria Josephine Barstow?
Ti garantisco che nessuna di queste cantanti cerca oasi liriche rassicuranti appoggiate sul fiato o su quell'emissione immascherata vecchia maniera che - repetita juvant - non è la panacea per ogni tipo di canto, che ben ne dicano i vociofili italiani che irridono sistematicamente a questo modo di porgere la frase musicale!
La Silja non cantava così nemmeno ai tempi della sua florida gioventù: vuoi che improvvisamente impari a farlo alla soglia dei settant'anni, e per di più in un ruolo come questo che non lo richiede?
Ragazzi: o usciamo da questo assioma tutto italiano che il suono immascherato da emettere ore rotundo sia l'unica maniera possibile di cantare qualunque cosa, da Monteverdi a Berg, oppure è inutile continuare a discutere!
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Re: La sua figliastra.

Messaggioda VGobbi » gio 03 mag 2007, 23:17

pbagnoli ha scritto:Ragazzi: o usciamo da questo assioma tutto italiano che il suono immascherato da emettere ore rotundo sia l'unica maniera possibile di cantare qualunque cosa, da Monteverdi a Berg, oppure è inutile continuare a discutere!

Si hai ragione, ma non rischiamo di passare dalla parte opposta, ovverossia in parole spicce, che un canto sgangherato sia la soluzione dei nostri problemi. Ripeto, alla fine quel che conta e' la capacita' di trasmettere le emozioni, quella capacita' piu' unica che rara di saperti far rabbrividire la schiena grazie alla sua perfomance, indipendentemente sia la sua tecnica del canto. La Silja ci e' riuscita, eccome ... E come si suol dire, meglio tardi che mai!!!
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Messaggioda VGobbi » gio 10 mag 2007, 0:58

Scrivo di fuggita, promettendo di addentrarmi all'interessante risposta di Matteo.

Sono andato nuovamente alla Scala a risentire la Jenufa. Trattasi della recita del 9 maggio che presentava lo stesso cast del 2. Magee e Dvorsky si confermano piacevolissime sorprese. Ottimo il direttore. Quanto alla Silja, io l'adoro ... Alla fine mi son sgolato per gridare "brava". A 67 anni, dopo 51 anni di carriera, cantare come fa lei in un ruolo massacrante, c'e' da rimanere sbalorditi. Il suo registro acuto e' piu' intatto che mai!!!
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Messaggioda VGobbi » sab 12 mag 2007, 10:20

In attesa che Mat mi risponda al precedente post, ieri ho assistito alla mia terza ed ultima recita della Silja.

Sicuramente la serata dell'11 maggio e' stata la sua migliore perfomance, tale da ricevere per ultima gli applausi di un pubblico estasiato a fine spettacolo, a differenza del 2 e 9 maggio.

Una Kostelnicka talmente immedesimata da lasciar di stucco. Un personaggio costruito su pochi e piccoli gesti ma di tale forza ed intensita' che hanno catalizzato il pubblico presente. Quanto alla sua vocalita', in un ruolo tutt'altro che agevole e tenendo conto della sua veneranda eta', ha destato enorme impressione, specie nel registro acuto assai sollecitato da Janacek. Il secondo atto e' stata pure antologia. Spero vivamente che riescano a produrre un dvd dello spettacolo. Spettacolo in se' povero, ma artisticamente interessante, non solo per la presenza della Silja. Ad esempio ho trovato molto brava la Jenufa della Magee, cosi' come solido e sicuro e' stato lo slanciato Laca di Dvorsky (assai impegnato in una pagina per nulla facile nel terzo atto). Negativo lo Steva di Storey e decisamente affaticata la vecchia Burya della Ejsing. In crescendo la direzione di Koenigs, specie nel secondo e terzo atto.

Ultima chiosa. Ho avuto l'immenso piacere di rivedere Marazzi da immemore tempo, oltre che il bergamasco Teo4Ottave e la coppia inseparabile rappresentata da Riccardo e la sua dolcissima fidanzata. Per ultimo, perche' mi sta sulle palle ( :mrgreen: ), l'esimio dottore Pietro con il suo collega/amico.

Spero vivamente che possano capitare altre serate di tal fatta. Ne vale la pena per rallegrare il nostro cuore.

Grazie a tutti! :P
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Messaggioda pbagnoli » sab 12 mag 2007, 12:10

VGobbi ha scritto: Per ultimo, perche' mi sta sulle palle ( :mrgreen: ), l'esimio dottore Pietro con il suo collega/amico.


Anche il mio collega/amico/maestro (che peraltro è tuo omonimo) ti è stato sulle palle? :D
Attento a quello che dici, perché ci legge...
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Messaggioda pbagnoli » sab 12 mag 2007, 14:57

Sul forum di Operaseria (ne approfittiamo per salutare gli amici Riccardo Domenichini ed Isidoro Ferrante, amministratori del gruppo) lo stesso Riccardo - se non sbaglio - avanza l'idea che la Kostelnicka commenta l'infanticidio per bigottismo.
Io non la penso così; credo anzi che il delitto sia consumato, con assoluta lucidità, per amore per la figlia, per regalarle un futuro migliore.
Direi che questo ieri sera è emerso in modo inquietante nell'interpretazione di Frau Silja, che ci ha regalato momenti di teatro allo stato puro.

Chi è veramente Kostelnicka?
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Messaggioda MatMarazzi » sab 12 mag 2007, 23:31

Anche io sono stato felice di partecipare alla serata alla Scala e di rivedere tanti vecchi amici.

(Ric??? ci sei? Batti un colpo!!)

Memorabile, davvero, è stata la Silja e, dovrei aggiungere, solo lei , almeno a mio gusto.
La prima volta che ho sentito la Silja in Jenufa, come sapete, è stato nel 1991 a Bruxelles, sedici anni fa.
All'epoca nessuno in Italia sapeva chi fosse, nessuno sapeva che cos'era Jenufa, nessuno credeva che si potesse andare fino a Bruxelles per sentire quest'opera e quella cantante.
Dopo l'ho risentita altre volte in questo ruolo (Zurigo, Barcellona) e ogni volta sentivo aumentare il dominio tecnico e calare la naturalezza stupefacente di quella prima volta a Bruxelles.
Ieri, però, le condizioni vocali straordinarie e la grandissima forza hanno quasi riportato il miracolo alle sue origini.
Vocalmente poi, a parte un primo atto cantato un po' in punta di piedi, erano anni che non la sentivo così spettacolare: il si naturale accecante ("Steva") eseguito mentre si volta versa la camera di Jenufa, le mezzevoci della perorazione e della confessione; i quattro diabolici do bemolle, in cui tutte crollano, lanciate come quattro fulmini uno più penetrante dell'altro.
Siamo di fronte a un'arte del canto declamato unica al mondo: una prova vocale - prima di tutto - che, spero, zittirà i tanti sapientoni nostrani che, non avendo mai sentito la Silja in vita loro, sentenziano sulla sua tecnica.
Il vero e proprio tripudio che l'ha accolta alla fine (che non è diverso da quelli collezionati in vent'anni a Parigi, Londra, New York, Praga, Chicago, Berlino, Francoforte, Londra, Bruxelles, Glyndebourne, Zurigo, Lyon, Barcellona, ecc......) penso tolga ogni dubbio sul fatto che sia, vocalmente e scenicamente, una delle più grandi Kostelnicke della storia.

Peccato per il resto dello spettacolo che, tolta lei, non stava molto in piedi.
La prima responsabilità è da attribuirsi alla modestia della regia: ho visto già diversi spettacoli di Braunschweig, tutti abbastanza belli.
Questo era rudimentale: pessima la direzione degli attori, simbolismi d'accatto, scopiazzature a tutta randa (il rosmarino di Lenhoff, il mulino di Pountney).
In casi come questi, lo dico avendola vista ormai 19 volte in scena, la Silja si rimbocca le maniche e decide lei cosa fare in scena.
Quasi tutti i gesti di ieri sera, glieli avevo visti già fare nelle produzioni di Dresen, Lenhoff e Tambosi.
Modestissima, almeno a mio gusto, la direzione musicale di Lothar Koenigs, banale nei colori e negli effetti "emotivi", trascurata negli equilibri sonori, costantemente in bilico nei rapporti ritmici con il palcoscenico.
Addirittura dozzinale il cast: la Magee, secondo me, sopravvive a stento; alla fine strappa la sufficienza per l'impegno e la serietà, ma è in difficoltà vocali evidenti, calante negli acuti (i do del concertato primo sono urla laceranti), povera di carisma, specie dovendo tener testa alla Silja (a Barcellona c'era la Stemme).
Orripilanti i due tenori, duri, sgraziati, talmente incerti vocalmente e scenicamente che (se non fosse state per il codino) non sarebbe stato facile distinguere i due personaggi, che pure sono l'uno l'opposto dell'altro.

Insomma, non fosse che per la nostra Anja, ci si poteva aspettare di più dalla prima Jenufa scaligera dopo 33 anni.

Salutoni
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Messaggioda pbagnoli » dom 13 mag 2007, 14:15

MatMarazzi ha scritto:
Il vero e proprio tripudio che l'ha accolta alla fine (che non è diverso da quelli collezionati in vent'anni a Parigi, Londra, New York, Praga, Chicago, Berlino, Francoforte, Londra, Bruxelles, Glyndebourne, Zurigo, Lyon, Barcellona, ecc......) penso tolga ogni dubbio sul fatto che sia, vocalmente e scenicamente, una delle più grandi Kostelnicke della storia.

Meno male che è arrivata - sia pure di straforo e all'ultimo tuffo - anche a Milano.
Sessantasette anni e cantare così...
Ne parlavo ieri con un amico che diceva qualcosa tipo "Bella forza! Ormai canta pochissimo e sempre i soliti tre-quattro ruoli".
A parte il fatto che non mi sembrano affatto tre o quattro.
A parte il fatto che, anche fossero, giungono al termine di 50 anni di una carriera partita da Rosina e Regina della Notte, che si è integrata con Lulu, Carmen, Violetta e Tosca, che è passata attraverso Freia, Elisabeth, Elsa, Senta, Brunnhilde e Isolde e che è arrivata a Ortrud, Amme, Emilia Marty e appunto Kostelnicka (col che mettiamo a tacere chi pensa con serietà ai tre-quattro ruoli per tutta la carriera e ne mena gran vanto).
A parte il fatto che alla soglia dei settant'anni ha ancora un registro acuto saldo come una roccia.
A parte tutto ciò, rimane un carisma immenso, da vera leonessa del palcoscenico, che mi rende orgoglioso e felice di averla potuta rivedere in un ruolo suo come pochi.

MatMarazzi ha scritto: Peccato per il resto dello spettacolo che, tolta lei, non stava molto in piedi.
Addirittura dozzinale il cast: la Magee, secondo me, sopravvive a stento; alla fine strappa la sufficienza per l'impegno e la serietà, ma è in difficoltà vocali evidenti, calante negli acuti (i do del concertato primo sono urla laceranti), povera di carisma, specie dovendo tener testa alla Silja (a Barcellona c'era la Stemme).
Orripilanti i due tenori, duri, sgraziati, talmente incerti vocalmente e scenicamente che (se non fosse state per il codino) non sarebbe stato facile distinguere i due personaggi, che pure sono l'uno l'opposto dell'altro.

D'accordissimo sui due tenori (un po' meglio Miroslav Dvorsky, ma ci vuol poco; mi meraviglio di Storey, un po' di tempo fa indicato come la promessa tenorile del momento), meno sulla Magee da cui mi aspettavo pochissimo ma che, a conti fatti, mi ha convinto.
Non è un ruolo banale: il peggio che si possa fare è darne la solita visione angelicata come hanno sempre fatto le interpreti madrelingua che ormai mi sono definitivamente in uggia.
La Magee ci credeva, questo era palpabile
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Messaggioda Alberich » dom 20 mag 2007, 0:39

Ah, dimenticavo. Martedì ho visto la Jenufa. Lo spettacolo nel complesso è stato buono ma senza particolari lodi. Soprattutto era ammorbato da una direzione moscia. La Silja è artista che non incontra il mio personalissimo gusto, ma si è coperta di gloria nel secondo atto. La Magee canta bene come sempre, ma ha spesso -come sempre- butta via frasi intere nella più totale monotonia. Dvorsky è stato bravo e degli altri si segnalano solo la Peebo e il Varlaam di Abbado: Nikolsky. In definitiva è uno spettacolo che raggiunge il 7, ma non va oltre. Della stagione, per quello che ho visto, la Salome rimane di gran lunga l'opera più riuscita.
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Re: Jenufa (Janacek)

Messaggioda VGobbi » dom 03 ago 2008, 22:17

Riapro questo thread per sapere se qualcuno conosce la Kostelnicka della Jurinac. Cosa ne pensate?
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Jenufa (Janacek)

Messaggioda MatMarazzi » dom 03 ago 2008, 23:02

VGobbi ha scritto:Riapro questo thread per sapere se qualcuno conosce la Kostelnicka della Jurinac. Cosa ne pensate?


Possiedo il MikeRichter del suo debutto a San Francisco insieme alla Soederstroem, annata 1978.
L'ho sentita frettolosamente restandone profondamente deluso. Prometto di riascoltarla.
L'impressione è che la voce fosse ormai troppo affaticata per la parte (che richiede slanci iperbolici ed effetti, anche in acuto, spettacolari). Ma è soprattutto l'interprete che mi parve un po' floscia, rispetto - probabilmente - a quello che mi aspettavo da lei in una simile parte.
Forse mi aspettavo troppo.
E' che trovavo eccitantissimo il fatto che la più grande Jenufa mai sentita (almeno da me) potesse, con le difficoltà della vita e il grigio nei capelli, divenire una Kostelnicka...
La mia tesi che la Kostelnicka da giovane fosse identica a Jenufa ne avrebbe tratto consolazione...
Purtroppo non è stato così.

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Re: Jenufa (Janacek)

Messaggioda VGobbi » dom 03 ago 2008, 23:28

Ti ringrazio infinitamente, Mat, per aver risposto cosi' celermente. Ero anch'io fortemente interessato alla prova della Jurinac, grandissima cantante ed interprete sublime. L'attesa, come nel tuo caso, era enorme ed enorme e' stata la delusione. Al di la' dei problemi vocali (si ascolti per tutti, il monologo del secondo atto), e' proprio l'interprete che mi ha lasciato basito per la sua fiacchezza, che mai e poi mai avrei immaginato nella Jurinac.
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Jenufa - Welsh National Opera

Messaggioda Alberich » gio 06 nov 2008, 14:53

Ieri la WNO è arrivata a Bristol con la Jenufa. La WNO è una compagnia con base a Cardiff - capitale del Galles - ma di fatto itinerante. A Bristol si ferma per 5 giorni consecutivi: due Barbieri, due Otelli con la vecchia gloria locale Dennis O'Neill e una Jenufa; il prossimo passaggio sarà ad aprile, con le Nozze, l'Elisir e la Salomè. Volendo scegliere una sola sera, ho scelto la Jenufa.
La resa complessiva dello spettacolo è stata buona, merito anche dell'opera in sè che è di una forza espressiva impressionante.
Regia nel complesso gradevole, senza particolare fantasia. Scene tradizionalissime, che descrivono - forse - una Inghilterra ai primi del '900.
L'orchestra, diretta con mano pesantuccia da Sian Edwards, ha suonato discretamente male, ma senza disturbare troppo. Non so quanto pesi sulla performance il fatto di eseguire poche recite e distanziate anche di parecchie settimane le une dalle altre.
Sul lato vocale, Nuccia Focile (Jenufa) è stata la più brava in assoluto. Gli altri erano un buon gradino sotto, in particolare Susan Bickley (Kostelnička) è abbastanza affondata sul finale del monologone del secondo atto e, comunque, non lo ha retto bene fin dall'inizio e Laca (Hoare) aveva una voce piuttosto ingolata. Comunque bravi, probabilmente aiutati anche dalla piccolezza del teatro. Attore bravissimo Rooke (Steva), bravo anche come cantante.
Al primo intervallo, le compassate signore inghelis hanno estratto dalle borsette mezze bottiglie di vino con tappo a vite e patatine fritte al bacon, che hanno prontamente divorato, lasciando però una non indifferente puzza per tutto il loggione. :D
Un saluto
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Re: Jenufa - Welsh National Opera

Messaggioda MatMarazzi » sab 08 nov 2008, 8:13

Alberich ha scritto:Ieri la WNO è arrivata a Bristol con la Jenufa.


Caro Alberich,
intanto grazie infinite per la recensione. A questa povera Italia fa bene essere informati su cosa dovrebbe essere la "provincia"... Una cosa nobile, di per sè: vivaio di sperimentazioni e talenti.
Nella fattispecie mi pare che la tua Jenufa non sia stata una cosa specialissima, ma dal Welsh National Opera (come dall'opera North, dall'Opera scozzese e dall'English National Opera) sono sempre uscite le maggiori personalità inglesi.
A Bologna arrivò alcuni anni fa (grazie a un direttore come Jorowski, non certo grazie alle dirigenze artistiche del Comunale) una produzione della Dama di Picche del WNO, con la regia di Jones. Per gli inglesi era uno spettacolo "di provincia", per noi italiano fu semplicemente uno shock, tanto che quella produzione fu vicinissima da vincere il premio Abbiati.
Resta poi da dire che in tutto il mondo Jenufa è titolo che oramai vedi anche nei teatri minori: lo stesso vale per la Francia, la Germania, gli Usa...
Ti ringrazio di tenerci sempre informati sulle produzioni del WNO: chissà che conoscere meglio la provincia straniera non ci aiuti un pochino a ...sprovincializzarci.

Regia nel complesso gradevole, senza particolare fantasia. Scene tradizionalissime, che descrivono - forse - una Inghilterra ai primi del '900.


E chi era il regista?
;) non sai che su Operadisc ci interessano solo i registi? :roll: :roll: :roll:

Sul lato vocale, Nuccia Focile (Jenufa) è stata la più brava in assoluto.


Che strano caso quello della Focile... artista out-sider e dai percorsi ardimentosi.
Ma anche il registro acuto è rimasto stabile?

Al primo intervallo, le compassate signore inghelis hanno estratto dalle borsette mezze bottiglie di vino con tappo a vite e patatine fritte al bacon, che hanno prontamente divorato, lasciando però una non indifferente puzza per tutto il loggione. :D


:lol: :lol: :lol:
Ricordo come ci sono rimasto male la prima volta che andai a Zurigo (Lohengrin con la regia di Bob Wilson, 1992) con tutto quell'odore di crauti che impestava l'Opernhaus proprio durante la grande scena di Ortrud (la Silja).

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Mat
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