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VGobbi ha scritto:Bach lo definiscono uno dei compositori più grandi, eppure non c'è un'opera, brano, nota che mi piaccia di lui. Uff!
pbagnoli ha scritto:VGobbi ha scritto:Bach lo definiscono uno dei compositori più grandi, eppure non c'è un'opera, brano, nota che mi piaccia di lui. Uff!
Ha avuto una produzione sterminata: hai ascoltato tutto?
pbagnoli ha scritto:Quale edizione scegliere?
Io ho:
Grumiaux
Milstein (quella DGG)
Mintz
Kremer
Per ragioni che non so spiegare nemmeno io, visto che non me ne intendo, ho una preferenza per Milstein; ma amo molto anche Mintz, forse perché è stato il mio primo, quello che mi ha aperto il mondo di questi brani meravigliosi.
E voi?
C'è qualcuno - tipo il solito teo.emme, per esempio - che ci vuole aiutare nella scelta di un'edizione discografica per avvicinarci al meglio a queste composizioni?
VGobbi ha scritto:Bach lo definiscono uno dei compositori più grandi, eppure non c'è un'opera, brano, nota che mi piaccia di lui. Uff!
Don Giuseppe ha scritto:La risposta è, con tutta probabilità, nel fatto che la musicologia come oggi la conosciamo nacque in Germania agli inizi del XIX secolo, quando il Romanticismo nascente era strettamente legato allo sviluppo delle ideologie nazionaliste. Fu proprio un musicologo tedesco della prima ora (Forkel) che per primo, nel 1802, inventò l'idea secondo la quale l'era italiana della musica aveva avuto come leader un tedesco: soluzione ottima per il nascente nazionalismo germanico, e che purtroppo non ci ha più abbandonati nei secoli successivi, soprattutto tenuto conto del fatto che la musicologia è rimasta fondamentalmente romantica, idealista e filogermanica.
e che non compose mai un melodramma.
teo.emme ha scritto:A proposito, visto che ti diletti in tesi complottare, ci sono pure un paio di "indagatori del mistero" che sostengono le Goldberg essere opera della moglie di Bach, c'è anche chi crede che Mozart non sia l'autore delle sue opere, o che Shakespeare non sia mai esistito...e si può andare avanti così fino alle scie chimiche, alla nocività dei vaccini e al fatto che gli americani non sono andati sulla Luna.
DottorMalatesta ha scritto:Interventi interessantissimi, grazie ad entrambi.Don Giuseppe ha scritto:La risposta è, con tutta probabilità, nel fatto che la musicologia come oggi la conosciamo nacque in Germania agli inizi del XIX secolo, quando il Romanticismo nascente era strettamente legato allo sviluppo delle ideologie nazionaliste. Fu proprio un musicologo tedesco della prima ora (Forkel) che per primo, nel 1802, inventò l'idea secondo la quale l'era italiana della musica aveva avuto come leader un tedesco: soluzione ottima per il nascente nazionalismo germanico, e che purtroppo non ci ha più abbandonati nei secoli successivi, soprattutto tenuto conto del fatto che la musicologia è rimasta fondamentalmente romantica, idealista e filogermanica.
Non mi sembra del tutto campata in aria la tesi secondo cui l´esaltazione della figura di Bach sia in qualche modo legata a motivazioni ideologiche filo-teutoniche. Mi sembra sia la stessa impostazione culturale responsabile di un certo ridimensionamento di c erta musica italiana, manifestato con quello snobismo intellettualoide più o meno celato (o esibito) per cui si va ad ascoltare un´opera di Verdi con accondiscendenza, mentre si accosta un dramma di Wagner con timore reverenziale…
Su questa linea, forse sbaglio, ma mi sembra che rispetto a Bach, la riscoperta di Monteverdi sia stata (perlomeno agli inizi) un fenomeno sorprendentemente tardivo (mi pare risalga ai primi decenni del secolo scorso) e geograficamente isolato (Italia). Le prime incisioni di una certa notorietà delle opere di Monteverdi sono quelle dirette da Harnoncourt nei primi anni ´70, quando invece di Bach si conosceva ed eseguiva già tutto.e che non compose mai un melodramma.
Non trovi però che la Matthäuspassion sia un´opera dalle grandi potenzialità teatrali (penso ad esempio alla messa in scena proposta da Sellars)? E che non sia per nulla “severa”, ma emblematica della “rivoluzione degli affetti e della comunicativa in luogo della severità oggettiva del contrappunto rinascimentale”?
DMteo.emme ha scritto:A proposito, visto che ti diletti in tesi complottare, ci sono pure un paio di "indagatori del mistero" che sostengono le Goldberg essere opera della moglie di Bach, c'è anche chi crede che Mozart non sia l'autore delle sue opere, o che Shakespeare non sia mai esistito...e si può andare avanti così fino alle scie chimiche, alla nocività dei vaccini e al fatto che gli americani non sono andati sulla Luna.
Beh... gli americani NON sono andati sulla Luna!
DottorMalatesta ha scritto:...Non mi sembra del tutto campata in aria la tesi secondo cui l´esaltazione della figura di Bach sia in qualche modo legata a motivazioni ideologiche filo-teutoniche. Mi sembra sia la stessa impostazione culturale responsabile di un certo ridimensionamento di c erta musica italiana, manifestato con quello snobismo intellettualoide più o meno celato (o esibito) per cui si va ad ascoltare un´opera di Verdi con accondiscendenza, mentre si accosta un dramma di Wagner con timore reverenziale…
DottorMalatesta ha scritto:Su questa linea, forse sbaglio, ma mi sembra che rispetto a Bach, la riscoperta di Monteverdi sia stata (perlomeno agli inizi) un fenomeno sorprendentemente tardivo (mi pare risalga ai primi decenni del secolo scorso) e geograficamente isolato (Italia). Le prime incisioni di una certa notorietà delle opere di Monteverdi sono quelle dirette da Harnoncourt nei primi anni ´70, quando invece di Bach si conosceva ed eseguiva già tutto.
DottorMalatesta ha scritto:Non trovi però che la Matthäuspassion sia un´opera dalle grandi potenzialità teatrali (penso ad esempio alla messa in scena proposta da Sellars)? E che non sia per nulla “severa”, ma emblematica della “rivoluzione degli affetti e della comunicativa in luogo della severità oggettiva del contrappunto rinascimentale”?
teo.emme ha scritto:DottorMalatesta ha scritto:...Non mi sembra del tutto campata in aria la tesi secondo cui l´esaltazione della figura di Bach sia in qualche modo legata a motivazioni ideologiche filo-teutoniche. Mi sembra sia la stessa impostazione culturale responsabile di un certo ridimensionamento di c erta musica italiana, manifestato con quello snobismo intellettualoide più o meno celato (o esibito) per cui si va ad ascoltare un´opera di Verdi con accondiscendenza, mentre si accosta un dramma di Wagner con timore reverenziale…
Però, Malatesta, non si può rimanere ancorati a quello che, forse (dico forse), è un mero peccato originale della musicologia intesa come scienza. Di acqua ne è passata sotto i ponti
teo.emme ha scritto:Quanto al mio illustre concittadino Cavalli, concordo con Don Giuseppe circa la mancanza di statura culturale dell'ambiente musicale italiano per una vera e propria renaissance: purtroppo però il discorso non si limita a Cavalli o a Monteverdi, ma a tanti altri compositori nazionali (Verdi e Puccini compresi) di cui ci si limita a riproporre il santino ad uso popolar turistico, senza avere una precisa idea di rilettura critica del repertorio, su cui pesa - purtroppo - il macigno di una presunta Tradizione (con la T maiuscola) in nome della quale si sta sclerotizzando l'approccio al melodramma tutto. Si pensi anche a Donizetti, ad oggi il più maltrattato tra gli operisti italiani (e il più bisognoso di una vera renaissance).
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