Tristan und Isolde (Wagner)

recensioni e commenti di spettacoli visti dal vivo

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Messaggioda MatMarazzi » sab 08 dic 2007, 1:01

Io invece sono molto, ma molto perplesso.
Con una sola eccezione: la Meier, che è stanchissima, affaticatissima, ed è ben lontana dall'Isolde che per ben due volte le ho sentito fare a teatro (a Berlino con Baremboim e a Parigi con Salonen) ma è letteralmente sublime, per risorse di colori, evidenza di articolazione, potenza declamatoria, profondità di visione, intensità di recitazione.
Una forza della natura!

Tutto il resto mi piace poco.
Anzi, la De Young e Grochowski mi piaiono semplicemente disastrosi, sia come cantanti, sia come attori.
Su Salminen non potrei che dire bene, canta con una consapevolezza e una profondità stupenda, ma nemmeno lui riesce a riscattare il personaggio di re Marke (impresa che riuscita a ben pochi).
Su Storey non condivido nessuno degli elogi che ho letto: anche come attore mi pare terribile; come cantante poi...
Non ha alcuna nozione della declamazione, non varia i colori, è stonato e non va a ritmo. Nel duetto ha fatto intervalli alla garibaldina, nel terzo atto ha recitato come una caricatura.
Mi spiace ma per me questo è un Tristano di periferia.

Su Baremboim devo ribadire quanto ho già detto in passato: il suo Wagner è ben fatto, ben confezionato, ma a me pare vecchio, lutulento, retorico, sdolcinato, pomposo: sarebbe andato bene negli anni di Knappertubush e Klemperer, oggi mi pare anacronistico.

Quanto a Chéreau, devo dire che dopo il tripudio della "Casa di Morti" che ho visto ad Amsterdam il giugno scorso, sono rimasto un po' deluso.
La sua regia è elegante, misurata, curata ma povera di idee, arida di contenuti, quasi tentennante, prigioniera di uno stile che è rimasto immutato (come diceva tra le righe Tucidide) da quarant'anni.
E lo stesso discorso vale per Peduzzi, le cui scene sono belle, certo, suggestive, ma sempre le stesse, opera dopo opera.

Certo, se la mettete sul piano del confronto con la baracconata dell'anno scorso, allora avete ragione: siamo su un altro pianeta.
Eppure trovo questo allestimento dimenticabile; non penso proprio che farà storia, soprattutto considerando le attese di cui era circondato.

Tutto questo nella mia umile opinione.
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Messaggioda PQYD » sab 08 dic 2007, 1:17

MatMarazzi ha scritto:sarebbe andato bene negli anni di Knappertubush e Klemperer, oggi mi pare anacronistico


:roll:
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Messaggioda MatMarazzi » sab 08 dic 2007, 1:32

PQYD ha scritto:
MatMarazzi ha scritto:sarebbe andato bene negli anni di Knappertubush e Klemperer, oggi mi pare anacronistico


:roll:


Un post con uno smile?
Caspita che contributo!!

Ah... dimenticavo! Non c'è solo lo smile....
;)

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Messaggioda PQYD » sab 08 dic 2007, 1:46

MatMarazzi ha scritto:
PQYD ha scritto:
MatMarazzi ha scritto:sarebbe andato bene negli anni di Knappertubush e Klemperer, oggi mi pare anacronistico


:roll:


Un post con uno smile?
Caspita che contributo!!

Ah... dimenticavo! Non c'è solo lo smile....
;)

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Allora sarò più esplicito (ti facevo più sveglio, comunque): se per criticare Barenboim non trovi di meglio che paragonarlo a Knappertsbusch e Klemperer... devi avere veramente troppa stima di lui. E fai bene, ché è solo grazie alla sua accorta direzione (penso soprattutto al terzo atto) che la Meier è riuscita a non soccombere totalmente al peso mostruoso (soprattutto per una cantante disfatta, un relitto... l'altro in scena oltre alla meganave) della parte e a sembrare, a tratti, quasi accettabile.
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Messaggioda MatMarazzi » sab 08 dic 2007, 1:55

(ti facevo più sveglio, comunque):

Sono più sveglio di quel che pensi!
Non temere che capisco benissimo a cosa servono questi tuoi diecimila interventi con una parola, una provocazione, uno smile.

se per criticare Barenboim non trovi di meglio che paragonarlo a Knappertsbusch e Klemperer... devi avere veramente troppa stima di lui.


C'è un piccolo dato che forse non consideri.
Che Knappertbusch e Klemperer hanno diretto svariati decenni or sono e il loro stile allora era (probabilmente) allineato ai tempi.
Oggi non lo è.

Per inciso ho sentito dal vivo la Meier anche con Salonen e funzionava mille volte meglio.

è solo grazie alla sua accorta direzione (penso soprattutto al terzo atto) che la Meier è riuscita a non soccombere totalmente al peso mostruoso


In che senso?
Spiegati meglio. Forza...
In che senso la Meier ha potuto restare a galla solo grazie a Baremboim?
Sono proprio curioso di vedere come saprai documentare (spartito alla mano) una sparata alla Brancaleone come questa.
O era solo un modo per insolentire la Meier?

Pazzesco...
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Messaggioda walpurgys » sab 08 dic 2007, 1:56

Bhè non volendo hai fatto a Barenboim un bellissimo complimento in quanto Knappertsbusch e Klemperer hanno dato il via ad un approccio più moderno per leggere Wagner (e stavolta non solo per me :wink: ).
Barenboim è l'ultimo degnissimo figlio di questo corso ed ha dato vita alla Scala ad una direzione assolutamente memorabile e poetica facendo scivolare come un balsamo la partitura e avendo dalla sua un cast di notevole livello (esclusa la mediocre de Young) che è riuscito a far delirar il pubblico scaligero.

Certo per il tuo gusto sarà stata anche una recita che ti ha lasciato perplesso e potrai anche scrivere un saggio su come Knappertsbusch e Klemperer siano anacronistici secondo non so chi e non so quale scuola oppure che i cantanti non sappiano ''declamare'' ( :?: :roll: )...ma questa per me e per molti resta una gran serata e non credo che chi era in sala la scorderà facilmente! :wink:
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Messaggioda MatMarazzi » sab 08 dic 2007, 2:05

walpurgys ha scritto:Bhè non volendo hai fatto a Barenboim un bellissimo complimento in quanto Knappertsbusch e Klemperer hanno dato il via ad un approccio più moderno per leggere Wagner (e stavolta non solo per me :wink: ).


Ammesso che Knappertbusch e Klemperer fossero così moderni ai loro tempi, resta il fatto che per me non è un complimento dire che settant'anni dopo non ci si è mossi da quello stile.
In verità ci si è mossi eccome: ho sentito dal vivo nel Tristano Rattle e Salonen (solo per citare due wagneriani di oggi) e francamente non ho dubbi su chi mi pare più aperto alla modernità.
Baremboim è certo rassicurante e non ho dubbi che possa piacere alla Scala.

potrai anche scrivere un saggio su come Knappertsbusch e Klemperer siano anacronistici


Rileggiti il mio post! :)
Anacronistici non sono loro, ma chi non si muove dalla loro lezione settanta anni dopo.

oppure che i cantanti non sappiano ''declamare'' ( :?: :roll: )

Ancora: rileggiti il mio post.
Ho scritto che Storey non sa declamare. E lo ribadisco: senza colori (ma con un unico colore ingolato e nero) non si declama.


...ma questa per me e per molti resta una gran serata e non credo che chi era in sala la scorderà facilmente!

Per me invece è stata indimenticabile quella a Parigi del 2005, con la stessa Meier, Heppner, la regia di Sellars, la scenografia-video di Bill Viola, la direzione di Salonen.
Dei tanti Tristan che ho visto a teatro quello fu il più grande.

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Messaggioda VGobbi » sab 08 dic 2007, 2:18

MatMarazzi ha scritto:Io invece sono molto, ma molto perplesso.
Con una sola eccezione: la Meier, che è stanchissima, affaticatissima, ed è ben lontana dall'Isolde che per ben due volte le ho sentito fare a teatro (a Berlino con Baremboim e a Parigi con Salonen)

A che periodo ti riferisci? Se il problema della Meier e' solo dovuta all'eta', allora mi pare del tutto comprensibile, non trovi?

MatMarazzi ha scritto:... ma è letteralmente sublime, per risorse di colori, evidenza di articolazione, potenza declamatoria, profondità di visione, intensità di recitazione. Una forza della natura!

Concordo, anche se ripeto vocalmente non l'ho trovata cosi' disastrata. Probabilmente perche' non ho riscontri sulle sue precedenti Isolde.

MatMarazzi ha scritto:Tutto il resto mi piace poco.

:? (Scusami ma non ho resisto di mettere uno smile).

MatMarazzi ha scritto:Anzi, la De Young e Grochowski mi piaiono semplicemente disastrosi, sia come cantanti, sia come attori.

Lasciando stare il piano vocale - in cui son d'accordo sulla prova opaca della De Young, decisamente meno quello di Grochowski -, cosa dei due cantanti in questione li hai trovati come pessimi attori? A me son parsi naturali e per nulla sforzati, sopra tutto la De Young.

MatMarazzi ha scritto:Su Salminen non potrei che dire bene, canta con una consapevolezza e una profondità stupenda, ma nemmeno lui riesce a riscattare il personaggio di re Marke (impresa che riuscita a ben pochi).

Non ci hai detto per quale motivo non riesce a riscattare il personaggio di Re Marke. Potresti delucidarci in merito?

MatMarazzi ha scritto:Su Storey non condivido nessuno degli elogi che ho letto: anche come attore mi pare terribile; come cantante poi ...

Storey era, sulla carta, il punto debole del cast o per lo meno il cantante che destava maggiori preoccupazioni sulla riuscita del personaggio, dopo l'opaca prova lasciataci nel ruolo di Steva (Jenufa), neanche in un anno fa, e sempre alla Scala. Ebbene, vocalmente ha retto la parte senza evidenti crolli (il tanto temuto terzo atto, l'ha sostenuto alla grande). Ha un registro centrale d'indubbia bellezza o per lo meno ricco di screziature, a fronte di acuti ingolati. Definirlo terribile lo trovo del tutto eccessivo. Ma quel che mi lascia del tutto perplesso e' la tua opinione sulla recitazione di Storey. Potresti dirci in quali frangenti ti e' sembrata la prova attoriale di Storey terribile? Potresti citare un Tristan che attorialmente sia stato convincente nel terzo atto? Esiste qualche video? Solo per rendere piu' chiara l'idea, il confronto.

MatMarazzi ha scritto:Mi spiace ma per me questo è un Tristano di periferia.

Per te che giri mezzo mondo, magari potrebbe essere davvero un Tristanto di periferia. Per noi lombardi no. Abituati a spettacoli d'infimo livello e con cast del tutto rabberciati, lasciamelo dire, in questa serata ho ritrovato il vecchio splendore della Scala. Ho trovato la mano sapiente di un Lissner, capace di riportare in vita la coppia Barenboim/Chereau, invidiata da mezzo mondo e forse di piu'. E ti dico questo perche' ieri, nel guardare/sentire l'opera, ho pianto spesse volte di commozione. E questo e' indice della perfetta riuscita dello spettacolo, almen per me.
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Messaggioda PQYD » sab 08 dic 2007, 2:22

MatMarazzi ha scritto:
(ti facevo più sveglio, comunque):

Sono più sveglio di quel che pensi!
Non temere che capisco benissimo a cosa servono questi tuoi diecimila interventi con una parola, una provocazione, uno smile.

se per criticare Barenboim non trovi di meglio che paragonarlo a Knappertsbusch e Klemperer... devi avere veramente troppa stima di lui.


C'è un piccolo dato che forse non consideri.
Che Knappertbusch e Klemperer hanno diretto svariati decenni or sono e il loro stile allora era (probabilmente) allineato ai tempi.
Oggi non lo è.

Per inciso ho sentito dal vivo la Meier anche con Salonen e funzionava mille volte meglio.

è solo grazie alla sua accorta direzione (penso soprattutto al terzo atto) che la Meier è riuscita a non soccombere totalmente al peso mostruoso


In che senso?
Spiegati meglio. Forza...
In che senso la Meier ha potuto restare a galla solo grazie a Baremboim?
Sono proprio curioso di vedere come saprai documentare (spartito alla mano) una sparata alla Brancaleone come questa.
O era solo un modo per insolentire la Meier?

Pazzesco...


Oh savio Marazzi, tu che comprendi i sottintesi e gli smile!

"Allinearsi ai tempi" è per te caratteristica imprescindibile del grande interprete? Anche quando i tempi sono così avari di cantanti in grado di sostenere la scrittura vocale e l'orditura orchestrale di Wagner?

Barenboim ha sostenuto la Meier dosando saggiamente i volumi orchestrali (a tratti sembrava di sentire la Bohème, più che il Tristano), coprendola pietosamente nei momenti di affanno (vale a dire, ovunque si presenti un acuto, che la signora non sa trattenersi dal trasformare in urletto), respirando letteralmente con lei nel Liebestod.

La Meier, conscia della collaborazione del direttore, ha giocato al risparmio sfoderando una voce di qualità e peso wagneriani in due momenti: nel finale del duetto del secondo atto e nell'entrata al terzo (dove comunque era alquanto stonatella). Il resto della serata ha pietosamente accennato, nemmeno si trattasse di una prova. Nella miseria generale, le è bastato per risultare la migliore. "Forza della natura?" Pazzesco lo dico io... e aggiungo ridicolo.
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Messaggioda VGobbi » sab 08 dic 2007, 2:26

PQYD ha scritto:... respirando letteralmente con lei nel Liebestod.

Bisogna fargli una colpa al direttore? A me sembra un merito non da poco, visto che non son pochi quelli che sapevano far affondare i cantanti, addirittura nel loro massimo splendore. A me viene in mente Solti ... e guidava gente del calibro di un Hotter, di una Nilsson, di un Windgassen ... Provate ad ascoltare il suo Siegfried (edizione Decca).
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Messaggioda MatMarazzi » sab 08 dic 2007, 3:11

PQYD ha scritto: Oh savio Marazzi, tu che comprendi i sottintesi e gli smile!


Diciamo che comprendo le signatures e la logica dei troll.

"Allinearsi ai tempi" è per te caratteristica imprescindibile del grande interprete? Anche quando i tempi sono così avari di cantanti in grado di sostenere la scrittura vocale e l'orditura orchestrale di Wagner?


A parte il fatto che oggi esistono sommi interpreti wagneriani (tra cui proprio quella di cui Baremboim disponeva, ossia una delle maggiori Isolde di tutti i tempi), ciò non ha nulla a che spartire con una scelta di campo che, ancora una volta, risolve il Tristano in maestosità oceaniche, struggimenti voluttuosi, compiacimenti orchestrali e tempi dilatatissimi.
Può essere uno stile che piace (per forza, è rassicurante, tradizionale, confortevole e tanto, tanto piacevole) ma personalmente lo trovo inutile, perchè già troppo sentito e (soprattutto) poco adatto a far dialogare Wagner col nostro tempo.
Il Wagner di Baremboim (artista che mi è simpatico e che ho ascoltato tante volte dal vivo) mi pare museale, fatto apposta per soddisfare i wagneriani che non cercano niente di diverso da ciò che conoscono.

Inoltre, se vogliamo essere precisi, non credo che questo stile aiuti così tanto i cantanti: ad esempio le lungaggini dei tempi li espongono a rischi di stonacchiature negli intervalli cervellotici del secondo atto.
E' chiaro che una Meier non teme inghippi musicali e canta con un rigore da grandissima: il povero Storey invece ci lascia spesso le penne.

E visto che parliamo della Meier, sarà il caso di specificare che la sua voce è tuttora possente e perentoria, anche se lei non gioca a fare la matrona spacca timpani e anche se il registro acuto (che per quanto esteso è quello di un mezzosoprano) risulta oggi particolarmente intaccato.
Con una simile carriera sulle spalle, e considerate le difficoltà del ruolo, appare meno spettacolare che in altre occasioni, eppure proietta i colori ed elabora le frasi con una bravura che toglie il respiro (e se talvolta fatica a imporli è proprio per l'ossessione della sontuosità che sale dall'orchestra).

(a tratti sembrava di sentire la Bohème, più che il Tristano),


Siamo messi bene!

La Meier, conscia della collaborazione del direttore, ha giocato al risparmio sfoderando una voce di qualità e peso wagneriani in due momenti: nel finale del duetto del secondo atto e nell'entrata al terzo (dove comunque era alquanto stonatella). Il resto della serata ha pietosamente accennato, nemmeno si trattasse di una prova.


Tutto sbagliato.
La Meier non ha accennato mai; ha cantato tutto.
Con un vigore e una proprietà tecnica dirompente.
E una comprensione del personaggio che incenerisce molte celebrate interpreti del ruolo.
E ha dato prova di risorse coloristiche e declamatorie da grandissima wagneriana.
Ma soprattutto, ad onta di una voce che non è più quella di vent'anni fa, ha confermato una capacità di penetrare, esaltare, rivelare il personaggio con un'intensità poetica abbacinante.

Grandissima artista.

Salutoni
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Ultima modifica di MatMarazzi il sab 08 dic 2007, 3:46, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda MatMarazzi » sab 08 dic 2007, 3:35

VGobbi ha scritto: A che periodo ti riferisci?

Allora, il Tristan di Berlino è stato nel 2003; mentre quello di Parigi nel 2005.
Però devo aggiungere che lo scorso maggio l'ho ascoltata nel Lohengrin a Parigi e vocalmente mi era parsa ancora molto in forma.
Secondo me il problema della sua stanchezza vocale (almeno in questa occasione) può dipendere dal fatto che la tessitura di Isolde sta diventando un po' altina per lei.
In tutti i casi, Vit, queste sono facezie! :) Di fronte a un'interprete tanto colossale, ci teniamo anche eventuali stanchezze.
E ringraziamo il Cielo! :)

Lasciando stare il piano vocale - in cui son d'accordo sulla prova opaca della De Young, decisamente meno quello di Grochowski -, cosa dei due cantanti in questione li hai trovati come pessimi attori? A me son parsi naturali e per nulla sforzati, sopra tutto la De Young.


E' difficile rispondere! :)
Lei con quell'incedere greve, quella mimica bloccata, quelle espressioni tutte uguali; lui mi è sembrato impacciatissimo, sempre rivolto al direttore, con espressioni un po' ridicole sottolineate dai primi piani impietosi, specie al terzo atto.
Andando a pescare nelle mie esperienze teatrali, ricordo un Tristano (Amsterdam 2001) in cui Brangane e Kurwenall (che erano la Lang e Held) surclassavano letteralmente i protagonisti.
Brangane al primo atto e Kurwenall al terzo hanno uno spazio sconfinato: ricordo, ad esempio, la lotta furibonda al primo atto tra la Lang e Isolde, per non darle lo scrigno; ricordo tutte le espressioni di Brangane durante il dialogo della sfida alla morte; c'è spazio per vere interpretazioni.
Ma ancora di più ricordo lo scoramento di Held al terzo atto, quando durante il preludio si stringeva a sè Tristano svenuto, o si alzava a guardare fuori dalla finestra con espressione di infinito dolore.
Nella recita di ieri a Milano ho visto solo due cantanti impacciati e goffi.
Sinceramente questa è stata la mia impressione.

E poi, in tanti anni, è la prima volta che sento una Brangane incapace di smorzare "Habet Acht".

Non ci hai detto per quale motivo non riesce a riscattare il personaggio di Re Marke. Potresti delucidarci in merito?


Secondo me (poi tu non sarai d'accordo :) ) Marke è un personaggio fragile, l'unico personaggio dell'opera che fatica a stare in piedi.
I suoi interventi risultano pesanti, la psicologia non è sviluppata e anche i suoi temi non sono poi così belli.
Ci vuole un carisma particolarissimo per risultare interessanti in questo personaggio, specie a teatro (nel disco siamo più riposati quando arriva il Monologo).
Di tutti i miei ricordi teatrali, solo Robert Lloyd è arrivato a persuadermi.


Storey ...vocalmente ha retto la parte senza evidenti crolli (il tanto temuto terzo atto, l'ha sostenuto alla grande). Ha un registro centrale d'indubbia bellezza o per lo meno ricco di screziature, a fronte di acuti ingolati. Definirlo terribile lo trovo del tutto eccessivo. Ma quel che mi lascia del tutto perplesso e' la tua opinione sulla recitazione di Storey. Potresti dirci in quali frangenti ti e' sembrata la prova attoriale di Storey terribile?


Secondo me, il crollo non è quello di steccare qualche la naturale al terzo atto, ma di cantare tutta l'opera senza colori e senza giochi dinamici e soprattutto di non imporre un personaggio vero.
Come attore a me è parso terribile, veramente, goffissimo, con l'occhio terrorizzato sempre volto al direttore o allo schermo con i testi, con le espressioni tormentose da... bruciori di stomaco. :)
Mi pare che non avesse nemmeno la capacità di adeguare la sua recitazione alla musica: alla morte, ad esempio, è evidente che avrebbe dovuto alzare lo sguardo e fissare Isolde proprio mentre in orchestra si leva il tema dello sguardo.
Naturalmente è arrivato tardi, benché la Meier avesse fatto di tutto per aiutarlo (anche tentare di alzargli la testa...).
E' solo un dettaglio, ma la recitazione operistica si vede proprio dalla interazione con la musica.
Comunque, la cosa migliore sarebbe rivederselo insieme e commentare i suoi gesti uno per uno.

Potresti citare un Tristan che attorialmente sia stato convincente nel terzo atto? Esiste qualche video? Solo per rendere piu' chiara l'idea, il confronto.


Solo Windgassen (che a te non piace) :)
Nel video da Osaka (con la regia di Wieland Wagner) a me pare molto convincente.
Nemmeno Vickers (ebbene sì) mi fa impazzire nel terzo atto del Tristano.

Abituati a spettacoli d'infimo livello e con cast del tutto rabberciati, lasciamelo dire, in questa serata ho ritrovato il vecchio splendore della Scala.

Ma infatti non ho detto che è stato uno spettacolo impresentabile (l'aggettivo "periferico" era rivolto solo a Storey).
E' stato bello, letteralmente trascinato da un'interprete grandiosa, con un regista di carisma, un direttore che sicuramente il mestiere lo conosce, un'orchestra preparata.
Ho solo detto che a me le emozioni forti non le ha procurate e che mi pare che si potesse raccogliere un cast più interessante, primadonna a parte.

Comunque il 2 gennaio lo vedrò dal vivo: potrei anche rivedere le perplessità! L'ascolto teatrale è sempre diverso dalle riprese televisive (specie questa che ho giudicato molto brutta, con tutte quelle odiose dissolvenze al terzo atto e le sovraimpressioni di dubbio gusto).

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Messaggioda VGobbi » sab 08 dic 2007, 10:30

MatMarazzi ha scritto:In tutti i casi, Vit, queste sono facezie! :) Di fronte a un'interprete tanto colossale, ci teniamo anche eventuali stanchezze.
E ringraziamo il Cielo! :)

Pienamente d'accordo, anche perche' dopo tutto sei stato tu a sollevare una Meier vocalmente stanca. :twisted:

MatMarazzi ha scritto:Andando a pescare nelle mie esperienze teatrali, ricordo un Tristano (Amsterdam 2001) in cui Brangane e Kurwenall (che erano la Lang e Held) surclassavano letteralmente i protagonisti.

Esiste il video? I protagonisti chi erano?

MatMarazzi ha scritto:Secondo me (poi tu non sarai d'accordo :) ) Marke è un personaggio fragile, l'unico personaggio dell'opera che fatica a stare in piedi.
I suoi interventi risultano pesanti, la psicologia non è sviluppata e anche i suoi temi non sono poi così belli.
Ci vuole un carisma particolarissimo per risultare interessanti in questo personaggio, specie a teatro (nel disco siamo più riposati quando arriva il Monologo).
Di tutti i miei ricordi teatrali, solo Robert Lloyd è arrivato a persuadermi.

Non sono d'accordo, non tanto sulle caratteristiche del personaggio (fragilita', non solo caratteriale sia chiaro - sembra un re Marke sul punto di abdicare -, ma anche per l'importanza marginale che ricopre nell'opera) quanto nel sminuire la prova di Salminen. Trovo qui davvero convincente ed in grado di nobilitare una parte fin troppo bistrattata. Ma comunque non e' il caso di accapigliarci per questo ruolo, vero? :wink:

MatMarazzi ha scritto:Secondo me, il crollo non è quello di steccare qualche la naturale al terzo atto, ma di cantare tutta l'opera senza colori e senza giochi dinamici e soprattutto di non imporre un personaggio vero.
Come attore a me è parso terribile, veramente, goffissimo, con l'occhio terrorizzato sempre volto al direttore o allo schermo con i testi, con le espressioni tormentose da... bruciori di stomaco. :)

Intanto, rispetto al post precedente, sembra che il tuo sia un passo indietro. Hai scritto : Su Storey non condivido nessuno degli elogi che ho letto: anche come attore mi pare terribile; come cantante poi...
Non ha alcuna nozione della declamazione, non varia i colori, è stonato e non va a ritmo.

Sminuisci le defaillances vocali di Storey, che francamente sono state assai poche. Altro discorso e' definire il canto del tenore privo di dinamica e povero di colori. Personalmente non l'ho trovato monocorde, anzi ...

MatMarazzi ha scritto:Comunque, la cosa migliore sarebbe rivederselo insieme e commentare i suoi gesti uno per uno.

E' vero e spero vivamente che capitera' l'occasione.

MatMarazzi ha scritto:
Vittorio Gobbi ha scritto:Potresti citare un Tristan che attorialmente sia stato convincente nel terzo atto? Esiste qualche video? Solo per rendere piu' chiara l'idea, il confronto.

Solo Windgassen (che a te non piace) :)
Nel video da Osaka (con la regia di Wieland Wagner) a me pare molto convincente.

Guarda, su Windgassen potrei ricredermi. Ultimamente sto rivalutando questo cantante, tale da rivedere il mio giudizio nei suoi confronti.

MatMarazzi ha scritto:Nemmeno Vickers (ebbene sì) mi fa impazzire nel terzo atto del Tristano.

E' qui che ti volevo, ma mi hai fregato in tempo. Mi domandavo cosa differenziasse la prova attoriale di Vickers nel terzo atto nei confronti di Storey. A me Vickers, mi riferisco al video da Orange, mi sembra caricatissimo e tutt'altro che naturale nella recitazione. E vocalmente meno solido e con piu' magagne vocali rispetto a Storey, anche se supportato da un fraseggio che ha pochi eguali.

MatMarazzi ha scritto:Comunque il 2 gennaio lo vedrò dal vivo: potrei anche rivedere le perplessità! L'ascolto teatrale è sempre diverso dalle riprese televisive (specie questa che ho giudicato molto brutta, con tutte quelle odiose dissolvenze al terzo atto e le sovraimpressioni di dubbio gusto).

Ohhhhhhhh finalmente, son riuscito a trovare un altro punto in comune con Marazzi : la regia televisiva. Anch'io l'ho trovata decisamente deludente, specie nel terzo atto ricorrendo in modo del tutto stucchevole alle odiose dissolvenze. Al limite poteva andare bene nel preludio del terzo atto ...
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Messaggioda Tucidide » sab 08 dic 2007, 10:46

MatMarazzi ha scritto:
è solo grazie alla sua accorta direzione (penso soprattutto al terzo atto) che la Meier è riuscita a non soccombere totalmente al peso mostruoso


In che senso?
Spiegati meglio. Forza...
In che senso la Meier ha potuto restare a galla solo grazie a Baremboim?
Sono proprio curioso di vedere come saprai documentare (spartito alla mano) una sparata alla Brancaleone come questa.
O era solo un modo per insolentire la Meier?

Pazzesco...

Però Mat, ho sentito la registrazione di una Isolde della Meier diretta da Nagano ed era affaticatissima. Ieri sera è stata molto meglio, e credo che in questo anche Baremboim sia stato utile. Oppure è stata solo una serata di grazia (e allora siamo stati doppiamente fortunati).
Inoltre, se mi consenti, non sono molto d'accordo con la tua disamina su Baremboim: ha diretto in maniera molto suffusa, crepuscolare, in questo non credo si possa vedere un allacciamento a Furt o Kna, che suscitavano ire di dio di proporzioni cosmiche (soprattutto il primo). Vedo semmai un legame con Erich Kleiber (mi riferisco alla strafamosa recita di Buenos Aires del 1948, dove, avendo a disposizione una Flagstad non molto in forma la prende per mano e la conduce a quella che forse è l'Isolde più lancinante di tutto il disco - soprattutto in un incredibile Liebestod). Ti dirò di più: io, che pure non amo molto Baremboim, trovo che il Tristano sia un'opera in cui egli è molto moderno e coinvolgente.
Altrettanto, almeno stando al disco, non potrei dire di Lohengrin.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Messaggioda PQYD » sab 08 dic 2007, 11:29

MatMarazzi ha scritto:Grandissima artista.


Ma questo nessuno lo mette in dubbio. Scenicamente la signora è un tornado! Ma la voce... Sì, so bene che non conta nulla, ma sai, abituato come sono alla Lehmann, alla Flagstad e alla Nilsson... ne sento la mancanza! 8)

Poi non so che opera abbia sentito tu... se la lettura di Barenboim ti sembra "maestosa" ti suggerirei di ascoltarne altre di (ben) altro calibro (e per non essere scontato ti consiglio De Sabata). L'orchestra ha suonato bene, benissimo, ma il suono era tutt'altro che magniloquente. E questo, scusa se insisto, ha aiutato moltissimo i cantanti, Meier in primis. Se Barenboim "impazzisse", abbandonasse le funzioni di "pronto soccorso" e dirigesse davvero come i Maestri cui tu lo accosti... lì sì sarebbero cavoli amari per un cast che appare molto provato fin dal primo atto.
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