scat ha scritto:Ahi! Avevo proprio intenzione di acquistare il dvd opus arte della Lady con la regia di Martin Kusej stroncata in due parole da MatMarazzi nel post d'apertura, eppure avevo letto solo cose belle in giro per Internet (a parte l'unanimità circa la grandezza di Janson, dio quanto amo quell'uomo!, e l'efficacia dei cantanti): ma perché ti ha così deluso la messinscena? Ciao a tutti!
Ciao Scat!
Premetto che non sono di quelli che si scandalizzano per le regie "audaci". Anzi, le nuove conquiste delle regie attuali sono da sempre una delle mie grandi passioni.
Premetto anche che so di quanto credito (per me incomprensibile) goda Kusej a livello planetario.
E prima di arrivare a ritenerlo un patetico dilettante (come oggi lo ritengo) gli ho dato molte e molte chances di convincermi del contrario: senza contare i dvd, dal vivo ho avuto quattro volte modo di vederlo.
Una cosa è non aver paura di usare effetti forti e brutali.
Un'altra cosa è usare solo quelli.
Se dalle regie di Kusej togli le infinite scene di sesso (negli ultimi Gezeichneten ad Amsterdam si è visto di tutto: masturbazioni, fellatio, sodomie, sado-maso, almeno quindici peni al vento, compreso quello del povero protagonista: il tenore Sadé) ti rendi conto che non resta altro.
Non c'è elaborazione narrativa, non c'è tensione illuministica, non c'è capacità di collegare le scene, non c'è un sensato utilizzo dello spazio scenico... niente.
Non c'è nemmeno approfondimento psicologico, perchè sarebbe troppo faticoso.
Ti faccio un esempio: il rapporto fra Katerina e il suocero Boris è, nell'opera, denso di morbosa ambiguità.
Lui le rimprovera di non essere abbastanza "donna" con suo figlio; il tutto per non ammettere che suo figlio non è abbastanza "uomo" con una simile moglie. E Boris, lui, saprebbe cosa farci con una simile moglie!
Tra i due aleggia, inquietante, l'inconfessabile desiderio - che trapela da qualche parola - del vecchio per la ragazza, la moglie di suo figlio.
Bene!
Questa situazione è complessa per Kusej. Lui deve rendere subito tutto più semplice. E così appena Boris entra nella gabbia di katerina (già, perchè la casa della donna è la sua prigione) le mette una mano sul sedere, l'altra fra le tette. E così tutto diventa più semplice.
Se penso all'aggressione di Ak'sina nella regia di Jones, che abbiamo appena visto alla Scala, ho la pelle d'oca.
Non tanto per l'aggressione in sè, quanto per il fatto che dopo lei si ritira sola nella stanza vicino, e lì resta seduta, muta per tutta la scena successiva, privata della sua dignità.
E' assolutamente toccante.
ma Kusej non sarebbe capace di tanto. In compenso non puoi immaginare cosa compina durante l'aggressione vera e propria.
La cantante (che tra l'altro è vecchia e grassa) viene spogliata nuda, rovesciata nel fango, palpata ovunque, con tutti i rotoli di grasso e i seni cadenti che sballonzolano ovunque.
Ogni volta che la vedo scoppio a ridere quando, al termine di questo collettivo stupro mostruoso, la povera Ak'sina commenta "quei cattivi mi hanno strappato la gonna".
Questi sono solo esempi: tutta la regia è un concetrato di semplificazioni.
Tutto è ridotto a un tale cumulo di ovvietà e buonismi (mascherati da cattivismi) da far cadere le braccia.
Come ho detto nel thread su tito Gobbi, io non amo le cose troppo facili.
Ti ringrazio di aver chiesto il mio parere!
Ah... sia chiaro! Io sto parlando di gusti miei personali.
Un salutone e WELCOME!
Matteo