Riccardo ha scritto:Cosa vuol dire essere rossiniani?
In ogni caso a mio avviso l'unica inteprete notevole di quella produzione fu la Barcellona, per intensità, originalità e peso storico.
Tu non sarai d'accordo, ma sono discorsi triti e ritriti.
Sul cosa voglia dire essere dei rossiniani nel canto si può aprire un discorso lunghissimo e complicato. Essenzialmente un grande rossiniano ha una giusta emissione, una ottima tecnica di agilità, capacità di legare, ampia dinamica. La Devia, storicamente, forse non potrebbe essere definita una grande rossiniana, ma in un cast come quello di Roma 2004, ma anche in opere come la Zelmira, l'Otello, e la Donna del lago, in tutto il cast era quella che meglio proponeva i requisiti sopra elencati.
La Barcellona non sarà mai una grande rossiniana per gli stessi motivi per cui non sarà mai una grande cantante : emissione nettamente di gola, acuti gridati e via via ghermiti al modo verista di bieca provincia, agilità di gola poco pulite, gravi tubati e spinti come le peggiori disarmate Quickly 60enni, interpretazione verista del canto e del personaggio rossiniano. L'affanno continuo che si sente nelle sue performance non è il guerriero che soffre, è la cantante che si affatica, altro che storie. Sicuramente ci sarà, ma oggi è meglio usare il passato, una grande dote vocale, ma questa è usata malamente. Quoto chi diceva in altro thread : se certi suoni della Horne erano gutturali allora i suoni della Barcellona sono assimilabili a suoni decisamente poco nobili della natura.
Ripeto : i grandi rossiniani punto primo sono altri e punto secondo non cantanto e strillano di gola.