Esito della “seconda”: tre/quattro minuti di applausi e tutti a casa, con queste modalità: presentatisi i protagonisti uno ad uno, Matti Salminen è stato espulso dal palco a “buuuu”, ne è letteralmente fuggito. Giusto trionfo, isolato dal resto, per Anita Rachvelishvili, l’Amneris che è sola ragion d’essere di questa sventurata Aida. Applausi brevi e generici agli altri, nel riconoscimento della correttezza non di più. Quanto a Zubin Mehta – spiritoso, va detto – ha mostrato almeno al momento degli applausi (e così preciso il termine usato prima che “rimbambita” è stata la direzione, non l’uomo, che è ben presente a se stesso): ha scostato lievemente il sipario, messo il naso fuori, poi un braccio, poi il corpo mentre il viso, aperto ad un timido sorriso, chiedeva chiaramente “posso entrare?”: ha avuto un misto di risate, applausi e buuu, salvando sul piano umano quel che su quello artistico non poteva salvarsi
marco vizzardelli