La riforma di Otello

opere, compositori, librettisti e il loro mondo

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La riforma di Otello

Messaggioda pbagnoli » gio 05 apr 2007, 14:50

Come preannunciato sull'editoriale, chi vuole trova qui uno spunto per approfondire questa interessante tematica.
Per chi conosce gli amministratori di Operadisc, questo argomento non è propriamente di primo pelo, visto che lo abbiamo già sviscerato in lungo e in largo...in altri siti (come direbbe Dulcamara).
Quello che chiediamo non è - ovviamente - l'elenco degli Otelli del cuore: sappiamo già che questo aprirebbe una teoria di personaggi che vanno da Del Monaco a Giacomini, passando attraverso Domingo e, magari, Galouzine.
Dopo il fallimentare "Otello" di Parma sappiamo con certezza incontrovertibile che questo tipo di approccio al personaggio è definitivamente fallito.
Vi chiediamo pertanto di pensare a possibile alternative interpretative, ovviamente motivandole.
Grazie!
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Messaggioda MatMarazzi » gio 05 apr 2007, 19:47

Il "tonfo" di Galouzin a Parma non mi pare di per sè significativo.
Se dovessimo basarci sui cosidetti "competenti" del loggione parmense, allora dovremmo giudicare Maria Callas una modesta Violetta, considerato che arrivarono a contestare pure lei.
Personalmente ricordo ancora gli applausi deliranti alla Lucia di Luciana Serra o quelli più recenti al Manrico di Marcelo Alvarez.
Ricordo anche, con un brivido di tristezza, le contestazioni vergognose alla nobilissima Norma di June Anderson.
Se i loro canoni sono questi...

Comunque ho visto alcune volte Galouzin a teatro; una volta anche in quest'opera (Orange, 2003).
A me pare che il suo Otello (a cui peraltro andrebbe riconosciuta l'attenuante di una carriera già lunga) sia più vicino a Vinay che non a Del Monaco.
Mi parve piuttosto sofisticato e contemporaneamente enfatico, molto passionale e intellettuale insieme. Il piglio attorale è buono, la vocalità un po' meno, ma questo non mi sorprende affatto.
Come ogni Otello baritonale e declamatorio, anche Galouzin è in disperato affanno con la tessitura acutissima e di classe ottecentesca: di questi stessi limiti soffriva anche Vickers.
Non credo che Galouzin sia il peggiore OTello di tutti i tempi; sono però d'accordo con te che il tipo di voce dovrebbe essere diverso.

E' tanto tempo che invochiamo, per questo ruolo, un vero esponente del grand-Opéra: ma dove lo troviamo oggi un vero esponente del Grand-Opéra?
Francamente non saprei come rispondere al tuo quesito...
Forse Jonas Kauffman (MA NON A PARMA!!!!)
Forse (non ridere) Neil Shicoff.

Un salutone,
Matteo
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Messaggioda pbagnoli » gio 05 apr 2007, 21:26

Pensavo anch'io a Kaufman.
Potrebbe essere il momento buono.
Qualche altra idea?...
Vedo che è arrivato fra noi il buon Vittorio. Forza, Folgore: non aspettavi con ansia il forum?... 8)
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Messaggioda VGobbi » gio 05 apr 2007, 21:52

pbagnoli ha scritto:Vedo che è arrivato fra noi il buon Vittorio. Forza, Folgore: non aspettavi con ansia il forum?... 8)

Se mi autorizzavi prima l'account, avevo gia' scritto un paio di post. 8)

Parlando seriamente, di Otelli discografici ne ho ascoltati parecchi, iniziando con quello di Nicola Fusati (annata '32) per terminare con l'Otello di Pavarotti diretto da Solti. In mezzo tanti nomi, tra cui Svanholm, Vinay, Windgassen, Svanholm (in svedese, pero' ...), Del Monaco (ne ho diversi, tale da perdere il conto) 2 Vickers (Serafin e Karajan), Domingo, Giacomini etc ...

In questo thread, piu' che altro, ci soffermiamo che tipo di Otello proporre al giorno d'oggi. Problematica che si e' posta, proprio per la mancanza di veri tenori drammatici. Ecco d'obbligo, sopra tutto al giorno d'oggi, ricercare un Otello meno voluminoso, possibilmente perforante (mi si passi il termine poco ortodosso) capace di bucare l'orchestra, fattore per inciso tutt'altro che trascurabile. Purtroppo nomi odierni, francamente, non ne saprei proporre anche perche' poco informato (parlo per esperienza diretta, sia per quanto riguarda l'assistere dal vivo agli spettacoli, sia in riferimento nell'ascolto di opere trasmesse in diretta dalla radio). Mi tirate fuori Kaufmann, tenore che conosco di fama ma non ho mai avuto modo di sentirlo, od addirittura Shicoff (costui lo conosco assai bene, ma mi sembra piu' che altro una bella provocazione quella di Matteo). Su Galouzine, tanto bistrattato a Parma, vi confesso che l'avevo visto nella mai rimpianta tv francese Antenne 2 anni fa. Non ricordo l'anno, ma penso che riguardasse lo spettacolo citato da Marazzi (Orange, 2003) e vi assicuro che mi aveva assai entusiasmato. Altro Otello che non mi aveva assolutamente deluso, nonostante la direzione scandalosa di Rizzi Brignoli, e' stato qualche annetto fa quando la Scala era chiusa lasciando spazio all'Arcimboldi : David Rendall. Mi era stato detto che il suo repertorio d'elezione fosse Nemorino ( :shock: ). Che abbia intrapreso (ma ora non so proprio che fine abbia fatto) una carriera alla Winbergh?
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Messaggioda MatMarazzi » gio 05 apr 2007, 22:49

Problematica che si e' posta, proprio per la mancanza di veri tenori drammatici. Ecco d'obbligo, sopra tutto al giorno d'oggi, ricercare un Otello meno voluminoso, possibilmente perforante


Anzitutto un caro saluto al vecchio amico Vittorio.
Devo dire che l'ossessione dell'Otello "voluminoso e perforante" io non l'ho mai avuta. Nè ieri, nè oggi.
Mi piacerebbe sentirne uno che canta bene, che fraseggia bene, che interpreti bene. Poi se la voce è enorme o non lo è mi interessa relativamente.
Anzi... mi fa un po' sorridere (pur rispettando le opinioni di tutti) sentire la gente che invoca i vocioni come se fossero un criterio drammaturgico-musicale indispensabile.
Mi pare come - in ambito teatrale - se si pretendesse che l'interprete di (che so io) Amleto debba essere alto due metri e pesare 120 kg.

Il discorso "decibel" potrebbe avere senso se il tenore dovesse sempre e comunque sfidare spessi muri orchestrali e fare altre cose pazzesche; il ché non è.
In questo senso deve faticare molto di più il Kaiser della Donna senz'ombra o (paradossalmente) l'Erode della Salome.

addirittura Shicoff (costui lo conosco assai bene, ma mi sembra piu' che altro una bella provocazione quella di Matteo).

Sbagliato! Non è affatto una provocazione.
Secondo me sarebbe il più interessante Otello presentabile oggi.
Se avessi voluto fare una provocazione avrei detto David Rendall! :)

salutoni
matteo
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La riforma di Otello

Messaggioda Luca » ven 06 apr 2007, 0:43

Anzitutto un augurio di Buona Pasqua a tutti.

Premetto che Otello non è un'opera che mi fa impazzire, tuttavia faccio qualche notazione circa quanto detto negli interventi precedenti: circa Rendall non è nuovo a ruoli abbastanza onerosi (Otello compreso), ma non l'ho mai sentito dal vivo. Conosco il suo Leicester della Maria Stuarda con la Baker ed è valido, però da lì ad Otello....

Mi vengono in mente altri 2 cantanti che, pur non essendo vocioni stentorei, potrebbero tentare il ruolo sebbene in epoche molto diverse (specie per il secondo nome). Il primo è Alagna di cui si ventila il debutto. Il secondo è M. Alvarez (ma questo più in là nel tempo).

Che ne pensate ?
Saluti, Luca.
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Messaggioda pbagnoli » ven 06 apr 2007, 7:44

Un benvenuto sia a Luca che a Vittorio, ovviamente; e ricambio di cuore gli auguri di Buona Pasqua.
Vedo che fatichiamo a staccarci dall'idea del Moro "selvaggio e dalle gonfie labbra" che una tradizione esecutiva ha appiccicato addosso al personaggio.
Vittorio ha fatto un elenco dei suoi Otelli-tenoroni; ci dobbiamo comprendere forzosamente anche Pavarottone che, dimostrando scarsa coerenza, si inventò una voce che non aveva per ricalcare orme già percorse da altri.
Rendall lo ascoltammo insieme ( ricordi?... ). Dopo un buon Esultate, il nostro si rifugiò nella solita morchia baritonale buona per tutti gli usi, perdendo - come si suol dire - una buona occasione di tentare qualcosa di diverso.
Ogni volta che si parla di questo personaggio sempre lì si va a parare: prima gli interpreti tedeschi, poi Del Monaco, hanno proposto una traccia interpretativa importante ma che ormai, riconosciamolo, ha fatto il suo tempo.
Come dice giustamente Matteo, di spessori orchestrali ben più densi e strutturati ne deve superare l'Imperatore della Donna senz'ombra; come mai lì non pretendiamo il tenore "nero" ma ci accontentiamo - si fa per dire - del tenore in grado di dominare la tessitura?
Per cui, per quanto mi riguarda, ritorno all'origine: riascoltiamoci Tamagno.
Certo, i brani sono stati incisi quando lui era già ammalato, ma non è impossibile rendersi conto di quali fossero le caratteristiche del primo interprete del ruolo, scelto da Verdi e che aveva studiato con lui tutte le possibilità interpretative.
Per quanto mi riguarda, è proprio lì che individuo le difficoltà: nel trovare un cannone con le caratteristiche di Tamagno, che squilli come lui.
Di quelli che ho ascoltato sinora, mi sembra che Kaufman sia il modello che ci si avvicina maggiormente; è anche molto bravo da un punto di vista interpretativo.
Se non ne fossi stato deluso dall'ascolto dal vivo, avrei indicato anche Wottrich.

...e Jago?
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Re: La riforma di Otello

Messaggioda pbagnoli » ven 06 apr 2007, 7:49

Luca ha scritto: Mi vengono in mente altri 2 cantanti che, pur non essendo vocioni stentorei, potrebbero tentare il ruolo sebbene in epoche molto diverse (specie per il secondo nome). Il primo è Alagna di cui si ventila il debutto. Il secondo è M. Alvarez (ma questo più in là nel tempo).

Mah.
Alagna andrebbe bene se cantasse con la sua voce di una volta; adesso non saprei, specie dopo averlo sentito in Radames.
Alvarez per me è un rebus. E' bravo, canta bene, ma mi sembra avviato a diventare una specie di Pavarotti dei nostri tempi: un routinier buono per tutti gli usi.
E' la stessa sensazione che provo ogni volta che lo ascolto, e mi dispiace perché avrebbe i mezzi per essere uno dei più importanti tenori della nostra generazione.
Lo vorrei più originale e audace nelle scelte; ma mi rendo conto che questo è un problema che accomuna la maggior parte dei cantanti, soprattutto tenori, e che non dipende solo da loro...
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Messaggioda MatMarazzi » ven 06 apr 2007, 10:59

Mi unisco a mia volta al saluto affettuoso a Luca, vecchio amico e compagno di appassionanti discussioni operistiche! :D

Per quanto riguarda Alagna e Alvarez, temo di condividere le perplessità del Bagnoli.
C'è anche da dire che il ruolo richiede anche un certo carisma drammatico, uno spessore di personalità che manca - secondo me - a entrambi.
Siamo sinceri: Rototo e MarZelo sono due simpatici bambolotti tenorili, con moti infantili e vocazioni ingenuamente populiste. Otello, se non altro per l'estrazione shakespeariana, dovrebbe essere un grande personaggio tragico.

Io resto legato (alla faccia vostra ;) ) all'ipotesi Shicoff.
Il timbro è senile, è vero (ma non sarebbe la prima volta che il Moro è affidato a un vecchio), ma lo slancio acuto è ancora buono... Shicoff non teme do e do diesis. Inoltre ha esperienza nei grandi ruoli tragici francesi (da Hoffman a Eleazar; lo sentirò presto nel Benvenuto Cellini).
Ma soprattutto il pubblico gli riconosce un grande slancio interpretativo, una vocazione alla lacerazione pscicotica, alla nevrosi, alla rivolta impotente. Pensateci bene, amici miei.

L'unica cosa importante per lui sarebbe di stare ad opportuna distanza dall'Italia!! Il nostro pubblico, con l'aggressività dei propri pregiudizi, atterrisce gli artisti, li costringe a forzare la propria natura.
Lasciatelo dire a uno che ha avuto la fortuna di ascoltare il "vero" Radames di Alagna (Copenhagen 2003): era il migliore che si potesse non solo ascoltare, ma desiderare.
Sia vocalmente, sia fisicamente, sia psicologicamente, sia stilisticamente era perfetto.
Il fatto è che in Danimarca era rilassato, padrone di sè; non c'erano fucili puntanti contro di lui. Nè loggioni ... competenti!

Salutoni,
Matteo
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Messaggioda pbagnoli » ven 06 apr 2007, 15:17

MatMarazzi ha scritto: Io resto legato (alla faccia vostra ;) ) all'ipotesi Shicoff.
Il timbro è senile, è vero (ma non sarebbe la prima volta che il Moro è affidato a un vecchio), ma lo slancio acuto è ancora buono... Shicoff non teme do e do diesis. Inoltre ha esperienza nei grandi ruoli tragici francesi (da Hoffman a Eleazar; lo sentirò presto nel Benvenuto Cellini).
Ma soprattutto il pubblico gli riconosce un grande slancio interpretativo, una vocazione alla lacerazione pscicotica, alla nevrosi, alla rivolta impotente. Pensateci bene, amici miei.

Sacrosanto.
In questi giorni mi sto ascoltando la Juive della registrazione recentemente rimasterizzzata dalla Philips, quella diretta da De Almeida, con Carreras.
A parte il fatto che la (relativa) completezza e il prezzzo basso ne consiglierebbero l'acquisto a prescindere, c'è da rimarcare la presenza di una coppia femminile straordinaria, costituita da Julia Varady (complimenti alla Philips per la geniale intuizione di affidarle un ruolo di questo genere) e June Anderson. Elèazar è Carreras: poveretto, non si può dire che sia sgradevole, ma il carisma sta proprio da un'altra parte. Shicoff ha dimostrato al mondo cosa possa essere questo ruolo in mano ad un Artista di levatura superiore.
Non avevo considerato la possibilità di una buona riuscita di Shicoff come Otello: il suo carisma, combinato con le sue nevrosi, dovrebbe portare ad un cocktail esplosivo!

MatMarazzi ha scritto: cosa importante per lui sarebbe di stare ad opportuna distanza dall'Italia!! Il nostro pubblico, con l'aggressività dei propri pregiudizi, atterrisce gli artisti, li costringe a forzare la propria natura.
Lasciatelo dire a uno che ha avuto la fortuna di ascoltare il "vero" Radames di Alagna (Copenhagen 2003): era il migliore che si potesse non solo ascoltare, ma desiderare.
Sia vocalmente, sia fisicamente, sia psicologicamente, sia stilisticamente era perfetto.
Il fatto è che in Danimarca era rilassato, padrone di sè; non c'erano fucili puntanti contro di lui. Nè loggioni ... competenti!


Lo so, ricordo bene che ne avevi parlato.
Forse il problema sta proprio nel manico: in Italia, alla Scala (!), con un direttore ipertradizionalista e ipertrofico come Chailly (!!) e in una produzione di Zeffirelli (!!!) probabilmente le pulsioni erano tali da indurlo a non sapere che posizione prendere. Io penso che fra Rototo e Marcelo il più dotato (ed interessante) rimanga il primo, ma nessuno dei due potrebbe rendere al meglio in un contesto così sfavorevole come un parterre italiano, ancora orribilmente ancorato a modelli esecutivi che definire "nostalgici" è persino limitativo
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Messaggioda VGobbi » ven 06 apr 2007, 20:44

MatMarazzi ha scritto:Devo dire che l'ossessione dell'Otello "voluminoso e perforante" io non l'ho mai avuta. Nè ieri, nè oggi.

Se e' per questo pure il sottoscritto, d'altronde l'Otello non lo devo mica cantare io. :mrgreen:

MatMarazzi ha scritto:Anzi... mi fa un po' sorridere (pur rispettando le opinioni di tutti) sentire la gente che invoca i vocioni come se fossero un criterio drammaturgico-musicale indispensabile.

Che invochi i vocioni mi pare del tutto esagerato, certo non nego che la perfomance di un Giacomini, limitandosi agli ultimi tempi, e' stato sicuramente quello che piu' di tutti mi letteralmente entusiasmato. Cio' non prova che ami anche gli Otello "atipici" o meglio innovativi, penso ad un Svanholm o Vickers.

MatMarazzi ha scritto:Il discorso "decibel" potrebbe avere senso se il tenore dovesse sempre e comunque sfidare spessi muri orchestrali e fare altre cose pazzesche; il ché non è.

Non sono un musicologo che conosce a menadito lo spartito. Di conseguenza mi fido del fatto che la parte riservata al Kaiser della "Donna senz'ombra" sia molto piu' pesante dell'Otello verdiano, cio' non toglie che la parte del Moro leggera non e'. Di conseguenza, vi pregherei non andare fuori tema.

MatMarazzi ha scritto:Secondo me sarebbe il più interessante Otello presentabile oggi.

Shicoff? Sara', ma come mai non l'ha mai affrontato il ruolo, non dico nei deprecabili da voi palcoscenici italiani, ma internazionali. Oppure che dire di un'altro tuo pupillo che avrebbe potuto essere uno splendido Otello, ovverossia Gedda?

pbagnoli ha scritto:Vedo che fatichiamo a staccarci dall'idea del Moro "selvaggio e dalle gonfie labbra" che una tradizione esecutiva ha appiccicato addosso al personaggio.

Vickers, Svanholm, lo stesso Domingo (che per inciso non m'intriga molto) vanno al di la' del classico Moro "selvaggio e dalle gonfie labbra". Eppure tutti e tre son tenori drammatici che voi tanto deprecate. E' questo che voglio capire. O mi proponete nomi del tutto plausibili, ma che di fatto non l'hanno mai affrontato il ruolo (Gedda e Shicoff) ed un motivo ci sara', oppure dobbiamo rassegnarci a questa categoria di tenori, ovverossia quello drammatico, ma capace di sfumare ed allegerire come se fosse un lirico. E' questo il punto ... Chi e' uscito fuori dal cliche', a mio modo di vedere, sono i tre che ho citato poco sopra, imho.

pbagnoli ha scritto:Come dice giustamente Matteo, di spessori orchestrali ben più densi e strutturati ne deve superare l'Imperatore della Donna senz'ombra; come mai lì non pretendiamo il tenore "nero" ma ci accontentiamo - si fa per dire - del tenore in grado di dominare la tessitura?

Questa domanda te la giro a te ed a Matteo, cosi' come agli altri forumisti che vorranno partecipare. Lasciando stare gli incunaboli di un Tamagno, fate nomi ed esempi concreti di qualche Otello che potrebbe davvero sorprenderci da ogni punto di vista, non solo interpretativo ma sopra tutto vocale.

pbagnoli ha scritto:...e Jago?

Ci arriveremo. Per ora di carne al fuoco c'e' ne' abbastanza.
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Messaggioda pbagnoli » ven 06 apr 2007, 21:52

VGobbi ha scritto:Vickers, Svanholm, lo stesso Domingo (che per inciso non m'intriga molto) vanno al di la' del classico Moro "selvaggio e dalle gonfie labbra". Eppure tutti e tre son tenori drammatici che voi tanto deprecate. E' questo che voglio capire. O mi proponete nomi del tutto plausibili, ma che di fatto non l'hanno mai affrontato il ruolo (Gedda e Shicoff) ed un motivo ci sara', oppure dobbiamo rassegnarci a questa categoria di tenori, ovverossia quello drammatico, ma capace di sfumare ed allegerire come se fosse un lirico. E' questo il punto ... Chi e' uscito fuori dal cliche', a mio modo di vedere, sono i tre che ho citato poco sopra, imho.


Definire Domingo un tenore drammatico è qualcosa che fa orrore persino a me, decisamente assai più dominghiano di te e Matteo messi insieme.
Proporre nomi per una rivoluzione del ruolo non è un gioco di fantalirica: se, come spero, di qui a qualche anno questo sito diventerà una voce ben più che pressante nel panorama lirico, lo dovremo innanzitutto a proposte come queste che a te possono sembrare esagerate o troppo fuori dagli schemi.
Per stare negli schemi non occorre aprire un nuovo sito: basta andare a Parma e sentirsi Galouzine.
Abbiamo la fortuna non banale di avere con noi un personaggio come Matteo che, oltre ad avere un cervello oggettivamente più proiettato in avanti, va anche in giro per il mondo ad ascoltare proposte esecutive che qui ci sognamo.
Misceliamo il tutto e pensiamo a proposte costruttive.
Questa è la nostra filosofia, Vittorio.
Altrimenti rimaniamo pure ancorati a Galouzine (al quale, poveretto, inizieranno a fischiare le orecchie).

VGobbi ha scritto: Lasciando stare gli incunaboli di un Tamagno, fate nomi ed esempi concreti di qualche Otello che potrebbe davvero sorprenderci da ogni punto di vista, non solo interpretativo ma sopra tutto vocale.


Eh no, Vittorio.
Gli incunaboli di Tamagno proprio non li possiamo lasciar perdere e per qualche buon motivo:
:arrow: è stato il primo interprete del ruolo
:arrow: lo ha preparato seguendo le indicazioni di Verdi medesimo
:arrow: ha esattamente le caratteristiche che io - personalmente - ritengo indispensabili in questo ruolo
Quanto ai nomi concreti, come hai visto, ce ne sono già due.
Il problema è di non fermarsi a questo.
Il sito piano piano aumenta la sua visibilità. Oggi di quello che diciamo probabilmente glie ne frega a ben pochi; col tempo, se saremo bravi, magari ci visiteranno più persone, qualcuno forse ci prenderà sul serio e si approprierà delle nostre idee, e via discorrendo.
Ci vorrà tempo, però chissà...
Nel frattempo, permettimi, se devo pensare che questi discorsi siano inutili e che tanto vale tenerci quello che già abbiamo, allora - dimmi un po' - a che cavolo serve aprire un sito in cui parlo bene della Turandot della Ricciarelli sconvolgendo un bel po' di melomani che hanno letto i miei sproloqui?... :lol:
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Messaggioda VGobbi » sab 07 apr 2007, 13:56

pbagnoli ha scritto:Nel frattempo, permettimi, se devo pensare che questi discorsi siano inutili ...

Non sia mai!!! Pero', al di la' di proposte condivisibili o meno, io vorrei che dalla teoria si passasse alla pratica. Sia te che il sottoscritto invidiamo Matteo che puo' permettersi di girare mezzo mondo, per ascoltare i piu' grandi divi della lirica. Sappiamo quanto il Marazzi sia una mente fuori dal comune, capace di sorprenderci (ed a volte sconvolgerci) con le sue idee. Eppero', lasciamelo dire bello e forte : Gedda e Shicoff l'Otello non l'han mai fatto.

Allora mi domando, come mai? Se non e' stata la tessitura a frenarli, quali altri motivi sono stati di drenaggio nell'affrontare questo improbo ruolo? Almeno su questo punto, non potremmo chiarirci? E' un aspetto che m'intriga assai.

Ultima chiosa su Domingo. Me ne rendo conto che definire il simpatico Placidone "tenore drammatico" e' un po' eccessivo, ma se e' per questo non e' neppure un lirico. Anzi, decisamente e' piu' vicino al "drammatico" che non al "lirico". Ecco allora perche' ho preferito collocarlo nella prima categoria.
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Messaggioda pbagnoli » dom 08 apr 2007, 14:37

VGobbi ha scritto:
Non sia mai!!! Pero', al di la' di proposte condivisibili o meno, io vorrei che dalla teoria si passasse alla pratica... Eppero', lasciamelo dire bello e forte : Gedda e Shicoff l'Otello non l'han mai fatto.

Allora mi domando, come mai? Se non e' stata la tessitura a frenarli, quali altri motivi sono stati di drenaggio nell'affrontare questo improbo ruolo? Almeno su questo punto, non potremmo chiarirci? E' un aspetto che m'intriga assai.


Passare - come dici tu - dalla "teoria" alla "pratica" non è qualcosa che possiamo fare noi.
E' compito degli impresari, dei direttori artistici e dei direttori musicali che offrono le parti ai cantanti; ed è poi compito dei cantanti accettare le "sfide" che vengono loro proposte.
Oggi diamo tutti per paradigmatica la Lucia della Callas, ma proviamo per un momento a pensare cosa doveva essere stata la prima Lucia della Callas! Un soprano drammatico che affronta Lucia, tradizionalmente affidato a soprani coloratura. E lo stesso vale, ovviamente, per Elvira!
Ora, mi rendo conto che non accade propriamente tutti i giorni che un direttore artistico cavi fuori un soprano abituato a fare Kundry, Isolde, Brunnhilde e Abigaille e abbia la grande idea di proporle Lucia; così come sicuramente non accade tutti i giorni che nasca una Callas.

Ed è qui che entriamo in gioco noi.
Le nostre proposte per adesso possono sembrare solo un gioco, ma io spero che non sia sempre così. Finché continuiamo a rimanere ancorati ai nostri stereotipi, tanto vale che continuiamo a cantarcele in una qualunque delle stanze di discussione già esistenti.
Questo forum nasce con altri presupposti: l'analisi del materiale esistente partendo da altri presupposti che non siano quelli classici cui siamo abituati, per poter evincere modelli differenti da applicare ad una realtà attuale (e non virtuale, quindi).
L'ho detto, e lo ribadisco: l'ultima cosa che voglio veramente su queste pagine è la laudatio temporis acti.
E poi, sempre per inciso, a me l'Otello di Giacomini, con il suo voler essere l'ennesima riedizione di un del monachesimo ancora più torbido, non piace proprio per niente
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Messaggioda MatMarazzi » dom 08 apr 2007, 15:09

Eppero', lasciamelo dire bello e forte : Gedda e Shicoff l'Otello non l'han mai fatto.


Già che ci sei, dovresti anche dire bello e forte che nemmeno Enrico Caruso (ossia il protipo e il modello di tutti i tenori drammatici e baritonali del mondo) ha mai fatto Otello.
E dire che a lui (a differenza di Shicoff) lo avevano chiesto!
Gliene hanno pure fatto incidere alcuni brani!
E non di meno ha sempre risposto "no".
Evidentemente Caruso sapeva leggere uno spartito e si rendeva conto delle caratteristiche di un ruolo.
e poi, alla sua epoca, non si era ancora diffusa l'impostura dell'Otello supersonico.

E, visto che vuoi "fatti", ti consiglio di riascoltare con attenzione i grandi Otelli che hai citato.
è un dato di fatto incontrovertibile che nel grandissimo Vickers sentirai fatiche e lacerazioni allucinanti, che possiamo perdonargli solo in virtù del suo talento espressivo.
ma persino Del Monaco è costretto, per stare a galla, a dar fondo a tutte le sue risorse sconfinate di prestanza vocale. E spesso (se invece di fermarci allo strapotere di certe frasi, lo osservassimo quando deve inerpicarsi in frasi acutissime) anche lui appare al limite delle sue possibilità.
Non ho citato (per grazia di Dio) Svanholm e Windgassen e nemmeno Vinay, i cui problemi sono spesso tragici.

Il fatto è questo: non è possibile che tutti i tenori drammatici escano malconci da questa parte, a meno che non ammettiamo che questo ruolo non è fatto per le loro vocalità.

Purtroppo nell'opera i pregiudizi sono duri a morire. E qui Pietro ha perfettamente ragione.
I direttori artistici sono i primi a non porsi i problemi e a rinfocolare il mito che Otello è un ruolo ineseguibile. E se anche i problemi se li ponessero, dovrebbero però avere una bella dose di coraggio a sfidare convinzioni radicate da decenni.

Salutoni
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