Freniano ha scritto:
A me pare che siate molto ingiusti nei confronti della Devia...
Lasciamo stare ogni considerazione sull'età. La Devia, semplicemente, canta meglio. Che poi sia molto, troppo compita nel fraseggio, prevedibile anche nelle variazioni, nessuno lo nega: ma il tono di assorta mestizia, di dolore spoglio e intenso che connota l'esecuzione, è molto, molto fascinoso.
Ciao Freniano!
Innanzitutto bentornato su queste pagine!
Il problema sta
esattamente in questi termini: stiamo parlando di un ruolo creato per Giuseppina Ronzi de Begnis nel contesto di un'opera minore di Donizetti, riscattata da alcuni momenti di musica molto bella e qualche momento teatrale importante.
Di tutto questo, MD coglie solo il sopranatante, trasformando Maria in una specie di sorella di Anna Bolena; se non fosse che Maria NON E' Anna Bolena!
E' lo stesso problema di cantanti come la Caballé: ma i filati non possono risolvere ruoli come questi.
E comunque, che i fiati della Devia non siano più quelli di un po' di anni fa è un dato oggettivo: ha 66 anni, ogni cantante ha una propria età fisiologica
Freniano ha scritto:Io non ritengo assolutamente che esistano diverse tecniche di canto, come in questo sito si sostiene: tra l'altro, sia detto en passant, ho intervistato per motivi professionali decine e decine di cantanti, grandi, grandissimi e mediocri, e nessuno, dico NESSUNO, mi ha mai detto altro rispetto alla canonica frase "si canta in un modo solo".
Tua opinione, che rispetto ma - ovviamente - non condivido.
Scopo di questo sito è anche (non solo) quello di smontare questa idea che esiste solo in Italia e in nessun altro posto al mondo; credo che sia alla base del fatto che, ormai, l''Italia non produce più da molto tempo cantanti da esportazione (con l'eccezione di Antonacci, D'Arcangelo e pochissimi altri).
Non starò a ripeterti tutto quello che in questi anni ci siamo detti su problematiche connessi alle tecniche di canto: so che ci leggi con frequenza - anche se non scrivi - per cui sai benissimo tutto quello che abbiamo scritto.
Ma non è questo l'importante.
Quello che tu definisci genericamente Belcanto è in realtà un mare magnum che dovrebbe essere distinto per ruoli; ruoli che - come ben sai - furono pensati per cantanti con determinate caratteristiche. Accomunare questi ruoli in un unico fil rouge è una comodità, ne convengo, ma è un atteggiamento storicamente inattendibile e produce veri e propri mistakes, come per esempio i già citati ruoli Ronzi affidati a cantanti-Pasta.
Però ne abbiamo parlato a lungo, Freniano; veramente non ne vorrei riparlare, scusa.
Se vuoi sostenere le ragioni della TUC (Tecnica Unica di Canto), come sai, non è questo il posto giusto: ci sono altri siti, ovviamente solo e rigorosamente italiani che ne hanno fatto un personalissimo feticcio. Nel resto del mondo questa è come la fase orale per i lattanti: si supera con l'età
Freniano ha scritto:Però, data per buona la tesi contraria, il Belcanto si canta con un'impostazione vocalistica, vero? E di questa Mariella Devia non si può negare sia maestra assoluta: pur con i sempre rilevati limiti legati alla statura drammatica dei personaggi che impersona.
Si nega eccome, Freniano!!!
Pensare che nel Belcanto NON esista la drammaturgia vuol dire negare tutta la struttura che - per esempio - Maria Callas ha rievocato intorno al personaggio di Lucia.
Ricordo la tua Maestra Assoluta, alla Scala, in Lucia: mi fece addormentare clamorosamente sin da Regnava nel silenzio cantato con l'intensità di Mariolina Cannuli quando leggeva i programmi della sera.
Non esiste Belcanto - anzi: non esiste teatro d'opera - senza quella che tu definisci "statura drammatica".
A presto e grazie dei tuoi commenti!