Tristan und Isolde a Napoli, il vero Mehta

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Tristan und Isolde a Napoli, il vero Mehta

Messaggioda vivelaboheme1 » mer 04 mar 2015, 10:27

Ma, quell'anziano direttore che alla Scala avanza e sale sul podio con passo incerto e stanco, ed esegue un'Aida mortale, lenta e pesante nella scansione e nei fiati impossibili richiesti ai cantanti, lutulenta e greve nel suono, è lo stesso che a Napoli incendia di passione Tristan und Isolde, avvolgendolo in un meraviglioso suono pastoso, che infiamma fino a renderlo fremente il duetto atto 2°, che scalda di affetti il monologo di Marke rendendolo memorabile, che accende di illusorio vigore ritrovato il doloroso ultimo atto di Tristan, che, infine, ci lascia in una surreale nuvola di suono (quelle arpe, proprio all'ultimo!) nella quale avvolge l'annientamento di Isolde? E che, ad opera conclusa, salta sul palco come un giovincello con tutta l'orchestra, corre da tutti i cantanti, raccogliendo il meritato trionfo?
Sì, è sempre lui: Zubin Mehta, che al San Carlo di Napoli (del quale è ospite per la prima volta) tocca uno dei vertici della sua gloriosa carriera, coadiuvato con ottima volontà da un'orchestra non immacolata ma impegnatissima e devota, e da un valido cast: la forse miglior prova da soprano del comunque mezzosoprano Urmana, che talora urla ma è intensa e consapevole Isolde, il solidissimo Tosrten Kerl, un Tristan che (caso rarissimo, al giorno d'oggi) arriva vocalmente fresco come una rosa all'ultimo atto, il magnifico, dolente Marke di Stephen Milling (forse il migliore in campo), l'intenso Kurvenal di Jukka Rasilainen, la decorosa Brangane di Lioba Braun. Il tutto avvolto nell'elegante spettacolo di Lluis Pasqual (ripreso da Caroline Lang) su scene e costumi di Frigerio e Squarciapino, giustamente recuperato dal San Carlo.
Il milanese in trasferta a Napoli ammira e applaude questo meraviglioso Mehta, poi però si chiede: cosa c'è che non va alla Scala di Milano (specie di questi tempi), che un po' tutto e tutti ci s'intristiscono?

marco vizzardelli
Ultima modifica di vivelaboheme1 il mer 04 mar 2015, 16:13, modificato 2 volte in totale.
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Re: Tristan und Isolde a Napoli, il vero Mehta

Messaggioda DottorMalatesta » mer 04 mar 2015, 16:07

E questo Tristano tra un´Aida e un Mahler. Piuttosto arzillo, il buon vecchio Mehta. 8) Se dovessi dirigere io Tristano o Aida dopo sarei KO per un mese :roll: Beato Mehta che, per le cose che gli interessano, riesce ancora a trovare l´energia di un ragazzino!

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P.S.: l´Isolde della Urmana a Parigi l´anno scorso fu una piacevolissima ed inaspettata sorpresa
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Re: Tristan und Isolde a Napoli, il vero Mehta

Messaggioda pbagnoli » mer 04 mar 2015, 17:04

Mi incuriosisce il tuo parere su Torsten Kerl.
Ascoltando la sua registrazione con Jurowsky e la Kampe, me ne sono fatto ben altra opinione...
Meglio così!
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Re: Tristan und Isolde a Napoli, il vero Mehta

Messaggioda DottorMalatesta » mer 04 mar 2015, 17:35

pbagnoli ha scritto:Mi incuriosisce il tuo parere su Torsten Kerl.
Ascoltando la sua registrazione con Jurowsky e la Kampe, me ne sono fatto ben altra opinione...
Meglio così!


Come sono Jurowsky e la Kampe in quel Tristan? Glyndebourne, vero?

Reysfilip dovrebbe se non erro aver ascoltato Kerl a Firenze... :roll:

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Re: Tristan und Isolde a Napoli, il vero Mehta

Messaggioda vivelaboheme1 » mer 04 mar 2015, 17:37

Mah, guarda. La voce in sé non è fantastica: allo stesso tempo un po' nasale, "puntuta", e condita di curiose inflessioni "domingheggianti" (intendo proprio il Wagner di Domingo) senza averne il fascino timbrico e il calore. Però è sostenuto alla grande da Mehta (secondo e terz'atto in particolare) e di suo ci mette una bella aderenza d'interprete al ruolo e una lodevole freschezza (se penso al "parlante", stremato Storey del pur magnifico Tristan scaligero Barenboim-Cherau-Meier, la condizione vocale e la tenuta di Kerl di sono ben diverse e migliori!).
A proposito: dopo aver amato, alla Scala, il Tristan di Daniel Barenboim (rimasto, nel tempo, il probabile vertice della sua permanenza a Milano) è interessante accostarlo a questo, bellissimo, del suo amico d'adolescenza Zubin Mehta. Là dove Barenboim era monumentale e travolgente più che comunicatore di eros, Mehta è "affettuoso", effusivo (una dote che un po' manca al collega) e promana eros a piene mani nella sua concertazione che (fra l'altro in armonia con il "mare" prescelto dal regista) sembra immergere il Tristan in un liquido baluginante di luci, tutto un gioco di chiaroscuri evocato con grande classe. Ed è rara, in Wagner, la mobilità di fraseggi ottenuta dal direttore indiano (quella che, ahimé, latita nella sua attuale Aida scaligera).

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Re: Tristan und Isolde a Napoli, il vero Mehta

Messaggioda VGobbi » mer 04 mar 2015, 18:53

Ma Mehta non è un direttore che ha promesso e dato esiti meno eccezionali di quanto si aspettava, più o meno sulla falsariga di Maazel?
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Tristan und Isolde a Napoli, il vero Mehta

Messaggioda reysfilip » mer 04 mar 2015, 20:40

pbagnoli ha scritto:Mi incuriosisce il tuo parere su Torsten Kerl.
Ascoltando la sua registrazione con Jurowsky e la Kampe, me ne sono fatto ben altra opinione...
Meglio così!


Mah, sentito in Tristano e Valchiria (sempre con Mehta) e a me ha sempre dato l'idea di tanti decibel e poca sostanza. Si fa valere ma di certo non si urla al miracolo. E' anche vero che la Urmana è sicuramente una Isolde più stimolante di Lioba Braun, però a Firenze non mi ricordo questa meraviglia di Tristano.
Milling invece è un grande Marke. E il Tristano è una delle partiture in cui Mehta dà veramente il meglio di sé.
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Re: Tristan und Isolde a Napoli, il vero Mehta

Messaggioda Maugham » mer 04 mar 2015, 22:02

vivelaboheme1 ha scritto: il solidissimo Tosrten Kerl, un Tristan che (caso rarissimo, al giorno d'oggi) arriva vocalmente fresco come una rosa all'ultimo atto,


:shock: :shock: :shock:
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Re: Tristan und Isolde a Napoli, il vero Mehta

Messaggioda pbagnoli » mer 04 mar 2015, 22:57

Maugham ha scritto:
vivelaboheme1 ha scritto: il solidissimo Tosrten Kerl, un Tristan che (caso rarissimo, al giorno d'oggi) arriva vocalmente fresco come una rosa all'ultimo atto,


:shock: :shock: :shock:
Allora dev'essere rinato.
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Straordinario!
Me lo sono appena risentito nella registrazione di Glyndebourne: è un disastro.
Se dici così, deve aver fatto un'energica cura ricostituente!
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Re: Tristan und Isolde a Napoli, il vero Mehta

Messaggioda vivelaboheme1 » gio 05 mar 2015, 14:00

Confermo che a Napoli era - niente di trascendentale - ma "pulito", corretto, attendibile come personaggio, e dava questa sensazione piacevole di voce sana. Son mica tanti, al giorno d'oggi, i Tristani che arrivano all'ultimo atto, e cantano


marco vizzardelli
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Re: Tristan und Isolde a Napoli, il vero Mehta

Messaggioda pbagnoli » gio 05 mar 2015, 15:25

vivelaboheme1 ha scritto:Son mica tanti, al giorno d'oggi, i Tristani che arrivano all'ultimo atto, e cantano

Io ho sentito Gould, a Zurigo: è stato assolutamente splendido, oltre ogni previsione, tenendo conto dei suoi precedenti Siegfried a Bayreuth.
Molto, ma molto meglio di Thomas Moser, Robert Gambill o, stando al solo disco, quello che ho sentito di Kerl (però concordo: non si possono paragonare ascolti audio con teatrali).

Dipende cosa intendi per "cantare Tristan".
Per me, soprattutto al terzo atto, vuol dire un insieme di cose che, per dire, mi portano lontano le mille miglia da certi cantanti anche famosi: faccio un esempio, Melchior, per me la negazione di ciò che intendo io.
E' da vedere se ciò che intendi tu è la stessa cosa...
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