Mariella Devia

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Messaggioda teo.emme » ven 07 dic 2007, 17:40

MatMarazzi ha scritto: E' sufficiente dominare la tecnica belcantistica per essere una grande Norma o una grande Bolena?
E' sufficiente dominare quella declamatoria per essere grandi interpreti di Wagner?
E' sufficiente dominare la tecnica jazzistica per essere una nuova Fitzgerald o una Holiday?
E' sufficiente saper applicare la sintassi italiana e le regoline facili facili della poetica tradizionale per essere Giacomo Leopardi?

Io penso di no! E in particolare penso di no in rapporto alla Devia.
E' per questo che se ne discute.
E mi piacerebbe che la discussione continuasse con correttezza e serietà di contributi.

Salutoni
Matteo


Bene. Potrei rispondere alle tue questioni così: forse non è sufficiente, ma è necessario partire da lì! Non è sufficiente dominare la tecnica belcantista per essere una grande Norma, ma è necessario avere anche quella, sennò Norma non la canti. Così come non puoi essere Giacomo Leopardi se fatichi a coniugare il congiuntivo...

Sull'espressione cabaletta-coccodè ribadisco il mio pensiero: mi sembra un modo assai triviale di porre la questione. Se però va bene così e ho sbagliato io a giudicarla poco appropriata me ne scuso, e da ora in avanti utilizzerò la parola "rutti" per indicare lo pseudo canto delle voste amate declamatrici.

Comunque lasciam perdere: è evidente che tu parti dal presupposto di aver sempre ragione e credi che gli altri non capiscano un beato tubo! Così è impossibile ogni discorso e confronto civile.

Continui a scrivere: parlatemi dei meriti della Devia! Ma se ogni volta che qualcuno ne indica, rispondete: di questo non me ne frega un tubo, di quest'altro non me ne importa niente, la tecnica non significa nulla, quell'altro ancora è solo un "coccodè"??? Come si fa a discutere così? Pensando che chiunque la pensi in modo differente sia un idiota che "non capisce" o "va fuori tema"??? Ritenendo tutte le argomentazioni "avversarie" non pertinenti???? A questo punto forniscici le obiezioni che gradisci sentirti fare! Suggeriscici gli argomenti! O meglio, fatti affermazioni e obiezioni, così non avrai neppure l'incomodo di interloquire con dei "poveri idioti"...

Vuoi sentirti dire che hai ragione??? Va bene: HAI RAGIONE, SEMPRE E COMUNQUE!
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M. Devia

Messaggioda Luca » ven 07 dic 2007, 23:45

Intervengo ora e premetto di aver ascoltato diverse volte (in teatro e in disco) la Devia. Se vi devo dire come la penso ... mi lapiderete, ma voglio "cercare di esser buono": la Devia è una cantante al quale il suffisso -ina calza a pennello e non capisco tanti inni di gloria ad una cantante, tecnicamente anche abbastanza ferrata, ma credo carente di un elemento importante per un cantante lirico, la fantasia. Questo impoverisce non poco le prestazioni. Personalmente l'ho udita in Tancredi e in Stuarda, ma francamente bel vocino a puntino tutto 'ortodossino', ma poi.... dov'è la cifra interpretativa e all'interno di essa una valorizzazione personale che vada oltre il classico sopracuto (che può anche piacere, ma è pochino)? Ho il video della Borgia, ma santa pace......

In più punti è stata nominata la Netrebko dove effettivamente una scintilla interpretativa c'è, un guizzo anche 'folle' appare ed io vorrei anche aggiungere un'altra cantante discutibile quanto si vuole, ma anche lei fantasiosa cioè la Georghiu. Se mi dicessero di andarle ad ascoltare (la Georghiu l'ho udita dal vivo in un'ottima Traviata: non aveva il mi b di tradizione ma chi se ne...) correrei subito. Della Devia posso fare a meno: ecco tutto.

Scusate, ma tanti incensi li brucio ad altre grandi che ci sono e ci sono state: la Devia non la metto fra loro. Se poi la si vuol divinizzare non mi mettete tra coloro che le fabbricano il monumento perché non ci sto davvero, anzi....

Saluti, Luca.
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Re: M. Devia

Messaggioda PQYD » sab 08 dic 2007, 0:06

Luca ha scritto:la Georghiu l'ho udita dal vivo in un'ottima Traviata: non aveva il mi b di tradizione ma chi se ne...


Fosse il mib l'unico problema della Gheorghiu! :roll:
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Messaggioda MatMarazzi » sab 08 dic 2007, 0:57

teo.emme ha scritto: Bene. Potrei rispondere alle tue questioni così: forse non è sufficiente, ma è necessario


Mi sembra di sognare! :)
Io chiedo (parole testuali): "ammesso che sia necessario, è sufficiente"?
E tu rispondi (parole testuali): non è sufficiente, ma è necessario! :)
Ma se ti ho pure ammesso (in via teorica) che è necessario, che piffero di risposta è la tua! :)
Il fatto è che (sia detto una volta per tutte e tu lo hai ribadito) NON E' SUFFICIENTE!
Quindi constatare che la Devia ha studiato (da brava bambina) tutti i trillini, le volatina, i picchettatini che insegnano agli aspiranti soprano-ghirigoro questo NON E' SUFFICIENTE a fare di lei una grande interprete.

Naturlamente potrebbe esserlo ugualmente, ma per altre ragioni (che spero emergeranno dal confronto e che probabilmente Pruun tiene nel taschino); ma per favore lasciamo perdere il fatto che sa fare le agilità e i filati, perché questo - per comune ammissione - non è una ragione sufficiente a considerarla "grande interprete".

e da ora in avanti utilizzerò la parola "rutti" per indicare lo pseudo canto delle voste amate declamatrici.


Fammi capire: perché io dico che la Devia fa una gran figura nelle cabalette-coccodé, tu per vendetta scrivi che la Varnay fa dei rutti?
Ma siamo all'asilo?

:roll:

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Messaggioda Luca » sab 08 dic 2007, 1:01

Fosse il mib l'unico problema della Gheorghiu!
=========================================
Ma basta ! :evil: Preferiamo il 'perfettume' della Devia alla problematicità e all'estro della Georghiu oppure alla complessità interpretativa di altre ???

Ma chi è sta Devia .....

Saluti. Luca.
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Messaggioda PQYD » sab 08 dic 2007, 1:19

Luca ha scritto:Fosse il mib l'unico problema della Gheorghiu!
=========================================
Ma basta ! :evil: Preferiamo il 'perfettume' della Devia alla problematicità e all'estro della Georghiu oppure alla complessità interpretativa di altre ???

Ma chi è sta Devia .....

Saluti. Luca.


La Gheorghiu farebbe bene a gestirsi i suoi problemi lontana dal teatro.
I suoi e quelli del suo maritino. (Difatti i teatri cominciano a svegliarsi. Vedi Chicago che l'ha simpaticamente congedata dalla Bohème.)

La Devia è una cantante.
Mi piacerebbe poter dire altrettanto di Madame Anghèla.
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Messaggioda walpurgys » sab 08 dic 2007, 1:41

Ora polemiche a parte, personalmente come ho detto più volte aborro le cantanti fredde, ma dalla voce e tecnica perfetta, perchè non mi danno nulla e non lasciano nella mia memoria alcun ricordo di loro e questo per molti di voi potrebbe essere applicato alla Devia, perchè giustamente i vostri gusti personali e la vostra sensibilità sono rispettabilissimi.
Ma per la Devia sento di poter spezzare una lancia, perchè è vero, non ha una personalità tale da imporsi come una signora assoluta della scena o talmente arroventata da travolgere l'ascoltatore...eppure...eppure la signora non è solo una professionista che quando sale sul palcoscenico fa solo una lezione di canto, spara MiB e va via come alcuni di voi pensano.
Dietro di lei c'è lo studio meticoloso del personaggio e della vocalità, c'è intelligenza artistica per questo la sua Stuarda e la sua materna eppure potente Lucrezia mi piacciono e mi colpiscono per i motivi che ho detto al mio primo intervento.
E' vero fa tutto a modino, ma non lascia indifferenti.

Per quanto riguarda la Gheorghiu ammetto che la sua ''Traviata'' con Solti mi è piaciuta...ma poi dal mio punto di vista la signora li ha iniziato e li si è fermata.
Il timbro è anche ''simpatico'', ma quando la ascolto nemmeno per lei scatta il miracolo e non noto tutta questa fantasia interpretativa, ma solo manierismi stantii.
Ho ascoltato la sua ''Traviata'' scaligera che trovo vergognosa (ma non solo per lei...tutto in quella Traviata è osceno) e li non c'è carisma, l'interpretazione si basa su singulti e singhiozzi, lagne e sospiri, la voce è vuota in basso e la sua fantasia si ferma li.
Certo può piacere, ma a me è lei che lascia indifferente.
Della Netrebko per curiosità ho voluto ascoltare la sua Norina e la sua prima aria ''So anch'io la virtù magica'' è cantata con gusto, il timbro è leggermente scuro e timbrato e va benissimo, non soffre di asma :wink: :D , ma non sento la malizia, non c'è sensualità, non è spiritosa e nemmeno il fraseggio è cosi' scaltrito o fantasioso...anche io l'avrei applaudita, ma... :? tutto qui?
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Messaggioda VGobbi » sab 08 dic 2007, 2:23

Che non sia un'interprete al calor bianco, credo che lo sappiano pure i sassi. Quel che mi lascia perplesso e' il voler quasi negare alla Devia che sia una vocalista d'eccezione. Cio', e qui magari potrei essere d'accordo, non potra' far di lei una vera star della lirica, ma comunque tecnicamente e' impeccabile e sembra non soffrire l'usura degli anni. Di questo bisogna dargli merito.
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Messaggioda Pruun » sab 08 dic 2007, 3:07

Luca ha scritto:Ma basta ! :evil: Preferiamo il 'perfettume' della Devia alla problematicità e all'estro della Georghiu oppure alla complessità interpretativa di altre ???

Ma chi è sta Devia .....


Solo la più grande cantante italiana degli ultimi venti anni, piaccia o meno.

Chi è la Gheorghiu? Una pompata da una casa discografica che, nella recente Traviata scaligera, manco andava a tempo, aveva la coloratura affannosa, pessima intesa col direttore, fiati quantomeno discutibili e emissione innaturalmente pompata nel registro medio grave.

Si, io preferisco il perfettume della Devia, perché per me l'opera è anche canto,e un ottimo fraseggio e un'ottima interpretazione non possono prescindere da un canto quantomeno accettabile (e, scusami, la Gheorghiu era inaccettabile alla Scala e convenzionale nell'interpretazione, se tale può definirsi aggiungere frasi non scritte ecc ecc).

Per me la Devia è anche interprete perché sa far nascere l'interpretazione dal canto, il fraseggio dalla linea vocale e non sulla linea vocale. certo, non capita sempre e non sempre viene da lei la scintilla: sono il primo a dirlo (l'idolatrata Borgia, per esempio, a me piace molto, ma non è la sua parte). Ma quando capita è travolgente... per me. A Roma, al "Oh nube che lieve" tutto il teatro sembrò sollevarsi su di una nuvola.. tanto era leggera, nostalgica e malinconica l'espressione. Per i ruoli Ronzi ci vuole l'animo tormentato? Ok, ma mica quella è l'unica strada interpretativa... come non esiste una sola tecnica di canto (espressione che condivido, sia pure in parte).
Senza contare i "suoi" ruoli che sono Elvira (io ci sento tanta giovinezza e tanto abbandono, nello scintillio della polacca e nella malinconia del duetto del Terzo Atto... alludo al disco con Matteuzzi), Manon di Auber (scintillante, vaporosissima e civettuola), Lakmé (dolce e suadente)... insomma, non le regine donizettiane o le Borge o le Imogene. Ciò non toglie che, alle prese con ruoli non suoi, li abbia resi in maniera molto personale... ovvio, facendo di necessità virtù, perché la scelta di fare una Bolena lirica è fare di necessità virtù, ma come faceva di necessità virtù la callas rispondendo con la genialità del suo fraseggio all'opulenza timbrica ineguagliabile delle sue concorrenti.
A me non frega niente se la Devia fa di necessità virtù perché è una "vocetta": mi piace, mi emoziona, non le trovo interpretazioni scontate le sue, perché sempre molto intelligenti e studiate (invece trovo scontatissime e risapute, oh, ma quanto, quelle della Gheorghiu).

Questa la mia opinione.
E ridico... Chi è 'sta Gheorghiu che si propone come Tosca e Elisabetta con una voce da Adina e Zerlina?
E le altre artiste, così complesse interpretativamente, chi sarebbero?

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Messaggioda MatMarazzi » sab 08 dic 2007, 4:16

Pruun ha scritto:Solo la più grande cantante italiana degli ultimi venti anni, piaccia o meno.

A me piacciono molto anche la Mingardo e la Antonacci.
Forse, personalmente, darei a quest'ultima la palma della "maggiore italiana", però è vero: la Devia, tra le cantanti italiane, ha il suo bel posto d'onore.


Per i ruoli Ronzi ci vuole l'animo tormentato? Ok, ma mica quella è l'unica strada interpretativa...


E' vero! In teoria ogni strada è aperta (anche la mia proposta della Netrebko in Bolena era in contrasto con le caratteristiche dei ruoli Pasta).
Però, a parte la cavatina, il personaggio c'era?
Mi va benissimo di superare la Gencer e la Sills (e direi che quarant'anni dopo sarebbe anche ora) ma la Devia, in questo ruolo, ha rappresentato un vero superamento per te (cavatina a parte)?

Manon di Auber (scintillante, vaporosissima e civettuola), Lakmé (dolce e suadente)...


Questo è davvero molto interessante: sono ruoli in cui non l'ho mai sentita.

insomma, non le regine donizettiane o le Borge o le Imogene. Ciò non toglie che, alle prese con ruoli non suoi, li abbia resi in maniera molto personale... ovvio, facendo di necessità virtù, perché la scelta di fare una Bolena lirica è fare di necessità virtù


Ma hai perfettamente ragione.
Fare di necessità virtù è un'arte e persino un'esigenza di ogni vero artista.
Io volevo solo dire che cercavo una chiave di lettura che fosse lirica nell'anima prima che nella voce.
E soprattutto adolescente, quasi infantile, nel tentativo di ritrovare la purezza "del castel natio", perduta per sempre.
Per questo ho parlato di "ripiego"; non perché non ritenga GIUSTISSIMO adeguare un personaggio alla propria voce e alla propria personalità.
Riuscirvi è un grandissimo risultato.

In definitiva, Pruun, io trovo molto convincenti tutte le tue argomentazioni, anche se (in effetti) non collimano con i miei ricordi.
E' vero che potrei non aver riflettuto abbastanza sul caso Devia ed essermi fermato anche io (come i suoi ammiratori) solo al virtuosismo.
Può darsi benissimo che qualcosa di lei mi sia sfuggito e che in effetti io sia incappato in personaggi o serate meno felici di altre.
Ma anche se non dovessi cambiare opinione, è comunque per me molto interessante approfondire la cosa e poter conoscere un cantante di più, anche grazie al contributo di qualcuno che vi si è dedicato più di quanto abbia fatto io.

Per questo (credo che sia la terza volta che lo dico) :) mi farebbe piacere poter sentire qualche registrazione che tu ritieni particolarmente significativa.

Hai parlato di Lakmé, di Manon di Auber...

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Messaggioda Pruun » sab 08 dic 2007, 5:27

Ehhh... non son sordo! 8)
T'ho detto dammi tempo fino a domenica... :wink:

Per i ruoli Ronzi ci vuole l'animo tormentato? Ok, ma mica quella è l'unica strada interpretativa...


E' vero! In teoria ogni strada è aperta (anche la mia proposta della Netrebko in Bolena era in contrasto con le caratteristiche dei ruoli Pasta).
Però, a parte la cavatina, il personaggio c'era?
[/quote]

Secondo me si, e molto originale anche.
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Messaggioda fadecas » sab 08 dic 2007, 13:54

Mi trovo abbastanza in linea con le opinioni di Pruun e di Walpurgys a proposito della Devia. Acquisita pacificamente l’idea che non sarà da lei che possano giungere interpretazioni fulminanti ed esplosive, vorrei soffermarmi su un’unica occasione in cui sicuramente l’ho stimata senza mezze misure, ossia quella Traviata di Parma diretta da Palumbo già richiamata nel thread, a cui ho assistito dal vivo- e, devo aggiungere, in partenza piuttosto prevenuto negativamente.
Il contenimento espressivo della sua Violetta scarna e rastremata solo ingannevolmente può essere scambiato per freddezza E’ invece una scelta intepretativa mediatata e coerente, quella di rinunciare ad ogni esibizione di bellurie di accento o di espressività esibita –sia chiaro che io non ce l’ho con la “maniera” che può portare altre interpreti a risultati altissimi – e di interiorizzare al massimo il personaggio rendendolo tutto e solo attraverso le linee della vocalità.
Poche volte le agilità del finale primo, sgranate attraverso una resa tecnicamente impeccabile e tutta affidata alla capacità del soprano di respirare sulla scia della nota, con i tempi perfettamente calibrati alla durata della frase musicale, erano riuscite altrettanto bene a rendere il dibattito convulso di un’anima in tempesta, paradossalmente suggerendo una “fatica”, pur nel sostegno perfetto assicurato dalla Devia , ben maggiore di quanto non risultassero in altre intepretazioni che, in quel punto, calcano la mano sui colori o sulla dinamica per suggerire con più risentita esteriorità che il canto di agilità, in quel momento, riveste uno spessore ed un significato assolutamente drammatico.
Per non parlare dei momenti di ripiegamento e di sconfitta – come il Dite alla giovane o il finale atto secondo – resi attraverso un abbandono tanto più affascinante quanto più restio a derogare un attimo solo dalla omogeneità della linea vocale, dalla risonanza di “strumento a corda” che quella vocalità suggerisce.
Non è l’unico modo di interpretare Violetta, s’intende, ma non mi pare giusto disconoscere che “è” un’interpretazione; e i coccodè non c’entrano per nulla!

Saluti, Fabrizio
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Messaggioda MatMarazzi » sab 08 dic 2007, 15:13

fadecas ha scritto:Non è l’unico modo di interpretare Violetta, s’intende, ma non mi pare giusto disconoscere che “è” un’interpretazione; e i coccodè non c’entrano per nulla!


Non ho visto la Traviata con la Devia, ma anche io ho avuto spesso occasione di ascoltarla e vederla a teatro.
E devo dire che finora la sensazione riportata è quella di una "non comprensione" del testo e della musica da parte sua, fermi restando i notevoli meriti strettamente vocalistici.
La sua Stuarda (che a Pruun ha dato tutt'altra impressione) a me è parsa inerte, incerta, quasi annoiata di tutte quelle inutili frasi senza acuti e trilli, e di conseguenza noiosa: il non derogare a colori e dinamica non è di per sè un diffetto (sia chiaro) ma solo se siamo in presenza di qualcos'altro che vada oltre l'emissione di suoni piacevoli a sentirsi.
Persino la sua Amina a firenze, tra l'altro in una pretenziosa ma non stupida lettura freudiana di Tiezzi, affrontava il personaggio con un distacco e una povertà di idee che deprimevano.
Resta il fatto che non conosco "tutto" quel che ha fatto la Devia, e potrei essere incappato in serate o personaggi poco avvincenti.
E tuttavia affermare che con lei non c'entrino nulla i coccodé (intendendo con questa simpatica espressione di origine francese le prodezze meramente virtuosistiche) mi pare incredibile! :)
Sarebbe come dire che con la Nilsson non c'entrano nulla gli acuti perforanti e con la Caballé non c'entrano nulla i filati.
Va bene rivalutare, riabilitare, rileggere... ma non fino al punto di negare la realtà!

Sarà un caso che PQYD, dovendo trovare brani esemplificativi del genio della Devia, ha scelto unicamente cabalette virtuosistiche?
Perché non ha messo qualche duetto (e dire che nella Stuarda, nella Borgia, nella Beatrice ci sono duetti di tale forza e pregnanza da valere più delle rispettive cabalette); perché non ha messo qualche recitativo (e ce ne sono di fantastici e rivelatori in tutte queste opere)?
Perché gli amici (quando dicevo loro di aver visto la Devia in Borgia sia a Bologna, sia a Milano) non mi chiedevano mai come aveva fatto lo sconvolgente finale del prologo, il duetto mostruoso con Alfonso, il lacerante "tu pur qui", ma mi chiedevano solo "come ha variato la cavatina e la cabaletta?"

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Messaggioda fadecas » sab 08 dic 2007, 15:49

[/quote]

E tuttavia affermare che con lei non c'entrino nulla i coccodé (intendendo con questa simpatica espressione di origine francese le prodezze meramente virtuosistiche) mi pare incredibile! :)
...
Matteo[/quote]

Preciso che con la mia affermazione - che prendeva le mosse da un discorso imperniato su Traviata - intendevo dire che la Devia è,almeno a mio giudizio, quanto mai alinea dal valorizzare le sue prodezze tecniche nel senso di compiacimento virtuosistico delle proprie acrobazie.

Sarà per la sua personalità schiva, alinea dall'ostensione, che la rende così adatta, secondo me, a rivestire personaggi o valorizzare momenti psicologici improntati al vittimismo e alla sconfitta, sarà per quel colore cinereo, assolutamente "non giovanile" che è stato già sottolineata in altri interventi, e che per me costituisce semplicemente una sua peculiarità, più che un limite, però sentendola cantare non avverto quel piacere fisico di sprigionare emozioni attraverso la voce che è un tratto tipico delle virtuose, grandi e "meno grandi" - e a quest'ultime si riferiva l'allusione al coccodè.
Avverto, invece, una grande capacità di ripegamento e di intimizzazione, nel senso che ho cercato di descrivere nell'intervento precedente.

Spero di essere stato più chiaro. Saluti,
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Messaggioda MatMarazzi » sab 08 dic 2007, 16:03

fadecas ha scritto:Sarà per la sua personalità schiva, alinea dall'ostensione, che la rende così adatta, secondo me, a rivestire personaggi o valorizzare momenti psicologici improntati al vittimismo e alla sconfitta, sarà per quel colore cinereo, assolutamente "non giovanile" che è stato già sottolineata in altri interventi, e che per me costituisce semplicemente una sua peculiarità, più che un limite, però sentendola cantare non avverto quel piacere fisico di sprigionare emozioni attraverso la voce che è un tratto tipico delle virtuose, grandi e "meno grandi" - e a quest'ultime si riferiva l'allusione al coccodè.


Scusami, non avevo capito.
In questi termini il discorso sta effettivamente diventando interessante.

Speriamo che negli esempi che Pruun ci posterà (DOPO DOMENICA!!! ;)) si conceda un po' di spazio anche a questa Violetta "cinerea" e sconfitta.
Nell'eventualità che brano suggeriresti? "Dite alla giovane"?

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