Rossiniano ha scritto:Mi spiace, spero di non meritare il rogo per questo errore. I dati che ho riportato sono quelli trovati su internet, non li ho prodotti io.
Ma che rogo???
Semmai gratitudine per i link bellissimi e per il lavoraccio che hai fatto per postarceli direttamente (a proposito... dai, spiega come si fa a Vit, così anche io posso sentire il Winterreise di Rehfuss).
Ne approfitto per dire la mia sulle cantanti in questione.
A Riccardo dico che, in senso lato, ci può essere una similitudine con la Schwarzkopf: erano praticamente della stessa scuderia (la Staatsoper degli anni 50), ma allora anche con la Della Casa, la Seefried, la Gruemmer, ecc...
Però il canto della Schwarzkopf non solo non mi pare così "staccato" ma anche infinitamente più vario come colori e sfumature.
Da questa incisione, lontanta e impastata, temo che la Stich non riveli chiaramente la sua vera natura vocale: se hai altri dischi suoi, puoi verificare tu stesso la limitatezza del suo colorismo e quella strumentalità un po' gelida del suono.
E' che questo che, per molti versi, direi che richiama la Janowitz che (nell'incisione postata) è infinitamente più dettagliata e più in primo piano.
L'idea del flusso d'argento che davano la Janowitz e la Stich a me non pare proprio rintracciabile nella Schwarzkopf, le cui leghe timbriche erano più sporchine e acidule.
Che poi il "fraseggio" (ritmico-dinamico) della Stich fosse più mosso e interessante che quello della Janowitz, be...
su questo con me sfondi una porta aperta. Anche Luca lo riconosceva, paralndo di maggiore "abilità tecnica".
Di Luca convido tutte le osservazioni, tranne una che mi ha lasciato molto sorpreso; quella relativa alla "italianità" e addirittura alla "mediterraneità" della Janowitz.
Io ho sempre pensato che i suoni italiani fossero densi, corposi, vibrati e e sensuali: tutto il contrario della Janowitz.
Ma forse non ho capito bene cosa intendevi.
Non condivido nulla (:D) invece di quel che dice VGobbi, ma è questione di gusti. Ma c'è una parola che sottolineerei perchè la ritengo giustissima: "
linea vocale spezzata". Sono d'accordissimo con te.
Quale che sia il giudizio che ne diamo, questa è una delle caratteristiche fondamentali della Stich: il fatto di costruire la frase più come un susseguirsi di note ben distinte che come un unico flusso sonoro.
Alla fine variano i nostri giudizi, ma arriviamo a dire quasi le stesse cose.
Questo è molto interessante anche in funzione del thread sulla soggettività.
Salutoni
Matteo