reysfilip ha scritto:E perché poi si mettono a ferirsi con la gabbia?).
Beh… non è poi così difficile: si stanno dedicando a pratiche sadomaso!
Scherzi a parte, ogni regista degno di questo nome dovrebbe domandarsi (e cercare di rispondersi) che cosa sarebbe successo a Tristano e Isotta se non fossero comparsi in scena Marke e Melot (Chéreau, quello sì un vero regista, ne parla diffusamente nel libro in cui descrive la nascita dello spettacolo visto alla Scala). Banalizzando si potrebbero ipotizzare due scenari: 1. si sarebbero decisi (meglio tardi che mai!
) a fare all´amore; 2. si sarebbero suicidati insieme. Una cosa è certa: non si sarebbero dedicati a pratiche sado-maso come nella banalizzazione proposta dalla Wagner. Nessuno comunque lo saprà mai. Anche se, in fondo, la musica e il testo suggeriscono che – se non fossero stati interrotti – Tristano e Isotta avrebbero raggiunto la Verklärung insieme, con tanto di risoluzione della tensione armonica del Tristanakkord, risparmiando allo spettatore e soprattutto al tenore lo strazio di assistere al terzo atto. Su cosa poi significhi “raggiungere” la Verklärung potremmo parlare per ore ed ore.
reysfilip ha scritto:Però il problema rimane: come mettere in scena il Tristano? A tal proposito devo ancora vedere quello di Konwitschny.
Nonostante alcune provocazioni (peraltro immancabili in Konwitschy), è uno spettacolo di grande intelligenza. E, sempre a proposito del duo d´amore al secondo atto, vale la pena paragonare la pochezza registica di Katharina Wagner con quello che riesce a fare a Monaco Konwitschny con un paio di lumini da cimitero. La Meier tra l´altro è strepitosa, ed esegue una Verklärung (il termine Liebestod, a rigore, dovrebbe indicare il solo preludio) da brivido.
pbagnoli ha scritto: A lui però chiederei: chi altro oggi per Tristan?
Ancora Robert Dean Smith (che a me ricorda sempre Renato Pozzetto)?
Treleaven?
Vinke?
Altri nomi?...
Ci sarebbe anche Peter Seiffert, un Tristan espressivo come una statua dell´isola di Pasqua. O perchè non un Roberto Saccà (che a me invece ricorda Michale Keaton?
)
? NO, NO, NO!!!! Vi prego!!! Gould almeno sa stare in scena, arriva in fondo vivo e, se non altro per questo, alcune frasi non le butta via strangolandosi come 9 Tristan su 10. Anch´io stra-concordo con Alberto sul nome di Kaufmann (lo avevo ipotizzato e sperato tempo addietro), magari (come fatto in passato da Bernstein a Monaco e più recentemente da Salonen) organizzando un´incisione dal vivo in cui – per non arrivare alla fine svociato – canti un atto per volta. Si ricordi che il primo, sciagurato Tristan, Ludwig Schnorr von Carolsfeld, cantò il ruolo all´età di 29 anni (e tirò le cuoia...). Forse varrebbe la pena provare ad affidare il ruolo a qualche cantante un po´più giovane… Il sogno proibito? Un bel Tristano con Vogt nel ruolo del protagonista (già eccellente Siegmund a Monaco), la Kampe come Isolde (e chissenefrega se non ha tutte le note della parte) diretti da Petrenko.
mattioli ha scritto:e con loro ho anche visitato la riaperta Villa Wahnfried, che è un po' come andare a Disneyland con Topolino.
...
BB, praticamente una coppia di fatto
mattioli ha scritto: Sulla Herlitzius sono più d'accordo con il Malatestimo che con il Boss, perché è vero che nel "Mild und leise" è affondata per stanchezza ( e senza che Thielemann facesse nulla per tenerla a galla) ma è altrettanto vero che certi squarci di selvaggia violenza del primo atto sono stati memorabili e che nel secondo il duettone non l'ha messa in difficoltà come si poteva temere.
Vero, al "gab er es preis" niente acuto. Però questo è un acuto particolarmente bastardo, perchè è praticamente impossibile prendere fiato prima. Non è la prima Isolde che scivola su questa buccia di banana. È un punto molto simile alla fine della tirata di Tristano al terzo atto "Vergeh' die Welt meiner jauchzenden Eil'!": anche qui davvero difficile prendere fiato prima dell´acutazzo...
Infine, sempre a proposito della Herlitzius, si è fatto il nome (lo diceva l´amico Vittorio e sono pienamente d´accordo) di Martha Mödl. Bene, quando la grande Mödl cantò Isolde a Bayreuth aveva 12 anni in meno della Herlitzius. Alla stessa età della Herlitzius (anzi, a vero dire a 51 anni) la Mödl cantò invece (massacrandola) la parte della Tintora nella Frau ohne Schatten a Monaco. Morale della favola: 1. onore all´Isolde della Herlizius
; 2. Sarebbe il caso di affidare i ruoli di Tristano e Isotta a cantanti meno stagionati (e meno consumati da un repertorio massacrante)... In fondo, Malvina Garrigues creò il ruolo a 40 anni e la Meier debuttò in Isolde a 37 anni.
DM