Invogliato dalla lettura di un bel saggio, anche se non di facile lettura (confesso che in non pochi punti mi e' stato di difficile comprensione
), della Susan McClary sulla Carmen (fa parte della collana edita dalla casa editrice Rugginenti nella collana "Dentrolopera" e di cui proprio il capolavoro di Bizet costituisce il primo numero), mi son riascoltato l'opera. L'edizione e' un live da Vienna, precisamente dalla sala del Grosser Saal, dell'8 ottobre del 1954. Dalle foto sembra che sia stata eseguita in forma di concerto, ma non ne sono assolutamente sicuro. Il cast da pelle d'oca, in primis la Carmen della Simionato ed il Don Jose' di Gedda, senza trascurare la Micaela della Gueden e l'Escamillo di Roux. Tra i comprimari la presenza lussosissima della Sciutti, di Del Signore, di Carlin e Sordello. Direzione fantasmagorica, come e' nel suo stile, di Karajan che a capo dei
fratelli poveri della Wiener Symphoniker, li trasforma nel classico passaggio da brutti anatroccoli a splendidi cigni. Inutile sottolineare l'unita' d'intenti e lo splendido suono in cui il direttore salisburghese riesce a tirar fuori dall'orchestra, senza dimenticare una scienza dell'accompagnamento di trascinante vitalita' che pochi direttori possiedono. Cito come esempi preclari il
tappeto sonoro preparato dal direttore austriaco nelle due romanze della Carmen, ovverossia l' "Habanera" e la "Seguidilla". E che dire del preludio del primo atto, di
joie de vivre incontenibile ma anche di raccolta quanto intrattenibile passione sfoggiata nel tema del "Toreador".
La Carmen della Simionato e' vocalmente impeccabile quanto emotivamente partecipe. Sensuale nell' "Habanera", sfrontata nella "Seguidilla", provocante nel "Tra la la" (nel secondo atto, accompagnata dal suono delle nacchere), glaciale nella scena delle carte, voluttuosa e testarda - autentica
femme fatale - nel duetto finale dell'ultimo atto. Insomma mille voci per un personaggio difficilissimo da rendere credibile.
Ma la piacevolissima sorpresa e' stato il Don Jose' di Gedda. Spesse volte, almen per quanto mi riguarda, l'ho sempre trovato di una freddezza, direi quasi nordica. Tecnica vocale impareggiabile a fronte di una partecipazione emotiva prossima allo zero. Non e' il caso di questa perfomance, il quale trascinato dalla musica scatenata di un travolgente Karajan, il tenore svedese si lascia ipnotizzare dalla carica erotica della Simionato, oltre che dalla musica bizetiana. La sua esecuzione della "Romanza del fiore" e' un autentico paradigma per molti cantanti, capace di smorzare il difficilissimo "a toi" nella chiusa finale. Un Don Jose' che ci commuove della sua sofferenza, delle sue pene d'amore. E confesso che non ci avrei scommesso un centesimo sulla capacita' di Gedda di saperci impietosire.
Altra interprete algida e' la Micaela della Gueden, interprete raffinatissima ed insuperabile nelle creature straussiane, quanto poco credibile in personaggi veri ed umani, ma in un contesto del genere e' come cercare il classico pelo nell'uovo. E cosi' a me questa Micaela garba lo stesso e molto.
Resta l'Escamillo di Roux, eccelente cantante, ed ancor piu' superbo se si trova a cantare il repertorio francese. Il suo Escamillo e' decisamente meno vacuo e vanesio, piu' degno rivale o piu' uomo, se volete, nell'affrontare il nemico Don Jose'.
Ritornando al saggio, dimenticavo, rimette in discussione certe mie preferenze su chi e come dovrebbe essere interpretata la Carmen. E mi sembra di capire come la Berganza possa apparire, per alcuni forumisti, indigesta o per lo meno inappropriata caratterialmente per affrontare il ruolo tratteggiato dal sublime Bizet. Temo che probabilmente non hanno del tutto torto.