Riapro il 3d perchè sto ascoltando questa edizione di Aida ed ho trovato interessantissimi i vostri interventi ed ho riletto le 11 colonne (
) che Giudici dedica a questa incisione nel suo libro.
E' un'Aida inconsueta, a suo modo unica.
Harnoncourt predilige sonorità sacrali, tutto è impregnato di suoni lenti, diafani, trasparenti che rifuggono la teatralità dell'opera;
anzi è proprio una direzione antiteatrale, ''concertistica'', ma allo stesso tempo è una regia che a suo modo ingabbia i cantanti e le loro emozioni per una visione intellettuale che però a lungo andare può diventare noiosa.
Non c'è sensualità (a discapito delle danze), non c'è coinvolgimento, tutto è inesorabile e cristallino eppure l'intervento della sacerdotessa è davvero suggestivo nel suo dilatarsi nel tempo, lunare...un'Aida in pianissimo, ma purtroppo senza troppe emozioni.
I cantanti davvero sembrano un pò ingabbiati.
Il ''vorrei, ma non posso'' verrebbe più giusto da dire come ''vorrei, ma Harnoncourt non vuole''.
La Borodina che vocalmente è una sensualissima pantera (e chi l'ha sentita come Dalila lo può confermare) in una intervista disse che questa Aida è moooolto diversa dalla lettura che ne farebbe lei, (molto più emotiva, travolgente, pomposa) e che non si è trovata daccordo con l'impostazione di Harnoncourt che per quanto affascinante non è ''tradizionale'' e sono convinto che a parte la Gallardo-Domas e Matti Salminen anche gli altri siano rimasti n pò disorientati da una lettura cosi' sacrale.
La Scola ha una voce chiara e tratteggia un Radames adolescenziale e poeticissimo.
Gli manca lo squillo nell'acuto sempre un pò schiacciato e la scena del tempio è faticosa, ma anche se vorrebbe fraseggiare con più mordente, riesce a liricizzare la parte rendendo il suo personaggio fragile e dolcissimo (però questo Radames non lo si manderebbe in guerra...lo si lascerebbe a scrivere amorosi poemi su papiri
).
La Borodina è favolosa; timbro scuro e bellissimo, accenti regali e romantici, una Amneris in elegantissimo e fasciato abito da sera verrebbe da dire dal fascino misterioso e dalla grinta trattenuta.
Buono Polgar dalla voce austera e non greve, ottima la Roschmann come Sacerdotessa morbida e misteriosa, e buono anche Streit come Messaggero nonostante gli acuti un pò corti.
Molti si sono divisi sulla performance del Ramfis di Salminen trovandolo di volta in volta grottesco, inadatto, fuoriluogo, orchesco oppure hanno gridato al miracolo.
Personalmente l'ho trovato un Ramfis assolutamente unico sia per timbro fosco e potente, persino troppo grande per un personaggio non protagonista, che da un rilievo inusuale, un bassorilievo granitico, paterno quasi e che si sposa benissimo alla lettura di Harnoncourt.
La Gallardo-Domas anche si inserisce perfettamente nella lettura del direttore risolvendo Aida tutta in pianissimo o a mezzavoce abbandonando totalmente la sensualità o la femminilità del personaggio, trasformandola in una sorta di casta sacerdotessa fragile ed impalpabile anche fin troppo eterea che mi ha ricordato la Elisabeth argentea (e ben più vibrante) di Victoria de Los Angeles .
Certo nella voce a volte fanno capolino dei suoni asprigni al centro, dei pigolii o degli acuti non proprio a fuoco che mi hanno fatto pensare un pò alla Barstow (
).
Un'Aida sicuramente da tenere a mente, non so se storica o di riferimento, ma che comunque ha lanciato un seme e che ha detto qualcosa di nuovo ed originalissimo.