MatMarazzi ha scritto: oggi - che mi sto avvicinando ai quaranta
Beato te!...
Oggi per me sono 42!...
Moderatori: DocFlipperino, DottorMalatesta, Maugham
MatMarazzi ha scritto:Hai ragione, Teo.Emme.
La stagione dell'opera italiana post-wagneriana dovrebbe essere riscoperta e compresa nella sua portata......
Freniano ha scritto:Ho fatto la tesi di laurea sulle musiche di scena pizzettiane per La Pisanelle di Gabriele d'Annunzio
Altra opera per cui ho un debole, la mascagnana Parisina, che consiglio, per l'integralità, nell'edizione anni 70 della Rai di Milano (dovrebbe esserci su OS).
pbagnoli ha scritto:Oggi per me sono 42!...
MatMarazzi ha scritto:Freniano ha scritto:Ho fatto la tesi di laurea sulle musiche di scena pizzettiane per La Pisanelle di Gabriele d'Annunzio
Caspita!
Parlacene di più.
E non potresti farcene sentire qualche frammento?Altra opera per cui ho un debole, la mascagnana Parisina, che consiglio, per l'integralità, nell'edizione anni 70 della Rai di Milano (dovrebbe esserci su OS).
Non sei il primo ad affermare, in questo forum, l'efficacia della scrittura mascagnana a contatto col verso dannunziano.
Anche Fabrizio l'aveva detto.
Io non ho mai approfondito la cosa perché il Mascagni che conosco (praticamente solo Cavalleria e Iris) non mi aveva proprio entusiasmato.
Perché non apriamo un thread sulla Parisina (e magari - scusate se mi ripeto - qualcuno procura qualche frammento significativo da poter sentire)?
Salutoni
Matteo
pbagnoli ha scritto:MatMarazzi ha scritto: oggi - che mi sto avvicinando ai quaranta
Beato te!...
Oggi per me sono 42!...
walpurgys ha scritto:Visto che siamo in vena di consigli postwagneriani...
Vi consiglio l'opera in 4 atti di Golmark ''La Regina di Saba'' sopratutto l'edizione Silja/Jerusalem (acuti stonati a parte)/Brendel/Hass/Rydl/Tichy/Yachmi diretti da Julius Rudel a Vienna nel 1979.
E' a tratti magniloquente, ma si respira una bell'aria decadente e notturna.
Alberich ha scritto:Auguri anche da parte mia! Quando nasceva Bagnoli mio padre compiva la maggiore età
fadecas ha scritto:In realtà, oggi possiamo constatare che le cose non stavano proprio in termini di “bianco” e “nero”
l’originalissima I Cavalieri di Ekebù, della cui efficacia e modernità teatrale ho avuto modo di rendermi conto fortunatamente con una ripresa triestina di pochi anni fa.
Però, temo che una responsabilità altrettanto grande nel declino della tradizione esecutiva di questi filoni dell’opera italiana, che pure fino alla fine degli anni ’50 continuarono a perpetuare una propria vita autonoma, sia pure modesta, fu dovuto al progressivo estinguersi, per mancato ricambio generazionale, di grandi e innovativi interpreti capaci di consacrare a questo melodramma – anziché, poniamo, al Rossini minore o al Donizetti minimo – la parte più fervida della propria carriera.
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