da reysfilip » lun 09 mag 2016, 22:15
Quando di uno spettacolo teatrale rimane in mente un aspetto nei giorni successivi e ci si continua a riflettere, vuol dire che almeno uno scopo è stato raggiunto. Ecco, è da venerdì sera che ripenso alla Fanciulla del West di venerdì sera, e soprattutto a due cose: la direzione di Chailly e sopratutto la regia di Carsen. Sarà vecchia, presenterà un'idea che ormai conosciamo perfettamente, dato che Carsen è ormai un classico, ma rimane il fatto che era da un po' che non vedevo una regia con così tanti spunti di riflessione. Carsen ha diviso nettamente lo spazio scenico in due: il proscenio nudo e la parte posteriore che cambia fino al colpo finale. Cosa rappresentano diventa visibile lungo il primo atto: all'inizio, sul proscenio vediamo file di sedie con uomini seduti che guardano la scena finale di "My darling Clementine" in quello che è visibilmente un cinema finché non si trasforma in un bar da America anni 20, in stile eclettico, di quelli che siamo abituati a vedere nei film. Tutto è verosimile e costruito con una maniacalità a cui ormai Carsen ci ha abituato, e così la prima parte fila liscia. E' l'arrivo di Minnie che cambia le carte in tavola: attraverso i tendaggi si intravede qualcosa, l'architettura viene sollevata ed ecco che su quella musica grandiosa si vede Minnie vestita e atteggiata da classicissima Fanciulla del West in mezzo a una finta Arizona rappresentata con una sorta di diorama. Lì rimane finché deve scendere al bancone a offrire i sigari a Ashby. Ma chi è Minnie? E' reale? E' una proiezione degli avventori del cinema/locale? Sicuramente quella parte del palco da cui entra rappresenta la finzione cinematografica in contrapposizione alla realtà del proscenio. Da lì infatti esce anche Johnson, è lì che Johnson si rifugia quando i minatori/avventori vogliono linciarlo istigati da Rance, è lì che i due ballano, duettano e si scambiano tenerezze, mentre Rance e gli avventori del locale agiscono unicamente nel proscenio. A fine atto il sipario che si era scoperto all'arrivo di Minnie si richiude su questa finta Arizona e questa Minnie che sospira per le parole dette da Johnson.
Il secondo atto è tutto giocato nella stanza di Minnie nella parte della finzione. Le luci e la scenografia rimandano al cinema espressionista tedesco degli anni 20 che nel bene e nel male ha affascinato tutti i cineasti americani. L'irrompere di Rance è la volontà della realtà di entrare a far parte della finzione e così può essere letta anche l'attenzione morbosa dello sceriffo per Minnie. Però la realtà nella finzione non può vincere: Minnie trucca la partita a poker rendendola una farsa, e non può essere altrimenti. Nel cinema deve vincere la finzione.
Tuttavia il terzo atto ci riporta ai minatori/avventori sul nudo palco davanti a una finto bosco di sequoie proiettato su un telo. Sembra quasi che tutti si siano talmente ubriacati di finzione fino ad astrarsi dalla realtà. Per un attimo sembra che la realtà vinca sul personaggio di Ramerrez uscito dalla finzione e ancora vestito con i suoi panni da film western. Ma l'arrivo di Minnie scombina tutto: tolta la paccottiglia da film western, ecco una donna sofisticata, una vera diva del cinema, davanti a un teatro dove si dà appunto "The girl of the golden west". Ecco la parte reale di Minnie, che affronta i minatori/avventori ribadendo la sua volontà di essere reale e non più solo una loro proiezione intrattenitrice. La diva se ne va con Ramerrez, tramutatosi in un personaggio reale anch'egli,una volta indossati gli abiti della normalità; lascia ammutoliti gli astanti che invece entrano nel teatro a guardare l'ennesimo film, l'ennesima ubriacatura di finzione, perché coloro che creano la finzione e vivono agli occhi del mondo soprattutto in essa, hanno bisogno di ribadire la propria realtà, mentre i comuni mortali non vogliono altro che astraersi dal reale guardando la finzione e proiettando su di essa i loro desideri e le loro aspirazioni.
A supporto di questa regia che, come tutte le regie di Carsen, anche se estremamente complessa, colpisce spesso con le sole immagini, anche grazie alle meravigliose luci, c'è uno Chailly in stato di grazia. Una direzione cristallina, analitica, in cui emerge ogni singolo motivo della partitura. Le asprezze vengono messe in evidenza ma gli squarci lirici emergono anch'essi con la loro potenza e poesia (penso al duetto "Signor Johnson, siete rimasto indietro"), il tutto senza perdere il disegno complessivo. Questo tuttavia non viene fatto a scapito delle voci che invece vengono ben supportate. Insomma Chailly si dimostra interprete perfetto per questo repertorio e centra perfettamente la sua terza direzione da direttore principale.
Peccato che il cast vocale fosse quello che era. In primis la Haveman che ha salvato le recite, e di ciò dobbiamo darle atto, ed è stata anche bravina in certi punti, soprattutto nel secondo atto dove era aiutata dalla scenografia. Però, a fronte di alcuni acuti assai belli, pena un po' nel registro centrale e nel canto di conversazione, anche a causa di una dizione non limpidissima. Dopo un inizio un po' precario tra scena della lezione e soledad un po' spersi, è cresciuta nel corso della recita risultando anche credibile, ma le mancano il carisma e la capacità di catalizzare tutta l'attenzione su di sé che questa parte richiederebbe.
Aronica è bravino ma un po' sguaiato. Fa il suo compitino ma lì si ferma, con una approssimazione interpretativa abbastanza deprecabile.
Sgura, scenicamente e vocalmente efficace, è forse risultato il più bravo dei tre, pur senza far scintille.
Ottimi invece i comprimari, soprattutto il Nick di Carlo Bosi, e il coro.
Pubblico abbastanza numeroso ma fiacco, con tanto di abbonato loggionista vicino a me che ha urlato ad Aronica "Non mi hai convinto!".
Insomma le mancanze del principale cast vocale sono state l'unica pecca in quella che poteva essere l'edizione di riferimento della Fanciulla, dato che è anche prevista la registrazione per il ciclo Puccini-Chailly.
Scusate la lenzuolata, ma questo spettacolo mi ha veramente galvanizzato, anche senza Westbroek.