stecca ha scritto:Vista anche io ai tempi.....effettivmente fu uno degli spettacoli verdiani più riusciti tra quelli da me visti live (ne vidi altra edizione a Ginevra con Ciannella, Van Dam e Stapp assai meno entisiasmante e quella scaligera di Muti un tantino discontinua anche perchè Arrigo non c'entrava una beata mazza, Zancanaro era noiosissimo e la Studer, straordinaria mozartiana e straussiana, in quel Verdi mi lasciò perplesso...)
Non per fare il solito bastian contrario, ma:
-il falsettone di Merritt appariva una soluzione interessante. Lo ricordo sia a teatro che in disco, e mi sembrò un'esperienza di notevole spessore. Siamo ovviamente lontanti dall'Arrigo più importante della Storia - e cioè Helge Rosvaenge - ma trattasi di prova ampiamente da rivalutare
- Zancanaro cantò benissimo, creando un personaggio aspro e tormentato che ammantava di protervia il grigiore della "burocrazia del male"
- la Studer era effettivamente molto brava, ma può perplimere più di un ascoltatore
Delle altre, mi trovi concordei solo sulla Callas, perché l'Arroyo è espressiva come un tubero e la Caballé, come al solito, con Verdi proprio non c'azzecca, nemmeno in quello che tu giustamente definisci "il suo anno d'oro". Elena, poi, in particolare, non c'entra proprio niente con la sua psicologia d'interprete.
Sono viceversa ben più interessanti:
- la Cerquetti, che riesce ad abbinare un ottimo dominio del canto di sbalzo al proprio vocione
- la Scotto, più nel live del 1978 (molto meditato, con un ispirato Muti) che non in quello del 1970 (tagliatissimo e forcaiolo, con Gavazzeni)
- ovviamente la Gencer, l'unica che avesse nei propri cromosomi il senso del personaggio (il suo "Arrigo tu parli a un core", da questo punto di vista, è superiore a quello di chiunque altra, compresa la Callas)
- aggiungerei la Brumaire, in francese, del live diretto da Rossi: spigliata, intelligente, complessivamente affascinante
Se l'edizione di Rosvaenge (peraltro un po' troppo avanti negli anni) avesse un'Elena all'altezza invece della Cunitz, credo che saremmo tutti concordi nell'indicarla come l'ideale, anche perché Schlusnus è il Monforte per eccellenza.
Purtroppo, una volta di più siamo costretti a constatare che l'ideale non esiste...