Lulu (Berg)

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Lulu (Berg)

Messaggioda DottorMalatesta » mar 26 mag 2015, 20:12

Venerdì sera a Monaco mi godrò la Lulu nella regia di Cerniakov, con la Petersen quale protagonista e Petrenko direttore (per inciso, il 6 giugno lo spettacolo verrà anche videotrasmesso sul sito della Staatsoper).
Sarovvi e dirovvi!

8)

Per il momento ho letto con molto interesse la bella recensione di Pietro sulla Lulu di Py in home. Non conosco il DVD recensito da Pietro. Conosco invece la Lulu della Petibon avendo il DVD dello spettacolo della Nemirova da Salisburgo. Sono d´accordo con Pietro sull´interpretazione magistrale della cantante francese. Se non che, a mio modesto parere, c´è una cantante che – oggi – la sopravanza in questo ruolo, ed è Barbara Hannigan. La Lulu della Hannigan nel DVD che riporta lo spettacolo nella regia di Warlikowski dalla Monnaie (al solito piena di mistero e fascino quasi fosse un film di Lynch) è qualcosa che mi ha lasciato senza parole. :shock: Per quanto mi riguarda è lei la Lulu dei nostri giorni.


Pietro scrive:
La tendenza, per lo più, è quella ben esemplificata dal video di Loy: minimalismo spinto e manicheismo ai massimi livelli.


Non so se il minimalismo spinto sia la tendenza che va per la maggiore quando si tratta di mettere in scena Lulu. Purtroppo, invece, lo è il manicheismo. Peraltro a me il DVD dello spettacolo dalla ROH con la regia di Loy è piaciuto molto. Ho trovato l´impostazione minimalista, tutta centrata sulla “attorialità” dei cantanti (che recitano tutti come padreterni), a mio parere assolutamente preferibile alle due Lulu espressioniste (quelle della Nemirova e di Bechtolf). Pappano dirige splendidamente, la Eichenholz ha quel non-so-che di assolutamente irresistibile, e Volle è forse il miglior Schön oggi sulla piazza.

Pietro scrive:
Julia Juon è una veterana della propria parte, qui vissuta come una sorta di “doppio razionale” di Lulu, in contrapposizione all’ingenuità primitiva della protagonista: la Contessa è costruita, artefatta, una vera e propria donna di mondo.


Non ho (ancora) visto questo DVD, ma questa impostazione del personaggio proprio non mi convince. Se c´è un essere che è permeato di amore nella Lulu, questa è la Contessa. Sarei tentato di dire che, in fondo, è la Geschwitz l´unica figura completamente positiva dell´opera.

C´è un punto, al terzo atto, in cui la figura della Geschwitz e Lulu sono volutamente accostante con ambiguità. È il punto in cui Schigolch e Alwa stanno dialogando tra loro, mentre Lulu – ridotta a vivere del proprio corpo - è scesa a battere il marciapiede. E la Geschwitz l´ha seguita.

Schigolch(distogliendosi da Alwa)
Se almeno non fosse scesa sulla strada insieme alla Geschwitz!
(Davanti al ritratto di Lulu, lo contempla.)
Lei, questa cosa non la capisce. (Die versteht die Sache nicht.)

Alwa
Che cosa non capisce?

Schigolch
Lei non può vivere dell’amore, perché la sua vita è l’amore.

Chi è che “non capisce questa cosa”? Lulu (la frase viene pronunciata da Schigolch davanti al suo ritratto). Lulu che poco prima aveva detto al Marchese “non posso vendere l’unica cosa che mi è sempre appartenuta“ e anche “Non ci penso nemmeno a farmi rinchiudere in una casa (Vergnügungslokal, casa di piacere) del genere!” (in Wedekind è più esplicita, ed esclama: “Ich in ein Bordell? Io, in un bordello?!).
Schigolch ci dice che Lulu è incapace di guadagnarsi da vivere con l´amore perché la vita di Lulu è l´amore.
Se si considera il passato di Lulu sulla base di questa “definizione” il personaggio acquista un´altra dimensione.

Si veda il momento del dialogo tra Lulu e il Pittore, al primo atto:

Il pittore
Tu non hai ancora amato…
Lulu
È lei che non ha ancora amato…

Si veda anche, e soprattutto, il rapporto con Schön l´unico uomo (ce lo dice lei stessa) che abbia mai amato.


Però, tornando al dialogo tra Schigolch e Alwa al terzo atto…

Lei, questa cosa non la capisce.

L´affermazione potrebbe anche essere rivolta alla Geschwitz. Non vi è alcuna cesura nella melodia in questo punto. E inoltre, dal punto di vista grammaticale la frase potrebbe benissimo riferirsi alla contessa. Non solo. Se uno non prendesse in considerazione il testo scritto, ma si limitasse ad ascoltare quello che Schigolch canta potrebbe intendere la frase così:


Se almeno non fosse scesa sulla strada insieme alla Geschwitz che (la quale) questa cosa non la capisce.

Il Die potrebbe quindi essere interpretato come un pronome relativo riferito alla persona che lo precede immediatamente nel discorso, cioè la Geschwitz.

La Geschwitz è del resto una figura angelica, pronta all´abnegazione assoluta nei confronti della donna amata.
Il finale è emblematico, con la contessa ridotta ad una “bestia”: “Armes Tier!”, “povera bestia!”, così la definisce Jack lo squartatore.

Ora, con l´eccezione del prologo, vi è un solo altro punto (uno solo! :shock: ) in tutta l´opera (opera in cui, come detto enfaticamente dal domatore di fiere del prologo, tratta dell´ “animale donna”) in cui ricorre il termine Tier, animale. Ed è nella seconda scena del primo atto, quando Lulu parla con Schigolch:

Lulu
A memoria d’uomo non mi chiamo più Lulu.
E da quanto tempo non ballo più?...
Adesso non sono più che…

Schigolch
Che cosa?

Lulu
(con un brivido di orrore)
… una bestia…

Lulu-Geschwitz...

Cosa fa di Lulu un animale? Non lo sappiamo (qualche idea? :idea: Perchè in quel preciso punto dell´opera Lulu si definisce "ein Tier"?). Cosa fa della Geschwitz un animale? L´amore per Lulu.

Si badi inoltre: Lulu è solo Lulu così come la Geschwitz è solo la Geschwitz. La fedeltá a se stessi si rispecchia nel fatto che quasi tutti gli altri cantanti affrontano più personaggi (pittore/negro, Schön/Jack, etc.), mentre Lulu è un ruolo interpretato da una sola cantante. La stessa cosa vale per la Geschwitz (e per Schigolch e per Alwa: forse perché gli unici, tra gli uomini, a provare per Lulu un amore autentico?). Lulu e la Geschwitz sono dotate di un´invididualità “indivisibile”. Lulu è unica, nonostante sembri assumere in sé diverse figure (qual è poi il suo nome? Eva? Mignon? Nelly? Ognuno le dà un nome diverso!), e resta fino in fondo fedele a se stessa (“Io non ho mai voluto che il mondo mi credesse qualcosa di diverso da quello che mi ha considerato. E nessuno al mondo mi ha mai considerato altro che quella che sono.”, canta nel celeberrrimo Lulu-Lied).

Lulu-Geschwitz.

Lulu opera antifemminista? Più la ascolto e meno ne sono convinto... :roll:

Che ne dite?

Ciao,
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Re: Lulu (Berg)

Messaggioda VGobbi » mar 26 mag 2015, 22:02

Ottimi spunti di riflessione Malatesta, bella recensione Pietro. Due fattori fondamentali che mi spingono a conoscere quest'opera che amo poco e che ho sempre faticato ad apprezzarla, a differenza di quell'immenso lavoro che è il Wozzeck.

Io al momento sono rimasto alla visione completa della Lulu di Salisburgo con un cast all-stars ed una Petibon fantasmagorica!!!

Non nutro comunque dubbi come la Hannigan possa essere, se non superiore, di pari livello e comunque tale da classificare come Lulu' storiche.

Intanto attendiamo tue impressioni sulla Lulu' monacense.
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Lulu (Berg)

Messaggioda Maugham » mer 27 mag 2015, 15:41

DottorMalatesta ha scritto:Venerdì sera a Monaco mi godrò la Lulu nella regia di Cerniakov, con la Petersen quale protagonista e Petrenko direttore (per inciso, il 6 giugno lo spettacolo verrà anche videotrasmesso sul sito della Staatsoper).
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Beck und ich sarovvi mercoledì prox.

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Re: Lulu (Berg)

Messaggioda DottorMalatesta » mer 27 mag 2015, 16:25

Maugham ha scritto:
DottorMalatesta ha scritto:Venerdì sera a Monaco mi godrò la Lulu nella regia di Cerniakov, con la Petersen quale protagonista e Petrenko direttore (per inciso, il 6 giugno lo spettacolo verrà anche videotrasmesso sul sito della Staatsoper).
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Uff... non ci becchiamo neanche questa volta! :cry:

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Re: Lulu (Berg)

Messaggioda DottorMalatesta » dom 31 mag 2015, 11:37

In home la mia analisi/recensione della Lulu vista venerdì sera Monaco. In attesa di leggere i commenti di Maugham e Beckmesser! : Thumbup :





Ricordo che l´opera verrá videotrasmessa sul sito della Staatsoper di Monaco il prossimo 6 giugno alle ore 18:

https://www.staatsoper.de/en/staatsopertv.html

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Re: Lulu (Berg)

Messaggioda pbagnoli » dom 31 mag 2015, 13:46

Splendide osservazioni, dottor Brigo: me le sono gustate per bene!

Visto che abbiamo anche il Wozzeck (strepitoso) di Tcherniakov, secondo te in cosa differiscono le visioni del regista nelle due opere?
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
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Re: Lulu (Berg)

Messaggioda DottorMalatesta » dom 31 mag 2015, 14:34

pbagnoli ha scritto:Splendide osservazioni, dottor Brigo: me le sono gustate per bene!

Visto che abbiamo anche il Wozzeck (strepitoso) di Tcherniakov, secondo te in cosa differiscono le visioni del regista nelle due opere?


Per un regista il Wozzeck è (secondo me) un´opera più “tradizionale” anche se non necessariamente piú facile. Però nel Wozzeck i personaggi sono delineati a tutto tondo. Nel Wozzeck anche le figure caricaturali - Tambourmajor, Hauptmann e Doktor - sono meno abbozzate rispetto a quelle della Lulu. E perfettamente “a fuoco” è anche l´ambiente sociale in cui i personaggi si muovono e le motivazioni psicologiche che determinano le loro azioni. Nel complesso la vicenda è più lineare, più immediata, più concisa, più “centripeta”.
Non così Lulu che, proprio per il suo essere figura archetipica inserita in una vicenda emblematica è un´opera sfuggente, meno "tradizionale". La sfida registica consiste nel cercare di definire chi sia Lulu, quale sia il suo passato, quali le relazioni con Schön e con gli altri personaggi. Giustificare Lulu. Darle spessore. La cosa è difficilissima. Alla fine ,quasi sempre le regie si riducono a mostrare una Lulu/Lolita che emana un erotismo un po´ volgare e facile ed è circondata da tanti personaggi un po´ caricaturali attratti da lei come falene da una sorgente luminosa. In Lulu poi abbiamo una serie di personaggi abbozzati, presentati come delle macchiette (Schigolch e la sua asma; l´Atleta dai bicipiti d´acciaio, le orecchie d´asino e le calzamaglia rosa; lo studente con le sue poesie e i sigari di papà; il domestico di casa Schön; il professore muto; il Negro che non si vuol lavare… :shock: ), il tutto inserito in una vicenda che – nel suo essere “emblematica” – confina spesso nel ridicolo (Lulu “parcheggiata” dapprima col Primario di Medicina e poi col Medico; il Colera ad Amburgo; la Geschwitz che si becca il colera infilandosi le mutande di un ammalato; persino jack lo squartatore!!! :shock: ). È un materiale magmatico, eterogeneo, sfuggente. Per certi versi è un´opera dispersiva, centrifuga, sfuggente. Alcune sue caratteristiche appaiono oggi incomprensibili o spiazzanti, quasi un relitto di un´era lontana. Come un film muto nell´era del digitale.
A mio modo di vedere si può uscire vincenti dal confronto con Lulu solo se si ha la forza di trattare quest´opera per quella che è (vedi Warlikowski) oppure se si cerca di imporvi/soprapporvi una visione nella quale il maggior numero dei tasselli sia collocato al posto giusto (vedi Chéreau). Cerniakov tenta una via di mezzo, ma l´esito finale è tiepido, e non è del tutto soddisfacente. Probabilmente la mancanza di un´ambientazione, di un backgound sociale ben definito lo limita nella caratterizzazione anche psicologica dei personaggi. Del resto l´opera è quella che è, i personaggi sono quelli che sono, le vicende pure. Lulu è un´opera che si impone al regista come una camicia di forza, limitandone gli spazi di autonomia. Peccato, perché quando Cerniakov tenta di riempire i vuoti della vicenda o cerca di rileggerla a modo suo (si veda il finale), l´esito è estremamente efficace e convincente. Mi sarei però aspettato una realizzazione più omogenea, più lineare, più stringente. Ne Il Trovatore, nel Macbeth, nel Wozzeck Cerniakov partiva con alcune premesse forti e su quelle costruiva un edificio solidissimo, e in sé coerentissimo. Date alcune premesse, lo sviluppo era consequenziale e ferreo. Come la dimostrazione di un teorema. Ogni tassello era al posto giusto. I conti tornavano. Tutto funzionava. Tutto era perfettamente a fuoco. Qui no. Qui momenti altissimi si alternano a troppo piattume e pattume (Schigolch che succhia il lecca-lecca, l´Atleta che si aggira con una torta alla panna montata, il Negro-rasta, gli interludi musicali con le coppie di uomini e donne che danzano la lotta dei sessi :shock: ). Probabilmente perché delle premesse forti, a sostegno della teoria, in questa Lulu non ci sono. Magari però, lo ripeto, questo è un limite intrinseco all´opera stessa, che rifiuta di essere “definita” in un´unica ottica.
Chissà comunque cosa diranno il Divino e Beck!

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Re: Lulu (Berg)

Messaggioda DottorMalatesta » dom 31 mag 2015, 15:16

Ancora un´altra cosa...
Alla fine del primo atto, nella regia di Cerniakov Lulu – dopo aver “dettato” la lettera a Schön – scoppia in un pianto disperato. È chiaro che qui non abbiamo a che fare con la solita Lulu che cavalca Schön in giarrettiera e sculacciandolo col frustino. Allo stesso modo alla fine del secondo atto Lulu si ritrae dall´abbraccio con Alwa dicendo con tono angoscioso “Non è forse questo il divano sul quale tuo padre è morto dissanguato?”, anziché pronunciare queste parole “con indifferenza” come prescritto. Nel finale dell´opera sembra addirittura (l´ambiguità è chiaramente voluta da Cerniakov) che Lulu scelga Jack per darsi la morte, quasi espiando la colpa di aver ucciso Schön.
Queste sono delle chiare infedeltà all´opera. Alla vicenda presentata da Wedekind/Berg, Cerniakov propone/impone/sovrappone una propria visione, un proprio ordine. Ciò che è sorprendente è che la visione destrutturante imposta da Cerniakov è perfettamente plausibile e coerente con l´opera stessa. La sua infedeltà alla “lettera” si dimostra però straordinariamente “fedele” allo spirito dell´opera.
A questo proposito è interessante ricordare come, dopo la prima esecuzione del III atto nella revisione di Cerha, ci furono violenti attacchi alla regia di Chéreau ai quali Boulez rispose con un bellissimo saggio dedicato alla “fedeltá all´opera”. Chéreau era stato accusato di essersi preso libertà eccessive nella sua messa in scena. Ad esempio, aveva fatto interpretare il Professore muto (al III atto) da un nano (che aveva anche interpretato Aujust nel prologo), anziché dallo stesso interprete del Primario al I atto. In questo, Chéreau aveva attentato alla “fedeltà letterale” dell´opera che prevede una stretta corrispondenza tra i mariti di Lulu e i suoi tre clienti (Primario/Professore, Pittore/Negro/ Schön/Jack). Bene. L´infedeltà di Chéreau si tramutava però in estrema fedeltà allo spirito di Lulu, quando – nel finale – Lulu (un´acrobatica Stratas) si accasciava inarcando la schiena, e quindi assumeva la stessa postura che aveva adottato in precedenza con Schön (se ne è ricordato Cerniakov, quando nel finale della sua regia fa sedere Lulu sulle ginocchia di Jack esattamente come prima Lulu si era seduta sulle ginocchia di Schön).
Ecco, forse in questa Lulu mi sarei maggiormente aspettato da parte di Cerniakov, il mago delle regie destrutturanti, una minor fedeltà alla lettera e una maggior fedeltà allo “spirito” dell´opera.

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Re: Lulu (Berg)

Messaggioda Valentina » dom 31 mag 2015, 18:37

DottorMalatesta ha scritto:In home la mia analisi/recensione della Lulu vista venerdì sera Monaco. In attesa di leggere i commenti di Maugham e Beckmesser! : Thumbup :
DM


Appena letta! Davvero un'ottima recensione! É molto interessante da leggere, complimenti davvero per come scrivi...
Naturalmente adesso mi É venuta voglia di vederla assolutamente!
Speriamo ne facciano un DVD : Chessygrin :
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Re: Lulu (Berg)

Messaggioda pbagnoli » dom 31 mag 2015, 20:20

Valentina, perché in attesa del video di Tcherniakov non approfondisci Lulu con un altro spettacolo? Per esempio quello di Py di cui parlo in home, o quello della Nemirova o quello di Warlikowski?
E' un'opera incredibile: vale la pena scoprirla!
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Re: Lulu (Berg)

Messaggioda pbagnoli » dom 31 mag 2015, 20:24

Bellissime osservazioni, Francesco.
Tu su cosa punteresti se avessi fra le mani l'ardua impresa di allestire una Lulu?
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Re: Lulu (Berg)

Messaggioda Valentina » dom 31 mag 2015, 20:25

pbagnoli ha scritto:Valentina, perché in attesa del video di Tcherniakov non approfondisci Lulu con un altro spettacolo? Per esempio quello di Py di cui parlo in home, o quello della Nemirova o quello di Warlikowski?
E' un'opera incredibile: vale la pena scoprirla!


Ciao Pietro!
Ho letto la tua recensione in home e mi ha intrigato parecchio! Devo assolutamente vederla... Mi affascina questa rappresentazione alla moulin rouge!
Grazie per i consigli, amo scoprire cose nuove! : Chessygrin :
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Re: Lulu (Berg)

Messaggioda Maugham » ven 05 giu 2015, 12:06

DottorMalatesta ha scritto:Chissà comunque cosa diranno il Divino e Beck!

DM


Eccomi.
Nessuno mette in discussione che Lulu sia un'opera difficile. Lo è per gli esecutori, per gli spettatori e, ancora di più, per i registi. Le difficoltà non sono legate alla drammaturgia che risulta piuttosto semplice sia sotto il profilo della narrazione sia della continuità temporale. Le difficoltà stanno nel carico di implicazioni filosofiche, etiche, antropologiche e psicanalitiche che un tale personaggio si porta dietro. Tutti questi sottotesti ci sono, beninteso, ma nel corso degli anni si sono trasformati, a volte, in cascami quando non i vere e proprie zavorre in grado di condizionare l'esito di molti allestimenti, anche recenti, di quest'opera. E così Lulu, trasformato da personaggio in archetipo e quindi ficcata dentro binari e schemi da kultur berlinese (demonio, donna oggetto, vittima sacrificale, puttana, ninfetta da fumetto manga, sciantosa da cabaret e perfino donna alla Pinter), se da un lato solleticava la parte più speculativa dello spettatore dall'altra lo lasciava digiuno in quanto a teatro ed emozioni. In pratica, ma qui parlo a titolo personale, poche volte una Lulu mi ha preso "di pancia".
Cerniakov è un regista che mette il teatro in primo piano.
E quello che di ogni opera analizza e sviscera sono le relazioni tra i personaggi. Ovvero come i personaggi si rapportano gli uni agli altri e che conseguenze possono nascere da queste relazioni.
Anche in opere dal forte carico simbolico (penso alla Kitezh o al Parsifal) Cerniakov ha scelto la strada dell'analisi psicologica.
E quindi Lulu entra a pieno titolo nella lista di meravigliosi ritratti femminili che Cerniakov ci sta regalando da un po di tempo. Fevronia, Kundry, Violetta, Blanche, Jenufa... tutte figure femminili unite, nella visione di Cerniakov, da un tratto comune: il ripercorrere i propri errori, il continuare a ritrovarsi sempre nelle stesse situazioni, anzi a fare in modo di replicare continuamente queste situazioni in una sorta di corto circuito da cui pare impossibile uscire. Blanche e Jenufa -secondo Cerniakov- ce la fanno. Le altre no.
La Lulu di Cerniakov è una donna normale. Bella, intelligente, maliziosa, dai molteplici talenti, ma è una donna normale. Nel senso che in lei non si nascondono chissà quali ombre apocalittiche e vampiresche.
Non è lei a distruggere ogni uomo o donna o ragazzo con cui entra in contatto. Ma sono loro che la distruggono, o meglio, a loro non interessa distruggerla è lei stessa che volontariamente o meno, si lascia distruggere.
In questa regia Lulu è un personaggio gigantesco perchè, finalmente, autentico e vero. Lulu è una donna normale che compie un errore che tutti gli esseri umani compiono. Ritrovarsi sempre nelle stesse situazioni pur urlando la propria volontà di uscirne.
E questo Cerniakov ce lo spiega con immensa maestria nel moltiplicare all'infinito i peronaggi (esclusivamente coppie etero) che si muovono in un labirinto di specchi e ripetono stancamente, in una sorta di sfasato e sinistro hully-gully, tutte le azioni dei protagonisti sul proscenio.
Il quadro di Lulu (un vetro con una sagoma bianca tipo linea di Cavandoli) è sempre identico. Tutti lo disegnano allo stesso modo. Perchè tutti vedono Lulu allo stesso modo.
ATTENZIONE SPOILER!!!!! Per chi la vedrà domani sera.

Il finale è sconvolgente. E davvero lì Cerniakov interviene ribaltando la drammaturgia. Non c'è Jack lo Squartatore. O meglio, c'è un tipo in felpetta e cappuccio che Lulu ha adescato. Si capisce benissimo che è squattrinato. Non è un ricco professore bigotto né un rasta figlio di papà e mezzo delinquente come i precedenti. No, Lulu lo ha scelto perché assomiglia in maniera inquietante a Schon. Lui era calvo, questo ha i capelli, è più giovane ma è Schon. Quell'uomo che Lulu non è riuscita dimenticare. Quell'uomo che lei ha ucciso ma la cui morte altro non ha fatto che ucciderla. Sparito Schone, Lulu è diventata un'altra persona. Disperata e infelice. Sbigottito quest'uomo osserva Lulu che cerca di vestirlo con un vecchio completo che apparteneva a Schon. Lei non vuole soldi, vuole solo ricreare quell'illusione. Mentre lo veste trova nelle tasche del tipo un serramanico. Lui vorrebbe toglierglielo dalle mani. Lei invece lo tiene ben stretto e si pugnala. Lui si ritrae sconvolto e inorridito, dà uno spintone alla Geschwitz e si infila nel labirinto di specchi scomparendo nelle misteriose e buie profondità del palcoscenico.

Che dire di più? Uno spettacolo magnifico, un cast strepitoso (la Petersen e Schovus su tutti) è un Petrenko che si qualifica come il direttore più interessante attualmente in circolazione.

Scusate la fretta , le cose da dire sarebbeno molte di più.

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Re: Lulu (Berg)

Messaggioda pbagnoli » ven 05 giu 2015, 14:16

Amo WSM! Che lo si sappia!
Spero di riuscire a vedere questa Lulu il più presto possibile...
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
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Re: Lulu (Berg)

Messaggioda DottorMalatesta » ven 05 giu 2015, 16:18

pbagnoli ha scritto:Amo WSM!


Anch´io, ci mancherebbe altro! : Love :

Per questo stavolta mi provoca un certo... disagio non essere d´accordo con il Divino. :mrgreen:
A me è sembrato che Cerniakov abbia ciabattato per buona parte di questa Lulu (quella silhouette di Lulu su lastra di plexiglass a ripetersi all´infinito: ma come?! :shock: il maestro del realismo psicologico che si lancia in una trovata simbolista ad effetto? atleta-Schigolch-studente-principe ridotti a macchiette? il personaggio della Geschwitz praticamente assente?), salvo alcuni momenti di grande, grandissimo livello (i finali d´atto, soprattutto, e quel capolavoro geniale che è la conclusione dell´opera, come abbiamo ricordato entrambi).

Comunque la visione di questo spettacolo sul sito della Staatsoper è altamente raccomandabile!!!

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